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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

martedì, dicembre 22, 2020

💜la festa ebraica della Chanukkah

 Da oggi, giovedì 10 dicembre, da questa sera, fino a venerdì sera 18 dicembre, si celebra la festa ebraica della Chanukkah


La parola Chanukkah significa inaugurazione o consacrazione, perché il 25 di Kislev venne inaugurato il nuovo altare nel Tempio di Gerusalemme, dopo la liberazione della Giudea dall'occupazione Siriana ellenica di Antioco IV Epifane. I Maccabei dovettero ripulire il Tempio dagli idoli e costruire un nuovo altare perché quello precedente era stato profanato.


Il miracolo di Chanukkà è narrato nel Talmud. La festività, durante gli otto giorni, è caratterizzata dall'accensione dei lumi di un particolare candelabro a nove braccia chiamato chanukkià.


La storia, riportata nel Talmud, racconta che, dopo la riconquista del Tempio di Gerusalemme devastato in parte dagli ellenici, secondo il rituale la menorà del Tempio doveva essere illuminata permanentemente con olio di oliva puro, ma si trovò olio sufficiente solamente per una giornata. I sacerdoti asmodei prepararono una menorà di ferro e stagno ed accesero comunque i lumi: miracolosamente quel poco olio durò il tempo necessario a produrre l'olio puro, otto giorni, da questo episodio deriva l'usanza di accendere la chanukkià..


Il numero sette è spesso ricorrente nella Bibbia: nella Genesi, sette furono i giorni della Creazione; nell’Apocalisse, sette i grandi Arcangeli e sette le chiese di quel tempo (Efeso, Smirne, Sarsi, Tiati, Pergamo, Filadelfia e Maodicea); nello stesso capitolo si parla di sette angeli, delle sette trombe, delle sette coppe ricolme dell’ira di Dio, delle sette piaghe, dei sette suggelli del libro chiuso; della bestia trionfante dalle sette teste…


Il numero sette della Menorah lo ritroviamo anche nell’Indusmo. Secondo la Baghavad Gita, il sacro libro dell’Induismo, sette furono i Veda dell’India illuminati dal “fuoco sacro”, simbolo del focolare domestico e della famiglia. Tutto ciò, in verità, è molto simile a quanto viene affermato nel Nuovo Testamento, laddóve si parla delle sette virtù, dei sette sacramenti, i sette doni dello “spirito santo”, i sette campioni della cristianità, i sette vizi capitali, le sette opere di misericordia spirituale, le sette opere di misericordia corporale.


Anche nel “Libro dei morti” sette furono i geni della visione di Ermete, l’autore di una serie di scritti che risalgono alla tarda età ellenica (II e III secolo d.C.).


Nello Zend-Avesta, il sacro libro dei Persiani, il Candelabro a sette luci sta ad indicare che sette furono gli “ansaspendes“, i sette diffusori di verità dei Parsi, ultimi rappresentanti dell’antica Comunità Zoroastriana iranica. Essi, infatti, furono costretti a lasciare il Paese, rifugiandosi in India, dopo lo sbarco degli Arabi (anno 716) e la conseguente islamizzazione della Persia.


Anche nella religione islamica il numero sette è ricorrente. Per l’Islam, il Mondo è retto da sette colonne che poggiano sulle spalle di un gigante, sostenuto da un’aquila posata su una balena che naviga nel mare dell’eternità.


La sapienza greca, che riteneva il platonismo la massima espressione della bellezza, indicava nei sette sapienti e nelle sette meraviglie del Mondo la perfetta armonia tra pensiero ed azione. Interessante è soffermarsi su come furono rappresentati i  “sette Saggi“:


Cleubolo, che con una bilancia retta dalla mano invita ad essere giusto;

Pittaco, con un ramo d’olivo in mano, ed un dito sulle labbra, simboleggiava il “taci, e se devi parlare porta pace e non odio“;

Solone, con un teschio in mano invita a riflettere sulla morte che incombe;

Pariandro, dall’espressione calma e rassegnata invita a tener lontana l’ira;

Talete, simboleggiante la “sapienza infinita“;

Chilone, con uno specchio in mano invita alla conoscenza di sé stesso;

Biante, che sollevando un uccello in gabbia, induce a riflettere sul valore della libertà.


Da quei Templi di meditazione e sapienza, successivamente, quando l’Umanità sembrava ormai sprofondata nelle tenebre più fitte, sorsero i Grandi Iniziati come Krisna (l’organizzatore del bramanesimo), Amos (il liberatore dell’Egitto dopo 900 anni di dominazione degli Hicsos), Mosé (modellatore di energie e risvegliatore delle anime), Orfeo (il cantore del Verbo-Luce), Pitagora (il mistico dell’amore e della libertà), Platone (assertore della bontà come eredità iniziale, continuazione e cultura della vita), Cristo (portatore di grazia e carità per rinfrancare gli uomini dalla schiavitù, dal dolore, dallo spavento, dall’ignoranza e dall’odio).


Sette sono i Cieli del sistema Tolemaico, che sosteneva la concezione geocentrica con la Terra di forma sferica, immobile al centro dell’Universo.


Tornando alla Menorah ebraica, nella stessa Kabbala l’uomo è strutturalmente triplice (materia, anima e spirito) ma settemplice nell’evoluzione, cioè:


capacità vegetativa, nascita e sviluppo del corpo;

capacità nutritiva, mantenimento del corpo;

capacità sensitiva, contatti sensoriali col mondo fenomenico;

capacità intellettiva, riflessioni e sintesi;

capacità sociale, rapporti con i suoi simili;

capacità naturale, rapporti con la natura;

capacità divina, armonizzare la vita con la realtà di Dio.


(dal Web)

la festa ebraica della Chanukkah


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