Oggi ho un dolore sordo. Non posso, non posso immaginare una terra che vive di sole, di profumo di mare, di pelle rivestita di ambra, che rilascia tutto il suo profumo proprio la sera, al chiarore della luna, che smette di vivere, di pulsare, alle dieci di sera, in piena estate.
Chi decide queste cose è abituato alle mura domestiche, al profumo del lavapavimenti, dell'ammorbidente magari.
Ha occhi che non sono abituati alla vastità dell'orizzonte che offre il mare.
A quella segretezza e intimità che offre la notte, quando lo sguardo spazia oltre le stelle, a cercare di individuare le costellazioni, o ad attendere una stella cadente.
Oggi le stelle cadenti mi fioccano sul cuore, che sento come un porta spilli.
Eppure non sono mondana. Conduco una vita quasi monacale.
Ma oggi non gira.
Ho un dolore profondo per questa umanità ferita, per la magia di un po' di ristoro per qualche ora in più fuori casa, strappata a morsi.
Non mi sono mai sentita così, da quando è iniziato tutto questo.
Lo vivo trasversalmente tramite i giovani.
Ho un figlio e nipotini anche io.
Il terrore che ho oggi é questo pensiero carnivoro.
"Ci si abitua a tutto".
È questo, il dolore che sento oggi, e spero di continuare a sentirlo ancora. Non ho combinato niente oggi.
Non ho letto, non ho scritto, non ho postato.
Sono arrabbiata, sono indignata, sono avvilita. Sono ferita.
Sono ferita.
Venga lei, a vedere che cosa sta distruggendo.
Venga.
E respiri.
Si riempia i polmoni di quella magia che ci sta strappando dal cuore, di quei colori, che forse nemmeno conosce.
E poi ci dica.
Ci racconti, quale è il suo modo di onorare la vita che le è stata offerta in prestito.
Ce lo racconti, guardandoci negli occhi.
Come facciamo noi Sardi.
Sempre.
Dorma bene, che a noi non ci riesce.
Tiziana Fenu
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