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venerdì, ottobre 14, 2022

💛Templari in Sardegna

 I primi Templari nel regno di Torres. 


Durante la Seconda Crociata (1147-49) il sovrano Gonario si recava in pellegrinaggio al Santo Sepolcro: in occasione di quel viaggio nell’andata, essendo ospite dei monaci cassinesi, confermò loro le donazioni fatte da i suoi predecessori e da vari sudditi. Erano testimoni pure il nipote Comita de Thori, e tale Torchitorio de Serra. Durante il percorso in Terrasanta si può presumere che abbia avuto rapporti con i Templari, o che da loro sia stato ospitato e accompagnato nel suo viaggio nei Luoghi Santi. 

Al ritorno, passando in Apulia e forse anche più a nord, ebbe occasione di conoscere personalmente Bernardo di Chiaravalle. In seguito, il santo cistercense gli inviò un buon numero di frati e conversi, che Gonario insediò nel monastero di Cabu Abbas, dotandoli di larghe provisioni. 

Al marzo 1149 risalirebbe infatti la fondazione della cinquantanovesima abbazia cistercense, quella appunto di Santa Maria di Corte. 

L’ordine cistercense, favorito dalla munificenza dei giudici e dei donativi dei privati, si estese rapidamente costruendo numerose abbazie e monasteri, ponendo le basi all’insediamento dell’ordine del Tempio in Sardegna. 

Si può affermare che i Templari si stabilirono nel regno di Torres nella seconda metà del XII secolo, dato che in quello successivo l’ordine possedeva già una valida organizzazione dovuta al continuo sostegno dei cistercensi e la protezione della famiglia giudicale. Dopo il viaggio di Gonario e di Costantino, dalla seconda metà del XII secolo i contatti tra la Sardegna e il mondo delle crociate si intensificarono, come si desume indirettamente dalla comparsa in maniera crescente di vari personaggi legati alla presenza di ordini ospedalieri e che si presentano come casuali testimoni in atti di compravendita o nelle controversie citate nei condaghi dei monasteri di San Pietro di Silki, presso Sassari, di San Michele di Salvennor, in agro di Ploaghe, e di San Nicola di Trullas, presso Semestene. Tra i primi ad apparire si trovano tali "Gerardu et Taiaferru dessu ospitale", che erano in lite col priore di Trullas per il possesso della "domo d'Iscanu, ki fuit de donnu Mariane d'Athen". 

Qualche tempo dopo è la volta di Iohanne dessu Templu, forse interpretabile come "Giovanni dell'Ordine del Tempio", che con Ytzoccor de Martis e Gosantine d'Oskeri, di Mularia, attuale Mulargia frazione di Macomer, testimoniavano di una compravendita del priore di Trullas. 

La persona che più desta interesse è tale "donnu Furatu Solina, prebiteru dessu Templu" tra i testimoni di un atto databile al regno del sovrano Barisone (circa 1153- 1190): nome e casato di inequivocabile origine sarda, ma "prebiteru" di una chiesa o monastero appartenente ai Templari, la cui ubicazione non venne specificata essendo palese e conosciuta a tutte le persone citate nell'atto. 

Si trattava, molto probabilmente, anche dell'unico insediamento templare conosciuto nel raggio di parecchi chilometri attorno a Trullas. Per localizzare meglio gli anni in cui visse Furatu Solina, ci forniscono un aiuto due schede del condaghe di Silchi : nella scheda n° 276 il "previteru Furatu Solina" è uno dei testimoni di un atto tra il vescovo di Plovaki e l'abbadessa di Silki. 

Nella scheda n° 305 si dice che "kertarun sos homines de Sabren e d'Ibili cun Petru Capra ki fuit armentariu, e ccun Furatu Solina"; si presenta quindi un secondo personaggio, Petru Capra, che, a sua volta, ritroviamo nei numeri 186 e 227 del condaghe di Trullas come "maiore d'iscolca de Puthupassaris". 

Bisogna notare che i tre centri abitati di Ibili, Puthupassaris e Sabren erano nella curatoria di Caputabbas, attorno all'attuale Campu Giavesu, e quindi, che il "Templu" citato doveva trovarsi nella stessa curatoria, forse proprio a Puthu Passaris, in cui era una chiesa di San Leonardo. 

Probabilmente per l'influsso dell'Opera di Santa Maria di Pisa, che aveva già notevoli interessi nel Logudoro, nel 1175 l'arcivescovo di Torres, Alberto, preferiva donare all'ospedale di San Leonardo di Stagno di Pisa, la chiesa di San Giorgio di Oleastreto, in agro di Usini, "ad honorem Dei et sustentatione vestre hospitalis domus". 

Il 28 maggio 1178 anche il sovrano Barisone concedeva la domo de Bosove per potervi costruire un ospedale dei lebbrosi a cui fu annessa la chiesa di San Leonardo.


Tratto da "Nuove ipotesi sui Templari in Sardegna" di Massimo Rassu


Nell'immagine chiesetta di San Leonardo de Siete Fuentes (oggi di proprietà del Cavalieri di Malta), con la tipica croce templare

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Tiziana Fenu

Templari in Sardegna




 


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