Da un post di prof Montalbano( https://www.facebook.com/share/p/6NGdgDeaXUfjFDqH/)
"La spettacolare tessitura muraria del nuraghe Alvu di Pozzomaggiore, costruito nel XV secolo a.C. Intorno al nuraghe si estende un ampio villaggio racchiuso da un poderoso muro di cinta. Dentro la torre centrale ci sono un pozzo d’acqua e un bel focolare composto da sette conci a cuneo. Esternamente si nota la ricerca di una interessante bicromia ottenuta utilizzando massi scuri nella parte bassa e pietre molto chiare (alvu significa bianco) per la parte superiore. Il contrasto dei due colori evoca l'eterno duello degli opposti: buio e luce, bene e male, acqua e fuoco.
Foto di Sergio Melis."
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Credo che la simbologia della differenza cromatica, non si limiti solo a sottolineare la dicotomia tra opposti, che in sinergia, agiscono in creazione, ma vada oltre, nell'ambito della spiritualità della nostra civiltà. I giri di pietre chiare, partendo dall'alto, sono 10, dall'undicesimo giro, sono scure.
La parte più alta, quella spirituale, quella bianca, è per antonomasia legata alla purezza, al piano eterico.
Ma c'è una corrispondenza anche numerica, un quanto il numero 10 corrisponde al Sacro Archetipo Ebraico Yod, con funzione "concentrazione". È il punto di inizio da cui parte il tutto, la tessitura, l'alveolo. È la prima lettera del tetragramma divino YHWH, qui diffusissimo anche come trigramma YHW.
La Y è diffusissima nella nostra Antica Civiltà, come simbolo, perché ha anche una corrispondenza astrale con la costellazione del Toro, simbolo di rinascita, parametro astrale importante, e simbolo archetipale della sinergia degli Opposti.
Nuraghe Alvu
Come è stato sottolineato nella didascalia, "alvu", in sardo significa bianco.
"Alvu" è quasi uguale alla parola alveo.
Alveo.
"Incavo del terreno occupato da un corso o da uno specchio d'acqua"
Etimologia dal latino alveus ‘recipiente, letto di un fiume’, affine ad alvus ‘ventre, parte interna’.
Quindi, come significato simbolico, rappresenta un grembo, un ventre.
Il Nuraghe dalla doppia simbologia, come ho sempre espresso in tutti i miei scritti, in cui la koine' simbolica della sinergia degli Opposti, finalizzata alla creazione, permea ogni tipo di manifestazione, ad ogni livello, della nostra Antica Civiltà Sarda
Da un mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/il-labirinto.html?m=0
"Le strutture architettoniche della Sardegna rimandano sempre ad una sensazione complementare ed opposta in ogni sua manifestazione, nelle Domus de janas, nei Nuraghe, nelle Tombe dei Giganti.
Un' alternanza di "vuoto e pieno" , che è riflesso di quella più intima e interiore di fuoco e acqua, tra maschile e femminile, in una continua ricerca di equilibrio, dove l'elemento "vuoto", riceve : è il vuoto cosmico che crea, è l'elemento femminile, mentre il maschile riempie questo vuoto cosmico
È il "vuoto/ pieno" dei Nuraghi, della conformazione delle Tombe dei giganti, vuota esteriormente, con l'Esedra a semicerchio cerimoniale aperta e accogliente, concava come un grembo che aspetta di essere fecondata dal Sole, e piena internamente
Come nei Pozzi Sacri , vuoti esteriormente, senza strutture architettoniche ascensionali, diversamente dei Nuraghi, che tendono verso l' alto, ma intimamente più sacrali, dove l'incontro tra maschile e femminile, avviene in quell' Ogiva , tra Tholos e Bacile, dove si sacralizza l'unione tra acqua e cielo, tra padre e madre, tra acqua e fuoco, il sole
"T- Oro"
È l'incontro tra il vuoto e pieno, tra acqua e fuoco.
Tra Nun e Nur
Nu-, stessa radice di Nuraghe
[...] anche la radice di vacuo, che indica il contrario della Pienezza, il vuoto
La parola Vac in vedico, significa " parola"
La parola crea, e la parola necessita dell'elemento maschile che la pronunci, e dell' elemento femminile che lo porti a gestazione, a compimento.
Il Nuraghe, internamente, è considerato un corpo cavo, un contenitore, è un vaso della Jana sotterraneo, e dentro il cuore del nuraghe, esternamente molto maschile e fallico, fa nascere la vita, attraverso la luce che entra attraverso i pertugi, chiamati i "tori della luce".
Nuraghe dalla forma conica esterna betilica , che si erge sul vuoto della tholos, quasi a sublimarla in un moto ascensionale e spiralizzato, e attraverso un asse che forma una scala elicoidale intorno.
Quasi a ricordare la struttura del DNA, il serpente della Sofia, un liquido Vitale che permette la sacralizzazione della materia.
Con un'apertura apicale, l'oculo, che può espandersi, eliminando le pietre apicali, in perfetta congiunzione " cielo / terra", con quel terrazzo ballatoio, che è una perfetta rappresentazione di una corona che si espande come una corona di Raggi
Ricordiamo che molte divinità sono state rappresentate con una corona simile al nuraghe, in testa di cui il simbolismo con la "v", indica splendore raggiante, che si irradia verso la divinità, verso il cielo.
La parola "pietra", in vedico è "Patra", stessa radice consonantica di "pietra"
"Patra", che significa anche "coppa, vaso, contenitore".
È bellissimo questo concetto: la pietra stessa è una coppa che custodisce la scintilla Divina, è il cuore della scintilla Divina.
Un Sacro Graal
E La parola " cuore", in sanscrito si scrive" Guha", che ha due significati, una "cuore", e l'altro è calore.
E la radice Gu- significa "coprire, tenere all'oscuro", da cui deriva il greco "kruptos", cioè "nascosto"
E questo mi ricorda molto, foneticamente, il nostro " cuau", per dire " nascosto"
Come la " Gu" della parola " nuraghe.
La " Nu" della parola nuraghe richiama la lettera ebraica " Nun" , il pesce simbolo di fertilità, il contenitore, il quattordicesimo archetipo sacro, espressione della ricettività femminile come il pesce che si forma all'interno della Vesica piscis che è la madre di tutte le forme poiché è composta dall'Unione del maschile e del femminile.
"Nun" in arabo significa "balena"
Ed è rappresentata graficamente da un semicerchio con dentro due puntini.
Questo mi ha fatto pensare ad un senso di protezione del semicerchio, come un arco che protegge il contenuto
" Nun" in arabo significa balena , significa che è legato al mito di Giona e della balena, dove Giona ritrova se stesso, ,
Giona che somiglia tanto al Giano/Giana/ Jana bifronte, divinità del. Passato e del futuro, della vita e della morte,
Dove Giona rinasce, come una colomba capovolta ( Giona in ebraico significa colomba, come i nostri capovolti nel grembo delle nostre balene alchemiche, le Domus de Janas, nelle quali vi è la "sa Carena", lo sterno, ma anche la Carena capovolta, l'imbarcazine celeste, che racchiude il respiro della vita - https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/le-domus-de-janas-non-sono-capanne.html?m=0
Così come la Jana, colei che da la vita, e colei che da' la morte bogadora e accabadora.
Il simbolo del semicerchio come un arco rovesciato, come l'Arco del cielo che sulla terra diventa Arca.
Arca che protegge e porta in Salvo come un grembo, il puntino, il sole.
Come l' Arca solare egiziana a Mezzaluna
" Arca/Arga/ Argha" che indica la matrice, l'utero.
" Argha" è un termine sanscrito, e secondo il glossario della dottrina segreta della società teosofica significa vagina, yoni.
Quindi l' arca è una vagina cosmica
L'Arca come una vagina cosmica, un'imbarcazione, una traghettatrice come lo è la Jana/ioni, una traghettatrice tra due dimensioni poiché Iana e anche Janna cioè porta.
La Vesica Piscis, nell'intersecazione dei due cerchi, forma un pesce, una vagina ma anche straordinariamente, ha la stessa forma delle imbarcazioni degli Shardana, del popolo del mare
Guardando la forma della navicella nuragica, si può notare come sia assolutamente identica vista dall'alto alla forma ogivale della pesce/ vagina/ ogiva/ della vesica piscis, ottenuta dai due cerchi, maschile e femminile che si intersecano.
( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/navicelle-di-mandas.html?m=0)
E abbiamo la lettera N iniziale dei Nuraghi.
[...] Lettera N identificata come simbolo grafico centrale del quadrato di Sator, è la stessa N (come acrofonia dei Nahas, che significa serpente) che ritroviamo centrale nella scrittura nuragica documentata in molti documenti, dove il serpente non è altro che la gnosi, la conoscenza, il cammino iniziatico, la via verso la consapevolezza di sé.
Il serpente spiralizzato, il labirinto Il ventre della Grande Madre, del femminino, dove maschile e femminile, vuoto/ pieno, dentro/ fuori, si incontrano per aprirsi alla consapevolezza.
Arianna del labirinto, come Arachne ( hanno la stessa radice Ar- che ribaltata, risulta "Ra", sole,) il ragno che tesse il filo.
Il "-ra- centrale, della parola Nuraghe.
[...] La guardiana della porta degli Inferi, l'unica che può aiutare l'eroe nell'affrontare l'iniziazione perché è un tessere la trama della sua stessa esistenza, nella cui profondità si nasconde il segreto del Minotauro,.
Nella didascalia del post, prof Montalbano dice
"Dentro la torre centrale ci sono un pozzo d’acqua e un bel focolare composto da sette conci a Cuneo"
Sul Cuneo, ci ritorno dopo.
La Torre centrale come il centro del labirinto, in cui fuoco e acqua creano sinergia per la nascita, il rinnovamento
7 conci.
Sempre dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/il-labirinto.html?m=0
Al centro del labirinto, nella sua profondità, si nasconde il segreto del Minotauro,che si nutre di giovane energia di sacrifici di giovani ragazzi, 7 ogni anno
Minotauro che si chiama anche Asterion, il cui nucleo sillabico STR, anche qui, simbolo del femminile (STR come il nostro Tirso, fiume e bastone di potere, che rappresenta la kundalini con la pineale in cima)
[...] E si poteva uscire da questo labirinto, solo con degli accorgimenti inventati dallo stesso creatore del labirinto, da Dedalo, il quale per sfuggire da questo labirinto nel quale rimane lui stesso imprigionato, costruì delle ali di Cera, che poi lo portano in Sardegna per costruirvi i Daedeleia, i nostri nuraghi, talmente ne restò impresso positivamente, così nei racconti mitologici.
Il primo autore in ordine di tempo che menziona i nuraghi è lo Pseudo Aristotele, che nel IV sec. parla di costruzioni a cupola edificate con straordinario rapporto di proporzioni. Diodoro Siculo (D. S IV, 30) racconta che «Iolao, costituita una colonia, mandò a chiamare Dedalo per costruire molte opere, rimaste fino ai nostri giorni, chiamate dal loro architetto Δαιδάλεια, Daedeleia.
In effetti questi complessi nuragici nelle forme multilobate, con più torri, ricorda questa conformazione a labirinto, che si erge verso l'alto.
Che regala una nuova identità espansa immortale e divina, dove vi è unita tra pieno e vuoto, tra materia e divino, tra cielo e terra, tra maschile e femminile.
Luogo del femminile all'interno dei Nuraghi della Sacra Creazione dove vi è un recupero della dimensione perduta, nella forma a cerchio che è l'espressione perfetta della vagina, utero, dove la parola, la " Vac" in vedico, può trovare manifestazione solo nel vuoto, nella Vac-uita' della stessa Vac- ca Madre.
Il centro del vuoto dove si ritrova la Pienezza di sé stessi, come facevano nei tempi antichi, durante le sedute di incubazione.
In India la piantina dei Santuari ha sempre una forma circolare, da cui si accede da uno stretto corridoio e questo ricorda, gli stretti pertugi di ingresso dei Nuraghi, prima di entrare nello spazio centrale
E questo santuario circolare indiano, è chiamato "Garbha", che significa "embrione", da cui deriva la parola "Grha", che significa "dimora" ("dimora" come la lettera e Sacro archetipo ebraico Beth, che è la radice della parola "betilo" - "beth-El", la pietra che consente l' Ascensione alla divinità).
Dalla parola "Garbha", poi deriva la parola "Argha" che, come abbiamo visto prima, significa "vagina, o yoni" ( da notare: "argha", somiglia ad "Arca" e "yoni", somiglia a "Jana")
E anche le arcate delle chiese, si chiamano così perché derivano da " argha", che simbolicamente significa nel grembo della madre.
Arcate delle chiese che formano le navate, derivazione da " nave/arca/argha/vagina.
" D' altronde" intrái in sa uḍḍa",( secondo l' analisi del prof. Dedola) era originariamente un sintagma sacrale, un augurio altamente positivo enunciato nell'ambito di credenze profondamente spirituali. Il sintagma Intrái in sa uḍḍa è una rara sopravvivenza che illustra la credenza dei Sardi pre-cristiani nella metempsicosi, nel ritorno all'Uno, al Dio Unico, allo Spirito Onnipotente, da cui poi sarebbero rinati. Non possiamo dimenticare, infatti, che il concetto di Dio in quanto Essenza Unitaria dell'Universo, a quei tempi aveva la sua epifania proprio nel Sole, la Pura Luce, il Puro Spirito"
Entrare in un nuraghe, è attraversare un portale di Geometria Sacra, con i suoi perfetti angoli a 72°
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/le-tre-dee-madri-cosmiche-sarde-della.html?m=0
Da un mio scritto
`Nelle Dee Madri è impresso l'angolo a 72°, perché sono Madri Cosmiche, universali.
Moltiplicando per 5( il numero di Venere ma anche del Toro) il 72°, si ottiene 360°, il Cerchio completo celeste.
Perché le Dee Madri sono cerchio, grembo celeste, di cui, quell'angolo a 72°, indica una porzione, la quinta porzione del loro essere anche Venere, la "porzione Vaginale", la Quintessenza che si ritrova nell'ingresso dei nuraghi.
Nei Nuraghi si entra attraverso quella spaccatura "Vaginale" triangolare, che indica lo spicchio del cielo che si ripete nel progredire del ciclo cosmico"
L'ingresso dei nuraghi, legato alla Y
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0
Da un mio scritto
".. E la figura piana da cui partono, è il triangolo.
Infatti il cono, per definizione, è un solido di rotazione che si ottiene ruotando un triangolo rettangolo intorno a uno dei suoi cateti.
Su questa configurazione, spiralizzata , sono stati creati i nuraghi, che sfidano il tempo.
E chissà per quanto ancora lo sfideranno
Quindi, geometricamente, i nuraghi partono, come struttura ortogonale, da un triangolo rettangolo che si eleva verso l'alto.
Il triangolo
Il fulcro della creazione
Il tre creativo
Il tre che è il modulo sul quale si basa tutta la simbologia sacra numerica della civiltà sarda
Tre, sei, nove,, dodici..
Tutti numeri sacri che ritroviamo in ogni simbolo sardo, e come modulo decodificante del particolare linguaggio della nostra civiltà
E quel triangolo sagomato dell'ingresso dei nuraghi è proprio la sezione del cono
Cono
Cunnu/cuno / cuneo(apparato riproduttivo femminile)
[ E ritorniamo ai 7 cunei della didascalia, metafora dei 7 passaggi attraverso le 7 rinascite nei 7 chakra, perche nei nuraghi vi erano i percorsi di iniziazione sciamanici]
Ma la sezione del cono triangolare, anche come la costellazione del Cigno, per la quale si fa riferimento nella stele di Thutmose III datata più o meno 1500 a. C, nelle quale si legge delle 9 stelle della costellazione del Cigno, in riferimento alla confederazione sarda dei "nove archi", i Pelasgici, gli Antichi Sardi.
“Ho legato in fasci i Nove Archi, le Isole che sono in mezzo al mare, i popoli stranieri ribelli. Come in cielo governano 9 dei , così in terra dominano i Nove Popoli. Il mio bastone ha colpito i Nove Archi”.
Naturalmente, parlando del bastone, un bastone di potere, si riferisce a quel bastone chiamato guardacaso, come il nostro fiume sardo, il Tirso.
Il bastone che aveva sulla Sommità, la rappresentazione della ghiandola pineale, la pigna, e che è spesso rappresentato come una ipsilon, spesso con due animali totemici bifrontali, poiché rappresenta la nostra Kundalini, la nostra energia vitale collegata al divino, con le sue due nadi, maschile e femminile, unite in sinergia
La Y estremamente presente nella civiltà sarda.
Un simbolo Regale di appartenenza alla divinità, che si trova ovunque, nel vasellame, nella scrittura
Una Yod, certo, Decimo archetipo Sacro e decina lettera sacra ebraica
Come la Y prima lettera Sacra del Divino YHWH.
Ma anche Y come stilizzazione della protome taurina e insieme uterina
Poiché insieme sono i vertici del triangolo sacro creativo.
La Y come il trilobato, il fiore a tre punte
Quello che fu raccomandato di essere portato sull'Arca, per garantire la vita sulla terra e la sua prosecuzione nel tempo
Cigno, che in latino si scrive "Cygnus", ma si legge "cunnus".
Un "cunnus" triangolare, come si vede dalla disposizione della costellazione
Un triangolo anche qui, come la sezione del cono.
Come la sezione dei nuraghi.
Ma se i nuraghi sono "cono" , quindi sono anche "cunno".
Cono/cunno.
Il grembo della vita
Il Sacro Graal
Da sempre rappresentato come un triangolo vulvare che contiene la vita
Così come in vita, cosi come dopo la morte. "
La Y taurina sulla via della rinascita, importantissima, nella nostra Antica Civiltà Sarda
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0
E siamo ritornati alla Yod, valore ghematrico 10, e alla differenza cromatica, dall'undicesimo giro di conci in poi.
Perché niente è mai per caso, nella nostra Antica Civiltà Sarda, e tutto, sempre, ha una profondissima valenza simbolica e archetipale, da decodificare, e non facile accesso.
Così come deve essere.
Per preservare e custodire.
Proprio come in un alveo
Proprio come in un Grembo Sacro.
Tiziana Fenu
©®Diritti intellettuali riservati
Maldalchimia.blogspot.com
La Yod nei bicromatismo dei nuraghi
Nessun commento:
Posta un commento