Prendo spunto da una foto in un post del ricercatore Alessandro Bruno (https://www.facebook.com/share/p/iTX23SezacW3VifB/) in cui viene ripreso frontalmente l'ingresso della Domus de janas di Ochila, Ittiri, in provincia di Sassari.
Di Ittiri, ho già avuto modo di parlare, poiché lo ritengo un luogo Sacro, particolarmente attento, come tutta la nostra Antica Civiltà Sarda, alla sinergia degli Opposti
Non mi dilungo riguardo le occasioni in cui ne ho parlato, ma vi lascio i link a riguardo
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/costume-ittiri-e-gigante.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/08/san-lorenzo-e-bronzetto-ittiri.html?m=0
E poi, attraverso questa immagine, noto un simbolo importantissimo.
Non avevo mai notato finora, che, in prospettiva, l'ingresso quadrato delle Domus de Janas, potesse rivelare, insieme alla falsa porta difronte, che ha già, una sua specifica simbologia( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/allineamento-domus-sincantu.html?m=0) la simbologia della Triplice Cinta.
Una simbologia importantissima, ricca di significato, di cui avevo accennato l'interpretazione di Guénon.
Come se ci fosse una multidimensionalita' che si rivela, appena si varca la soglia, ma che, vista in prospettiva, dall'esterno, appare come una "mappa Mundi"..
Riporto l'interpretazione di Guénon
(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/07/guenon-la-triple-enceinte.html?m=0)
Guenon ha spiegato il simbolismo ricordando che esso è la rappresentazione dei tre gradi di iniziazione presenti in ogni scuola esoterica. Si tratterebbe, cioè, di una rappresentazione della gerarchia, ed anche la scuola Druidica non faceva eccezione. Questa interpretazione si ricollega quindi alla tradizione celtica secondo cui si tratterebbe dei tre cerchi che indicano la vita e l’esistenza, analoga ai "tre mondi" della tradizione Hindu. Anzi, in questa tradizione all'interno dei tre cerchi è spesso rappresentato il Meru, la "Montagna Sacra", che indica il Polo o l'Asse del Mondo. Le due interpretazioni, secondo Guenon, non sono in contrasto tra loro, ma anzi si completano e si armonizzano l'un l'altra, giacché nel caso di una vera iniziazione ciascun grado corrisponde ad uno stato dell'essere, e questi stati, in tutte le tradizioni, vengono raffigurati come "mondi" differenti. Da questa interpretazione, il significato delle quattro linee arrangiate in forma di croce che connettono le tre cinte appare chiaro: essi sono i canali attraverso i quali l'insegnamento della dottrina tradizionale viene impartita a livelli successivi di approfondimento, fino a giungere nella parte centrale, che rappresenta il sapere supremo, la fonte stessa dell'insegnamento.
C'è una certa differenza, fa notare ancora Guenon, tra la forma circolare e quella quadrata delle triplici cinte, collegate rispettivamente al Paradiso terrestre ed alla Gerusalemme Celeste. In effetti c'è sempre una corrispondenza tra l'inizio e la fine di ogni ciclo, ed in questo caso la fine del ciclo è rappresentata dal quadrato. È la realizzazione di ciò che la Scienza Ermetica ha sempre indicato come "quadratura del cerchio": la sfera, che rappresenta lo sviluppo delle possibilità attraverso l'espansione del punto centrale primordiale, si trasforma in un cubo quando lo sviluppo si è completato ed è stato raggiunto un punto di equilibrio per il ciclo considerato. Nel contesto più specifico della triplice cinta, la forma circolare rappresenta il punto di partenza della tradizione (e qui si ricollega il mito di Atlantide), mentre il quadrato è il punto di arrivo, corrispondente ad una forma tradizionale secondaria. Nel primo caso, quindi, il centro della figura rappresenta la sorgente della dottrina, nel secondo, il centro rappresenta il contenitore, il serbatoio ove il sapere viene conservato. Per questo in molte delle rappresentazioni simboliche della triplice cinta compare al centro della figura un punto ben marcato.
(René Guénon, "La Triple-Enceinte druidique", in «Le Voile d’Isis», Giugno 1929)
Il Meru
Su Meru
Sumeri
Tante corrispondeze che ho spesso sottolineato
I Sacerdoti druidi sono legati agli antichi Celti, i Tuatha de Danaan, con i quali abbiamo moltissime affinità, come ho già sottolineato altre volte.
È un simbolismo legato alla dimensione del viaggio, legato anche al simbolismo del tris, alquerque e scacchiera, di cui abbiamo straordinario e archetipale esempio, che ho già approfondito più volte ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/04/locchio-di-horus-e-la-scacchiera-di.html?m=0)
Ma il simbolismo si perde lontano nel tempo, perché in molti hanno trovato una corrispondenza della Triplice Cinta con la pianta circolare della capitale di Atlantide, Posidonia.
Esotericamente, infatti, cerchio e quadrato, rappresentano i piani della stessa realtà, spirituale e terrestre.
Nel quadrato ci sarebbe una sorta di Mappa Mundi, con i tre quadrati che rappresentano il mondo terrestre, quello del firmamento e quello divino, il più interno.
Anche la Gerusalemme Celeste descritta nell'Apocalisse di Giovanni venne rappresentata con tre cinte murarie, così come il tempio di Salomone.
Apocalisse nella quale, 12 angeli, in corrispondenza simbolica con i 12 apostoli, sono a guardia dei 12 portoni dell'apocalisse, tre porte per ogni versante.
Mura alte 144 braccia, costruite con diaspro e oro.
Sappiamo bene, come il numero 12, nella nostra Antica Civiltà, sia considerato Sacro, parametro anche della numerologia del nostro pozzo Sacro di Santa Cristina, fi cui ho palato tante volte.
Pare che la presenza di una “Triplice Cinta” indicherebbe un luogo, fulcro di grandi energie magnetiche, cosmiche, portati a manifestazione, da Sacri Iniziati, che contrassegnavano questi luoghi come se fossero degli "omphalos", degli ombelichi di Madre Terra, dei punti cruciali in cui le energie erano molto forti.
Anche questa Domu de Jana di Ochila, presenta delle particolarità interessanti, che potete vedere nella foto galleria del sito Nero Argento ( https://www.neroargento.com/page_galle/ochila_gallery.htm) e nella seconda e terza foto, di Paolo Lombardi, che ho postato
Ha lo stesso soffitto a forma di "carena", sterno, in sardo, o anche carena, inteso come il fondo di una imbarcazione, che indica, come già avevo sottolineato tempo fa( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/le-domus-de-janas-non-sono-capanne.html?m=0) un'imbarcazione celeste, in cui si manifesta l'afflato divino della rinascita, di cui le Janas, come Femminino, forma dell'energia mascolina, sono custodi e manifestazione.
Dei luoghi fortemente alchemici, di trasmutazione, in cui il simbolismo del tre, già indica, una dinamica di "nascita/morte rinascita", enfatizzata da questo simbolismo ben presente, che unisce le due dimensioni del portale d'ingresso e di quello all'interno.
Quasi costituissero, con la loro sinergia, strettamente collegati tra loro, una dimensione "altra" , un grembo alchemico in cui è possibile la trasmutazione.
Un grembo orientato, nel suo ingresso, all'alba del solstizio d'inverno, periodo di lunistizio minore.
Quindi c'è anche questa corrispondenza, tra Luna e sole, nel loro periodo di minima espressione, perché il grembo alchemico necessita di raccoglimento, di penombra, per poter rigenerare la vita.
Una porta del tempo, che connette la dimensione astrale con quella terrena.
Infatti si potrebbe trovare anche un collegamento astrologico con le stelle, in quanto le otto linee inscritte nel quadrato formano lo schema che anticamente rappresentavano lo Zodiaco.
Luoghi sempre con particolari sacralità telluriche o magnetiche, con forti energie cosmiche, che si potrebbero amplificare in una preghiera corale.
Sicuramente, visto gli studi di archeoacustica negli ipogei, di cui ho parlato tempo fa ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/archeoacustica-degli-ipogei-in-sardegna.html?m=0), vi erano frequenze altissime, in questi luoghi.
Caratteristica dei tre recinti è quella di essere attraversati da quattro linee, disposte a forma di croce, che sembrano collegare le tre cinte fino a raggiungere, al centro, il perimetro del quadrato più interno.
In Sardegna si trovano tracce della Triplice Cinta, anche in altri luoghi, per esempio nella Chiesa romanica di Santa Maria Maddalena, a Chiaramonti, nella Chiesa di Sant'Antioco di Bisarcio, nella Chiesa di
Zuri (Ghilarza, OR), a Bulzi (SS), a Martis (SS), nella Chiesa di Sedini (SS), a Chiaramonti (SS)..
Ma sappiamo bene, che le chiese furono edificate in prossimità di questi luoghi sacri, già traguardati dai nostri Antichi Padri e Madri.
Naturalmente, ciò che si manifesta dal punto di vista di un osservatore esterno, è una Triplice Cinta che non è visibile in modo manifesto, ma è veicolata da una prospettiva che rivela, solo ad un occhio attento, poiché è un simbolo sacro, e come tale, va custodito.
Magnifica terra, la nostra, piena di segreti, sacralità e discrezione.
Tiziana Fenu
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Prima immagine, Alessandro Bruno( https://www.facebook.com/share/p/iTX23SezacW3VifB/)
Seconda e terza immagine, Paolo Lombardi
(https://www.neroargento.com/page_galle/ochila_gallery.htm)
Triplice Cinta, Domus de janas Ochila, Ittiri
Prova a leggere il mio libro “ Incisioni in gra parte inedite….” a proposito della domus di “ Sa Figu” ecc.
RispondiEliminaGrazie sempre Tiziana per l’intuito e la passione nei tuoi testi illuminanti
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