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venerdì, gennaio 13, 2023

💛L'Efod sacerdotale dei Giganti di Mont'e Prama

 Visto che l'argomento è stato affrontato da prof Sanna proprio ieri ( https://www.facebook.com/1039280542/posts/10224609548919711/) ripropongo un mio post di ben un anno fa( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/il-progenitore-del-quadrato-di-sator-il.html?m=0), in cui affermavo le stesse cose che vengono sottolineate adesso, ma non solo. 

Non si tratta di un semplice pettorale Ephod, dei nostri Sacri Giudici ( visto che le due lettere ebraiche, sul simbolo della tribù dei Dan, la Nun e la Dalet, significano, insieme, "Giudice", quindi "Emissario divino"), fondatori dei Giudicati Sardi, ma, in quanto Architetti Divini, anche della simbologia, dello scudo per eccellenza, di quello che sarà il quadrato magico del Sator.


mercoledì, febbraio 24, 2021


Il progenitore del "quadrato di Sator" . Il "quadrato del Sinis" nel Gigante di Mont'e Prama. 


Oggi la mia curiosità si sofferma ancora sui Giganti di Mont'e Prama, e in particolare su quel pettorale quadrato e leggermente sagomato, che Indossa uno dei Giganti, un' arciere con quattro lunghe trecce.

Quello stesso arciere, la cui protezione nell' avambraccio ispirera' la decorazione con i 10 bottoni sardi doppi, nel costume di Ittiri. 

10, come i Dieci Comandamenti, le dieci tavole della legge datti da Dio a Mosè, sul monte Sinai

Un pettorale riconducibile, secondo molti, al pettorale indossato da Aronne, fratello di Mosè, che diede vita al sacerdozio di Aronne e dei Leviti, una stirpe dinastica di sommi Iniziati. 

Dio concesse il potere di interpretare i significati esoterici della Legge Divina solo a Mosè, e suo fratello Aronne, che lui potrà trasmettere solo verbalmente poiché solo la sua parte essoterica, "la parola" è stata scritta sulla pietra.

Il pettorale che Aronne portava sul petto, si chiamava "hoshen", o Ephod, con 12 pietre preziose, indicative della trasmutazione, rappresentative, ognuna, della tribù di Israele, chiamata "tavoletta dei Destini". 

Anche prof. Dedola la descrive come un oggetto di potere, oracolare, rappresentativo del Re, e della figura sacerdotale insieme. 

D'altronde, sappiamo bene come gli antichi Shardana  siano geneticamente intrecciati agli antichi Ebrei, ne ho parlato riguardo la simbologia del Sigillo della Tribù dei Dan, che presenta, comunque, come sfondo, l'arcobaleno. 

Ma credo, al di là di questo, che questo pettorale, pur non presentando incisioni o simboli, possa rivelarci qualcosa di più, proprio riguardo la contestualizzazione in cui si trova.

Guardandolo, così d'istinto, mi riporta in modo prepotente ad un'altro quadrato molto importante, del quale questo, potrebbe essere il primo prototipo (altro che Aronne), della tribù dei Levi, gli antichi iniziati (mentre scrivo, noto che Aron(ne), é Nora al contrario..), il quadrato di Sator. 

Questo accostamento deriva dal fatto che il luogo di ritrovamento di questo quadrato, è su un Gigante semidivino, in un luogo che parla di Sacralità: il Sinis.

SINIS. 

Una parola particolare, palindroma, esattamente come la  "TENET" centrale del quadrato di Sator.

E anche in questa parola, Sinis, come nella Tenet, abbiamo una "N" centrale.

Due parole, con lo stesso numero di lettere, cinque, palindrome, e che hanno entrambe una "N" centrale.

Sulla centralità della "N", nella civiltà Sarda, in un ipotetico confronto con un quadrato di Sator tutto locale, e non collegabile all' epoca romana, ma in un' epoca di molto antecedente, contestualizzabile proprio in Sardegna, avevo già scritto, nel post riguardo la "scacchiera" di Pubusattile, ed è stranissimo, ritrovare anche in questa parola Sinis, palindroma, la N centrale. 

"N", che è importantissima, nell'antica Civiltà Sarda. 

Leggiamo insieme, cosa avevo già scritto a proposito della centralità della "N" nel mio  post.  

"Il quadrato(mi riferivo alla "scacchiera" di Pubusattile) come un recinto sacro, la base del tempio, fondamento della congiunzione dei quattro elementi dei punti cardinali. 

In epoca molto più tarda, il quadrato perfetto per eccellenza fu rappresentato dal quadrato di Sator, un' iscrizione Latina databile attorno al  185 d. C.

Cinque parole con 5 lettere ciascuna, un testo palindromo dove le 5 parole si ripetono se lette da destra a sinistra e viceversa o dal basso verso l' alto e viceversa, con al centro la parola TENET che forma una croce palindromica ( somiglia anche alla parola Tanit). 

Sator /arepo /tenet/ opera/ rotas. 

Dove è possibile all'interno del quadrato, leggere e scrivere la stessa parola in quattro direzioni diverse. 

E questo è possibile perché esiste una simmetria centrale rispetto alla lettera N, lettera che rappresenta il Nous( l' intelletto divino) e il  Numen ( la volontà divina). 

Ma anche in termini cosmogonici, corrisponde al  primordiale significato di "pesce", simbolo della Grande Madre( come il Nun e il Nunet, la prima coppia androgina semidivina, creatori delle Acque Primordiali e  del Caos). 

"Sator" significa Seminatore, creatore, o come Saturno, il Dio delle messi. 

"Arepo" forse carro o aratro, o un piccolo attrezzo come un falcetto, del Dio Saturno, dio dell' agricoltura. 

"Tenet" nel senso di "regge" e "guida". 

"Rotas" nel senso di ruote, le ruote del destino. 

"Opera" come cura, oppure come opere. 

"Il Creatore (seminatore) delle terre tiene (governa) le ruote celesti


Questa Centralità del segno della Nun , la troviamo nella scrittura nuragica, già le periodo del sec. XVI a. C., secondo il prof. Sanna, ed è un' acrofonia di " Nahas"( serpente), che troviamo  nella scrittura nuragica documentata con oltre 300 documenti. 

E che, affiancata alla  lettera resh (la R in latino) diventerebbe Nur e significherebbe "luce" . 

Ed è straordinario pensare che proprio questa lettera presentata da un simbolo grafico serpentiforme, che poi diventerà la N in epoca Latina, la  N centrale del quadrato perfetto  di Sator, sia stata in epoca nuragica o probabilmente prenuragica, il primo segno  di scrittura e alfabeto  che poi rimasto sino all'epoca Latina. 

Per chi dice che sardi  non usassero la scrittura  e non avessero un alfabeto, io credo invece che molto ci sia da  rivalutare". 

Ma non solo

La "N" come prima lettera di Nuraghe 

N di Nur, fuoco

N di Nun, acqua. 

La stessa Nun che abbiamo trovato nel simbolo della tribù di Dan, come ho approfondito nel mio post "Il simbolo della tribù dei Dan", affiancata dalla Dalet. 

La Dalet significava porta, ingresso, portale, e la Nun, quattordicesimo archetipo ebraico, un portale ancora più forte energeticamente, poiché indica trasformazione, simbolo che risale al geroglifico semitico che indicava il serpente, e poi successivamente il "pesce" mistico, inteso come fucina alchemica creatrice creata dall' intersezione delle due circolarità nella Vesica Piscis. Il Sacro Rombo. 

È chiaro che il nuraghe di per sé rappresenta quella divinità originaria e androgina che contiene in sé sia l'elemento fuoco che l'elemento acqua. 

Ma la cosa straordinaria è che "Nun", rappresentava anche  il  salutare primordiale, chiamato " NYNY", il cui segno era un uomo che trasmette energia, come un fulmine a zig zag, come  il saluto dei nostri Bronzetti sardi, che hanno quasi tutto il palmo della mano rivolto in avanti(  https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/simbologia-del-palmo-della-mano-in.html) 

Il  potere di  trasmettere energia, che si trasmette come un fulmine a zig zag. "

Degli sciamani pranici,("prama/prana") che conoscevano  benissimo  le energie dell'universo, e che irradiavano attraverso le mani, per scopi terapeutici. 

Ancora oggi, in Sardegna, si usa salutare gli altri in sardo dicendo "saludi", "salute". 

Ora il quadro è ancora più completo. 

La "Nun"  del simbolo della tribù di Dan, rappresenta la forza solare, maschile, insieme all' energia della  vulva femminile, quella che si forma nella Vescica Piscis, dall'incontro delle due polarità opposte maschile e femminile. 

Esattamente come la stella con i suoi due triangoli intersecati, che rappresenta insieme sia la forza lunare che solare. 

La fonte di ogni cosa. 

[...] Il pesce, il nucleo unitario, precostituito, preesistente, alla separazione degli opposti. 

Tutto rimanda ad una divinità ed energia originaria, di cui gli antichi sardi erano custodi e depositari

Con il palmo della mano in vista, si indica questo legame il loro destino di "Dei tra gli uomini", che emergono dal caos delle acque della creazione, in uno spazio energetico, privo di polarità contrapposte, di cui essi sono testimoni e artefici, in quanto uomini di potere, sciamani, pranoterapeuti, chiropratici, che trasmettono energia attraverso il palmo delle mani. 

[...] L' acqua il femminile accoglie il maschile, il pesce divino, e insieme sono il punto di partenza da cui ha origine il tutto, che permette, consente, la vita stessa. 

Infatti la "Nun" è lo spazio sacro di ognuno, dove la  divinità e l'umano si incontrano("nun", significa anche suora in inglese,un essere sacralizzato, e "balena" in inglese, il ventre Alchemico di trasformazione, dove si muore e si rinasce a se stessi.

"

E questa tavoletta quadrata misteriosa,  addosso ad un Leviatano come uno dei nostri Giganti, non è una semplice tavoletta, ma un veicolo di un messaggio in codice non ostentato, che non può essere pronunciato, visto che alcuni Giganti, quelli che hanno la testa, sono senza bocca, e chi ce l' ha, è rappresentata come una piccola croce. 

Leviatano, si, come avevo già scritto perché i Giganti, non sono semplici guerrieri, ma sono uomini divinizzati, che, abbiamo visto, indossano una maschera. Una maschera divinizzante, della quale ho già parlato. 

Leviatano. 


"Un Levi-Tannyn. Un sacerdote, come lo fu Mosè, Aronne, Noè, Osiride, Cristo, Budda, e altri. Uomini che hanno trasformato la loro dimensione "umana/animale", e l'hanno divinizzata, nel "ventre simbolico della Balena" di Giona, che ne rinasce come un uomo nuovo, purificato".

Così scrivevo nel post sulla Sacerdotessa di Esterzili ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/simbologia-della-corona-nella.html?m=0) 


E quello che viene definito il quadrato di Sator, aveva una grande valenza misterica, ancora prima del periodo romano, poiché indicava, in forma geometrica, il cosidetto "quadrato centrato", il cui significato risale a molto prima del periodo romano. Alle prime scuole iniziatiche esoteriche nate millenni prima di Cristo, quelle che poi formeranno anche Pitagora e gli occidentali. 

Infatti, geometricamente, nel quadrato centrato, le diagonali, composte ciascuna da 7 punti, intersecandosi, formano una croce a braccia uguali a 13 punti.

Questi 13 punti rappresentano le 13 parti ritrovate del corpo smembrato di Osiride, di cui la quattordicesima, in realtà è occultata al centro.

Quardacaso anche la lettera Nun è il quattordicesimo archetipo. 

L' archetipo divinizzante della trasformazione. 

E il centro, di queste diagonali, è come un punto doppio. 

Ora, se il centro, la quattordicesima parte, corrisponde a quella N centrale, della nostra parola SINIS ( ipoteticamente perno centrale del nostro sardo quadrato di Sator/Sinis) , e anche al quattordicesimo archetipo ebraico di Uomo divinizzato che si trasforma e divinizza dentro il suo stesso ventre, attraverso il Nun e il Nur( acqua e fuoco) acquisisce un senso, anche quella quattordicesima parte "occultata" rappresentata geometricamente da un punto doppio, esattamente come gli occhi a doppia pupilla dei Giganti. 

È la parte più importante. 

La quattordicesima parte del corpo di Osiride fatto a pezzi. Il fallo /obelisco/serpente creatore. 

Quello che ingoiato dall'Ossirinco, (nome che ha la stessa radice di Ossidiana, nera come il lime del Nilo)fertilizza e rigenera tutto l'Egitto. 


Ho spiegato, nel mio ultimo post, come  tutta l'architettura che si è sviluppata in ambito Mediterraneo in periodo predinastico egizio(si parla del 4000 a.C.), parta da una attenta osservazione dei cicli solari, con un parametro geometrico ben preciso, che poi diventerà la pietra d'angolo per ogni costruzione geometrica. 

L'angolo di 60° formato dall'ombra dell'obelisco/Fallo Divino di Atum Re, durante l'equinozio di primavera. 

Angolo di 60°che corrisponde anche agli angoli interni dei sei triangolini che formano l'esagono/fiore della vita a 6 punte, nel mento dell'Arciere Gigante  Efis di Mont' e Prama ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/la-geometria-del-6-nel-mento-del.html?m=0), e quello intagliato sulla fronte dei Boes( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/il-fiore-della-vita-nella-maschera.html?m=0) 

Un angolo sacro, sul quale si costruirà tutta  la Geometria Archittetonica, quella nata in seno ai grandi Misteri Iniziatici riguardo anche alla numerologia e alla geometria e alla dottrina segreta sui solidi, ripresa poi da Platone. 

Ci stupiamo di come sia precisa la nostra geometria architettonica.

Il pozzo di Santa Cristina, capace di creare ierofanie in precisi periodi dell'anno, che indicano rinascita attraverso il calore del sole.

La figura capovolta, l'ombra proiettata sulla tholos, come una fenice che rinasce a sé stessa.

Perché di questo si tratta.

Dei Giganti nati in un punto della Sardegna, altamente alchemico.

Questo scudo, erroneamente definito come un Efford, presente nel Gigante di Mont'e Prama, e in alcuni nostri bronzetti, non posizionato sul petto, ma sul plesso solare, sul terzo chakra Manipura, sul centro energetico della creazione, sul Fuoco alchemico creativo. Essendo Sacri Architetti, il chakra della creazione, corrisponde proprio a questa dimensione. Architetti straordinari, come sappiamo bene, il cui baricentro alchemico è proprio a livello del punto vita, lì dove hanno il baricentro i Giganti di Mont'e, erroneamente definiti sproporzionati. 

Riflettono, invece, quel fulcro energetico creativo, che, trasposto nella dimensione terrena, con la costellazione di Orione, di cui i nostri Giganti di Mont'e Prama sono dei rappresentanti, come Esseri semidivini, corrisponde alla cintura di Orione proprio sul Sinis - Oristano. 

Il quadrato del Sinis, che anticipa di secoli, o forse anche di millenni, visto la precisa architettura aurea delle nostre antiche opere, il quadrato del Sator, è uno scudo di protezione alchemico, che non serve a proteggere il petto, ma che indica la stirpe dei Sacri Architetti Divini, di cui i Giganti sono degli eccelsi rappresentanti, visto che portano anche il simbolo del cubito reale

Il Sinis. 

Se i Giganti, e Orione/Osiride si corrispondono, e io ho constatato, come ho già descritto, che sovrapponendo la costellazione di Osiride alla Sardegna, e la Vesica Piscis al Gigante, abbiamo, un Oristano corrispondente alla cintura di Orione, e un Gigante, la cui cintura corrisponde all'esatta metà della Vesica piscis, questo significa che i Giganti sono un'allegoria trasposta sulla terra di quella che è la simbologia allegorica di Osiride, che corrisponde ad Orione dopo la sua ascesi in cielo, allo Shun.

L'uomo che ha percorso e vinto il suo processo alchemico ed è asceso al cielo.

Ma è anche un'allegoria cosmologica per indicare un preciso percorso stellare e lunare. 

Gli Antichi spiegavano i cicli lunari e stellari avvalendosi di queste trasposizioni nel terreno, attraverso queste figure semidivine. 

I 14 pezzi di Osiride, fatto a pezzi dal fratello Seth per invidia, per la sua grande capacità governativa, e luminosa e nutriente come il sole, sono anche i 14 giorni che servono alla Luna per diventare piena. 

Ricordiamoci che Osiride era una divinità androgina, completa, che aveva inglobato in sé anche il suo femminino Iside. 

Infatti è per questo motivo che può ricompattarsi

Perché, nonostante il quattordicesimo pezzo del suo corpo, il fallo, fosse "andato perduto", ingoiato dal Pesce Sacro al Nilo, l'Ossirinco, (nome che ha la stessa radice di Ossidiana, nera come il lime del Nilo), e fecondando il Nilo, Iside riesce a reintegrarlo con un fallo d'oro, e grazie alle sue arti magiche riporta in vita Osiride, il tempo necessario per fecondare con lo sguardo Iside, e dare alla luce Horus. 

La Dea, che ricompone il corpo di Osiride, rappresenta l'Egitto, e Osiride il Nilo. 

Questo mi ha fatto pensare che anche la parola Sardegna contiene in sé quell' RSD di Osiride, ma anche la SD di Iside. 

Perché credo fermamente che la Sardegna sia una trasposizione della costellazione di Orione, con la cintura di Orione su Oristano, e l'arco sul golfo di Orosei, e che la Confederazione dei 9 archi, che rappresentano quelle 9 tribù dei Sardi descritta da Ramesse III, siano degli archi dislocati in tutta la Sardegna, a rappresentanza delle 9 stelle di Orione e di questa intima connessione con il Divino. 

Connessione con il Divino, che è impersonata dagli stessi Giganti. 

Per tutta una serie di simbolismi. 

Il meato uretrale in vista sotto il gonnellino, simbolo Regale dell' Ur/Or/Ureo, l'occhio di Ra, come avevo spiegato nel post "La regalità dell'Ur"( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-regalita-dell-ur.html?m=0) 

Sia per quei sigilli di Trzicotu, di cui uno è stato ritrovato sulla spalla, che indicano un patentino Regale di un umano divinizzato che ha percorso tutti i livelli della Sephirot, dell'albero della vita ed è un uomo ascesi, stellare, divinizzato e che rappresentano anche la divinità taurina/solare. 

Teniamo presente, come ho già scritto nel mio ultimo post, che la massima espressività solare, quindi della divinità nella materia, si aveva con il sole all'equinozio, che tra il 4150 e il 1.850, era nell' era astrologica del Toro. 

Uno Shun, come lo era Osiride, dopo l'ascesa dopo la morte. 

O forse è meglio dire Shar, o Shardano

La "Resurrezione" a nuova vita divina, viene celebrata dal figlio Horus, dalla sua "nascita/rinascita", perché rappresenta il Sole, lo stesso padre Osiride. 

Ed è la celebrazione del sessantesimo grado, di quell'angolo di 60°, quando il Sole è all'equinozio e si ricongiungono i 7 pianeti per la resurrezione, quelli che noi, in trasposizione geografica, abbiamo nel simbolismo del labirinto a 7 percorsi  di  Benetutti, lo stargate per il divino, che si trova proprio sulla traiettoria del braccio teso di Osiride, nella costellazione di Orione, che regge l' Ankh in mano, la chiave della porta del cielo. 

La Sacra parola di Osiride viene riportata in vita da Iside. 

Perché solo tramite la complementarietà degli opposti, del maschile e del femminile, ci può essere rinascita. 


Adesso, mentre scrivo, mi viene in mente, che Sinai, come il monte Sinai dove la parola di Dio si espresse in parola scritta sulla roccia a Mosè, ce l' abbiamo anche noi, in provincia di Cagliari, ed un attimo, far traslitterare "Sinai", in "Si-Nai", e di conseguenza in "Su Nai", "il Dire", in sardo. 

E quel "Nai", quel "dire", inizia proprio con la "N", quella sacra lettera N, la quattordicesima, che non si può  pronunciare, occultata, perché è il sacro Verbo, Logos divino. 

"Sinai", che, guardacaso, somiglia tanto a "Sinis", entrambe con la N centrale, entrambe di 5 lettere ed entrambe che iniziano pe S. 

La S, che è la S della Sophia, della conoscenza, rappresentata da quel Nepesh o Nehustan, che è il serpente della conoscenza, rappresentato graficamente, negli antichi alfabeti, compreso il nostro, dalla "N", centralissima, in questo quadrato di Sator/ Sinis. 

Ecco perché uno dei Giganti, almeno su quello visibile, c'è una crocetta al posto della bocca

Perché indica, non un simbolo cristiano, ma un simbolo primordiale di unione degli opposti per arrivare alla rinascita, alla conoscenza completa, al Verbo, al Logos che si esplica nella materia. 

Perché loro sono la tredicesima tribù di Israele, quella ribelle, i dominatori della conoscenza, del serpente del Nepesh o Nachas.

È il serpente stesso della Kundalini, e sappiamo benissimo quanto gli antichi Sardi sapessero gestire bene queste due forze, queste due due energie, maschile e femminile, sole e luna, fuoco e acqua. 

Questa sinergia perfettamente equilibrata la si ritrova in ogni loro rappresentazione, Archittetonica e artistica. 

Basti guardare le tombe dei Giganti, una perfetta rappresentazione delle protomi taurine/uterine che troviamo anche dentro le Domus de janas. 

E che accordi perfettamente sincronizzati e quali meraviglie rivela, un pozzo come quello di Santa Cristina, perfettamente accordato alle Sinergie e ai ritmi solari e lunari. 

Luogo della resurrezione e rinascita anche quello, come lo è il Sinis. 

Io sono convintissima che nel pettorale quadrato vi fosse l'enigma e la chiave di apertura ai Misteri Iniziatici, come il quadrato di Sator, e che la parola Sinis, abbia preceduto di secoli, di almeno tre, quattro millenni, la parola Sator. 

Sinis, la cui prima parte, "sin", è assimilabile al ventunesimo archetipo ebraico "Shin", che ha una funzione traslante, trasformativa, alchemica, poiché simboleggia il fuoco, il fuoco della trasformazione, la metamorforlsi, la ricomposizione dopo lo smembramento della divinità, fino alla sua ricostruzione nell'integrita'. 

La simbologia della Shin è assimilabile al mito della Fenice, uccello d'acqua, trampoliere come il fenicottero, l'uccello di fuoco, per via del suo piumaggio bianco e rosso. 

Uccello che muore e rinasce attraverso il fuoco e l'acqua. 

Attraverso il Nur e la Nun. 

Attraverso la N del suo Nepesh, del suo serpente interiore, della sua Kundalini, formata dal Nur/Nepesh del fuoco e dal Nun Nepesh dell'acqua. 

Poiché è una creatura che rinasce da sé stessa, nelle sue stesse acque amniotiche, in una rigenerazione partenogenica. 

Perché la morte non esiste, quando un essere non è più duale, ed è integrato con sé stesso.

Ecco cosa indica quella N centrale, del nostro sardo quadrato di Sator.

Parola che, anagrammata, diventa Sarto, troppo simile a Sardo. 

Il fuoco purificatore è al centro del cerchio, dove convogliano le quattro forze della natura. 

È il focus, il doppio occhio dei Giganti. 

Giganti che stanno in un luogo, che è Prama, simile a Prana, respiro divino, che è palma, simbolo esoterico di conoscenza e che è anche prama, palmo della mano come emettitore di energia pranica tramite il NyNy, il "saluto" pranico che emette energia. 

E ancora una doppia N in questa parola NyNy, come il doppio punto del 14 pezzo Alchemico mancante, sacro, non pronunciabile, di Osiride, che diventa forma tramite Iside. 

Il punto dentro il punto. 

Il doppio occhio dei Giganti di Mont'e Prama. 

I Giganti stanno nel Sinis, la pietra filosofale, la parola chiave di accesso, palindroma, per accedere a conoscenze superiori

Questa parola, Sinis, disposta come la parola Tenet, entrambe con la N centrale, nel quadrato  di Sator, forma la stessa conformazione a doppio rombo. 

Il rombo di per sé indica il Femminino. 

Il doppio rombo è accesso alla conoscenza superiore, quella che solo Iside, congiunta a Osiride, inglobata in esso, può rivelare. 

È il percorso dei mistero Iniziatici isiaci, eleusini, ecc

Il grande mistero della pietra filosofale, della Trasmutazione alchemica, per accedere al regno degli Dei, della divinità. 

Essere delle Monadi integre, con il femminino inglobato, come la regalità del meato uretrale esibito dal Gigante. Il maschile che esibisce la sua completezza attraverso il suo occhio di Ra, l' Ureo, dell'Urea, condotto dell' Ur, dell' Or. 

Perché l' Oro, è dentro noi stessi, se siamo integri, e possiamo rinascere a noi stessi, in questa sinergia degli Opposti. 

Gli Antichi Sardi lo sapevano benissimo. E sono incantata dalla raffinatezza di questo messaggi subliminali veicolati discretamente, visto la sacralità del contenuto. 

Hanno lasciato tracce. Messaggi importantissimi. 

Perché sono conoscenze iniziatiche che non devono essere rivelate con ostentazione. 

Sono come enigmi. 

Da rivelare tramite indizi. 

I Giganti.. 

Uno non ha la bocca. 

L'altro ha il fiore della vita, ad angoli a 60°, chiave della trasformazione alchemica, sul mento. 

Si, perché a 60° erano i raggi del sole che nell'equinozio estivo, in perfetto equilibrio tra energie opposte lunari e solari, quando di creava il portale dei 7 pianeti, battevano sull'obelisco di Atum Re, dove sulla Sommità vi era il Benben, la prima goccia fertile della divinità, quella che poi crea sua figlia Bennu/Benu, nata per partenogenesi, perché è la stessa Fenice, l'uccello di fuoco, prodotta dalla eiaculazione della divinità. 


Infatti in sardo, "sono venuto", in entrambi i sensi, di dice "seu benniu" (da "bennere"), troppo simile al Bennu, l' Osiride risorto, nata pare proprio dall' obelisco/fallo di Ra, la cui parte finale/spermatica/rigenerativa, era il Ben Ben. 

Guarda caso, la radice del nostro Benetutti, che custodisce il labirinto simboleggiante l' allineamento dei 7 pianeti, lo stargate per l' Ascensione al cielo, al DIVINO. 

Sinis

Sin 

Sun

Sin era la divinità lunare maschile. 

Shin, Sin sun, poi si è differenziata in "sole". 


Ma il vero fuoco è femminile, così come si spiega nelle discipline orientali, nel tantra. 

Il femminile è il fuoco alchemico della trasformazione . 

E i Giganti su questo Shin-Sinis, ci sono nati dentro, ad indicare un luogo altamente alchemico di rinascita, di alchimia e trasfigurazione divina, raccontata da loro, dei tra gli uomini, che sono divenuti lo stesso grembo Alchemico, in sinergia con il femminile, della loro Ascensione ad Esseri divinizzati. 

Ed è tutto lì, in quel quadrato sul petto, che è il tempio  della loro Trasfigurazione. 


Tiziana Fenu 

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L'Efod sacerdotale dei Giganti di Mont'e Prama



































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