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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

martedì, gennaio 30, 2024

💛Sa Candelora, Imbolc in Sardegna

 Simbologia della "Festa della Luce", Imbolc e Sa Candelora, in Sardegna 


Il primo febbraio si celebra Imbolc, la festa "celtica" che celebra, dopo i "tre giorni della merla", i tre giorni più freddi dell'anno, la festa di metà inverno, quando le giornate cominciano ad allungarsi e la terra comincia a rinvendirsi. 


È la festa della luce, festeggiata in modo "non pagano",  come la Candelora, il 2 febbraio,  che rappresenta la Purificazione di Maria e presentazione al Tempio di suo Figlio, Luce del Mondo.

Corrisponde anche alla celebrazione della Dea Brigida, la Dea celtica  della fertilità, alla festa della Candelora, come abbiamo detto , seguita poi dalla festa di San Biagio, il 3 Febbraio. 


Imbolc in irlandese significa grembo, quindi gravidanza,  rigonfiamento nutriente delle mammelle (ma anche soffio vitale), legato al concetto  degli agnellini e vitellini che nascono in questo periodo, e che  hanno bisogno del nutrimento del latte. 


Questa parola, "Imbolc" ricorda il significato del verbo "avvolgere" tradotto in sardo. 

Sono andata a cercare sul dizionario italiano - Sardo, il Rubattu


Traduzione per "avvolgere"

-imboddigare

-imboliare

-imboligare

-imbolicare


Notare come la radice "Imbol-" sia presente in tre versioni su quattro. 


"Avvolgere" come se fosse un grembo protettivo, nutriente. 

Direi che è fin troppo evidente la radice  sarda di questa parola, al punto da essere declinata anche come verbo. 


Inoltre febrariu, febbraio in sardo, (friaxiu in alcune zone) rimanda alla radice della parola "februs" , che rappresentava Plutone per i romani. 

Plutone, il Dio del Regno dei morti. 

Plutone il grande purificatore. 

Perfettamente in linea con la simbologia del Carnevale Sardo, che è il Carnevale di purificazione, che offre, in particolare, attraverso delle maschere divinizzate, come quelle de su Issohadore, e de su Componidori, una possibilità di rinascita, di elevazione spirituale, da una condizione animale, ad una umanizzata, purificata e divinizzata. 


Imbolc festeggia il Risveglio della Madre, della Dea Brigid, la Dea del Triplice Fuoco, patrona dei fabbri, dei poeti, dei guaritori, coloro che forgiano con la Sacra Fiamma, sia le Anime che gli oggetti, sia l'interno che l'esterno, portandole verso il Divino, verso la Bellezza.


Tutte "categorie" che sono caratteristiche della Sardegna. 


-Abbiamo i poeti che fanno "is muttettus" in rima cantata e improvvisata, Custodi della Memoria, abbiamo anche la controparte femminile, "is Attitadoras" , abbiamo i Tenores, sempre tutto rigorosamente in rima, ne parlai in modo approfondito, nel post de is Animeddas, per la festività di Tutti i morti. 


-Abbiamo i guaritori. 

-Gli Antichi Sardi erano degli Sciamani. 

-Le Janas erano donne guaritrici, alchemiche. 

È rimasta la tradizione de "sa mescina de s'ogu", la medicina dell'occhio, un rito che si svolge ancora, a liberare dal malocchio. 


-I fabbri.. Considerando la Sardegna come antica Terra di Tartesso, la terra dei metalli, è naturale pensare ad una terra piena di abili artigiani fabbri. 

Lo stesso Sant'Efisio, compatrono di Cagliari, il santo più festeggiato in Sardegna, celebrato in grande, il primo Maggio, ha nel nome Efisio, la stessa radice di Efesto, "Ef-", il Dio dei Vulcani, il Dio dei Fabbri, il Dio del Fuoco. 


E infatti Imbolc, e la Dea che lo rappresenta, sono rappresentati dal fuoco. 

Il nome Brigid viene da Breo, che significa "fuoco". 

Fuoco, non soltanto inteso come falò, ma proprio come fuoco purificatore che porta la luce, dopo le tenebre dell'inverno. 

E mi salta agli occhi che "breo", "fuoco", ha la stessa radice della parola "brebus", che sono le antiche parole magiche, i formulari magici, le preghiere, che si usano a protezione, a purificazione dalle energie negative, e che significano "verbo", inteso come verbo che crea, verbo attivo. 

La luce che si manifesta attraverso il verbo, la parola, che purifica, e riporta a nuova vita. 


Tre oggetti sono sacri a Brigid:

-La ruota del filatoio, come  è  sacro alla nostra Filonzana,  di cui ho approfondito già ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/sa-filonzana.html?m=0), che detiene il destino degli uomini in quel filo sottile filato dal fuso. 

Le nostre magiche Janas, si narra avessero dei meravigliosi telai d'oro all'interno delle Domus de Janas, con i quali tessevano le meraviglie che ancora oggi ammiriamo nella bellezza dei costumi sardi tradizionali. 

I telai, il cui archetipo di "Jana filatrice", di Sacro Femminino tessitore del destino degli uomini, forse risale alla nostra antichissima Tanit di Tresnuraghes ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/la-tanit-di-tresnuraghes-tessitrice.html?m=0). 


-Lo specchio, che in sardo si dice "sprigu" e che ha la stessa desinenza 'gu", di nuragu/trigu. 

I nuraghi presentano, nella disposizione delle pietre, una conformazione a spiga ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/lavorazione-spiga.html?m=0). 

Spiga, che simboleggia la fertilità, l' abbondanza, e anche la capacità di trasformazione. 

E, in questo caso, i nuraghi come specchio del fertile grano.

"su nuragu sprigu de su trigu" 

Sembra un gioco di parole, ma ontologicamente, esprime la spiritualità della nostra terra, che esprime fecondità in ogni sua espressione, grazie anche a quel "gioco" dello speculare, così presente nella nostra civiltà, che esprime la dimensione divina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html?m=0) 

Lo specchio per eccellenza, nella nostra Antica Civiltà Sarda è stato proprio l'elemento che caratterizza il Sacro Femminino, l'acqua. 

L'acqua dei pozzi sacri, probabilmente anche all'interno dei nuraghi, nelle coppelle interrate, nelle Domus de Janas, non solo per benedire e purificare, ma anche, proprio come uno specchio, per creare ierofanie divinizzanti. 

La desinenza "-gu", di nuragu/sprigu/trigu, significa "oscurità", in antico sanscrito( lingua con la quale il sardo, ha molti rimandi). 

Lo scrissi in un post sull'Rna/Dna( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/due-cose-hanno-sempre-incuriosito_12.html?m=0) 

[...] Ierocrazia sacerdotale degli Antichi Sardi, necessaria a controllare lo scorrere del tempo, legato all' attività di tutta la comunità, che univa "l'architettura degli astri" con quella dei nuraghe, con giochi di luce( "gu" significava oscurità, ma anche voce, suono". Infatti "su gutturu" è sia "gola", che "striscia di terra stretta e umida" ) ed ombre ben calibrati, all'interno dei Nuraghi. 

[...] Quel "gu" che insieme è muggito, gracidio, suono e oscurità. 

"Gu" come vibrazione ancestrale di creazione. 

[...] Come la vibrazione dell' Ape Regina che spinge le Api operaie a costruire l'alveare seguendo una precisissima geometria Sacra. 

La conoscenza, la sophia, la Dana( DNA/Jana) che si espande in forme geometriche perfette( pensiamo al DNA spiralizzato) attraverso la vibrazione del Nun, elemento creativo ancestrale, l'acqua amniotica(rappresentata nella cosmogonia creativa dall' Oannes Nun, metà uomo e metà Rana/RNA) intorno al fuoco centrale del Nur-a-gu.

Attraverso un " muggito/suono/ gracidio" , che ha una potenza vibratoria altissima"


"Sprigu", sacro a Brigid, come oggetto di accesso alla dimensione degli Eroi e degli Iniziati. Come accesso, appunto, alla dimensione del Divino. 

Perché è questo che rappresentava lo speculare nella nostra Antica Civiltà. 


E infine,  è Sacra  alla Dea Brigid, anche la Coppa, intesa come Grembo della Dea, da cui nascono tutte le cose. 


Brigid è l'equivalente di Lugh, del quale ho parlato nel post di Orotelli, la divinità solare( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/08/lughnasadhlammas.html?m=0), la festa del raccolto del grano, del primo Agosto, in cui si celebra il Lammas, a distanza di 6 mesi esatti, durante il Solstizio invernale, quindi, ed il Solstizio estivo. Le due feste delle tenebre e della luce, complementari. 

Brigid, era chiamata anche con altri nomi, questa dea della fertilità, dell'abbondanza, della prosperità agricola :

-Belisama( colei che brucia molto) 

-Brigantia (naltissima, sana) 

-Bricta( brillante) 

-e infine Sulis (dea delle sorgenti) 

Ma quanti Sulis/Sulas abbiamo in Sardegna, la terra del culto dei Pozzi Sacri, delle sorgenti, come cognomi? 

Una miriade. 

Sono tradizioni antichissime che partono dalla Sardegna. 

Si parla anche di una Brigid terapeutica che agiva mediante incantesimi poetici presso i pozzi sacri. 


"Sa Mexina de s'ogu", la medicina dell'occhio, si fa sempre con l'acqua e altri elementi, come possono essere il grano e l'olio, e si recitano "is brebus", sempre e rigorosamente in rima. 

La purificazione ulteriore a febbraio è necessaria. 

"Februs" come una febbre, una frenesia necessaria che brucia, come il carnevale purificatore, un'espiazione necessaria, marchiata simbolicamente con il Fuoco Sacro, di cui era memoria anche nei Lupercali romani, poi aboliti nel 492 d. C. e sostituiti dalla Candelora del 2 febbraio, quando si celebrava il rito purificatore delle Mamme, con la presentazione del bambino alla comunità. 

Gli antichi Romani rendevano omaggio alla dea Februa, Iuno Februata, Giunone Purificata, la Dea della fertilità e della Famiglia. 

La divinità antica, anima immacolata mai incarnata fino ad allora in un corpo umano, aveva conosciuto per la prima volta la maternità terrestre nel giorno di Natale, e recupera la sua natura celeste nel miracolo di Luce della Candelora. 

La Madonna Candelora diventa la massima incarnazione di divinità della Luce, dello Spirito Santo, sacra unione alchemica dei tre aspetti di Iside Sophia ( rappresentata dalle Madonne Nere)  uno dei primi Sacri Femminini: Sophia Madonna Madre Celeste, Terrestre, e Vergine. 

La Vergine Maria offre la sua Luce, suo Figlio, alla comunità, affinché porti abbondanza, e si purifica attraverso la fiamma simbolica trasmutatrice delle candele, così come è stato il Fuoco di Sant'Antonio che ha inaugurato il Carnevale purificatore. 


"S'incresiada", in sardo. 

Si chiama così, l'atto  di rientrare, purificati dopo il parto, nella chiesa, nella comunità, attraverso tutta una ritualistica tipicamente sarda, che prevede una messa, con candele che verranno benedette, e tutta una preparazione da parte de" sa Priorissa", che poi offrirà pranzo e cena, che porta lo stendardo in processione,  insieme alle "prioresse". 

Giorno festeggiato con le immancabili "zippuasa" lunghe sarde, che con la loro forma a spirale, che rappresentano il culto della Dea Madre e del potere riproduttivo, attraverso il cordone ombelicale. 

Rappresentano la spirale, che è uno dei simboli del Sacro Femminino, e presentissime, fin da tempi antichissimi, fin dalle nostre Domus de Janas, a simboleggiare il potere della Grande Dea Madre ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/domus-de-janas-bonorva-sa-pala-larga.html?m=0) 


Ma il 2 febbraio è una data importante anche per l'investitura dei capocorsa della Sartiglia di Oristano. 

Si consegna un cero benedetto, in linea con la celebrazione delle candele, a Su Componidori, e si suoi due compagni di pariglia, le massime autorità che sovraintendono tutte le operazione della Sartiglia. 

S'Oberaiu Majore del Gremio dei Contadini e Majorale en Cabo del Gremio dei Falegnami, le due massime autorità delle corporazioni locali, nominano su Componidori della propria Sartiglia.

Dopo aver partecipato ai riti religiosi, la cerimonia prevede che i soci dei Gremi, accompagnanti in parata da tamburini e trombettieri, si rechino a casa dei cavalieri designati. 

S'Oberaiu Majoure consegna un cero adornato di fiocchi rossi a su Componidori del Gremio dei Contadini consacrandone la designazione con la preghiera al Santo protettore della corporazione, "Santu Giunanni t'aggiudidi", " San Giovanni  ti aiuti" ( Giovanni da quell' Oannes primordiale, divinità delle acque primordiali. Infatti Giovanni sarà colui che battezzera' Cristo). 

Il Majorale en Cabo consegna un cero con nastri rosa e celesti a su Componidori del Gremio dei Falegnami, invocando "Santu Giuseppi t'assistada", "San Giuseppe ti assista". 


E poi il 3 febbraio, si celebra, in molte località della Sardegna, San Biagio, "Santu Brai", con l'accensione e benedizione dei falò, e la benedizione della gola, attraverso l'imposizione sul collo di due candele incrociate, benedette durante la Messa in onore della Madonna della Candelora, alla fine della quale c'è la distribuzione dei buonissimi dolci sardi chiamati "piricchittus", che ricordano la forma delle mammelle, candidi, (poiché fatti di albumi di uova montati a neve), come se fossero colme di latte. 

Si racconta che San Biagio avesse salvato un bambino che stava soffocando a causa di una lisca di pesce bloccata in gola, portato in braccio dalla madre, da San Biagio che viveva come un'eremita, soltanto a contatto con gli animali, con i quali comunicava, e che lo avesse salvato semplicemente facendogli il segno della croce sulla gola. 

Il saluto gnostico benedicente di San Biagio viene rappresentato con le tre dita unite, la triade creativa della creazione. 


Anche su Componidori a fine corsa, fa il gesto di benedizione a croce sulla folla, con Sa Pippia de Maiu, come ho già spiegato nel mio precedente post sul Carnevale.

Benedizione e purificazione insieme, affinché si manifestino al meglio tutti i Doni della primavera con i suoi frutti. 

Agire sulla gola, benedicendola e purificandola, significa liberarla in tutto il suo potere creativo, poiché in essa vi è sinergia degli Opposti. 

L'ho scritto prima

Il "Gu", è oscurità, ma anche creazione 

"gu" significava oscurità, ma anche voce, suono".

Infatti "su gutturu" è sia "gola", che "striscia di terra stretta e umida", in lingua sarda. 

Come su Nura-gu, dove ci sono giochi di luce ed ombra, come una gola/ u*tero conico, che si erge verso il cielo. 

"Stretta e umida", come il chakra della gola, Vishudda, che  è collegato al chakra delle gonadi, del plesso pelvico, Svadishtana

"Vishudda-Udda" 

Come scrissi in un mio precedente post. 

Due centri energetici importantissimi, che hanno la stessa conformazione anatomica, stretta e umida. 

Entrambi creano:

Uno crea il suono, che è Verbo, luce, e uno crea la vita 

Infatti San Biagio "indossa" le falene, portatrici di luce. 


La più grande falena è la Saturnia Pyri, e il nome deriva dai Ciclopi Saturnidi

Infatti San Biagio è collegato a Saturno, Cronos, Dio dell'agricoltura , il padre di Zeus, e a lui erano dedicati i Saturnali romani dal 17 al 24 dicembre. 

La festa della fertilità creativa. 

Saturno, che non dimentichiamo, era considerato il Sole nero, il sole dietro il sole, la Grande Madre cosmica creatrice, il Sacro Femminino, sinergia di luce e oscurità insieme. 


Penso ai dolci tipici de Sa Candelora.. Is Candelausu, tutti bianchi, fatti con pasta di Mandorle, tipici di Samassi, e "is piricchittus de bentu", ricoperti  anche da una glassa bianca. 

"Piricchittus de bentu", 

E per associazione penso alla maschera del Carnevale Sardo, a cui ho dedicato un'intero e approfondito post, "Su Bundu", di Orani( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/bundu-bindubindi.html?m=0), rappresentata da una maschera rossa, che rappresenta il vento. 

Il vento che viene rappresentato da una maschera rossa, che indica il femminino, il sangue mes*truale, il potere creativo nel saper gestire il fuoco, come solo il vento sa fare. 

È Maestria. 

Perché il vento è delle Madri. Delle Antiche Madri. 

Il maestrale della Sardegna, viene da Nord, nord/ ovest, dalla linea della Stella Polare. 

Il maestrale delle Jane Maestre

Perché come ho già scritto 

"La Donna crea, accoglie. 

Il Vento, rappresentato  da quella maschera rossa, vitale di passione , de su Bundu, dà la direzione. 

Una direzione ascensionale di vitalità primordiale. 

Vento, uomo e toro

Il "bundhu" dà forza a tutto, perché è l'Anima, dello stesso fuoco vitale. 

È il vento, a dare ossigeno al fuoco. 

È il Femminino ad animare, a magnetizzare il Mascolino. 

Il vento, il Bundhu, è AN, il Soffio Vitale divino che si manifesta nella materia. 

L' Anima delle JANas. 

AN di DANa. 

La cono-scenza. 

La scienza del "cono", del nuraghe, della Spirale Aurea."


Il soffio vitale di Dio, nella Materia, diventa la Shekinah, la Grande Madre, il soffio delle pavoncelle, della grande Madre dell'Uovo Cosmico, primordiale dove gli opposti si incontrano per creare meraviglie. 

È tutto questo è celebrato ad Imbolc

La festa del grembo "imboldiccau", avvolto, custodito e protetto, che ha con sé tutti i germogli della primavera che presto arriverà. 

Perché nel frattempo, questo Dono che arriverà in primavera, ha due padrini d'eccezione, che contribuiscono alla custodia, alla purificazione, alla nobilitazione. 

Su Issohadore e su Componidori, gli Dei tra di noi, per riportarci alla Memoria, all'Origine. 

Al "chi eravamo" e "chi siamo", prima di perdere la nostra Divinità interiore. 


Tiziana Fenu 

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Candelora in Sardegna



















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