L'Annunciata di Palermo è un dipinto a olio su tavola (45x34,5 cm) di Antonello da Messina, realizzato intorno al 1475 e conservato a palazzo Abatellis di Palermo
Un'opera straordinaria, che veicola simbolismi importanti, che, come sapete, è ciò che mi interessa di un'opera, manufatto, reperto.
Inanzittutto mi colpisce una certa geometrizzazione.
La si nota, ad incorniciare il volto, ovale.
È quasi una stella a 6 punte, che indica unione degli Opposti, bellezza, perfezione, sinergia della dimensione, sia maschile che femminile, sia umana che divina, in quanto, trattandosi del momento dell'Annunciazione, da parte ddll'Arcangelo Gabriele, a Maria, è un momento molto particolare, che segna un passaggio energetico molto intenso.
Infatti, anche l'espressione di Maria, rappresentata come una giovanissima donna dalla pelle olivastra, è tesa all'ascolto.
Lo sguardo è laterale, alla sua destra, come se già percepisse la presenza divina del Messaggero Gabriele, la cui presenza, diventa tangibile, e leggibile artisticamente, attraverso quell'impercettibile movimento, cristallizzato, delle pagine del manoscritto davanti a sé, le cui pagine sono smosse dall'afflato divino, veicolato dall'Arcangelo.
Arcangelo che non si vede, ma di cui si percepisce chiaramente la presenza.
Come se il tempo si fosse fermato per un momento, in un "non tempo", in cui umano e divino si sincronizzano sulla stessa frequenza.
Lo sguardo di sbieco, leggermente abbassato, la mano destra sospesa, tipica posizione iconografica presenti nei dipinti religiosi, l'atto di trattenersi il velo, indicano un'attenzione massima a questo momento, mista ad un lieve pudore, ad una certa resa, da umano che riceve un Dono così immenso.
La simbologia numerica delle dita, quelle mostrate sulla sinistra e la posizione delle altre, è molto rivelatrice.
Mano sinistra, il Femminino, indicato anche dalla simbologia della V del velo azzurro tenuto fermo( azzurro, acqua, Femminino)
Il 4 è legato al Femminino, con i suoi 4 Elementi, i suoi 4 punti cardinali. Sacro Archetipo Dalet, Ebraico, funzione solidità, Madre Terra.
La mano è in posizione di raccoglimento, concentrazione, come la stessa simbologia del Grembo Femminile.
Mano destra aperta, indica il lato Mascolino, che offre, che emana energia, potere
Ma le dita sono ben evidenziate in un "4+1", e la mano è come sospesa. Il 5, è l'espressione della Quintessenza, che è connessione con il Divino, come la stella pentacolare, che al contempo rappresenta anche il Femminino, perché Venere impiega 5 anni a tracciare un percorso pentacolare nel cielo, nell'arco di 8 anni, nel suo tragitto intorno al Sole.
In tutto 9 dita visibili.
Il Sacro Archetipo Ebraico Teth, il Femminino, il grembo, la Sophia, il Femminino nella sua massima espressione spirituale, la Shekinah.
Ma c'è anche altro.
Come ho già sottolineato in qualche mio scritto, riguardo la vastissimo simbologia della nostra Antica Civiltà Sarda.
Questa modalità, di posizionare le mani, ha la sua memoria storica, antropologica, nell'antico saluto sciamanico delle antiche civiltà, come la nostra. ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/simbologia-delle-trecce-nel-bronzetto.html?m=0)
Il saluto primordiale era chiamato "NYNY", il cui segno era un uomo che trasmette energia, come un fulmine a zig zag, come il saluto dei nostri bronzetti sardi e del nostro sacerdote di Vulci.
Degli sciamani pranici, che conoscevano benissimo le energie dell'Universo, e che avevano capito benissimo che quel Nun, che rappresentava uno dei due simboli della loro tribù, era anche il "Nun/pesce", che rappresenta il centro della Vesica Piscis, dove i due cerchi si intersecano, e dove la forza solare maschile entra in sinergia con la forza lunare femminile.
Il volto di questa Vergine Maria, di questa Nun, è perfettamente inscrivibile in una Vesica Piscis, poiché la sua natura umana sta accogliendo, in quel momento, anche la dimensione divina.
Il velo azzurro, simbolismo della dimensione spirituale, e sotto, si intravede una veste rosso scuro, come il colore del sangue.
Dimensione divina e umana, in profonda dialettica, in cui la dimensione umana, quasi si ritira, per lasciare spazio a quella divina, come una missione, un compito, che viene accolto, accettato.
Sta accogliendo anche la controparte energetica mascolina, il Figlio e il Padre al contempo.
Il quattordicesimo Sacro Archetipo Ebraico, la Nun, parla proprio di questo, della trasmutazione alchemica, legata alle acque, al Femminino, che traspare anche dal velo azzurro, colore del Femminino, e dallo sfondo scuro, l'ambiente amniotico, misterico, uterino, in cui avviene questa trasmutazione.
Una trasmutazione che richiede attenzione, equilibrio, solidità, come indica l'Arcano Maggiore XIV della Temperanza.
Un equilibrio degli Opposti manifestato anche attraverso la Geometria della stella a 6 punte, che emerge dal dipinto, intorno all'ovale di Maria, a coronamento della Vesica Piscis
Esattamente come la stella a sei punte, come quella della Sartiglia, come il fiore della vita a sei petali, sulla maschera dei Boes, come l'esagono, elaborazione del fiore della vita e matrice architettonica, nel mento del Gigante Pugilatore, elementi chiave della nostra Antica Civiltà Sarda
"Nun", suora in inglese.
Balena, in arabo
Indica un essere divinizzato, come la nostra Maria
Come l'archetipale Femminino Ninḫursaĝ
( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/statuina-oannes-neo-sumera.html?m=0)
Il saluto dell'Alchimista, viene chiamato NYNY, il saluto primordiale monadico, dell'Uomo con le due polarità opposte in equilibrio.
Ma NYNY, non è forse l'abbreviazione di Ninive, una delle più famose città antiche, nel Nord della Mesopotamia, una delle più importanti capitali assire?
Era la città di Inanna, il Sacro Femminino
La città nella quale Giona( profeta morto nel 782 a.C., giusto per avere una indicazione cronologica), comandato da Dio, sarebbe dovuto andare a predicare la parola di Dio.
Invece passa tre notti nel ventre della Balena alchemica.
Nun=balena/ suora, un essere divinizzato
Giona in ebraico significa colomba.
La Nun è il quattordicesimo Archetipo, successivo al tredicesimo, l'Archetipo Madre, Mem, le acque cosmiche primordiali, amniotiche, mnemoniche
Pare che la capolettera miniata, rappresentata sulla pagina aperta sia proprio una M, e che forse rappresenti l'incipit del Magnificat, che è un cantico contenuto nel primo capitolo del Vangelo secondo Luca con il quale Maria loda e ringrazia Dio perché si è benignamente degnato di liberare il suo popolo. Per questo è conosciuto anche come cantico di Maria.
"Magnificat *[
anima mea Dominum,
et exultavit spiritus meus *
in Deo salutari meo
quia respexit humilitatem ancillae suae, *
ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes generationes"
Traduzione
"L'anima mia magnifica il Signore *
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata" .
Un riferimento, alla lettera e Archetipo Mem, che racchiude in sé, il concetto di Madre primordiale e cosmica, che offre la vita, ma anche la morte ( Arcano XIII della Morte), che si offre in Sacrificio, per santificare il concetto di vita e di morte tramite il figlio divino che porterà in grembo, perché è un Essere divinizzato, e, come tale, non può che adempiere a quella che è la sua missione.
Una straordinaria rappresentazione ricca di sfumature, energia e simbolismo.
Tiziana Fenu
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L'annunciata di Antonello da Messina
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