La donna è come un frutto che esala la sua fragranza solo quando una mano la strofina
Tratto da "Afrodite" di Isabel Allende
È stato il mio canovaccio emotivo che mi ha sempre accompagnato .
Ho imparato con il tempo a capire di quali "mani" avessi bisogno per profumare.
Ho lasciato andare amorevolmente quelle che non lo facevano o non lo avevano mai fatto, anche dopo una convivenza più che ventennale sancita da un impegno sociale che non mi rappresentava più.
Sono diventata peggio della lampada di Aladino, in ogni settore.
Come quelle cartine esterne di certe confezioni di profumazioni per l'ambiente, dove, se sgratti un po', ne senti la fragranza.
Chi, o cosa, non mi sgratta l'anima, non necessita della mia Energia, né io di essa
Le mani sono sempre a coppa, pronte a ricevere
Ma all' interno, come fonte battesimale ricolma di acqua e dei fiori che rappresentano la mia fragranza, che sancisce ad ogni nuova coordinata, un nuovo battesimo di inizio, se inizio non è, se non sento profumo di me stessa, se non riesco ad esprimermi, a manifestarmi, unisco le mani, ringrazio e procedo da sola.
Le mani di chi mi sfiora, dopo averle baciate e benedette per questo contatto, per questa connessione, devono profumare di Me
E inalando profondamente, devo sentire anche il profumo della pelle dell'altro, che mi ha concesso di riconoscermi
Mi devo ri- conoscere nell' altro.
In uno scambio vicendevole
Conoscermi
Conoscerci nuovamente
Come fosse sempre la prima volta di ogni Inizio di Me Stessa, benedetto d' Incanto
Tiziana Fenu
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