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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

lunedì, luglio 18, 2022

💛Navicelle di Mandas

 Da un post di prof Montalbano( https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=5431071690291653&id=100001666287370), riguardo due navicelle nuragiche, ritrovate nel territorio di Mandas, di cui riporto il testo integrale.

"Il territorio di Mandas, borgo della Trexenta, nell'area centro-meridionale della Sardegna, un tempo ducato e snodo commerciale dell’Isola, ci ha regalato due spettacolari manufatti in bronzo a forma di imbarcazioni. Realizzate quasi 3 mila anni fa, entrambe sono caratterizzate a prua da una testa di animale munito di corna ma sono profondamente differenti nello scafo e nella dotazione di bordo. Una presenta l'albero per la vela e una battagliola con due ordini di triangoli contrapposti; l'altra è elegante e sobria, e nella parte posteriore (poppa) ha due elementi cilindrici a fungo (con testa piatta). 

Questi stessi elementi, sono presenti in numero di 6 nella nave a pianta triangolare, definita trilicne dagli studiosi. Nel mio libro sulle navicelle ho spiegato perché ritengo siano simboli di nuraghi. L'albero della barca termina con un capitello a forma di ballatoio di nuraghe, e sulla sommità troviamo l'anello a forma di sole e una colombella a forma di luna crescente rivolta verso poppa, forse a suggerire che siamo di fronte a una barca funeraria che naviga verso il mondo dei defunti mentre la colombella, animale sacro a Venere e totem dei marinai, guarda verso il mondo dei vivi, appena lasciato dal dedicante. Questi pregiati oggetti sono testimoni di un mondo mistico, legato al sacro  impregnato di magia e mistero. 

Ambedue sono conservate al museo archeologico di Cagliari."


Riguardo le navicelle, ne avevo già accennato in altre occasioni. 

Riguardo la rappresentazione della pavoncella a mezza luna, ne avevo fatto riferimento a proposito si una moneta dell'imperatore romano Nerva, primo degli imperatori adottivi, regnante dal 18 settembre 96 fino alla sua morte avvenuta nel 98.(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/12/moneta-romana-con-nuraghe.html?m=0) 

"Si tratta di una serie di monete ritrovate nella necropoli  dell'isola Sacra, presso la foce del Tevere, nel comune di Fiumicino.

[...] Sull'altro lato, presenta  quella che sembrerebbe la rappresentazione dell'albero centrale delle navicelle shardana, con un anello rotante sormontato da una mezzaluna o, spesso, da una colomba, che probabilmente serviva per l'orientamento durante i tragitti.

Si è parlato di bussola con sestante(teoria dell'archeologo Mario Pincherle), o di un alloggio per un albero più fine, il pennone, al quale veniva applicata una vela triangolare, secondo l'archeologo olandese Hans ten Raa, che consentiva di poter tornare agevolmente controvento.

Particolare, in questa moneta, è il segmento orizzontale, come una banderuola del vento, che indica, sembrerebbe una S, e una C, una falce di luna nel verso opposto, forse per indicare il sorgere del sole, l'est, e il suo tramontare, percorso che è identico a quello della luna, perché anche la luna, sorge ad est e tramonta ad ovest.

Alchemicamente è uguale al simbolo di Mercurio, non solo sinergia di opposti, ma Mercurio, per eccellenza è il comunicatore alchemico, anche per gli scambi commerciali, lo psicopompo"


La pavoncella/colombella è l'elemento femminile, alchemico, che consente la trasmutazione, il passaggio nella dimensione altra. Da sempre, gli uccelli, sono stati ritenuti ponte con il Divino. In particolare, la colomba/pavoncella, è arrivata, come iconografia, fino ai giorni nostri, in quanto indica la Forma con la quale il Divino, lo Spirito Divino, si manifesta. 

In molti dipinti, è rappresentata a testa in giù, come se fosse un nostro capovolto come quelli rappresentati nelle stele di Laconi. 

Rispetto all'asse della navicella, in questa seconda immagine della navicella di Mandas, noto che la direzione verso cui guarda la colombella/pavocella, è opposta alla direzione verso cui guarda la protome taurina. Se dovessimo considerare l'asse della navicella, come asse centrale, si potrebbe parlare di una direzione trasversale con asse sud/est- nord/ovest. O viceversa. 

Voglio dire. 

Perché non rappresentare nella stessa direzione, opposta, poppa/prua, della navicella? Anche l'ingresso della gradinata del pozzo Sacro di Santa Cristina a Paulilatino, è orientato verso sud est.

Asse sud/est-nord/ovest. 

Trasversale. 

Rispetto alla via del ritorno verso la costellazione del Toro, che consentiva simbolicamente, la rinascita, la reincarnazione, che avveniva, nell'era astrologica del Toro ( 4000-2000 aC circa), in occasione dell'equinozio di primavera, come ho scritto altre volte. 

Trasversale alla Via Lattea, che era considerata la via del ritorno dopo la morte, sull'asse "Iside(il Femminino), le tre stelle della cintura di Orione, che risultano trasversali rispetto all'asse lungo la via Lattea, e per ultima tappa Aldebaran, nella costellazione del Toro ( il Mascolino), le cui Iadi sono rappresentate dalle corna. 

Costellazione del Toro, di cui fanno parte anche le Pleiadi. 

Avevo già avuto modo di parlare delle Iadi, conformazione molto evidente in questa prima navicella, a proposito del fatto che il pozzo di Santa Cristina(la cui gradinata è orientata a Sud/est) rappresenti simbolicamente il pozzo delle acque sacre di rinascita, al centro delle Iadi, tra le due corna del toro( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/le-iadi-e-santa-cristina.html?m=0) 

Corna, che si sovrappongono, nel caso della seconda navicella, alla conformazione uterina. 

Come nelle Tombe dei Giganti( la conformazione dell'abitacolo della prima navicella sembra riprodurre la stele centrale centinata, delle esedre delle Tombe dei Giganti) . 

Un ritorno nel grembo della Grande Madre, attraverso l'elemento che più la rappresenta, l'acqua.

Un viaggio di ritorno lungo la Via Lattea, dove le tre stelle della cintura di Orione ( e sappiamo anche quanto i Giganti di Mont'e Prama sono legati ad Orione), risultano trasversali, rispetto all'asse  che si snoda da Sirio verso Aldebaran, tappa ultima del viaggio di ritorno lungo la via Lattea. 

Anche il pugnaletto nei nostri bronzetti Sardi, risulta trasversale rispetto all'asse del corpo. 

Verso il centro della fronte del Toro, dove c'è il terzo occhio, la connessione con il Divino. 

Sesto Chakra Ajna(ajna/jana, che corrispondenza..), dove le due energie, maschile e femminile, si intersecano, dando vita alla terza energia, quella esemplificata dal terzo occhio. 

Il sesto Chakra, viene rappresentato come una Vesica Piscis, e in molte rappresentazioni è presente un animale dalle lunghe corna, poiché le due corna rappresentano le due polarità.(https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/sesto-chakra-ajna.html?m=0)

E queste navicelle nuragiche, per la maggior parte, sembrano proprio, viste dall'alto, la rappresentazione centrale della Vesica Piscis, il "pesce/mandorla" mistica( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/navicella-e-vesica-piscis.html?m=0) 

Sono frutto di una Sacra Geometria che abbiamo trovato anche nelle proporzioni delle nostre Dee Madri, nelle stesse proporzioni dei Giganti di Mont'e Prama, il cui baricentro risulta essere proprio la cintura, perché sono intimamente connessi ad Orione, nel guerriero di Teti, negli angoli aurei a 72° e 36°, dell'ingresso dei nuraghi e del pozzo Sacro di Santa Cristina. 

Sono tutte proporzioni auree, che riguardano la Geometria Sacra, e il concetto di rinascita in seno ad essa. 

Perché, per la rinascita, si necessita di entrambe le polarità, dell'energia maschile, e dell'energia femminile

Lo abbiamo visto nella Domus de Janas di Pubusattile, a Villanova Monteleone, con il motivo della "scacchiera", una dimensione virtuale formata da entrambe le energie, portale per l'altra dimensione. 

Lo vediamo nelle Domus, rigorosamente orientate ai solstizi, quando il sole, entra a fecondare la terra, o a creare ierofanie divinizzanti come nel caso della Domus de Janas S'Incantu. 

Lo vediamo nei pozzi Sacri, quando il sole ingravida l'acqua e offre una possibilità di rinascita, come un battesimo a nuova vita. 

Lo vediamo nelle Tombe dei giganti, dalla forma taurina/uterina, dove il sole ingravida e vivifica la terra passando attraverso il passaggio uterino, alla base della Stele centinata, per offrire tutta sua potenza di rinascita anche lungo il corridoio. 

Queste navicelle hanno la stessa simbologia di rinascita, di unione degli opposti, sinergia necessaria, per questa trasmutazione alchemica, che risulta essere una koine' concettuale e simbolica presente in ogni manifestazione della nostra Antica Civiltà Sarda. 

È una triade creativa che è la base di tutta la nostra Antica cultura. 

La navicella triangolare ne è uno splendido esempio( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/la-navicella-triangolare-sarda.html?m=0), ed è altamente simbolica per il concetto di creazione, come le navicelle che hanno il corpo dell'imbarcazione come la sezione centrale della Vesica Piscis

"Un  torrione e sei torrette" di questa riproduzione di imbarcazione triangolare sarda.

Sei, il numero alchemico dell'Unione degli Opposti. 

Triangolare come la planimetria dei Nuraghi trilobati, penso, i più Sacri, a livello ritualistico. Triangolo, la cui evoluzione è la Stella a sei punte. 

La stella a sei punte della Sartiglia

Il fiore a sei punte sulla fronte della Maschera dei Boes. 

La stella a sei punte del simbolo della tribù dei Dan. 

L'esagono sul mento del Gigante di Mont'e Prama. 

Le tre protomi taurine che tirano la navicella in direzioni opposte tra loro, "obbligandola" ad una apparente fissità. Ma è solo apparente. 

Perché il punto "zero" della creazione è sempre statico, ma potenzialmente dinamico. 

È l'intersezione del maschile e del femminile, che trovano quell'equilibrio necessario per creare il punto zero, immobile, potenzialmente propulsore della creazione. 

[...] La stella a sei punte, se espansa in una dimensione tridimensionale, verso l'alto, così come si espandono verso l'alto i nuraghi, i nuraghi trilobati, forma la figura tridimensionale e solida del tetraedro ( due piramidi a base triangolare che si intersecano per il vertice, ruotando una in senso opposto all'altra), che è la stessa figura energetica tridimensionale della Merkaba, il nostro corpo energetico, formato dalle due energie, maschile, elettrica, e femminile, magnetica, che interagiscono tra loro e formano la dinamicità della creazione, della nostra consapevolezza, del nostro carro di luce. 

Il numero 6 è il numero della creazione. 

Un tre più tre, raddoppiato, e il triangolo ne rappresenta la base alchemica fissa. Padre, Madre e Figlio

Il punto zero da cui la creazione ha potenzialmente inizio, all'interno del caos primordiale. 

Nelle acque agitate  del diluvio, un punto zero ci deve essere. 

Quel punto zero che custodisce il trilobato della creazione. 

Il trilobato, che era stato affidato a Noè, che si chiamava Ziusuddu, non dimentichiamolo, nome molto sardo, a Enki, a chi per lui, a qualche Avatar dal nome sardo, a qualche "seme" che ha fatto germogliare il fiore della vita, nella terra Sarda, che ne ha custodito la forma, nei nuraghi trilobati( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/i-custodi-della-memoria-del-trilobato.html?m=0), i nostri nuraghi più sacri, e nei tanti semi, i tantissimi nuraghi in terra sarda e oltre, e che ritroviamo proprio nella forma di questa navicella triangolare, che non potrebbe essere più simbolica. 

Le Tre forze creatrici solari, uterine e taurine insieme, che spingono in direzioni opposta per creare il punto zero della creazione primigenia."


Dei triangoli, sono presenti, come decorazione, anche nella navicella di Mandas.. 

Triangoli con il vertice verso l'alto( che rappresentano il fuoco, l'elemento maschile) e triangoli con il vertice verso il basso(che rappresentano l'acqua, l'energia femminile) 

Nelle nostre navicelle nuragiche è tangibile questa forza primigenia della creazione, perché  rappresentano tutte delle piccole arche di Noè, con animali al loro interno, più che umani. 

La navicella nuragica della Tomba del Duce, di Vetulonia, risalente al VII sec.a.C., è chiamata l'Arca di Noè, infatti, non a caso. 

Ne parlai in un post a proposito del Fuoco di Sant'Elmo, correlato anche alle corna del Toro e all'Arca dell'Alleanza. (https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/fuoco-di-santelmo.html?m=1). 

Delle navicelle molto simboliche, che sono come il simbolo stesso della creazione della vita, con le loro forme affusolate, come una Vesica Piscis, o come la stele centinata delle Tombe dei Giganti. 

O a forma di cuore, come la definiscono. Sarà riferito alla pesatura del cuore, la psicostasia egizia,  a cui, secondo il Libro dei morti nel capitolo 125, veniva sottoposto il defunto prima di poter accedere all'aldilà. 

O si riferisce alla vulva come "arga/arca", come "vagina"  come la rappresentazione della nostra vulva, Sacra di Ilbono, che chiamano la pietra dei cuori? (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/la-sacra-vulva-di-ilbono.html?m=0) 

"Arca/ vagina" cosmica, che protegge e porta in salvo come un grembo, il puntino, il Sole.

E l'elemento, che rappresenta il Sole, il nuraghe stesso. 

Ne abbiamo una rappresentazione nella Domus de Janas Mesu'e Montes ( Ossi-Sassari) dove, due navicelle, una dentro l'altra, come se fossero il maschile e il femminile, trasportano un elemento a tronco di cono, verosimilmente simile ad un nuraghe ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/perche-il-nostro-presepe-in-sardegna-lo.html?m=0) 

Come l'Arca solare egiziana a Mezzaluna. 

" Arca/Arga/ Argha" che indica la matrice, l'utero(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/il-labirinto.html?m=0) 

" Argha"  è un termine sanscrito, e secondo il glossario della dottrina segreta della società teosofica significa vagina, yoni. 

Quindi l'arca è una vagina cosmica. 

L'Arca  come una vagina cosmica, un'imbarcazione, una traghettatrice come lo è la Jana/yoni, una traghettatrice tra due dimensioni, poiché Iana e anche Janna, cioè "porta". 

La Vesica Piscis, nell'intersecazione dei due cerchi, forma un pesce, una vagina ma anche straordinariamente, ha la stessa forma delle imbarcazioni degli Shardana, del popolo del mare. 

Questa navicella dalla forma affusolata  ritrovata  in vari siti archeologici (Baunei, Mandas..) che planava sull'acqua e che permetteva di entrare di uscire dall'acqua, ad alta velocità, limitando il pescaggio, come moderni aliscafi, senza avere vele, ad alta propulsione magnetoidrodinamica estremamente evoluta ed efficiente, risalenti al II - III millennio a.C.( ne sono state ritrovate oltre 150, in bronzo, votive, anche al di fuori della Sardegna)

La navicella fusiforme degli  Shardana che   magari, in tempi remoti avevano  costruito per essere veloci e sfuggire alla sommersione di Atlantide,e  non si spiega altrimenti, il perché di questa piccola e aerodinamica imbarcazione, la cui funzionalità  principale sembra la velocità. 

Con queste imbarcazioni costruite nell'età del bronzo, gli Shardana hanno lasciato loro tracce ovunque e la forma dell'imbarcazione fa pensare che fosse dedicata alla Grande Madre Creatrice, poiché ha la forma di una vulva di un'Arca/ Argha/vulva.


I due elementi cilindrici, a forma di fungo, a poppa della navicella a forma di stele centinata, evidenziati da prof Montalbano, ho notato che sono uguali agli elementi presenti nelle raffigurazioni delle imbarcazioni  Egizie, quelle a forma di mezzaluna, tra l'altro uguali a quelle rappresentate nella Domus de Janas di Montessu, a Villaperuccio, nella Tomba 34 (https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/imbarcazioni-egizie-montessu.html?m=0


Queste navicelle rappresentano secondo me, la metafora del viaggio, come momento iniziatico, sublimato dalla loro valenza simbolica di traghetti, di "arghe/arche/vagine", di ritorno nel grembo della Grande Madre Cosmica. 

Asse "Sirio/cintura di Orione/Toro". 

Femminile e maschile agli antipodi, che si complementano. Il Toro governa il chakra della gola, quindi la parola. 

Sirio, è identificata con Iside, la "vacca egizia", simbolo dell'abbondanza 

Parola "Vacca", che già in sé, contiene la sigizia " vuoto /pieno", perché " Vac-", non solo è la radice è la radice di Vacca( Pienezza, abbondanza), ma è anche la radice di vacuo, che indica il contrario della Pienezza, il vuoto. 

La parola "Vac", in vedico, significa " parola". 

La  parola crea, e la parola necessita dell'elemento maschile che la pronunci, e dell'elemento femminile che lo porti a gestazione, a compimento. 

È nella dimensione del vuoto, del grembo, che si può rinascere a nuova vita. 

Che si può ritrovare se stessi. 

Una complementarietà che i nostri Antichi Padri e Madri, avevano realizzato sia nella dimensione terrena, con le loro opere sinergiche, sia, in prospettiva, per il viaggio di ritorno. 

Due viaggi, di inestimabile bellezza, di cui ci hanno lasciato memoria con le loro straordinarie creazioni, di cui queste navicelle sono eccelsa sublimazione.


Tiziana Fenu

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