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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

giovedì, dicembre 03, 2020

💛 "Bundu /Bindu/Bindi"

 "Bundu /Bindu/Bindi" 


Mi stupisco sempre di come certe parole sarde abbiano poi una risonanza, sia grafica, sia semantica, anche con altre parole di lingua apparentemente diverse e lontane anche geograficamente, come il sanscrito, il giapponese, e altre lingue


Il  "Bhundu/Bundu", è il nome di una maschera tradizionale Sarda di Orani, paese in provincia di Nuoro 

La particolarità è che ha il  volto  rappresentato con una maschera ovoidale, fatta di sughero, dipinta di rosso con un grosso naso a punta, e i baffi bianchi. 

 Indossa l’antico abbigliamento contadino, pesante  cappotto invernale, e un ampio sacco "de vresi" , d' orbace, camicia, "su groppette", il gilet, e pantaloni in velluto con gambali alti

Ha un lungo forcone, un tridente, in legno di Olivastro, detto "su trivutzu" 

"Sos bundos", mettono in scena il rito della semina, con un gran vociare che emula il rumore del vento, e il loro essere metà uomini e metà bestie, fa in modo che  essi stessi siano simbolicamente semi per nuovo raccolto

Quei semi portati dal caos della tempesta del vento che rappresentano, capaci di scegliere se essere semi cattivi, quindi votati agli istinti animali, o se essere semi buoni, e quindi votati ad essere semi consapevoli, portatori di bene, di consapevolezza e di Abbondanza


Per questo il Bundu porta con sé delle spighe di grano,  il contenitore in sughero detto "su moju", con del grano pronto per la semina.

Li si vede anche a gennaio, per le celebrazioni di Sant'Antonio, con dei grandi falò, attizzando il fuoco con i loro trivutzi, affinché si creino fiamme alte

È una maschera arcaica che risale fin dai tempi antichissimi, e rappresenta l' Anima primordiale, l' Essenza stessa del Creato, che si identifica con la forza creativa del vento

Anche  la Kundalini, la nostra energia vitale, quella che ci connette con le energie di Madre Terra e dell' Universo, è considerata la Madre dei venti

Le corna del Bundu, sono una rappresentazione taurina/ uterina dei cicli lunari di nascita/morte /rinascita 

Il mantello, detto anche "su saccu" , poteva essere bianco o nero, a seconda che si volesse rappresentare la fertilità o la morte 

Il Bundu è al contempo demone e speranza, poiché essendo vento e seme, porta pioggia, o diluvio,  distruzione

Figura antropobovina, dove l' uomo si fonde con l' animale, perché insieme, creano il seme, la potenza creatrice


La cosa straordinaria è che questa parola , Bundu, è assolutamente simile, nel grafismo, e anche nella simbologia, ad una parola sanscrita, "Bindu" , che riguarda proprio il chakra della creazione, l'ottavo chakra

Generalmente vengono presi in considerazione solo i nostri sette chakra, ma ce ne sono anche altri, ugualmente importanti

E il chakra Bindu, è importantissimo, proprio in correlazione anche a questa maschera Sarda del Bundu, perché anche il significato di questa parola Bindu, è "seme" 

Io non mi stupisco mai di queste straordinarie correlazioni semantiche e grafiche tra lingue diverse, soprattutto quando si tratta di lingue antiche come il sardo e il sanscrito, poiché  significa che i contatti e le contaminazioni tra le due culture sono stati notevoli

Il Bindu, quindi, che si trova nella parte centrale del cervello, è il punto di partenza della parte consapevole della creazione e delle vibrazioni, che si esplicano in una secrezione chiamata "nettare Bindu", l' amrita, e si trasmettono ad ogni cellula, legandosi al DNA, dando origine all'energia Bindu

È la sede del Conscio, della creazione consapevole, e dipende da noi, se fare  del Nettare del  Bindu, un'ambrosia immortale( ambrosia per i greci, amrita per gli induisti), lo stato più elevato della materia, la fusione degli opposti, la medicina sacra, per la propria vita o il veleno


Si parla di Bindu come principo femminile creativo principale

E qui la correlazione con la maschera del Bundu sardo è evidente 

Le corna taurine /uterine richiamano la falce di luna, l' unione del principio maschile e femminile,, e nella simbologia induista,  rappresenta proprio questo, perche nessuno ha accesso a questo Bindu, tranne Parāśakti. (la Divina Madre Creatrice consorte di Śiva)

Tutti gli atti del Divino hanno origine da questo Bindu, poiché solo qui avviene l’unione procreativa Divina di Śiva e Śakti.


La simbologia del Bindu è uno spicchio di luna, proprio come le corna del Bundu sardo, perché è collegato agli stati del sistema endocrino, alla coscienza individuale, che è una Coscienza parziale e momentanea rispetto all' infinità del Sahasrara, la conoscenza universale

I bramini, in questa parte della testa, sopra la prima vertebra cervicale, tengono un ciuffo che non radono mai, lo Shikha in sanscrito, da tenere legato stretto stretto per acquisire una consapevolezza indelebile del bindu

Ed è lo stesso motivo per cui i monaci cattolici, fino alla riforma del 1972, tenevano i capelli perennemente rasati in quella zona, creando la chierica, per favorire la consapevolezza e l' unione con il Divino

Perché di questo si tratta, sia che si parli di Bundu, maschera Sarda, seme creativo trasportato dalla potenza del vento, che di Bindu, seme della consapevolezza creativa, frutto dell' unione delle due polarità, dei due sposi divini

Si parla di Bindu rosso come principio femminile creativo principale, come il mestruo femminile, come il colore rosso della maschera del Bundu sardo, il vento creatore, il caos primigenio, e del Bindu bianco come principio maschile, legato al liquido seminale, bianco come i baffi del nostro Bundu, l' unione dei quali, attraverso il concepimento, esprime la perfezione


Entrambe rappresentano la sede della creazione totale, l'essenza del cosmo, l' intelligenza umana creatrice e consapevole

E la forma ovale della maschera del Bundu sardo, insolita, tra le maschere, così ovale e rossa, richiama il Bindi ( che giostra.. Bindi/Bindu/Bundu), il segno rosso ovale o circolare induista, che viene posizionato tra le sopracciglia, nel sesto chakra Anja, in prossimità del terzo occhio, della sinergia tra le due polarità, dove vi è la sede della potente energia nascosta, il punto di uscita della kundalini

Si dice che il Bindi posizionato proprio in questo punto possa trattenere l'energia della kundalini


E la maschera del Bundu sardo, è proprio ciò che fa, energeticamente 

È come un grande Bindi, un punto rosso enorme del terzo occhio 

Quel punto di consapevolezza, dove uomo e animale si incontrano 

Dove nettare e veleno si incontrano 

Dove vento e distruzione si incontrano

Dove maschile e femminile si incontrano


Il Bundu Sardo, come il Bindu, l' ottavo chakra, rappresenta il punto di equilibrio, il saper gestire il Fuoco interiore, il proprio nettare, la propria Amrita, con maestria, e convogliarla in energia feconda, creatrice, e non distruttrice, come può essere il vento che crea danni, invece di favorire il diffondersi dei semi, piuttosto che la loro dispersione

La maschera mette in contatto con la dimensione divina

Amplifica la maestria di Essere il divino in forma umana


Ecco perché il Bundu ha un "trivutzu" , un tridente in legno di olivastro

L' Olivastro, come l' olivo, è sacro

Con esso domina il fuoco, che significa dominare l' animalita' delle passioni, degli istinti animali

Fare arrivare le Fiamme ad una consapevolezza maggiore

Il  Bindu, l' Ottavo Chakra, il Seme creativo primordiale, è composto da tre "gocce", da tre semi creativi

Il Sole(Surya) , la Luna( Soma) , il Fuoco(Agni), e sono le tre forze creatrici 

Proprio come le tre forze del Tridente, de su trivutzu del Bundu

Il Sole e la Luna nelle corna taurine /uterine, e il Fuoco che attizza con Fiamme sempre più alte

Questo stato di non - dualità, esemplificato da una maschera che ha in sé sia elementi maschili che femminili, dove la mente è libera da vincoli, da realtà convenzionali, che è libera, come un respiro di vento

Questo "seme/nettare" è la base per il sorgere del corpo umano


È la "Jnana", parola indù che deriva da "Jna", che significa conoscere, ha lo stesso significato della parola "gnosis" greca, la conoscenza catarchica e liberatrice

Jnana, "conoscere" 

Troppo simile alla parola  " Jana" sarda

Perché essere Jana, significa conoscenza 

Conoscenza ancestrale


Il Bindu produce, nel retro della cavità sopra il palato molle, il fluido, l' elisir di lunga vita, l' Amrita, immagazzinato poi dal chakra Lalata, il nono, sulla sommità della fronte, e riversato nel chakra della Gola, il quinto, il chakra Vishudda( avevo già scritto in un mio precedente post della correlazione tra Vishudda e "udda", due apparati creativi e anatomicamente simili. Uno che crea con il suono, e uno che crea con il "sono", che dà vita ad una nuova identità), che lo purifica e lo riversa nel corpo

Amrita, il nettare divino che dona l' immortalità, prodotta dal chakra Bindu, quando è attivo, quando siamo particolarmente creativi, connessi al Divino, è una secrezione altamente inebriante

Il Soma, nei Veda, e il Madya, il Vino Divino nei Tantra

Ne parlano molti poeti Sufi, come di un dolce vino che causa un' immediata ebbrezza

Lo stesso simbolismo dei rituali cristiani dove il vino è consacrato e bevuto come un Sacramento 

Gli Yogi possono vivere di questo fluido, anche senza cibarsi, perché è il liquido della vita stessa, che serve a mantenere in vita il corpo fisico


Il nettare di Amrita, scende nel Terzo chakra, quello del plesso solare, Manipura, che è il centro energetico della nostra autoaffermazione, della nostra forza vitale umana, dei nostri desideri, talenti, aspirazioni, il nostro centro energetico del Fuoco, e lì viene bruciato

Per celebrare la Nostra Forza Vitale

Ecco perché "Su Bundu", la Maschera Sarda, attizza il fuoco

E nel contempo, celebra, d' obbligo, con il nostro nettare di lunga vita sardo : il Mirto.


Osservate 

Nelle lingue antiche, come nell'ebraico, le vocali non c'erano

aMRiTa

MiRTo

MRT in comune, nella stessa sequenza


Non mi stupiscono più queste coincidenze. Il mirto per noi è sacro. È nettare di lunga vita che connette al divino

È il simbolo stesso della Sardegna

Il nostro nettare immortale 

Nell' ugola, esattamente, abbiamo il Lalana chakra, o Talumula, una riserva ghiandolare, tra il chakra Bindu e il chakra Vishudda della gola

Quando il nettare amrita stilla giù da Bindu, oltre che arrivare anche al plesso solare, viene immagazzinato in Lalana, sopra il palato molle, nella cavità retronasale( si, proprio lì, dove arrivano con i tamponi nasali, a cercare il nettare dell' immortalità), e lì rimane inattivo, scorrendo verso il basso per essere consumato nel fuoco di Manipura, del plesso solare

Ma con alcune pratiche, si può convogliare verso il chakra della gola Vishudda, che è il chakra creativo della consapevolezza, che evita il deterioramento dell' aMRiTa e che vada a finire nel fuoco del chakra più  basso, quello del plesso solare, bruciato

L' aMRiTa, dovrebbe restare nei chakra alti, nel chakra creativo della gola,  il Vishudda, il chakra del Suono, della nostra emissione, della nostra manifestazione, in quel "suono che sana" 


Si dice che quando la Kundalini è in Vishudda, si goda di eterna giovinezza 

E il chakra Bindu rappresenta la potenzialità del seme

Il potenziale evolutivo dello stesso Dna

La ripetizione della forma divina originaria, quella Divina


Il Mirto in Sardegna e come l' aMRiTa, la celebrazione degli Dei

Mirto in sardo si dice " Mutta" 

Mutta

Mutteḍḍu 

Muttettu

Il mirto consente l' evoluzione, la ripetizione, la duplicazione di quella frequenza divina di immortalità 

Pranu Mutteḍḍu 

Pranu, prana. Energia

Mutteḍḍu 

Lo abbiamo visto insieme, la volta scorsa, parlando di Goni, del Seme

Anche Goni è un seme, come lo è il Bundu, come lo è il Bindu


"Sa Mutta", il mirto, si ferma proprio lì dove si crea il Muttetto, nel chakra della gola

Lì si espande, e diventa creazione terapeutica, guaritrice

Sono convintissima che il mirto, oltre alle sue proprietà di pianta sacra, consacrata a Venere, all' Amore, utilizzato per gli incantesimi d' Amore e per mantenere vivo il fuoco dell' Amore, sia il nostro elisir di lunga vita, la nostra ambrosia, la nostra Sacra Amrita

Il nostro nettare degli Dei

I nostri geni " di lunga vita", sono oggetto di studio e di ricerche in tutto il mondo

Tanti fattori, sicuramente, che contribuiscono a questo primato, tra, cui sicuramente il mirto, il vero Principe indiscusso

Delizia del palato e dell' Anima, da secoli, probabilmente, e coadiuvante in tutte le pratiche sciamaniche che prevedevano una maggiore connessione con il divino

Perché mirto è anche un po "morte" 

Morte di stessi, per lasciare spazio al Divino, che è già in noi, come un seme


Tiziana Fenu 


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