Sappiamo che in Sardegna, il tetragramma divino YHWH, spesso riportato come trigramma YHW, è reso, dall'acronimo Y e con il pronome He', che indica l'Essenza androgina del "lei/lui" ( prof. Sanna).
Graficamente, la H, è stata spesso rappresentata con una Tanit.
Vorrei soffermarmi un attimo sulla Tanit, e sul pronome che rappresenta," he'.
Questa parola, questa lettera, rappresenta anche il quinto Sacro archetipo Ebraico, con funzione" vita", e la lettera corrispondente, è proprio la H.
La lettera He', era considerata la più Sacra dell'alfabeto. È senza suono, perché rappresenta il soffio Divino che viene insufflato nell'umano, per dare la vita.
È l'energia divina, mascolina, che prende Forma nel Femminile, di manifesta attraverso il Femminino, in quella che è considerata la Matrice di connessione direttamente con il Divino: la nostra Kundalini, con le due nadi laterali di polarità energetica opposta, Ida e Pingala, Femminile e Maschile.
La Divina Madre Shekinah.
È considerata quindi, un principio androgino, simbolo del Fuoco divino che arde nell'Umano.
È l'uomo all'interno del cerchio, come l'uomo vitruviano che con i suoi cinque punti, come un pentacolo, tocca il cerchio, la divinità , a sua volta, inscritto in un quadrato, la terra.
È la quadratura del cerchio, che la nostra Tanit, rappresenta molto bene.
Una Tanit Femminile, perché il cinque è legato a Venere e al suo percorso pentacolare nell'arco di 8 anni, nel cielo. Ma è anche legata, esotericamente al Toro, che presiede il quinto chakra, il chakra della gola, Vishudda, che trova la sua corrispondenza, come abbiamo visto altre volte, nell'apparato riproduttivo femminile.
"Vishudda/udda( nome dell'apparato riproduttivo femminile in sardo).
Ma troviamo corrispondenza fonetica anche nelle due parole "gutturu( gola in sardo) /uturu/ut*ero.
Perché la gola, la laringe crea, tanto quanto l'u*tero.
U*tero, che è indissolubilmente legato, nella sua conformazione stilizzata, al Toro.
E sappiamo bene, come questa simbologia taurina /ute*rina, sia profondamente radicata nella nostra Antica Civiltà Sarda.
Un'energia monadica androgina, taurina/ute*rina, che consente la creazione.
Infatti le Tanit, iconograficamente, sono sempre rappresentate con due caducei affianco.
Il Caduceo che simboleggia la forza trasmutante, frutto della sinergia degli Opposti, una forza di nascita, di rinascita, di traghettamento, di percorso, che poi sarà rappresentato da Mercurio, l'agente trasformante alchemico, che si presenta come la stessa testa della Tanit, con la falce lunare sulla testa.
Falce lunare, che rappresenta anche le corna taurine.
Perché è vero che la Tanit rappresenta il Femminino, ma ha inglobato in sé, anche il Mascolino, perché governa e domina gli opposti.
Tutte le antiche rappresentazioni di divinità o semidivinita', o dei simboli senza nessun riferimento umano, come quelli di Gobleki Tape, risalenti al 10.000 a.C, fanno riferimento a questa H mercuriale, sinergia degli Opposti. Un grande potere, per chi riesce a gestirlo, e la Tanit, in quanto padedra del dio solare Baal Hammon, il suo volto manifesto, ne è degno veicolo.
Una coppia "importata" da Cartagine, nel VI sec.a.C., o forse è meglio ipotizzare che qui già coesistevano, come forze sinergiche primordiali, rappresentate dalle tombe dei Giganti, con la loro conformazione taurina/uterina, con l'ingresso del pozzo Sacro di Santa Cristina, dove sole e luna agiscono in sinergia, con i pozzi sacri in generale, con i nuraghi, fallici e uterini insieme, con le Domus de Janas, istoriate di protomi taurine/uterine.
Avevamo già , in Sardegna, da secoli, questo senso della sinergia degli Opposti che genera la vita.
Ne avevamo colto il senso intimo, poi manifestato nelle nostre opere megalitiche.
Senso, e concetto, presente già nelle Domus de Janas, dove la sovrapposizione delle protomi taurine, indica anche la coppa uterina che coglie, accoglie, e produce nuova vita.
Ma tutto questo, deriva da una semplice osservazione astronomica, del cielo.
Avete notato come alcune Tanit abbiano il braccio destro leggermente più sollevato rispetto al sinistro, rispetto all'osservatore?
Il braccio leggermente sollevato indica la direzione del sole e della luna, da est, da destra verso sinistra.
Ho immaginato la Tanit come un osservatorio astronomico, come quella "toppa di chiave" dalla quale si osserva un panorama.
Nei tempi antichi, gli osservatori astronomici erano molto diffusi. Ci si orientava seguendo le dinamiche degli astri, dei pianeti, il percorso lunare e stellare.
Il percorso della luna, segue la linea est-ovest, esattamente come il percorso del sole.
Il giorno dell'equinozio di primavera e d'autunno il Sole sorge ad Est e tramonta ad Ovest Durante la primavera e l'estate il Sole sorge a Nord-Est e tramonta a Nord Ovest. Durante l'autunno e l'inverno sorge a Sud-Est e tramonta Sud-Ovest.
Quindi, la Tanit, rappresenta, in termini astronomici, il fattore equinoziale di equilibrio tra i due solstizi. Ecco perché talvolta viene rappresentata con il braccio destro un po più alto.
(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/il-menat-e-santa-cristina.html)
"Il Menat( uguale alla conformazione della Tanit), trasposto nella conformazione architettonica dell'ingresso dei pozzi sacri, è il fattore equinoziale equilibrante tra i due solstizi. È l'alfa e l'omega astrologico, perché la Costellazione e il segno zodiacale del Toro, governano la gola, perché in principio era la Parola, e la parola, il suono[...]
Il Menat rappresenta l'equilibrio equinoziale, il portale equilibrante, come una Tanit, il contrappeso, che consente la creazione.
Attraverso il Menat, l'ingresso del pozzo Sacro, le acque, l'elemento femminino, vengono ingravidate dal Fuoco sacro del Logos Solare.
Le rende Sacre.
Questo, significa, dominare il Toro, le energie bestiali, e renderlo sacro.
Gli Antichi Egizi raffiguravano l'ingravidamento attraverso l'Ankh avvicinato alla bocca.
Anche l'Ankh stesso, la Chiave della Vita, è una stilizzazione della Tanit.
Perché la parola crea, ha la stessa potenza creatrice di un ut*ero.
"Gutturu( gola in sardo)/u*tero"
"Utturu/u*tero". Molto simili.
[...] Il Menat è il simbolo di questo sacro equilibrio, per poter accedere alla trasmutazione
[...] Il Menat, come avevo già sottolineato nei miei post, è Geometria Aurea e Sacra, legato, per proporzioni alle nostre Dee Madri, con le proporzioni auree degli angoli a 72°, le stesse del pentagono, simbolo di Venere, insieme alla stella a 8 punte, della Tanit, dell'ingresso del pozzo di Santa Cristina, e degli ingressi dei nuraghi, e della precessione degli equinozi.
La simbologia va amplificata su un significato più universale e cosmico, astronomico.
Ci sono precisi rapporti numerici e angolari aurei, che dimostrano come, attraverso essi, nel passato, non solo si cercava di manifestare il Divino nella materia , e sublimarla attraverso esso, ma l'intento era quello di sentirsi parte, anche attraverso le loro opere, di un ingranaggio universale più ampio, ciclico, perfetto, aureo.
[...] Si cercava la proporzione aurea anche nella rappresentazione del Femminino, anche architettonica, in modo che Maschile e Femminile fossero in equilibrio sinergico e le stesse opere manifestassero, energeticamente, tutta la loro potenza, possibile solo attraverso la sinergia degli opposti.
Perché diventassero, come è nel grembo femminile, nella vulva triangolare, nell'Hator "Madre delle Madri", casa di Hator, la casa dell'Oro, del Sole, dell'energia Maschile, anche nella concretizzazione architettonica.
Inscindibili l'uno dall'altra.
Sole e Luna, come le due "oo" della parola oro.
È l'energia maschile che tiene in piedi questo legame, il centro del nostro sistema solare, gravitazionalmente parlando.
E tiene in piedi anche la precessione degli equinozi, che indica la ciclicità della vita su tempi ciclici più lunghi, cosmici, universali.
Ma, ancora più importante del Sole, è il Sole Nero, la Madre delle Madri, Hator, Iside, Lilith, e tutte le divinità femminili che verranno dopo, che ancestralmente, come tutte le divinità primordiali, avevano un'energia maschile e femminile insieme, e che poi, declasseranno ad unica energia femminile, lunare.
Sin, era infatti la divinità sumerica, babilonese, mesopotamica della luna, nonostante fosse di genere maschile.
Perché le originali energie, solari e lunari, erano androgine.
Infatti Sin-cronismo indica due cose che avvengono in contemporanea, come anche sin-cretismo, convergenza di due(o più) elementi ideologici apparentemente opposti, inconciliabili, e via dicendo con le parole che hanno come radice "Sin", che indica polarità maschile e femminile insieme, energia femminile lunare in un corpo maschile."
Io sono convinta che la Tanit nasca qui in Sardegna, da una osservazione astronomica del percorso del sole e della luna.
È una proporzione aurea, una delle tante, della nostra Antica Civiltà .
Che nasca nel Sinis, come divinità androgina.
Una divinità maschile, che va in sincrono con quella femminile.
Sinis/sin-/sincrono.
Si-N-iS
Ta-N-iT
Tan/Tin. Una bella coppia maschile e femminile, senza considerare che originariamente, il nome della Tanit era Tinnit.
Ancora meglio.
Per quel gioco degli specchi, dello speculare, del gemellare, tipico della nostra Antica Civiltà , abbiamo un Tin-, speculare al -nit.
Il gioco degli specchi, del gemellare, così diffuso nella nostra Antica Civiltà , perché avevano capito benissimo, che solo la sinergia degli opposti porta alla nascita, alla rinascita, all'immortalita'.
Il gemellare come veicolo del divino(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html)
E la sinergia degli opposti è quel caduceo che affianca sempre le Tanit nei petroglifi.
Ecco perché la Tanit è così importante nell'antico alfabeto sardo, e il motivo per cui si rappresenta la divinità sarda yhwh, con la he', che indica un pronome maschile e femminile, rappresentata da una Tanit androgina, Monade, potentissima, Custode delle due energie complementari.
Colei che consente alla divinità di manifestarsi nella Forma.
Non può che nascere qui, una divinità monadica. Ne abbiamo rappresentazione formale, in ogni nostra struttura, dove vi è sinergia degli opposti, persino nella scrittura..
Poi si è differenziata, a Cartagine, diventando solo femminile, e ovunque si sia diffusa.
La Tanit era vita, era Ankh, era stella a cinque punte, era angolo a 72 °, ingresso nel grembo dei nuraghi e dei pozzi sacri.
Era scrittura che reggeva, che veicolava messaggi sacri.
Era osservatorio astronomico preciso, che seguiva il moto del sole e della luna in Sin-crono, nel Sinis, nella terra dei Giganti, i veri Architetti del Sator - Sinis, in specularità con quell'enorme ingranaggio dell'universo, di cui avevano capito ogni dinamica.
E aspettavamo i Cartaginesi, per conoscere la Tanit? Aspettavamo al VII sec.a.C.? È ridicolo solo a pensarci.
O forse è più onesto pensare che tutta l'Antica Civiltà Sarda era già da secoli, rappresentativa di quell'equilibrio equinoziale, mercuriale, di sinergia di opposti, simboleggiata dalla Tanit, al punto da inserirla come uso corrente, nella scrittura, nel nome della divinità monadica dei Sardi.
È tempo di incominciare a pensare con logica, e a rivalutare la storia che ci hanno propinato.
Una sola immagine, oggi, la Tanit capovolta all'interno dell'area archeologica del Monte Sirai.
La Tanit della dimensione divina, dell'immortalita'.
Per approfondimenti sulla precessione degli equinozi e sulla Tanit:
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/le-tre-dee-madri-cosmiche-sarde-della.html
https://maldalchimia.blogspot.com/search?q=Tanit
Tiziana Fenu
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