Oggi pensavo alle energie, e se mai fossero state rappresentate nelle Dee Madri.
Un qualche accenno di chakra, di terzo occhio.
Andando indietro con il tempo, e scorrendo tra le mie immagini preferenziali, mi sono soffermata in quelle che io chiamo "le indefinite", le statuine della civiltà e cultura Cucuteni-Trypillian, una civiltà che si è snodata tra il 5050 e il 3100, tra Romania e Ucraina, dove la simbologia e la conoscenza sacrale dell'universo, sono passate attraverso i manufatti in argilla, e soprattutto attraverso le sue decorazioni, soprattutto quelle sulle statuine, che ammontano ad una vastissima produzione, circa 12.000, quasi tutte in prossimità dei templi, nascoste sotto il terreno, quasi a protezione del tempio.
Divinità femminili che incarnano anche svariati animali sacri, per esempio, come la Dea Uccello, la Dea Serpente, e gli androgini, naturalmente.
Queste statuine, con alto valore sacrale, quindi, evidentemente, venivano usate, da sole o singole, durante dei riti sacrali.
È stato trovato addirittura un set di 21 statuine e 13 seggioline, nel villaggio di Isaia, a Balta Popii, in Romania, risalente al 4700 a C. custodite in un vaso chiuso, con coperchio, e i numeri farebbero pensare ad un rito della fertilità, con le 13 lune e le 21 seggioline che ridotte teosoficamente, diventano 2+1, cioè "3"
Il tre creativo.
Ma quello che mi ha colpito di queste statuine, è che presentano, oltre le linee trasversali, anche una abbozzata riproduzione dei chakra, in particolare, quello del plesso solare, a volte rappresentato come un vortice, a volte come un rombo con diagonali e spirali.
Perché le donne hanno il grembo come la terra, come i quattro punti cardinali.
Ti perdi in esse, per ritrovarti, e in esse senti tutti e quattro gli elementi di Madre Terra.
Sono delle Veneri, sono cerchio e croce insieme, come il simbolo di Venere.
Sono Veneri solcate come un aratro, fecondate dal vomere, dall'energia maschile, che nella terra depone il suo seme, come indicano quei quattro punti dentro le quattro sezioni del quadrato.
Sono Veneri che hanno un linguaggio universale, un simbolismo che vuole essere volutamente universale, senza identità prettamente terrena, lo indica la mancanza di un volto, di una testa.
Non per sminuire il Femminile, veicolo e Custode di questo messaggio, ma anzi, per enfatizzarlo e sublimarlo a simbolo e Archetipo universale, al di là della limitante specificità umana.
Statuine bellissime, essenziali, esteticamente perfette ed equilibrate, ancora attualissime, perché veicolano Bellezza e Verità, al di là dell'Umano.
Tiziana Fenu
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