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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

lunedì, settembre 19, 2022

💜Dioniso

 Infine, due simboli fondamentali: il fallo eretto e lo specchio.

Qui si misura la sua vastità.

E la sua prestanza.

È dio della vita, della generazione, della sessualità che dona e riceve piacere, in complementarietà tra maschile e femminile, e che dona anche l’estasi più semplice, alla portata di tutti, che lascia intravedere un varco in direzione dell’esperienza dell’Uno, che gli amanti iniziati colgono compiutamente nell’intreccio; e insieme dio del distacco contemplativo, nella declinazione orfica del mito, che culmina nell’immagine dello specchio.

Nell’antichità lo specchio anche dai teologi è stato tramandato come simbolo della adeguate

alla pienezza noetica del Tutto. Per questo dicono anche che Efesto fabbricò uno specchio per Dioniso e che il dio guardando dentro di esso e contemplando la propria immagine si slanciò alla fabbricazione di tutta la pluralità.

Il Tutto è l’Uno, e lo specchio è simbolo della adeguatezza del noûs “individuale” alla pienezza noetica dell’Uno-Tutto, perché il noûs è sia la funzione intuitiva del singolo che percepisce l’unità di tutte le cose in uno sguardo interiore metaspaziotemporale, sia lo sfondo metafisico unificante le cose stesse.47 E Dioniso è l’Assoluto che si fa molteplice frammentandosi in una pluralità di riflessi o apparenze che originano perpetuamente da esso: “mutando riposa”, per dirla con Eraclito.

Dioniso infatti, dopo avere posto la sua immagine nello specchio, la seguì, e così fu infranto nel Tutto. Ma Apollo lo raduna e lo riporta alla vita, poiché è dio purificatore e veramente salvatore di Dioniso, e per questo viene celebrato come Dionysodótes.

Attraverso la disciplina dell’interiorità che si fionda sulla complicità tra Apollo e Dioniso, il Sapiente ricompone nel noûs il Dioniso frammentato, sedimentando lo stato di coscienza unitaria oceanica, collocandosi in limine tra lo sfondo assoluto dello sguardo del dio e la sua immagine pluralizzata nello specchio del mondo, dei mondi.

E questa è anche una pratica meditativa. La ricomposizione dell’Uno cosmico nell’Uno interiore, e viceversa, è fonte di gioia, la stessa gioia che veniva donata dall’epopteía eleusina, perché Dioniso è il dio segreto di Eleusi, e, in consonanza con essa, dall’esperienza dell’Uno di Parmenide, Empedocle, Eraclito, di Pitagora, e di tutti gli Iniziati, tra Sapienza e sciamanesimo.


Tratto da "Negli abissi luminosi" di Angelo Tonelli

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Dioniso



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