Is Mannus nella tradizione popolare.
Non è solo la letteratura, ma anche l’archeologia a parlarci di un culto degli antenati, che vengono figurati come esseri le cui capacità li fecero assurgere al ruolo di veri e propri Eroi. Is Mannus furono appunto questo, una sorta di culto che fu continuazione di quello ben più antico ed animistico, sorto in un ambiente prenuragico ancora tutto da scoprire.
Is mannus in epoca nuragica assunsero il ruolo di geni della morte, di continuatori di una religione ctonia ben nota. Erano sì visti sotto l’aspetto di uomo-defunto, ma anche come uomo-Dio, capaci di vincere la morte e di proseguire la vita in un eterno sonno senza degrado.
Vennero intesi a tutti gli effetti come divinità in grado di proteggere i defunti, capaci di assicurare la continuità della vita che sarebbe venuta dopo la morte. La loro immortalità traspare dal mito che racconta questi eroi come uomini che una volta morti non furono corrotti dal trascorrere del tempo, e assunsero piuttosto l’aspetto di dormienti.
Non ci volle troppo tempo perché questi eroi, a mezza strada fra l’umano ed il divino, conquistassero il ruolo mitico di progenitori della genia sarda. Una tradizione parallela preferisce invece disegnarli come giganteschi ciclopi che vissero ai tempi dei nuraghes da loro stessi costruiti; sembra che insegnarono agli uomini tutto il loro sapere.
Quell’indole mite, gentile e ospitale che li caratterizzava ad esordio, mutò con il trascorrere dei secoli e col tempo presero a schiavizzare gli esseri umani, cibandosi delle loro carni. Fu proprio questo loro atteggiamento a causare la punizione divina che ne determinò la totale estinzione.
La demonizzazione della figura mitica è palese: is mannus furono prima eroi divini, poi giganti ed infine orchi.
Si tratta a mio avviso di un’evoluzione in negativo motivata dalla sovrapposizione della religione cristiana alla realtà pagana entro la quale, è evidente, is mannus si muovevano con agilità.
D’altronde, lo vedremo anche in seguito, la demonizzazione delle antiche divinità fu uno strumento congeniale alla religione cristiana, spesso usato per cancellare i vecchi culti animistici e gli antichi legami pagani.
Questo sarebbe confermato anche dalla tradizione che chiamava is mannus “gentiles” nel Sulcis o “paladini” nella Gallura e dintorni. Anche i gentiles e dei paladini sono descritti giganteschi e dotati di forza sovraumana. Più o meno belli, in alcune circostanze vengono mostrati come monocoli; eppure si tratta di creature di cui si è conservato davvero poco: in linea di massima si riteneva che fossero gli autori delle tombe dei giganti nonché dei nuraghi; secondo le leggende che ancora raccontano dei gentiles, questi vivevano nelle zone montagnose dell’Isola e scendevano in rare circostanze a valle, cavalcando fascine di legna.
In alcuni casi viene loro attribuita l’uccisione rituale degli anziani superato il settantesimo anno di vita, in altri casi si racconta fossero i custodi di ricchissimi tesori.
Tratto da Claudia Zedda "Creature Fantastiche in Sardegna"
Maldalchimia.blogspot.com
Nell'immagine, antica Maschera sarda di Ottana.
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