Non è una capanna.. Si sono fissati con questa immagine della capanna.. È un luogo alchemico, di trasmutazione, come nel ventre di una balena, come ho scritto in passato, molte altre volte.
Giona
Jana.
Giano, il Signore dei solstizi.
La Porta degli Umani, solstizio estivo, traguardato dal segno zodiacale del Cancro, segno d'acqua, e la Porta del solstizio invernale, la Porta degli Dei, traguardato dal segno del Capricorno, segno di terra.
Acqua e terra, i due elementi principali della terra, del Femminino, che nel suo grembo amniotico, accoglie la vita.
La Domus come un'arca, un traghetto amniotico.
"Arga" in sanscrito, significa vagina.
Arga/Argia.
S'argia mexina, di cui ho già approfondito.
Riportare in vita dal morso letale del ragno sardo, ripristinare il filo della vita, come delle abili tessitrici.
Si narra che le Janas avessero dei telai d'oro.
Arachne
Arianna e il filo amniotico del labirinto
Ar-jana
Terra e acqua.
Pietra e catino, rigorosamente con tre cornici, come nelle false porte, come i tre giorni che Giona passa nel ventre della balena.
I tre momenti della trasformazione alchemica, "nascita /morte/rinascita".
Il riflesso, la ierofania divina, come in un tabernacolo che accoglie il Divino che riporta alla vita, che si manifesta sulla falsa porta delle Domus, perfettamente allineata al catino, e all'ingresso quadrato.
Catino che veniva riempito d'acqua, con un po di olio ad uso ritualistico, per enfatizzare la ierofania Dorata, di cui i nostri antenati, erano abili maestri.
Sa mexina de s'ogu, con l'acqua e l'olio, ancora permea la nostra ritualità più mistica.
Come si può pensare che le Domus siano semplici riproduzioni di "capanne", quanto, tutto, parla di un metalinguaggio simbolico e alchemico?
Tutte le Domus, tutte, sono orientate ai solstizi.
Nelle Domus de Janas, c'è la dimensione de su "sanaj" (del guarire"), che è una parola speculare a "Janas", visto che nelle lingue antiche si scriveva da destra a sinistra, e la dimensione de "Sa nai"( la nave, in sardo), come simbologia alchemica del grembo che traghetta nell'altra dimensione.
Ma anche per quella koine' concettuale è simbolica del gemellare e speculare, di cui ho già approfondito nei miei precedenti post, di cui è pregna la spiritualità della nostra Antica Civiltà Sarda.
Ma vi è anche la simbologia del potere terapeutico del suono.
De "su nai", del "dire".
Il potere terapeutico della frequenza, del suono, che si crea proprio nella cassa toracica, quella che in sardo chiamiamo "Sa carena", lo scheletro per esteso, ma riferito in particolare alla cassa toracica.
E la carena, è proprio il fondo della barca.
Quindi, nessuna capanna.
Rappresenta lo sterno, il fondo della barca rovesciata.
Lo sterno dove, come Giona nel ventre della balena, può manifestarsi nella sua trasmutazione alchemica, dopo tre giorni( e il numero 3 è sempre presente nelle Domus) e andare incontro alla sua missione.
Lo sterno, che accoglie i polmoni, sede dell'afflato divino che dona la vita.
Lo sterno che accoglie il cuore.
Lo sterno, cassa toracica che espande il suono, la frequenza terapeutica, che può guarire.
Non sono rappresentazioni di capanne.
Se ne deturpa l'altissimo significato simbolico e alchemico.
Tiziana Fenu
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Come vedete, dalla didascalia della prima immagine, la foto è di Francesca Cossu.
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