Gli Eleusini hanno sempre rigettato, categoricamente e con forza, il principio di una presunta unità trascendente delle religioni, come del resto anche l’aberrante idea che possa esistere un “esoterismo assoluto” derivante da una presunta “Unica Tradizione Primordiale” onnicomprensiva ed unitaria, sia nelle forme e nei modi in cui è stato proclamato e celebrato dalla Tradizione Pitagorica antica prima e da molte personalità dell’Umanesimo e del Rinascimento dopo, sia per come è stato teorizzato agli inizi del ‘900 da René Guénon nella sua dottrina dell’Unità Metafisica della Sapienza Eterna.
E tantomeno da come è stato più recentemente delineato da Frithjof Schuon nel suo saggio Unità Trascendente delle Religioni.
Per gli Eleusini esiste quindi, sì, una Tradizione Primordiale ed originaria, ma la riconoscono e la identificano esclusivamente con la religione Titanica pre-olimpica, e quindi pre-ellenica.
Quella grande religione comune che, prima del rovesciamento religioso e culturale operato con la Titanomachia e con la conseguente istituzione del sistema sociale del patriarcato e del culto di nuovi Dei usurpatori, era praticata e trasmessa da tutti i popoli dell’Azzurro Occidente, quindi da tutti i popoli europei, mediterranei e vicino-orientali, dalle brumose terre della Scozia al Nord Africa, dalla penisola Iberica alle catene montuose del Caucaso, dall’Egitto alla valle del Danubio, da Creta all’Anatolia. Quella stessa religione trasmessa in un’età aurea all’umanità dagli Dei Titani creatori, da quegli Dei Titani della stirpe di Giapeto che crearono l’uomo a propria immagine e somiglianza e lo alzarono in piedi, in piena dignità, mettendogli in mano le loro stesse armi e i loro stessi strumenti di potere e infondendogli, come vero marchio indelebile, la loro stessa essenza vitale e spirituale.
Non solo, quindi, il dono della vita e dell’immortalità dell’anima, ma anche la Conoscenza e la ragione, la capacità di apprendere e di distinguere il bene dal male, la verità dalla menzogna.
La capacità di apprendere e seguire quell’unico comandamento che il Grande Padre Urano lasciò ai mortali figli della stirpe di Giapeto: «È proprio dei pesci, delle fiere e dei volanti uccelli divorarsi l’un l’altro. Ma a voi dò la Giustizia, la Verità dall’ampia pupilla»
Tratto da Nicola Bizzi "I Minoici in America e le Memorie di una Civiltà Perduta" Edizioni Aurora Boreale
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