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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

lunedì, aprile 01, 2024

💚Aprile, l'Akītu, il Capodanno babilonese

 Le prime attestazioni riguardo i corpi celesti, risalgano al XXI sec.aC, in ambito Mesopotamico, per la costruzione del tempio del dio cittadino Ningirsu, nella città stato di Lagas, che si trovava nella Babilonia meridionale.

La letteratura sumerica è piena di riferimenti ai corpi celesti o agli aspetti astrali delle divinità

La costellazione dell'Ariete, è identificata con una figura, quella del salariato o del lavoratore a giornata, un bracciante.

La pecora maschio veniva indicata con il nome "udu", che è una lettura del segno "Lu". 

Chiamato "Lu-Hun-ga", dove "Lu" significa anche "pecora". 

La costellazione è associata e identificata con il dio Dumuzi/Tammuzi( del quale ho già parlato - https://maldalchimia.blogspot.com/2024/03/dumuzi-e-tammuz.html?m=0), che è un pastore, portato dagli sbirri infernali( Galla) nell'oltretomba, dalla quale può risalire periodicamente per unirsi alla sua sposa Inanna/Ishtar, rappresentata dal pianeta Venere e dalla costellazione della Vergine.

Insieme, inauguravano l'inizio dell'anno babilonese, l'Akītu, la festa del Nuovo Anno, del Capodanno babilonese, che si celebrava per la durata di 12 giorni nel mese di Nisān , detto anche Nissanu, che corrisponde al mese di Aprile. 

Un ambito, questo, dei contadini e dei pastori, che poi, in ambito più recente, greco-romano, sarà di dominio del Dio Hermes, padre di Pan e figlio di Zeus e della ninfa Maia, mediatore e psicopompo, tra la dimensione umana e quella divina.

Rappresentano, entrambe le divinità, quel movimento necessario alla trasformazione, alla ciclicità della natura, che si compie con la sinergia degli opposti.

Un Dio "portatore di Ariete", protettore delle greggi, guida e punto di riferimento, proprio come il Buon Cristiano.

Lo spazio pastorale era considerata una zona di confine tra terreni coltivati e regioni montuose e i pastori erano considerati rozzi ed incolti, ma non pericolosi, piuttosto, erano considerati come figure di transizione tra il mondo civile e la natura.

Erano la sintesi degli opposti tra domestico e selvaggio, tra armonia e disordine, dominate dal desiderio sessuale, che è la nostra primaria forza vitale.

Una figura che incarna perfettamente l'equilibrio mercuriale tra le due polarità opposte, tra maschile e femminile, tra le due nadi della kundalini, Ida è Pingala. 

Per questo motivo, Dumuzi, divinità della nascita e della morte, era considerato il Custode degli equinozi. 

Nell'immagine vediamo un'impronta e sigillo cilindrico appartenente al periodo tardo Uruk- Jemdet Nasr (3200-300 a.C.) che raffigura una divinità che regge due rami fioriti, affiancata da due capre o arieti che di nutrono dei fiori.

Si tratta probabilmente di una raffigurazione di Dumuzi, il dio pastore, mostrato nelle vesti di un dio della vegetazione, della fertilità, che muore periodicamente e risorge. L’identificazione è rafforzata dal pomello del cilindro scolpito in forma di ariete, animale simbolo di Dumuzi. L’oggetto è conservato presso il Museo Nazionale di Berlino.

Questa rappresentazione in bassorilievo, rappresenta perfettamente l'energia equinoziale e mercuriale delle due polarità, che vengono rappresentate in modo speculare dai due arieti.

I rami che Dumuzi tiene in mano, formano una "X", simbolo delle due polarità, maschile e femminile, che si intersecano.

I fiori rappresentati, in numero di otto, così come sono otto, i petali di ogni fiore, richiamano il pianeta Venere, che nell'arco di otto anni, traccia nel cielo, il suo percorso pentacolare.

Venere è rappresentata da Inanna, Ishtar, e tutto il Sacro femminile nel corso delle civiltà, la controparte animica di Dumuzi, la sua sposa Divina, con la quale si deve unire per la rinascita.

Ma se moltiplichiamo "8 x 8", otteniamo un 64, e poi ancora un 10( 6+4), e poi ancora il numero uno( 1+0).

E questo "8 x 8", è il Sacro modulo della creazione per eccellenza, che è stato immortalato nella nostra Domus de Janas di Pubusattile, a Villanova Monteleone, qui in Sardegna, nella Domus de Janas chiamata della "scacchiera", risalente al neolitico( 3.500 aC circa) della quale ho approfondito in proposito(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/la-scacchiera-de-sa-pala-larga-bonorva.html?m=0), poiché si tratta di una vera e propria rappresentazione della sigizia monadica della polarità maschile( i quadretti bianchi ) affiancati a quelli rossi( la polarità femminile, rappresentata dall'ocra rossa che rappresenta il fertile sangue mestruale ), per un totale di 64 quadretti, come i petali dei fiori dei due rami di Dumuzi.

64 quadretti che rappresentano la sinergia necessaria, di Padre e Madre creatori, per la "nascita/rinascita" dopo la morte, esattamente come questa sinergia è necessaria per lo sbocciare della Primavera.

Questo modulo energetico, "8 x 8", è talmente importante e potente, che è stato adottato anche dalle discipline indiane per la sacra disciplina del Tantra e del Kamasutra, la "disciplina delle vibrazioni", come ho approfondito nel mio post( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/il-kamasutra-e-la-scacchiera-di.html?m=0)

Quindi, questo modulo "8 x 8", è un modulo sacro antichissimo, che viene ripreso da più civiltà, e che potrebbe essere nato qui in Sardegna, nelle nostre Domus de Janas, e che abbiamo ritrovato anche in questo splendido cilindro, che ci parla della stessa necessità di avere le energie opposte in equilibrio, per poter creare, così come sono state rappresentate tutte le divinità, fin dai tempi antichissimi, di cui abbiamo testimonianza anche nel sito archeologico di Gobleki Tepe risalente all'11.000 a.C.

[Immagine: http://www.studyblue.com/notes/note/n/art-history-1450-/deck/1146808]


Tiziana Fenu

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