Ho già avuto modo di parlare del nostro altare sacro di Monte d'Accoddi, riguardo la dimensione cultuale in Sardegna(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/la-dimensione-cultuale-in-sardegna.html?m=0)
"Gli Anitichi Sardi non invocavano nessuna divinità. Gli antichi sardi avevano un rapporto diretto con la divinità, nessun intermediario con uomini e Donne divinizzati.
Il Divino era già in loro.
E in questa cura che hanno riservato loro genitori cosmici, Padre /Sole/ Toro e Madre/ Luna/ Acqua, l'hanno suggellata, in quella che è un'opera unica in tutto il bacino del Mediterraneo, il tempio altare del Monte d' Accodi, in provincia di Sassari, risalente al 3.200 a.C. circa( periodo del Neolitico Medio) , che diversamente dalle altre Ziggurat, è stato dedicato al culto della luna e non del sole, e che ricorda per la sua forma, le ziqqurat diffuse in Mesopotamia nel III millennio a.C.
Intorno al 3000 a.C, nell’area precedentemente occupata da un villaggio , si decise di costruire un primo altare, costituito da una terrazza di forma quadrangolare detto “Tempio Rosso”, poiché la sua superficie era intonacata e dipinta con l’ocra rossa, chiaro riferimento al sangue mestruale, e alla fertilità .
Una rampa lunga 25 metri consentiva di salire fino alla sommità su cui era situata la cella, una struttura rettangolare, della quale si conservano resti del pavimento e una parte del muro perimetrale alto 70 centimetri.
Un centro cerimoniale con necropoli e Domus ai lati del Santuario, con un Menhir Alto 4 metri e mezzo, chiaro simbolo di potenza Fallica, e dei massi in pietra sferoidali tutti intorno, tra cui uno in particolare, un' Omphalos, un ombelico, centro del mondo, di 5 m di circonferenza
Cinque, come il numero che indica i 5 elementi, acqua, aria, terra, fuoco ed etere, quindi chiaro Simbolismo della congiunzione tra umano e divino.
L' omphalos era un oggetto del simbolismo religioso ellenico che si credeva consentisse la comunicazione diretta con gli dei, come quello a Delfi, il cui nome significa " grembo".
Le pietre di Omphalos sono state trovate anche in siti come Tebe e Karnak in Egitto e negli edifici della cultura Vinca nell’Europa sud-orientale.
Cinque come numero collegato alla simbologia del Toro.
Un Omphalos che indicava, nelle varie civiltà, un centro cultuale importante, un ombelico di rinascita simbolico.
Un "biddio", tradotto in sardo.
Un " biddio" che riuniva una "bidda" , la comunità, il paese.
E la comunità, si riunisce quando ci sono dei rituali che celebrano la vita su un Altare Sacro, come quello di Monte d'Accoddi, e quindi, dei rituali sacri di Unione Ierogamica Divina, Sacra, tra Sole e Luna, tra cielo e terra, tra maschile e femminile.
All'interno pare ci fosse un letto sacro dove si compiva il rituale della rigenerazione.
Il nome "Accoddi", come ho letto da qualche parte, rimanda foneticamente, ad un verbo sardo che indica l'unione sessuale, il verbo "coddare", anche se si è involgarito nel corso del tempo, come è successo al sintagma sacrale " udda", che indicava, come spiega il prof. Dedola, e di cui ho fatto già cenno in precedenti post, un ritornare al sole, all' Uno, al Primordiale Grembo Materno, e che è rimasto ad indicare, in modo anche volgare e popolano, la vagina.
Anche se ufficialmente, pare che il nome " Accodi", significhi "Monte, collina da Code", delle pietre, anche se resta comunque forte, e non casuale, la risonanza fonetica con il verbo "coddare", visto che si tratta di un luogo di culto Sacro dove si svolgevano i Sacri rituali Ierogamici
Avevo scritto, riguardo la simbologia dell'Uovo Cosmico anche un post, ijn correlazione anche al pozzo di Santa Cristina( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/simbologia-uovo-cosmico.html?m=0)
Ma oggi vorrei puntare l'attenzione su alcuni piccoli particolari.
Come si evince dalla foto di Fabrizio Pinna, nella prima immagine, abbiamo un modulo di 7 cornici, o gradoni, sulla sinistra, e 14, sulla destra, dove si vede una figura che sale i gradini.
Abbiamo quindi lo stesso modulo dello "speculare /doppio", che abbiamo anche nel pozzo di Santa Cristina, dove, come ho scritto tante volte, i i gradoni per scendere sono 24, e quelli speculari, per risalire, sono in numero dimezzato, 12
(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-la-piantina-del-pozzo-di.html?m=0)
"gradini che portano al bacile della Tholos, rappresentino l'ascesa, prima in verticale come gerarchizzazione egoica, poi la discesa dell'uomo all'interno di se stesso,, in umiltà e accoglienza.
24 gradini per scendere nel grembo di se stessi.
E 12 gradini per risalirne trasformati, divinizzati.
Infatti il 12 è composto da 1 + 2 e rappresenta il ternario divino, nella sua riduzione teosofica
A 12 anni si facevano anche tutti i riti iniziatici nelle culture antiche di passaggio verso un età adulta, che si lasciava le spalle la fanciullezza
Il 12 si ottiene anche moltiplicando il 3 per il 4
Il divino che entra e si manifesta nella materia
Abbiamo un 3 e un 4, anche nella data del 21 aprile.
21 aprile
21 e 4
3 e 4.. Divino e materia
12 come i gradini virtuali superiori di risalita. Si risale divinizzati.
E la ierofania solare proprio sul dodicesimo anello lo dimostra.
Sì scende percorrendo 24 gradini
24 come somma fa 6. Il "6" è l'unione degli opposti. Il Maschile e il Femminile. La Co-creazione. "Gli Amanti" degli Arcani Maggiori.
Su questo "12", e sull' importanza che avesse per i Sardi nuragici e prenuragica, si sono soffermati anche alcuni studiosi, (come il prof. Gigi Sanna) in particolare su questa formula santificante del nome di Dio, "Santu Doxi", " Santo Dodici"
Il che è perfettamente consono, dal mio punto di vista, visto che la numerazione nuragica era sessagesimale, cioè in base 12, al considerare il 12 e i suoi multipli ( come i gradini del Pozzo, 24 e 12) come simboli portatori di sacralità
Dodici che è un perfetto equilibrio di riduzione teosofica(1 + 3) e di materia (4) che si unisce al divino (3)
È tutto un richiamo finissimo ed estremamente equilibrato, alla complementarietà degli opposti"
Quindi, abbiamo la stessa dinamica energetica divinizzante, in questo altare, considerando che 7 è il numero dei giorni di una delle quattro fasi lunari, come lo è il 14, i giorni di luna calante e luna crescente, mentre il 15, che coincide con la piattaforma della struttura, rappresenta simbolicamente, il giorno più fertile.
Il Numero 15 è da sempre consederato un numero Sacro, onorato, nelle varie culture e civiltà, come simbolo del Sacro Femminino, il giorno più fertile del ciclo mestruale, il giorno dell'ovulazione.
Ciclo mestruale femminile che corrisponde anche al ciclo lunare.
Inoltre, il numero 15, in riduzione teosofica, diventa un numero 6, l'unione degli Opposti, gli Amanti, Arcano Maggiore VI, nell'interpretazione tarologica.
Abbiamo gli Amanti Divini anche qui.
Per questo motivo, la piattaforma dell'altare, è proprio come se fosse un'altare, dove si celebra l'unione ierogamica tra Opposti, tra maschile e femminile.
Una simbologia numerica perfettamente consona al valore simbolico e funzionale della struttura.
Struttura, che, vista dall'alto, sembra uno dei tanti pilastri di Gobleki Tepe, lo straordinario sito archeologico turco, risalente a 12.000 anni fa, che presenta similitudini con i nostri siti( la conformazione ad utero, la H nei pilastri, gli stessi pilastri a T..
La conformazione a T, di per sé, indica una zona Sacra di confine tra le due dimensioni. Indica una zona Sacra, divinizzata.
Un portale degli Dei.
Come quando la si trova anche in certe riproduzioni, come il setto nasale e l'arcata sopraciliare a "T", presente anche nei nostri Giganti di Mont'e Prama e nelle nostre dee Madri di Cuccuru S'arriu. Sono esseri divinizzati.
Ma non solo.
L'orientamento dei pilastri centrali nei recinti principali del sito di Gobleki Tepe, puntano a Nord, verso Deneb, che è la stella più luminosa della costellazione del Cigno, la parte finale, la Croce del Nord, e puntano verso la Via Lattea, che, abbiamo visto molte volte, era, per gli Antichi Sardi, la via di ritorno verso l'altra dimensione.
Il luogo delle divinità, il centro della creazione della vita, della rinascita, e dell'universo.
Ho controllato su Google Earth.
Anche l'altare di Monte d'accoddi, è perfettamente orientato verso Nord, verso Deneb, che era la stella Polare nel 10.900 a.C. ( le stelle polari cambiano ogni 2000 anni circa. Adesso siamo sotto Polaris, la stella più luminosa dell'Orsa Minore).
Una stella Polare, quindi, visibile proprio durante l'edificazione del sito di Gobleki Tepe, che ha importanza simbolica in ogni Civita e in ogni contesto, come avevo scritto tempo fa
( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0), un anno e mezzo fa, prima ancora di scoprire, poco dopo, che gli ingressi dei nuraghi, hanno l'angolo aureo a 72 °, come l'ingresso del pozzo di Santa Cristina
"E quel triangolo sagomato dell'ingresso dei nuraghi è proprio la sezione del cono.
Cono.
Cunnu/cuno (apparato riproduttivo femminile).
Ma la sezione del cono triangolare, anche come la costellazione del Cigno, per la quale si fa riferimento nella stele di Thutmose III datata più o meno 1500 a. C, nelle quale si legge delle 9 stelle della costellazione del Cigno, in riferimento alla confederazione sarda dei "nove archi", i Pelasgici, gli Antichi Sardi
“Ho legato in fasci i Nove Archi, le Isole che sono in mezzo al mare, i popoli stranieri ribelli. Come in cielo governano 9 dei , così in terra dominano i Nove Popoli. Il mio bastone ha colpito i Nove Archi”.
Naturalmente, parlando del bastone, un bastone di potere, si riferisce a quel bastone chiamato guardacaso, come il nostro fiume sardo, il Tirso. Il bastone che aveva sulla Sommità, la rappresentazione della ghiandola pineale, la pigna, e che è spesso rappresentato come una ipsilon, spesso con due animali totemici bifrontali, poiché rappresenta la nostra Kundalini, la nostra energia vitale collegata al divino, con le sue due nadi, maschile e femminile, unite in sinergia"
Kundalini, con i suoi 7 chakra, come i 7 gradini sull'altare del Monte d'Accoddi, un percorso iniziatico per ogni fase della Luna, per ogni quarto di luna, fino ad arrivare al 28, la completezza.
2+8= 10, Sacro Archetipo Ebraico Yod, funzione "concentrazione", il punto centrale della creazione, la prima lettera del tetragramma divino YHWH, o trigramma, YHW, come troviamo qui in Sardegna.
Se poi aggiungiamo la piattaforma cerimoniale diventa un 7x4 =28
2+8=10
10+1=11
Il numero 11, è la coppia Sacra, le Fiamme Gemelle, che si univano in riti ierogamici nelle Antiche Civiltà, come Atlantide e Lemuria.
Come hanno continuato a fare sull'altare Sacro di Monte d'accoddi.
Su tutta la simbologia della costellazione del Cigno, vi rimando al link del mio post a riguardo
(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0).
Tra importante, sottolineare, in questo post, la sacra numerologia dei gradoni, e la conformazione a T, non solo come quella dei pilastri di Gobleki Tepe, ma anche con lo stesso orientamento a Nord, verso Deneb, stella Polare di 12.000 anni fa, e verso la via Lattea.
Credo che questo particolare sia straordinario, da non sottovalutare.
Perché si ha l'insana abitudine a datare cronologicamente, in tempi recenti, il nostro patrimonio archeologico?
Questo altare, non potrebbe essere stato edificato nello stesso periodo della Stella Polare Deneb?
Si parla di ritrovamenti di statuine che risalgono al 50.000 aC, e sulle nostre Dee Madri, e sulla Venere di Macomer, si parla di "10.000" aC.
Poi parlano dei Giganti di Mont'e Prama, come risalenti all'800 aC.
Io non so proprio dove vogliano arrivare, con le datazioni.
Tutto, compresi i nuraghi, andrebbero retrodatati di millenni. Tutto.
E poi, guardiamo con ammirazione gli altri siti archeologici, gli altri manufatti.
E sembra che la nostra Antica Civiltà Sarda sia nata l'altro ieri.
Che non abbia una storia.
No, non ce l'ha. Gliela abbiamo portata via noi stessi, con queste datazioni assurde, che non collimano con l'evidenza dei fatti.
Monte d'Accoddi.
Gobleki Tepe.
L'altare sembra un gigantesco pilastro di Gobleki Tepe, e indica una zona Sacra. Stesso orientamento a Nord.
Stessa conformazione a costellazione del Cigno, a T, sia in un caso, che nell'altro.
C'è troppa evidenza, per essere trascurata.
Sei, settemila anni di differenza, di vuoto cosmico nel quale si è volutamente persa la memoria della nostra civiltà, fanno la differenza, eccome, che ancora si fa fatica a dire "Antica Civiltà Sarda", antica scrittura, Antichi Giganti, e Altare Sacro Primordiale, così come lo è stato per altre cose.
Il Serpente Piumato (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/il-monolite-di-mamoiada.html?m=0)
La Dea Madre scarabeo( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/lo-scarabeo-umanoide-egizio-khepri-e-la.html?m=0), solo per citarne solo due, e per le tante altre cose che ho sempre sottolineato nei miei scritti.
Memoria non è solo ricordare.
È rendere onore ad essa, con il senso del giusto.
Perché è giusto che sia così.
Tiziana Fenu
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