Che possa essere
in questa notte di transizione
terra della fertilità.
Della luna,
feconda di tutte le memorie
dei miei antenati
che hanno lasciato memoria
dei loro passi.
Attraverso i profumi
che hanno oltrepassato
le dure zolle
per insufflarmi coraggio
quando ho vacillato.
Orgoglio per cadenziare
meglio i miei passi.
Luce interiore
per germogliare
tra le asperità della vita.
Che possa essere Fuoco
che purifica.
Che trasforma la materia.
Che non resti niente
di ciò che lascio sulla Soglia.
Che passi solo la mia Essenza,
emersa dal profondo
come un vomito
di lava incandescente.
Solidità
per costruire arcobaleni
tra la rugiada
di notti avide di pioggia.
Che possa essere
acqua che fluisce
per dissetare chi dopo di me.
Per accogliere
ciò che mi è stato traghettato
nel cuore
nell'anima
e nella memoria.
Che diventi radice
che nobilita
anche le ombre
che sono state rubate al sole.
Che possa essere Vuoto
di una notte orfana di stelle.
Per creare
nuovi firmamenti di Bellezza.
Affinché possa imparare a cercarla.
Affinché possa imparare
a crearla,
nella mia intima dimensione
di vuoto e di buio.
Senza Forma per accogliere.
Per cedere ai nuovi Intenti.
Che io possa essere
sinergia di Sole e Luna.
Di Fuoco e Acqua.
Di Luce e Buio.
Di Maschile e Femmile.
Di abbondanza in espansione.
Che possa essere Seme e Grembo
ed essere terra che accoglie.
Che custodisce.
Che restituisce vita
anche nel buio.
Dove nessuno vede
lo strappo.
La chiusura del cerchio
del mio Ade.
Il mio complementare.
Che congela
pur di non distruggere.
Con la primavera nel cuore.
Il Fuoco oltre la coltre di ghiaccio.
La Primavera bypassata
dalla mente.
In perfetta orchestrazione
di suoni e colori.
Invisibile oltre il ghiaccio.
Ma di cui arriva il profumo
in ogni angolo del cuore.
Tiziana Fenu
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