La Be-Fana-Jana-Fanes , Sa Filonzana, e la loro simbologia in Sardegna .
Venerdì 6 gennaio, si si celebra la festa della Befana, dell'Epifania, per meglio dire, che rappresenta la "manifestazione" ufficiale al mondo, del Bambino Gesù, omaggiato dalla presenza dei tre Re Magi, con i loro doni, con nomi che cambiano a seconda della zona.
I Re Magi erano degli Iniziati, dei Sacri Sacerdoti, all’inizio furono raffigurati con il berretto frigio ( guardacaso, proprio uguale alla nostra berritta Sarda), tipico degli iniziati di Mitra.
Tracce di un Dio traco-frigio Sabazio sono state ritrovate anche in Sardegna, nella piazza della chiesa parrocchiale di Padria(SS) , una mano votiva del Dio Sabazio ( ma di cui non ho trovato immagini) che stringe un nume, una divinità della mitologia pagana, ornato di berretto frigio, in seguito sostituito con la corona.
Essi portarono dall’antica Persia oro, incenso e mirra per donarli al Re Bambino.
Melchiorre (il cui nome significa " il mio Re è Luce"), portò l'Oro (il Sole, la rivelazione, la manifestazione divina, nel Re).
Baldassarre ( il custode della vita, della conoscenza divina), portò l'incenso( emblema sacerdotale della dimensione spirituale).
Gaspare ( l'Aurora che si intensifica con il sorgere del sole), portò la mirra, il miron( la parte che deve essere Sacrificata, l'entità dalla dolcezza della mirra. Il Re che si sacri-fica. Che si rende Sacro in nome di questa investitura regale).
I tre Re Magi rappresentano l'aspetto divino trinitario della divinità, incarnata in quel momento storico, dal Bambino Gesù .
Epifania deriva dal greco "epiphàneim", e significa "apparire dall'alto", manifestazione della divinità, e in questo senso, ha un'origine prescristiana, in quanto l'Epifania di per sé, era anche manifestazione delle divinità nel tempio.
Con il prevalere del Cristianesimo, resto' soltanto l'Epifania che celebra la manifestazione del Bambino Gesù.
Generalmente si dice che la Befana, che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio porta i doni, o il carbone, ai bambini, sia una parola che deriva da Epifania, come "corruzione lessicale".
È certo una conclusione molto semplicistica, soprattutto se contestualizzata in una terra simbolica come la Sardegna, dove niente è lasciato al caso.
Partendo dalle date
Ufficialmente la Befana si festeggia 12 giorni dopo il Natale.
Sappiamo bene quanto sia simbolico e importante il numero dodici(inteso anche come tre e i suoi multipli), in Sardegna, tanto da essere chiamato "su Santu Doxi", il Santo Dodici.
Dodici, che, nella sua riduzione teosofica(1+2), diventa tre, e anche qui, sappiamo bene che importanza sacra abbia il tre, come triade divina creativa, e come ciclo di "nascita, morte e rinascita", che scandisce ogni "manifestazione/epifania", appunto, della spiritualità degli Antichi Sardi.
Qui in Sardegna, il 6 Gennaio, coincide con l'inizio del Carnevale, a cui da inizio "sa prima essia", il 16 gennaio, per i Fuochi di Sant'Antonio, delle Maschere più famose, i Mamuthones di Mamoiada, e i Boes e Merdules di Ottana.
Il carnevale sardo è chiamato "carrasegare", "carne da secare", da tagliare, come abitualmente si traduce, (anche se prof Dedola, lo traduce come "andare contro il potere degli umani") in riferimento ai sacrifici di animali che anticamente si facevano in onore di Dionisio, o Maimone, la divinità delle piogge sarda.
Erano considerati festeggiamenti sacri, legati agli Antichi Misteri.
Ma non è sul Carnevale, che voglio soffermarmi.
Mi voglio soffermare sulla parola Befana.
Una Befana vera e propria, l'abbiamo anche nel nostro Carnevale, Sa Filonzana, che, sempre il nostro Prof. Dedola, definisce "Filon-Zana" /Filon-Jana", la Jana del filo, la Parca che taglia il filo dell'esistenza, del vecchio anno.
Le Parche erano chiamate anche Fatae, come coloro che gestiscono il fato degli uomini.
Ma in senso positivo, in Sardegna, poiché la vera base etimologica di Fata, è nell'accadico "padu(m), (spirito) indulgente.
È nel Medioevo che la simbologia della Fata, acquisisce connotazioni negative.
Ma se considero la parola Befana, mi salta subito agli occhi un Be-fana, la cui desinenza" Fana", somiglia molto a Jana/Janna, il portale tra dimensioni, legata a Giano/Janus, il Dio Custode dei portali, Dio di ogni Principio, di passato e futuro, il cui mese sacro era proprio Gennaio.
Quindi Giano/Janus/Jana/ /Yoni/Janna e Januarius(gennaio) e Junius (giugno, sacro a Giunone, la Dea del parto e del matrimonio), come portali dei due solstizi, estivo e invernale, sono strettamente collegati, come passaggi alchemici, sottolineato da quella radice "be-" iniziale, della parola Be-fana, che indica un qualcosa che si sta manifestando in atto.
Infatti il passaggio attraverso la nascita, attraverso la Yoni/Janna, porta alla luce.
Esattamente come succede nel solstizio.
Dove il sole sol-stizia, si ferma per un po.
Infatti, gli ingressi delle Domus de Janas, richiamano una "vulva-vagina" (che in sumero si scrive "ba. gin" ) e catturano proprio la luce alta del sole, quando "sol-stizia" davanti ad esse, quasi penetrandole simbolicamente, con l'energia maschile e fallica, yang, del sole, che penetra la pietra scavata delle Domus, che hanno un'energia Yin, femminile, e che consente il passaggio nell'altra dimensione.
Il Sole vivifica questo passaggio, crea una nuova rinascita,
La vagina porta alla luce, e le Domus riportano, in un secondo passaggio, alla luce originaria.
Una fenditura, un pertugio, di Sacra Madre Terra, che accoglie in sé la potenza rigenerativa, elettrica del Sole/ Toro, tante volte rappresentato all'interno delle Domus de Janas.
"Attraversare"
In sumero, "attraversare", è "at-men", molto simile all'Atman sanscrito, che significa "respiro, soffio divino".
Il soffio divino del Sole, attraversa il pertugio vulvare delle Domus, e riporta in vita, ad una seconda vita.
Be-fana.
La desinenza "-Fana" mi riporta inesorabilmente al Fanes, la luce primordiale, una divinità che gli antichi greci identificavano con il "primo nato", una divinità primigenia, androgina, donatrice di vita e di luce, che emerse dall'uovo cosmico, che rappresenta lo spazio assoluto astratto.
È il creatore manifestante che porta tutte le cose alla luce.
Qualcosa che è già dentro di noi.
È la luce, il Fuoco, l'energia solare, l'Eros, l'energia vitale, il progenitore di tutte le cose, il portatore di Bellezza nel mondo, così come lo è stato il Bambino Gesù venendo alla luce.
Eros ed Eroe hanno la stessa radice, che è di origine ebraica.
Gli Eroi emergono dall'Eros, da questa energia solare/vitale
Vengono alla luce, e per venire alla luce devono essere "be-fana".
Essere "in atto", Fanes, il brillante, il Dio luminoso androgino, che inglobato da Zeus, gli consentì di manifestarsi in tutta la sua potenza, tramite i fulmini e le saette.
Non è a caso, che la Be-fana venga festeggiata il 6 Gennaio.
Il 6 indica la coppia divina.
L'unione degli Opposti. Il fiore della vita a 6 punte.
Quello che i Sardi hanno intagliato proprio sulla fronte dei Boes, che il 6, inaugurano il Carnevale Sardo.
Perché l'universo si mette in moto, si manifesta come un'epifania, solo attraverso la sinergia degli opposti.
Sinergia degli opposti, sempre presente, nell'Antica Civiltà Sarda.
Fanes era il doppio.
Guardava avanti e indietro.
E aveva 4 occhi, proprio come il nostro bronzetto di Teti, di cui ho già approfondito come creatura Sacra, androgina( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/geometria-sacra-guerriero-teti.html?m=0), o come le doppie pupille dei nostri Giganti di Mont'e Prama.
E Teti, culla, davvero di tanti ritrovamenti importanti, richiama come parola, al sacro Archetipo Ebraico Teth, il nono, il grembo, la Kundalini. L'unione degli opposti in creazione attiva.
Fanes guardava avanti e indietro.
Passato e futuro, con i doppi occhi, perché niente gli doveva sfuggire.
Fanes ha un'aspetto infuocato. È il simbolo della conoscenza, della Sophia.
Sophia che si può acquisire solo se si diventa "in atto", in Be-fane, una Befana.
Allora si, che ci può essere epifania, manifestazione, un venire alla luce.
Scrivevo nel mio post( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-queste-tre-immagini-la-prima.html?m=0)
Anticamente, si praticava, nell'arco di 9 giorni lunari, un solstizio sciamanico, un rito per vincere la morte, dormendo, nel quale facevano cadere 9 giorni di sonno senza sogni, 9 giorni lunari, senza tempo, dove il periodo lunare e solare si sovrapponevano, in luoghi sacri alchemici, come la parte più interna e protetta dei nuraghi, o nelle Tombe dei Giganti.
Erano i figli della Luna, gli Dei immortali, dormienti, che vincevano la morte dormendo, in un grande sonno, dove si solstizia, si soggiorna, nella consapevolezza, nella Sophia del Fanes, del Dio primordiale androgino.
E in un certo senso, questo "Be-fanes" , funge da Filonzana, da Filo-Jana, da colei che taglia il filo del destino, in una morte apparente, che poi consentirà la piena Manifestazione dell'eroe, colui che salverà il mondo, nel giorno dell'epifania, della Manifestazione.
Gli Antichi chiamavano la Sardegna, la terra del sonno atemporale, secondo la quale, i 9 figli di Eracle, vi si addormentarono, sospendendo lo scorrimento del tempo, attraverso la morte temporanea.
Secondo la mia prospettiva, la Be-fana, non è altro che la rappresentazione di questo riappropriamento della propria luce interiore, del proprio Fanes.
Una Be-fana-Jana-Giano-Fano.
La Manifestazione, l'Epifania, il venire alla luce, di questa nuova rinascita.
E se guardiamo bene, se consideriamo i 9 giorni di incubatio, in uso come pratica sciamanica di risveglio e di manifestazione del proprio Fuoco interiore Monadico, della propria potenza come uomini solari e creatori, sono nello stesso numero, il "9", del nono gradino illuminato dalla ierofania(= Miracolosa presenza o rivelazione di un elemento sacro o divino) nela tholos del Pozzo Sacro di Santa Cristina.
Proprio il nono gradino .
Il 9, dei nove giorni necessari alla manifestazione del proprio Fanes/Be-Fanes interiore, necessari alla manifestazione della Epifania.
(= manifestazione della divinità in forma visibile), della Befana/ Be-fana/Fanes, nella propria Be-tlemme.
La Befana è la manifestazione del nostro Fanes interiore.
Così come facevano gli antichi Sardi che praticavano l'incubatio, dove si cade in una morte apparente, per mano della stessa Be-fana, in versione femminile, che taglia per un tempo limitato, il filo del destino, in una morte apparente.
Sono rimasta molto colpita dall'etimologia della parola Betlemme, che ospitò la nascita del Cristo Solare.
In arabo significa "casa della carne"
In ebraico, significa "casa del Pane"
Nella più antica lingua caldea, invece, significa "torre di fuoco".
Così come "betilo", significa "beth-el" casa di Dio.
Anche Elisabetta( El- Isa - beth, la casa di El), la sterile moglie del sacerdote Zaccaria, divenne madre di Giovanni Battista, per intervento divino.
Betlemme " la casa della carne"
Carrasegare( il nome del nostro carnevale sardo), significa " secare, tagliare la carne" .
Un sacrificio alla divinità .
Credo, che ciò che viene offerto dalla nostra Be-fana / Filon-zana, sia proprio l'opportunità di creare/ricreare, attraverso la sua doppia valenza di dispensatrice di vita e di morte ( carbone o doni, illuminazione o oscurità, Epifania, intesa come manifestazione, vita o Morte), una nuova Betlemme di Manifestazione, dell'uomo solare divinizzato, illuminato, dal Sacro Fuoco, dalla Sophia di Fanes.
La Filonzana, che appare sempre in compagnia dei Boes, dei Merdules e de sos Issohadores, è lì a ricordare che lei può, come la Parca del destino( in Grecia venivano chiamate le tre Moire, assimilate anche alle Norne norrene, come la Parca Lachesi, che significa “destino”) decidere in ogni momento, la sospensione del destino di ognuno, anche temporaneamente, avvolgendolo sul fuso e stabilendo quanto del filo spettasse a ogni uomo.
Una Parca Lachesi, che abbiamo già incontrato, come ho scritto nel mio post sull'Argia mexina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/s-argia-mescina_17.html?m=0)
"L' argha è la Madre Matrice che tesse la terra del Creato, è essa stessa Il Filo d'oro.
Il Filo d'Oro simbolico del labirinto che può riportare l'eroe la prima consapevolezza di se stesso
Ma la parola "Argha" è troppo simile alla parola "Argia"(ragno in sardo) per passare inosservata"
Ragno che si trova solo in Sardegna
[...] Innanzitutto anche l'anagramma di ragno in italiano, è "rango"
"Rango", perché il ragno è l'animale cosmogonico per eccellenza.
Tesse il destino dell'uomo. Tesse e distrugge i fili della sua vita, come la Jana/Yoni, che è "bogadora"( levatrice), e "accabadora"( può togliere commiserevolmente la vita, se vuole)
Una Dea Ragno può essere affrontata solo da chi è del suo stesso rango
Perché lei è di un rango superiore.
È la Demiurga , la Dea Creatrice, "s'argia", "s'aranzolu", nome molto simile ad Arianna del Filo d'Oro, del labirinto. Sa Filonzana credo che sia la figura più alchemica e trasformatrice del nostro Carnevale/carrasegare.
L' unica che può, sospendendo per un attimo, per quei 12 giorni, che separano la venuta alla luce del Bambino Solare, nella "casa della carne", (Be-tlemme), in un sonno che solstizia, che si ferma, per 9 giorni ( il tempo di vivificare il ricordo dell' eroe che viene solarizzato e divinizzato), consentire la manifestazione, l' epifania, dopo che la triade regale dei tre Re magi, con i Doni, ne riconosce la piena regalità .
Sa Filon-zana/Jana, così come dà la vita, così la toglie.
Così come fa Fanes, che è un portale, che può vedere passato e futuro, come fa la Filonzana.
E quindi la Be-fana/fanes, è l' elemento chiave, senza la quale non ci può essere trasformazione alchemica, il passaggio verso la consapevolezza.
È l' anello di unione tra Boes( l'animalesco) e sos Issohadores ( l'uomo divinizzato, come ho spiegato nel mio precedente post sulla maschera de su Issohadore- https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/osservavo-la-maschera-de-is-issohadores.html?m=0), senza la quale, senza quella interruzione simbolica , del sonno/incubatio, dove la vita si ferma per ricordare la propria divinità, il proprio "Fanes interiore", non è possibile la propria manifestazione, la propria epifania.
Epifania, che contempla, come ogni "6 simbolico", come il giorno in cui si festeggia, la coppia sacra degli opposti, maschile e femminile, Sole e Luna, vita e morte.
Non vi può essere epifania, manifestazione, senza essere disposti ad una morte interiore, che consente una rinascita.
La Parca Lachesi del destino.
Il nostro destino dovrebbe essere la manifestazione della nostra Essenza.
Lachesi.
Laccu
La stessa desinenza "Lac-"
Sapete bene cosa è "su laccu", è una conca, un palmento, una macina, un pigiatore per uva, che in origine fungeva da raccoglitore.
Laccu, estrazione, manifestazione dell' Essenza, dell'estratto.
Lachesi, la filatrice del Destino.
E il Destino, rappresenta sempre la nostra Essenza. È la nostra manifestazione.
E la Be-fana, è la manifestazione, l'epifania, del nostro Fanes interiore
Dodici giorni dopo la nostra nascita.
Non vi è davvero nascita, senza consapevolezza della manifestazione, riconosciuta e omaggiata dai Doni che ci vengono portati dai tre sacerdoti saggi.
La Be-fana /Jana, è questa consapevolezza.
E mi piace pensare che sia una tradizione nata almeno 3.000 anni fa, con il nostro Carnevale/Carrasegare, che è altamente simbolico, sotto ogni punto di vista.
"Carrasegare"
Dove si "taglia la carne" e il destino
In sacrificio, si.
Ma in sacrificio, per rendersi sacri, per una rinascita nella luce della consapevolezza, della Sophia, del Fanes"
Gli Antichi Sardi erano Maestri nel gestire l'equilibrio di queste energie opposte, e niente lasciavano al caso.
Perché erano Maestri Alchemici delle Rinascite, e noi con loro, quando ricordiamo chi siamo.
Tiziana Fenu
©®Diritti intellettuali riservati
Maldalchimia.blogspot.com
Nessun commento:
Posta un commento