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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

giovedì, aprile 18, 2024

💚Manufatto con corna

 Dalla  pagina *Babbay e Mammay in caminu" (https://www.facebook.com/share/p/EKurtwTtJjk4X7fZ/) 


In questo splendido manufatto dell'Antica Civiltà Sarda, nella prima immagine, sicuramente antichissimo, del quale non è stata fornita nessuna indicazione a riguardo, posso solo esternare le mie personali interpretazioni simboliche. 

Un manufatto sardo, nuragico o prenuragico, anche se  personalmente mi sembra molto antico, perché presenta una simbologia archetipale molto stilizzata. 

Infatti, è presente, una doppia simbologia taurina/uterina. 

Le corna grandi, quelle più esterne, sono sagomate come un contenitore, come un grembo, e in questo, vi è la sinergia del maschile e del femminile insieme.  

Un grembo, una coppa, che, al centro, accoglie un simbolo  più piccolo, triangolare, ammorbidito ai vertici, con il vertice verso il basso, con chiaro riferimento al  Femminino, alla vulva. 

Un simbolo  vulvare antropomorfizzato, visto che sembrano presenti due occhi.

Come il simbolo  vulvare presente nell'altare di Ilbono, di cui ho già approfondito( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/la-sacra-vulva-di-ilbono.html?m=0), che per quanto chiamino l'altare dei cuori, con il cuore non c'entra niente. 

L'altare in questione è chiamato

Sa  Pedra e' Is Cincus coros, con delle vulve con tre cornici, chiaro simbolismo di "nascita/morte /rinascita" , come le tre cornici presentissime nelle Domus, sia nelle false porte che nelle coppelle interrate.. 

Per non parlare della simbologia del numero cinque, che è correlata al Sacro Femminino, alla Dea Tanit in particolare, che ho approfondito in più occasioni 

Il manufatto è raffinatissimo..

Vorrei aggiungere che, in rapporto alla struttura delle corna, che fungono da polarità opposte preposte alla sinergia elettrica creativa, oltre che veicolo di simbologia archetipale, il simbolo più piccolo, centrale, si trova nella posizione del sesto chakra Ajna, che guardacaso, come nome, è l'anagramma di Jana.

Il sesto chakra indica la sinergia delle due polarità della Kundalini, delle due nadi, Ida e Pingala, come è sempre, nella Koine' concettuale e simbolica di tutta la nostra Antica Civiltà Sarda, e indica indica la dimensione dell'intuizione, del percepire oltre la materia, del terzo occhio, della ghiandola pineale. 

Tutte caratteristiche di pertinenza del Femminino.

Le corna, riprendono la conformazione del simbolo interno, ma ribaltato, come un richiamo alchemico, alla polarità mascolina, del Fuoco, rappresentata dal triangoli con il vertice verso l'alto, e la polarità femminile, quella dell'acqua, rappresentata dal triangolo con il vertice verso il basso. 

Le estremità delle corna, quasi si toccano, e sembrano quasi protette da due pomelli

Questo mi rimanda al concetto della funzionalità delle corna degli elmi, come veicolo di energia elettromagnetica. 

Dispositivo antichissimo, che esisteva già ai tempi dell'Arca dell'Alleanza, di cui ho già avuto modo di approfondire 

I nostri Antichi Shardana erano temuti guerrieri, e anche la tipologia di protezione rappresentata per esempio nel guerriero di Teti, oltre che essere un esempio di perfetta Geometria Sacra ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/geometria-sacra-guerriero-teti.html?m=0), presenta le stesse estremità delle corna dell'elmetto, protette da due pomelli, ed un inusuale collegamento tra elmo e i due scudi davanti. 

Il che, fa supporre che fossero collegati tra loro, per una qualche finalità, e che i pomelli, servissero proprio da elemento isolante, quando non fossero attivati per questo uso "elettromagnetico" 

Scrivevo, in un mio scritto

( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-queste-tre-immagini-la-prima.html?m=0) 

"A meno che , non si azzardi, e qualcuno lo avrà già fatto, che questi scudi,  non fossero un tipo di trasformatore risonante con circuiti elettrici accoppiati, rappresentati proprio da questi due scudi vicini. 

Inoltre dall'impugnatura dei due scudi, si ha un collegamento che termina dietro la nuca. 

Anche se non mi intendo di elettronica, sono andata a leggere qualche cosa riguardo le bobine di Tesla, e ne sperimento' una grande varietà. 

La bobina di Tesla è un dispositivo formato da un trasformatore che sfrutta l'induzione  elettromagnetica ed altri effetti simili ai fulmini, anche se di entità molto ridotta

Praticamente gli scudi ,in particolare gli umboni, potevano fungere da accumulatori di energia. 

Bastavano due piastre affiancate (in questo caso gli scudi) tra di loro, con un isolante tra le due parti (e il cuoio che le rivestiva poteva fungere da isolante), e in questo modo accumulavano tensione. 

Praticamente erano come un condensatore, o capacitore, usato come accumulatore di energia elettrostatica, collegato poi ad una batteria con diverso potenziale. 

Così facendo tra  gli elementi di quest'armatura( scudi ed elmo), si creava un campo uniforme ,e probabilmente il circuito si creava con le corna dell'elmo che erano in contatto( con una forma inusualmente bombata). 

La bobina di Tesla è famosa anche per la sua capacità di far accendere i tubi fluorescenti a grande distanza senza collegamento elettrico. 

Ora, pensando ai due protagonisti della mitologia sarda , Maschinganna e Maimone,  uno che emana corrente elettrica, l'altro che rappresenta la pioggia, e che comunque veniva usato come spaventapasseri, e pensando ai guerrieri sardi rappresentati del Bronzetti, ci si chiede se anche questi non fossero capaci di emanare corrente elettrica e spaventare il nemico. 

Credo che Tesla si sarebbe divertito molto, con i suoi esperimenti, con gli antichi Sardi.

I buoi con le corna addobbate, che sfilano per le sagre, per la festa di Sant'Efisio il primo maggio, con "is traccas", i carri addobbati a festa, per auspicare abbondanza, fertilità, fulmini che presagiscono ai temporali, portatori di acqua e nutrimento per la terra, custodiscono ancora oggi, questa usanza che evidentemente ha radici antichissime. "


E, a proposito di buoi con le corna  addobbate, ho approfondito anche il concetto dei Fuochi di Sant'Elmo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/fuoco-di-santelmo.html?m=0)

" Il Fuoco di Sant'Elmo è una scarica elettroluminescente provocata dalla ionizzazione dell'aria, durante un temporale, all'interno di un forte campo elettrico. 

Prende il nome da Sant'Elmo patrono dei naviganti, e il fenomeno appare spesso sull'albero maestro delle navi. 

Si  verifica, tra le altre cose, anche sulle corna di animali come il toro, per avvicinamento o confricazione. Questo, in riferimento astrologico alla costellazione dei Gemelli. 

Sul concetto di Gemellare cosmogonico, dove la costellazione dei Gemelli, indica l'androgino, la divinità completata(avete presente le nostre due pavoncelle bifronti davanti all'albero della vita?), l'integrazione, che da accesso a livelli superiori di consapevolezza e conoscenza, ho già parlato e approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html?m=0) 

La concezione cosmogonica del "doppio", delle coppie primordiali Gemelle cosmogoniche che creano la prima civiltà, il primo fuoco degli umani, venne acceso nell'età aurea dei Gemelli, forse un milione e mezzo di anni fa, quando si scoprì che con due bastoncini "gemelli", per confricazione, cioè per notevole sfregamento, si poteva creare la scintilla di vita, di sopravvivenza, del fuoco.

Questo concetto del "gemellare", dal quale scaturisce il fuoco vitale, poi è rimasto nel corso dei secoli, e appare anche nel simbolo della civiltà, per eccellenza, l'Arca dell'Alleanza. 


Ne avevo parlato in un mio post(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/s-arca-sacra.html?m=0). 

"Sull'Arca dell'Alleanza, vi erano due Cherubini d'oro a protezione del coperchio, tutto in oro,  le cui ali quasi si sfiorano. 

L'Arca era la manifestazione vivente del potere divino. 

Il potere che scaturiva dall'Arca in oro, deriva da quell'arco di luce che si creava dall'estremità di un ala all'altra, dei due Cherubini che stavano accoccolati sul coperchio  dal vano contenitore.

Una specie di luce ed energia, un arcobaleno, un arco elettrico, che distoglieva qualsiasi inconsapevole ad accostarsi all'Arca, senza prima aver fatto un percorso iniziatico, senza essere meritevole  di conoscerne il contenuto prezioso. 

Si narra che chiunque tentasse di forzarlo morisse bruciato e folgorato. 

Molto consono con l'aspetto elettrico e folgorante di Amon, dio dell'elettricità. 

(...) Le lampade ad arco furono poi davvero realizzate  nel 1822, e sfruttavano il principio della polarità opposte, replicando l'effetto che si otteneva tra le punte delle ali contrapposte dei due Cherubini, mentre la luce si manteneva al centro del sistema. 

Come un condensatore elettrico che immagazzina l'energia dall'atmosfera e poi lo sviluppa internamente attraverso la luce. 

Così come dicevo per gli scudi rotondi ravvicinati dei Bronzetti Nuragici. 

(...) Il guerriero nuragico a quattro occhi,  come Fanes, il primo nato, la divinità primigenia della cosmogonia orfica. 

Fanes che in greco significa "il brillante", il Dio luminoso,e questo ricorda molto Amon la divinità egizia, che veniva chiamato la "luce splendente". 

L' Eros primordiale, ingoiato, inglobato da Zeus, per manifestarsi in tutta la sua potenza, tramite il fulmini e le saette

Elettricità. 

Filo conduttore tra Amon, su Maschinganna, Maimone, e anche, credo proprio il guerriero sardo dai 4 occhi che spaventava i nemici. 

E il caos della materia prima del tutto in Potenza. 

Lo spirito vitale increato e ingenerato. 

Fanes il donatore di vita , Eros primordiale, le forze contrapposte che si manifestano eternamente. Estasi e terrore, vita e morte, creazione e distruzione, dolore e silenzio

Fanes è ciò che si crea dall'uovo primordiale. 

E questo spazio di creazione che unisce gli opposti- contrapposti, i  Sardi l'hanno trovato nella pietra e della Pietra ne  hanno fatto un Uovo Cosmico Narrante. 

I Sardi nascono dalla Pietra e nella Pietra.

Così come diceva Pinuccio Sciola di sé stesso

Fanes mise in moto l'universo. 

L'ermafrodito dalle Ali d'oro. 

E ali d'oro, verranno poi rappresentate, come due angeli Custodi, nella riproduzione dell'Arca di Noè, che ha la stessa dinamica elettrica della bobina di Tesla, come ho scritto in un altro post.(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/s-arca-sacra.html) 

Come le due pavoncelle l'una difronte all'altra che insufflano l'afflato divino, il "respiro della vita". 

Stessi Sardi ideatori? 

Maschile e femminile insieme.

Questa sinergia sempre presente in ogni manifestazione dell' Animo Sardo in ogni campo. 

Dove tutto è Sigizia

Monade Primordiale.

Armonia. 

Fanes era il doppio, perché guardava davanti e dietro, e ha quattr'occhi perché credeva che nulla dovesse essergli occulto"

 

Fanes era una Jana. 

La nostra Befana/Be-fanes. 

La nostra Filonzana, colei che detiene il filo della vita e il filo della morte ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/01/sa-filonzana-be-fanafanes-janas-sarda.html?m=0) 

È il Femminino Custode delle due polarità. 


"Era  incarnato anche nel Giano bifronte

Giano/Giana/Jana delle porte solstiziali. 


" L'oro del rivestimento dell'Arca e dei due Cherubini, fungeva da conduttore elettrico, e il legno di acacia fungeva internamente da isolante.

I due Cherubini erano come due elettrodi. 

Questa grandissima capacità di manipolazione della luce e di questo arco di energia, era un qualcosa di magico e alchemico, che  veniva veicolato e tramandato segretamente fin  dai tempi antichissimi, fin da quando impararono ad usare, dai tempi del Re Salomone, il Sacro Fuoco ad alto potenziale elettrico, per trasformare l'oro in polvere bianca mistica, chiamata la "polvere di stelle", l'Ormes,  l'Albero della vita, lavorata poi in "pani conici" (che richiamano la forma dei Nuraghi, a dire il vero), formata dall'alchimia e abile trasformazione di 8 materiali diversi, fino ad arrivare all'Oro monoatomico, costituito da un solo atomo, e raggiungibile solo attraverso un arco di luce ad alto voltaggio. 

Una "pietra di fuoco", d'oro bianco, lavorata da abili competenti in metallurgia, chiamata Shem-an-na. Una sorta di pietra filosofale, capace di ripristinare il DNA, di piegare lo spazio-tempo, di favorire la levitazione. 

L'ormus, l'MFKTZ degli Antichi Egizi. 

Si controllava così il potere dell'Arco di luce, fin dai tempi antichissimi, e sono convinta  che i Sardi fossero in grado di gestirlo, e lo esternassero in particolare attraverso i due scudi rotondi vicini, per creare emanazioni elettriche.

Lo stesso prof Dedola dice che si officiavano riti sulla sommità dei nuraghi per celebrare il Fuoco Sacro.

I nostri Antichi Padri erano degli sciamani, dei "fulguratores". Nella pinacoteca di Cagliari c'è un ciondolo chiamato "la pietra del tuono" ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/pietra-del-tuono-pinacoteca-cagliari.html?m=0) 

Sapevano attivare i fulmini, che sono plasma. 

"I paleografi interpretano la scrittura Oracle di Shen 申 come un pittogramma di un "fulmine"( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/shen-diansherdian.html?m=0) 

Questo è stato graficamente differenziato tra dian 電 "fulmine; elettricità" con la "nuvola radicale" e shen 神 con il "culto radicale", suggerendo semanticamente sia il "fulmine" che gli "spiriti" che discendono dal cielo."

Erano Curanderi, Cabiri, Yogini, erano iniziati ai Misteri del Fuoco, del Fulmine, dell'energia vitale e cosmica

Shen(fulmine)

Dian(elettricità intesa come "nuvola Creatrice del Fulmine)

Insieme, le due parole, formano la parola. 

Shen-dian

Troppo simile alla Sherdian, per passare inosservata. 

Gli Antichi Sardi come custodi del Sacro Fuoco Elettrico. 

È molto probabile che questi nostri "dominatori" del Fulmine, i fulguratores, entrassero in stati sciamanici di ipnosi avvalendosi anche del movimento rotatorio ad ansa, di questo Amuleto, della "pietra del fulmine" 

La stessa forma dell'Arca dell'Alleanza, è stata poi riprodotta nelle nostre "archedde", nelle nostre cassapanche intarsiate che solitamente rappresentavano la dote, insieme al corredo, della sposa, e che portano intarsiate nel legno, tutta la simbologia dell'Unione degli Opposti, comprese le pavoncelle bifronti.

Perché anche nella simbologia dell'Unione matrimoniale, esemplificata dalla cassapanca sarda, così simile all'Arca dell'Alleanza, tanto da essere chiamata "archedda", troviamo la Chiave per la Creazione, la sinergia degli Opposti, sempre presente. Così come è presente nel Menhir di Laconi, di cui ho avuto modo di parlare riguardo la simbologia presente nei "lizzos" nei gigli ricamati nel costume di Orgosolo( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/03/sos-lizzos-i-gigli-di-orgosolo.html?m=0) 

Perché sono simbologie comuni, archetipali, e nella nostra antichissima tradizione sarda, tutto è estremamente collegato

"Ciò che è sotto il capovolto sardo, nel menhir di Laconi è la "dinamo elettrica" di queste due polarità, con la H al centro.. Come la si vede fin dai tempi di Gobleki Tepe.. Come un Sacro Vajra. Tutte le divinità di ogni civiltà sono state rappresentate con braccia aperte e due animali speculari, ad H.. Solo con l'equilibrio di energie si può creare.

D'altronde, l'ultimo re sumero che si salvò dal diluvio universale, fu Ziusudra o Zin Suddu(come è simile ai nostri cognomi Sardi), che diventerà Noè nella tradizione ebraico-cristiana

L'Arca di Noah, l'eroe del diluvio dell'epopea di Gilgamesh"


E, tutto, parte sempre dalle due polarità che agiscono in sinergia, e che creano potenti campi elettromagnetici, che i nostri Antichi Padri e Madri, sapevano gestire molto bene, oltre che rappresentare, a livello alchemico, tutto il nucleo esoterico portante, una vera e propria koine'  concettuale e simbolica, di tutta la nostra Antica Civiltà.

E questo splendido manufatto, ne è sintesi perfetta.


Tiziana Fenu 

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Manufatto con corna













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