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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

giovedì, gennaio 19, 2023

💛S'Ainu Orriadore

 #CarnevaleSardo


 Simbologia della maschera sarda de "S'Ainu Orriadore" 


Maschera sarda de “ S’Aiunu Orriadore” di Scano Montiferro(Or).

La maschera è costituita dall’osso del bacino di un bovino o di un asino, mentre il corpo del personaggio mitico è rivestito con la “Zimarra” o mastrucca, la pelle di ovino.

Si narra che questo essere demoniaco si aggirasse la notte, per le vie del paese , in cerca di persone prossime alla morte, emettendo un ragliare demoniaco, da qui, il nome "s'ainu orriadore", l'asino ragliante".

L'asino, alchemicamente, rappresenta il denso, la materia, il duro lavoro manuale, ciò su cui, di "materico" si deve lavorare, per percorrere un certo percorso alchemico di consapevolezza, di trasformazione e purificazione. 

Nelle "Metamorfosi " di Apuleio, che nel Medioevo verranno chiamate "L'asino d'oro", il protagonista, dovrà affrontare svariate prove, proprio con le sembianze di asino, per giungere alla riconquista di se stesso e trasmutarsi.

Nel presepe compaiono due soli animali: il bue e l'asinello, entrambi ( il bue è considerato alla stregua del toro) legati al culto del sole.

E Cristo viene rappresentato, nel suo ingresso a Gerusalemme, in groppa ad un asinello. 

Gli asini infatti erano considerati i custodi della tradizione esoterica. 

In Sardo, asino, si dice  "burriccu". 

Parola, che contiene in sé, quella particella "UR" ( b-UR-riccu), che abbiamo visto che appartiene anche alla parola N-UR-aghe , e che significa "Fuoco Sacro". 

Ur. 

Il Fuoco Sacro della trasmutazione, come ho sempre scritto, in particolare nel mio post "La regalità dell'Ur"( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-regalita-dell-ur.html?m=0). 

Il Fuoco Sacro della trasmutazione, necessario per arrivare all'Oro. 

Da Ur a Or (... "orriadori/OR-riadori) 

Il nostro potenziale divino che si deve manifestare. 

Perché il Carnevale Sardo, celebra la rinascita, la 

P-UR-ificazione . 

La possibilità di elevarsi spiritualmente, come si lasciano fare i Mamuthones presi al "lazo/Ankh" della vita, come se fosse, come ho già scritto, un utero, un passaggio vaginale, dal quale rinascono una seconda volta, per mano di un essere divinizzato, androgino, come su Isshuadore. 

"Burn" (bruciare in inglese)

"Born" (nascere in inglese)

B-ur-n

B-or-n

Perché nascere, rinascere, significa

p-ur-ificarsi, e venire alla luce, trasformarsi in Oro, manifestarsi, essere ierofania. 

Quelle ierofanie che amavano tantissimo i nostri Antichi Padri e Madri, perché si trovano ovunque, in Sardegna. 

S'Ainu Orriadore rappresentato da un bacino di asino( o bovino) , rappresenta questa possibilità, che si realizza come un rituale, ogni anno da secoli e millenni, per l'umano, di rinascere , proprio attraverso quel bacino posizionato sul volto, in una forma migliore, più consapevole, 

Divinizzato. 

Solarizzato. 

Così come era all'Origine, quando gli asinelli, animali Sacri, psicopompi tra le due dimensioni  tra la vita e la morte, erano imprescindibili dai loro cavalieri, dai loro cabiri, dai loro sciamani e uomini di potere, depositari di antichi segreti e iniziati agli Antichi Misteri. 

Il Carnevale Sardo, con la sua simbologia è occasione di trasmutazione e rinascita a nuova consapevolezza. 

Di ritorno all'Origine. 

Partoriti dall'Asino, come se si rappresentasse la testa che esce dal bacino durante il parto, non più come essere demoniaco, ma come creatura consapevole della sua Essenza Divina. 

Un'allegoria della figura dell'uomo, come tutti i personaggi, gli animali, che ruotano intorno al nostro mistico e ancestrale Carnevale. 

Molte statuine delle antiche civiltà, sono rappresentate con una conformazione, per quanto riguarda la testa, che richiama la conformazione del bacino. 

Nel bacino, esotericamente, vi è la sede della nostra energia divina, catalizzata nella dimensione umana. 

È la sede della sinergia della kundalini, con le due polarità, le due nadi, Ida e Pingala, femminile e maschile, che si intrecciano e vanno a manifestarsi attraverso i 7 chakra, come energia dinamica, vorticosa, creatrice. 

La Kundalini sta alla base dell'osso sacro.

E, già la definizione di "sacro", indica quanto fosse considerato importante per le antiche civiltà, dove vi è la sede, la coppa, della vita fisica, durante la gestazione, e della "vita spirituale", come sede della kundalini. 

Ma alla base della spina dorsale, accolto e protetto proprio dal bacino, secondo la spiritualità ebraica( e sappiamo quanto, si stiano scoprendo straordinarie connessioni, con la dimensione ebraica, di cui, io stessa, ho approfondito più volte) si trova il luz, l’osso della resurrezione, che passa poi nella tradizione Talmudica, dopo essersi manifestato nella civiltà egizia, come l'elemento portante, base della spina dorsale, della resurrezione di Osiride.

L'osso sacro che ridona vita ad un corpo sembrato. 

Il luz, che corrisponde al coccige, che è considerato dagli alchimisti di ogni epoca, l'osso dell'immortalita', indistruttibile, a prova di fuoco. 

Incorruttibile. 

Immortale. 

Nel Talmud ebraico, Luz era la città degli immortali, a cui si accedeva attraverso una feritoia a forma di mandorla, segreta.

Infatti, il termine "luz", in ebraico, significa sia "celato", che mandorla. 

Il nocciolo dell'immortalita, che consente la rinascita dopo la morte. 

Le statuine delle antiche civiltà, rappresentate con un bacino al posto della testa, forse alludono a questa antichissima credenza, per la quale, l'uomo, ha in sé stesso, nel luz, sede della kundalini, che sta alla base del coccige/luz, la possibilità di autorigenerarsi continuamente, attraverso l'immortalità dell'Anima, di cui il luz è veicolo. 

In quest'ottica, si capisce bene, la simbologia di questa maschera, de su Ainu Orriadore. 

Il bacino, che, come tutta la simbologia del Carnevale Sardo, offre e nobilita, ad una nuova rinascita, ad una immortalità, che permea profondamente, il senso di questi riti antichissimi, di nascita/morte/rinascita e immortalità, che sono la koine' concettuale e simbolica, di tutta la nostra meravigliosa, Antica Civiltà Sarda. 


Tiziana Fenu

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(Fotografia di Alessandra Garau)

S'ainu Orriadori



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