Statua di Kore in marmo pario ritrovata in Attica a Merenda (antica Myrrhinous) ed esposta al Museo Archeologico Nazionale di Atene.
È un'opera dello scultore Ariston di Paros. 550-540 a.C.
La Dea Kore, chiamata anche Persefone, è figlia di Demetra, dea delle messi, della fertilità, e del dio Zeus.
"L'eterna fanciulla", bellissima e regale, rapita da Ade, che la vuole con sé, negli Inferi, salvata e riportata alla luce della superficie, da Hermes, ma per aver mangiato della melagrana offerta dallo stesso consorte, è destinata ad un legame con il mondo dei defunti, che la vede per sei mesi, primavera ed estate, riunita alla madre Demetra, in superficie, e per gli altri sei mesi, relegata a Custode del mondo dei defunti.
Un Archetipo che incarna la dualità, la mutevolezza, la ciclicità.
In questa rappresentazione stupenda e raffinata, viene rappresentata con la mano sinistra che regge una pigna, simbolo della ghiandola pineale.
Il lato sinistro rappresenta l'energia femminile dell'intuito, della saggezza ancestrale, della capacità lunare dell'ultraterreno.
Nel simbolismo iniziatico molte culture gli Dei sono rappresentati spesso con l’immagine del cono di pigna, un segno di distinzione di un’élite spirituale.
I sumeri furono tra i primi a immortalarla come cono di pigna in mano ai loro Dei.
Gli Apkulli, ne ho parlato altre volte ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/il-banduddu-e-le-tombe-dei-giganti.html?m=0), i sumeri, popolo con attitudini simili a quelle egiziane, così come gli assiro-babilonesi, che criptavano le informazioni nelle immagini scolpite e nei sigilli.
Quindi Kore, è colei che detiene la Saggezza, la capacità di vedere oltre, anche nelle tenebre, nel buio, essendo la Regina del mondo delle tenebre, così come del Regno della luce e dell'abbondanza.
È nell'oscurità del grembo materno, del ventre della terra, che il Seme germoglia, nella terra fertile, per poi dare i suoi frutti alla luce della superficie.
Infatti la Dea, in questa rappresentazione, ha dei simboli molto eloquenti.
Ha un fiore con una corolla con sedici petali, che compare, sia sul lato destro, che sul lato sinistro, oltre ad una, o più, svastica solare, stilizzata e adornata a spirale.
Il numero sedici, è un Archetipo molto importante.
Corrisponde all'Archetipo Ayin, con funzione "corrispondenza", e rappresenta benissimo quello che è considerato il principio base di tutto l'ermetismo, di tutte le conoscenze iniziatiche ed esoteriche, come è scritto nella Tavola di Smeraldo.
"Come è sopra, è sotto".
Alla parte divina, corrisponde quella umana,
Alla luce, corrisponde il buio.
Alla morte, corrisponde la vita.
Alla giovinezza, corrisponde la vecchiaia.
Alla fertilità, l'assenza di frutti, e così via.
Kore, incarna perfettamente questo principio di corrispondenza.
È torre e radice allo stesso tempo, come nell'Arcano Maggiore XVI dei Tarocchi.
È la dualità che oltrepassa lo stacco, la lacerazione, che ritorna all'Uno.
Che dimensiona nella sua completezza, nella sua piena consapevolezza,, rappresentata proprio da quella ghianda/ghiandola pineale, in mano.
E questo è il riflesso della dimensione divina, e contemporaneamente umana, che questa Dea incarna.
Tiziana Fenu
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