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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

domenica, dicembre 27, 2020

💛 E' SEMPRE IL TORO QUELLO CHE CONTA.(prof. Sanna)

 E' SEMPRE IL TORO QUELLO CHE CONTA. SEMPRE IL FALLO DELLA LUCE.


Non mi vogliono credere, ma è così. Epigrafia, linguistica, archeologia e 'religio' lo attestano senza ombra di dubbio. L'ossessione degli scribi nuragici era sempre quella di rispettare il principio primo di tutte le cose ovvero l'ente creatore del mondo, il padre ('aba) del tutto. Alcuni popoli usarono per iperbole il leone alato come simbolo di forza celeste, altri invece, forse i più, il 'toro straordinario'. Il famoso bue Api degli egiziani. I Sardi, che, sulla scia dei popoli cananaici,  avevano come divinità l'inconoscibile ILI YH (Dio yh), chiamavano il toro 'Ak /'AKU), forse da una radice indoeuropea 'g (gli AGOI erano i 'tori guida', i capi supremi delle 'mandrie' ovvero degli eserciti degli  Achei nella guerra di Troia). Da ciò la voce NUL -'AK che sembra essere una parola in mix, semitico -indoeuropea. Una delle voci più attestata nella documentazione scritta nuragica e una di quelle rimaste più vive nella lingua sarda sino ai giorni nostri. Il toro della 'lampada della luce' è dunque il 'tema' che maggiormente dobbiamo aspettarci espresso in gran parte della documentazione scritta che verrà. Che 'verrà' si badi, non che 'potrebbe venire', perchè ormai risulta chiaro che i due termini 'toro' e 'luce' fanno parte del concetto base della filosofia  o, meglio, del pensiero della creazione per i nuragici. Nella Genesi è la Luce che balza per prima ed essa è una luce che ha un sommo creatore: il toro, cioè la forza assoluta in termini sessuali. Il nuraghe quindi è espressione architettonica scritta (senza il nome, per i nuragici, una cosa non è ) del toro -fallo. I sigilli dei Giganti, per chi guarda i piccoli bronzi senza il prosciutto negli occhi, hanno come 'base' simbolica iconografica proprio il toro, il toro celeste. E i Giganti di Monte 'e Prama, come già mi esprimevo in SAGRA nel 2004, sono i 'tori' fallo, i figli nobilissimi del toro - fallo più grande. Il razionalismo naturalistico dei Sardi antichi li portava ad esprimersi per simboli magnificanti, esaltanti, glorificanti. L'archeologia invece, nonostante sia circondata da immagini continue di tori e di falli, nonostante l'espressione del Lilliu del dio 'toro', rincula timorosa di fronte  al dato e si pensi che persino l'acqua, chiara espressione del liquido taurino nelle raffigurazioni dell'anastasis solare (erezione della luce taurina) dei pozzi sacri, viene ritenuta entità divina, quasi dea essa stessa, con la confusione della creatura con il creatore. Si parla quindi assurdamente del 'culto' delle 'acque' (addirittura al plurale!) e non del culto di 'Maim-O' che è il liquidio fecondatore di ILI -YH, toro della luce. Nel bellissimo documento rinvenuto in Terralba sulla superfice fallica sta scritto 'ag - he -nul e cioè 'nuraghe', ma tutte e tre le voci possiedono aggiunto, quasi impercettibile,  il 'serpente' (v. fig.) che è simbolo di immortalità, di continuità. Con l'aggiunta dell'altro grande simbolo zoomorfo naturalistico (nachash) gli scribi nuragici, di cultura linguistica semitica, intendono descrivere così il tempo divino infinito  rispetto al tempo umano finito. Descrivono la cosa più stupefacente (stupefacente anche per noi scolari scafati della fisica moderna): la durata eterna del mondo, data dal 'Lui eterno, luce eterna e, soprattutto, TORO ETERNO (o FALLO ETERNO').


Pro. Gigi Sanna, autore, ricercatore, esperto di antiche scritture e alfabeti, con particolare riguardo a quelli della Antica Civiltà Sarda


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E' SEMPRE IL TORO QUELLO CHE CONTA.(prof. Sanna)






1 commento:

  1. Meraviglioso. Magari anche i sardi con il serpente rappresentavano l'energia Kundalini.

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