Dal 28 ottobre, in periodo romano, si svolgevano, fino al 3 novembre, le feste isiache, in onore della Dea Iside romana ( https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0QJWpMc4uyvMeXmdbwgWoeJ8bVkwFkNE5J1sb5b8pouKpigXkcG11LWgxfLFVarRjl&id=100028535035054).
In questa immagine, Iside, la Dea dell'immortalita, molto "romanizzata", non ha più la veste attillata tipica della civiltà egizia, ma ha una veste composta da drappi, tenuti insieme e fermati al centro del petto, dal Nodo di Iside.
I drappi hanno una linearità ad X, sul corpo, si drappeggiano come una X, con il Tyet centrale, che simboleggia il punto zero, il tratto di unione tra le due polarità, tra maschile e femminile, tra il mondo dei morti e il mondo dei vivi.
È la tipica conformazione ad "X", degli esseri alati, divinizzati, come potevano essere, per esempio, gli Apkulli Mesopotamici.
Iside è considerata anche come traghettatrice nel mondo dell'aldilà.
Infatti anche il Nodo di Iside ritrovato a Tortolì, qui in Sardegna, è rivolto verso Nord, verso la stella Polare, guida per i naviganti( Iside era anche la protettrice dei naviganti), nella vita terrena e anche dopo la morte.
Il Nodo Nord e il Nodo Sud, in astrologia, formano un'asse nello Zodiaco che, essendo il risultato dell’incrocio delle corse del Sole, della Luna e della Terra, si può considerare l’asse della Vita e dunque una forza. Rappresentano gli estremi del cammino evolutivo; il Nodo Sud rappresenta il punto di partenza, il Nodo Nord il punto di arrivo.
Il passato e il futuro. La dimensione atemporale.
I nodi, lo dice la stessa parola, come simbologia, sono la possibilità, di ricordare e di sciogliere. Un processo alchemico di purificazione nella consapevolezza del ricordo.
Iside è il simbolo della purezza, quindi suo compito alchemico è anche ripulire il karma, anche dalle incarnazioni precedenti, o dall'albero genealogico.
A parte la complessa simbologia dei Nodi in ogni epoca e civiltà, i Nodi lunari, sono sempre stati conosciuti e studiati dagli astrologi ed astronomi dei tempi antichi, in quanto erano parte del calcolo usato nella previsione delle eclissi solari e lunari.
Infatti le eclissi si verificano solo vicino ai Nodi, quando cioè sole e luna si trovano allineati su una stessa retta.
Il nome dei Nodi, anticamente, rifletteva in pieno questa origine, poichè la causa delle eclissi veniva anticamente spiegata come un Drago celeste che si divorava l'astro solare o lunare.
Quindi il Nodo nord era chiamato Caput Draconis (testa del Drago) mentre il Nodo sud era Cauda Draconis (coda del Drago).
In alcune rappresentazioni, infatti, Iside è rappresentata come un serpente, come nel culto di Iside e Serapide, incoraggiato dai Tolomei per creare una sintesi tra gli dei greci e le divinità dell’Egitto e, in seguito con quelle di tutto il Mediterraneo.
Nella mano destra, questa Dea Iside romana, tiene il sistro, lo strumento musicale di origine egizia dalle proprietà magiche, usato dalle dee dipinte e scolpite sulle pareti dei templi e dalle sacerdotesse durante le processioni sacre, le rappresentazioni, la musica..
Il sistro è conosciuto fin dai tempi remoti, anche in Sardegna, con il nome di "sciranchizzi", lo "sveglia presto", riferito al sonaglino che si usava per svegliare i bimbi, ma esotericamente rappresenta un risvegliatore di coscienza, con i suoi sonaglini che scuotono, con la vibrazione del suono, attraverso le frequenze, gli stati sottili e più elevati, di coscienza.
Avevo scritto a riguardo del sistro, in un mio post ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/esiste-un-giochino-sardo-chiamato.html?m=0)
L'Iside romana, tiene il sistro sulla destra, perché sulla sinistra, sul lato del Femminino, tiene una situla, che è una specie di brocchetta che simboleggia il legame del Femminino con l'acqua, la navigazione e la purificazione, per la quale, le abluzioni con l'acqua, erano riservate ai simulacro di ogni divinità, in epoca romana.
Era diffusa anche la rappresentazione di Iside romana, come polena sulle prue delle navi, essendo protettrice dei naviganti.
Dal mio post riguardo il nodo di Iside ritrovato a Tortolì, qui in Sardegna, in provincia di Nuoro( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/10/nodo-di-iside-tortoli.html?m=0)
" Il Tyet, o nodo di Iside, è un simbolo che somiglia all'Ankh, la chiave della vita, ma che simboleggia in particolare, l'immortalità, la vita dopo la morte. Un potente amuleto che proteggeva nel corso del viaggio verso l'aldilà.
Viene citato nel libro dei morti, capitolo 156.
Veniva realizzato in diaspro rosso, che è considerata una potente pietra sciamanica, perché rappresentava anche il sangue di Iside, simbolo di vita e di fertilità.
Le braccia del nodo di Iside, si presentano rivolte verso il basso, per non dimenticare il passaggio terreno, e veniva purificato con l'acqua di gelsomino. Assicurava armonizzazione energetica e spirituale. Per avere maggiore energia, lo si doveva legare ad una collana in fibra di sicomoro, che è simile al fico, con dei frutti chiari simili ai fichi. Non so esattamente se qui in Sardegna abbia un nome particolare.
Resta il fatto, che abbiamo un'importante rappresentazione, in questo petroglifo, di un Sacro Femminino, attraverso questa sagoma, che sembra proprio essere il nodo di Iside, orientato a Nord.
Nelle rappresentazioni parietali, nei soffitti dei templi Egizi, la dea Iside è connessa alla volta celeste attraverso Reret, rappresentata dalla dea ippopotamo Ipy, una delle versioni di Iside, e la stella Sopedet/Sothis (Sirio).
Reret è raffigurata come un ippopotamo bipede in un modo praticamente identico a Ipy o Taweret , dal quale si distingue per le sue associazioni astrali. Reret è legato a due diversi insiemi di stelle, ma principalmente a una costellazione nel cielo settentrionale corrispondente al nostro Draco. Questa costellazione, a sua volta, è legata nel pensiero egizio ad un'altra costellazione, corrispondente al nostro Grande Carro.
Questa divinità Ipy, è menzionata nei Testi delle Piramidi 269 §381-382 come colei che nutre il defunto.
Iside viene così collocata con certezza nell’area vicina al Polo Nord coprendo lo spazio tra la costellazione della Lira e quella di Boöte. A nord, dove c'è la stella Polare, una guida per tutti, durante la vita e dopo la morte".
In questa rappresentazione, Iside ha un fiore di loto sul capo, che simboleggia la purezza e l'elevazione spirituale, la fertilità, la rinascita, l'immortalità, che sostituisce il Basileion, che è il copricapo formato dal disco solare, posto fra le corna bovine, con le due alte piume.
Poi, questa rappresentazione iconografica, verrà ripresa come "aureola" che cinge il capo della Vergine Maria e dei Santi, così come la figura di Horus, verrà sostituta dal Cristo.
Sono "impianti" pagani, che resistono nel tempo, a cui vengono sovrapposte le iconografie della religione cristiana, passando attraverso la transizione nel periodo romano.
Una simbologia straordinaria, quella di Iside.
Un Archetipo del Sacro Femminino, che viaggia attraverso i secoli e le civiltà.
Tiziana Fenu
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