La mortificazione del corpo attraverso il dolore è sempre esistita.
Per raggiungere quello stato di Bellezza che va oltre il limite di un corpo martoriato.
Vuoi che sia bellezza puramente estetica (quanto dolore si sopporta per essere più belli?), sia che si parli di bellezza spirituale, o dell'anima (nell'Ordine dell'Opus Dei, il cilicio è di uso comune).
La vita, la Bellezza, nascono da uno strappo di dolore anche fisico( basti pensare alle sofferenze del parto), di carne spesso "lacerata".
Il dolore fisico è necessario in questa dimensione sensoriale.
Dà l'esatta percezione della frattura dell'Anima
Questo succede anche quando due Fiamme restano separate.
Il dolore fisico spesso funge da importantissimo campanello d'allarme.
Qualcosa non va.
Il corpo ha un'intelligenza sua, in stretta connessione con l'anima, con il nostro Intelletto Superiore.
Il corpo ci parla, ci guida. Non è mai solo materia da "educare".
Da "educere".
Da "tirare fuori" al meglio della sua espressione.
È cellula vivente, con una memoria ancestrale sua, con una sensibilità sua.
Quando l'anima duole, si ripercuote anche nel corpo, in un modo o nell'altro.
Se il corpo fosse silente, ubbidiente, ligio alle regole che abbiamo stabilito per esso, non si potrebbe percepire quell'intima dimensione che sfugge al controllo mentale.
Il corpo fa da sensore.
A volte, certe lontananze si sentono come strappi anche a livello corporeo.
Guai se non sentissimo il dolore della lontananza, della mancanza.
Significherebbe che potremo stare benissimo anche cosi, e non anelare invece alla Re-Union , a quella completezza di Bellezza, alla quale siamo stati strappati, con un urlo di dolore, con uno strappo all'Anima, necessario per anelare al ricongiungimento, alla completezza.
E questo succede anche in termini biochimici.
In una condizione di dolore.
Il corpo, per compensare, tende a rilasciare l'ormone dell'ossitocina, chiamato l'ormone della felicità, cosi come si attiva durante il parto e durante il coito.
Questo spiegherebbe in termini scientifici anche " l'estasi" raggiunta da alcuni santi, proprio in una situazione di sofferenza.
D'altronde, anche la più naturale delle estasi, è la " piccola morte " dell'orgasmo..
Una separazione momentanea da sé.
Dell'Amore, in questa dimensione terrena, carnale, sanguigna, se ne deve sentire il tormento e l'estasi, anche fisicamente.
Non è sufficiente in questa nostra Dimensione, la proiezione amorosa in una dimensione superiore nella quale siamo uniti solo con l'Anima.
Ci vuole il sangue. E il sudore. E la passione.
La contrazione, il rilascio. Il dolore piacevole.
Di un coito, di un "essere insieme" anche nella carne. Anche senza coito, ma almeno, sensorialmente.
E i Santi conoscevano bene questa alchimia esoterica di un corpo che vuole percepire tangibilmente ciò che si sente come Amore. Estatico anche nel cuore.
Il Corpo è il ponte per il Divino.
La cultura Tolteica insegna.
Cristo ne è stato testimone vivente.
Altarizzare la materia, la carne, divinizzarla, è la più potente forma di Alchimia che ci è stata concessa, come Creature custodi e Manifestazione del Divino, proprio attraverso quella che, per contrasto, può diventare la più bassa e meschina manifestazione di noi.
A noi la scelta.
E il Potere di Essere, in totale Bellezza e Pienezza, anche attraverso l'Altro, che ci completa, ci magnifica, ci offre nuove chiavi di lettura e di accesso, per la nostra piena realizzazione.
Tiziana Fenu
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