Una donna tra i Re Magi.
Stavo notando, che, scorrendo le immagini d'arte raffiguranti l'adorazione del Bambino Gesù da parte dei tre Re Magi, in occasione dell'Epifania, della manifestazione del Bambino luminoso al mondo, spesso si trovano dipinti che rappresentano uno dei tre Re Magi, quello che tradizionalmente definiscono un re venuto dall'Africa, di pelle nera, Baldassarre, che porta in dono la mirra, con una figura indubbiamente femminile.
La mirra, esotericamente, come ho già approfondito riguardo l'Epifania, riguarda la fase della Nigredo, poiché i tre Re Magi, allegoricamente, rappresentano le tre fasi del percorso iniziatico, Nigredo, Albedo e Rubedo.
Una mirra scura, nera, che cresce soprattutto in Somalia, in Etiopia.
E se il Femminino rappresentato, fosse la regina etiope di Saba, consorte del Re Salomone? Compare in altre rappresentazioni "cristiane".
Quella regina, della quale ho parlato altre volte, simbolo di una stirpe di Iniziati, i Falasha, gli Ebrei etiopi, legati a doppio filo con gli antichi Shardana.
La mirra, rappresentante di quel Sacro Femminino, viene chiamata la "resina della grande Madre", usata fin dai tempi antichissimi, sia nei riti di mummificazione, che nei rituali isiaci di iniziazione alla s*essualità.
Essendo legata alla fase Nigredo, è legata alla materia, alla terra, al Femminino, alla carne.
Nella dimensione in cui deve avvenire il processo alchemico di trasmutazione.
La mirra come veicolo per l'immortalità, per facilitare il passaggio nell'altra dimensione.
Veicolo di cui sono state rappresentativi tutti quei Sacri Femminini, fin dalle prime Madonne nere, fin dai tempi più antichi, da Iside, i cui riti con la mirra erano molto diffusi, alla Maria Maddalena.
D'altronde, anche Iside, Eccelsa rappresentante del Sacro Femminino, era considerata come un Sole Nero, la stessa Madre Cosmica del Sole.
Il buio in cui germina la stessa creazione.
Per non dimenticare anche Venere, la dea dell'amore, la cui pianta Sacra era il mirto, dai frutti neri, diffusissimo qui in Sardegna, il cui nome, mirto, è molto simile a mirra, perché in greco, mirra, corrisponde a "mýrra", mentre la parola mirto, corrisponde a "myrríne".
Entrambi sono da ricondurre al verbo "mýro", “stillo", in riferimento alle gocce resinose, alle lacrime sacre di Madre Terra, e alla parola "mýron", che significa unguento profumato.
E, nell'incantevole perfezione dell'universo, questa Epifania 2024, si manifesta proprio di sabato, come ho già scritto, in un giorno dedicato a Saturno, che era considerato il Sole Nero, il Sacro Femminino, l'Iside Nera, velata.
Un 2024 che come somma fa 8, al Sacro Archetipo Ebraico Heit, con funzione "riparo", come ho già approfondito nell'altra mia pagina Maldalchimia, che è manifestazione del Divino nella materia, nella dimensione del Femminino, attraverso un lavoro alchemico che è intensità, morte, rinascita, sofferenza, parto, e unione e corrispondenza infinita.
Una dimensione lunare, con la doppia valenza di una potenza ctonia, legata agli abissi, all'influenza della luna sulle maree, alla morte e al rilascio del s*angue mes*truale non fecondato, e di potenza celeste.
Un Femminino potente, che riesce a governare anche il dolore della trasmutazione per generare la Vita.
In molte iconografie, la Mater Dolorosa è trafitta da 7 pugnali.
Perché lei è l'elemento 8, di congiunzione tra cielo e terra, attraverso la quale, il dolore si trasmuta.
Il 7 come percorso iniziatico attraverso i 7 chakra, di cui la kundalini, manifestazione del Divino nella materia, è veicolo energetico di manifestazione, di epifania, dei nostri doni e dei nostri talenti.
Ma è essa stessa Epifania vivente.
La parola Befana, è Be-Fanes, manifestazione luminosa, che qui in Sardegna, assume i connotati della nostra Filonzana, come ho approfondito in un mio scritto che trovate anche nella mia pagina JanaSophia, oltre che nel mio blog( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/01/sa-filonzana-be-fanafanes-janas-sarda.html?m=0)
Il sette, come le 7 Pleiadi, simbolo astrale del Femminino, e molto altro, compreso il rimando ad un Femminino snaturato, come nel libro dell'Apocalisse, in cui il numero 7, di cui questo libro è permeato, è legato alla meretrice di Babilonia, Babalon, la donna scarlatta dell'Apocalisse di Giovanni, contrapposta alla "donna vestita di sole".
La donna, nella sua totale integrità e potenza.
Mi stupisce, ma nel contempo, non poteva che essere così, che una figura femminile appaia con gli altri due re Magi.
Un Femminino Sacro, con l'aureola, anch'essa.
Un Femminile virginale e puro, condizione sacrale che appartiene all'ambito dei misteri iniziatici del femminile, sicuramente "addomesticato", in queste rappresentazioni in cui compare, legate all'Epifania.
Ma come ho già scritto riguardo l'Epifania/Filonzana, questa è una dimensione prettamente femminile.
Ho letto da qualche parte, che una delle più antiche rappresentazioni dei tre Re Magi, rappresenta tre donne.
Perché è la Donna, il Sacro Femminino, l'athanor sacro della trasmutazione alchemica.
E d'altronde, il riferimento astrale dei tre Magi, è riferito alle tre stelle della cintura della costellazione di Orione, facilmente osservabili nel cielo d'inverno, perfettamente allineate tra loro, Mintaka, Alnilam e Alnitak, che formano la cosiddetta cintura del gigante Orione, e la cui retta immaginaria che tracciano porta dritti alla grande stella fissa Sirio, rappresentante astrale del Sacro Femminino, identificabile, in ambito egizio, con Iside, in ambito Mesopotamico, con Inanna, Astarte, con la stella ad 8 punte.
Queste 3 stelle della Cintura, sono anche anche chiamate i Tre Re, i Re Magi, e non a caso, poiché, nei giorni prossimi al Natale, oltre ad indicare Sirio, si allineano, ad est, con il Sole, inteso come Luce, come Cristo, come qualcosa che giunge a illuminare le tenebre dell'inverno, che porta la luce.
I Re Magi calcolarono la levata eliaca (ovvero il punto in cui una stella appare all'orizzonte al suo sorgere) della stella Sirio, la ''stella Maestra'' che secondo alcune tradizioni esoteriche è vista come ''stella dell'iniziazione'', la stella del Sacro Femminino ( vedi le Iniziazioni Isiache).
Il fatto che in quel momento la levata fosse in asse con il Sole e le tre stelle della Cintura fece loro pensare che un Messia sarebbe giunto a portare luce. Iniziava l’era dei Pesci, una levata eliaca che segnava l'inizio della nuova era, e ogni era astrologica, secondo l'esoterismo, ha una energia divina che viene a manifestarsi, in quel caso era il Logos dei Pesci (di Gesù).
Le tre stelle, i tre Re Magi, andarono verso Cristo, verso la luce, verso la divinità.
Quindi è Sirio, la Stella Maestra, il Sacro Femminino, ad indicare la via, il momento di Epifania, di manifestazione di questa luce, così come è stato parametro astrale in molte altre occasioni, nelle antiche civiltà.
D'altronde, il Bambin Gesù, manifesta la sua Epifania, a Betlemme, la cui radice linguistica risiede in quel secondo sacro Archetipo Ebraico Beth, con funzione "contenitore", che rappresenta il grembo, la grotta del Sacro Femminino, in cui la luce si è manifestata come ierofania, come epifania, manifestazione vivente.
Il concetto di epifania è molto antico.
Le antiche civiltà consideravano le manifestazioni epifaniche come presenza del Divino.
Creavano contesti, posizioni particolari delle pietre, epifanie legate ai solstizi ed equinozi, come nei più importanti siti archeologici e zone sacre, passaggi ritenuti sacri, soprattutto per i due solstizi, legati al Sacro Femminino, per manifestare la presenza luminosa nella materia, che veniva così, divinizzata. In tempi più recenti, è diventato un concetto legato alla manifestazione del Bambino Gesù, al mondo, legato anche al concetto di vittoria della luce sulle tenebre e al Sol Invictus del Solstizio invernale, e, come ho già scritto, le sue origini sono astronomiche e legate alla levata eliaca di Sirio, simbolo del Sacro Femminino, importante in ogni antica civiltà.
Tiziana Fenu
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Epifania. Una donna tra i Re Magi
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