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venerdì, aprile 30, 2021

💛 Beltane, simbologia in Sardegna

 Beltane, simbologia in Sardegna


Tra oggi e domani si festeggia la festa pagana di Beltane(che corrisponde al nostro Calendimaggio) che nell'antico calendario celtico, celebra l'arrivo della bella stagione, dell'abbondanza, del risveglio dei sensi dopo il torpore invernale. Si celebrava con dei grandi falò e con delle danze intorno ad un alto palo ben piantato nel terreno, ad indicare una chiara simbologia fallica di abbondanza, prosperità e sano erotismo, inteso come attivazione di quella nostra energia vitale, quale è l'Eros in ogni sua forma e manifestazione.

Si celebrava così, questa festa del "latte e del miele", alimenti cari alle Dee.

Le due feste precedenti, lo Samhain e lo Yule, erano serviti, come avevo scritto in un mio precedente post, ad entrare in una sorta di incubatio, nel ventre della Madre Terra, nel buio uterino, dove si affronta se stessi, nella propria profondità, come il Minotauro al centro del labirinto, nel cordone ombelicale, da ripercorrere a ritroso, nel grembo uterino di una nuova rinascita.

Si dorme, per ricordare la propria origine divina.

Il Minotauro che deve scendere nelle profondità di sé stesso, e accedere all'inconscio lunare, per poterlo, in seguito, purificare attraverso la purificazione di Imbolc, della Candelora, per permettere che l'acqua incontri il fuoco, e si liberi l'elemento volatile che punta verso l'alto.

L'aquila che finalmente vola.

L'elemento cristico Aria, capace di liberarsi dal dolore e rinnovarsi in nuove libertà ritrovate, dove l'azione del "solve", è necessaria e funzionale al "coagula" del ricompattamento.


Perché Beltane celebra il matrimonio mistico tra le nostre due polarità, maschile e femminile, la sinergia vitale e creativa che deriva da questa unione feconda, dove la Terra, elemento femminile magnetico, è scaldata dal calore elettrico maschile.

È la festa del fuoco vivificante, che sposa la prima rugiada del mattino, che con la sua purezza è capace di lavare e purificare anche la nostra anima.

I falò di Beltane venivano accesi con nove tipi di legni diversi e considerati sacri( betulla, quercia, sorbo, salice, buancospino, nocciolo, melo, vite e abete) e avvolti con nastri colorati, gli stessi del palo centrale intorno a cui si danzava.

Nove tipi diversi. Nove, perché il nove è l'archetipo Teth, che indica il grembo, il femminile, la fertilità.


Durante i festeggiamenti veniva eletta la Reginetta di Maggio, e il suo sposo, chiamato anche "Re della Foresta" o "Green Man". 

Una Reginetta giovane e fertile, poiché doveva rappresentare la Dea che viene fecondata dal Dio, che rappresenta il vigore maschile che porterà abbondanza a tutta la comunità.

La Reginetta avrà l'onore di accendere il Fuoco di Beltane per il grande Rito, e questo Fuoco verrà custodito scrupolosamente, in modo che non degeneri e lo si tenga comunque vivo per i due giorni di festeggiamenti.

In questo modo, uniti dal Fuoco, diventano Sommo Sacerdote e Papessa, e si rincorrono fuori e dentro il cerchio intorno al fuoco, a zig zag, in una danza amorosa e giocosa che viene riprodotta anche intorno ai pali, detti Maypole, con i nastri colorati che vengono intrecciati a ritmo di danza, intorno al palo, da un numero uguale di uomini e donne, dove gli uomini girano in senso orario e le donne girano in senso antiorario.

Questo perché la donna è il polo negativo, magnetico, l'antimateria il "buco nero" da cui tutto ha origine, mentre l'uomo è l'elemento elettrico, il polo positivo.

Un "cantare maggio" che sopravvive in tutta Italia con forme di canto a strofa(le "strofe di maggio" da cantare di porta in porta), ricevendo un piccolo rinfresco e una piccola offerta.

La melodia su cui sono cantate le "maggiaiole' e la tecnica dei cantori solista e coro di risposta, si avvicinano ad altre forme di musica popolare arcaica dell'area mediterranea, come il canto tipico sardo" a muttetus", con strofe di botta e risposta e in rima.


Ma in Sardegna, talmente è sentito questo passaggio così importante, che è stato sacralizzato in grembo ad un'altra manifestazione cultuale importantissima per noi Sardi: la Sartiglia di Oristano, una rappresentazione attestata con documenti scritti fin dal 1500, ma che affonda le radici, nella notte dei tempi.

La figura importante di questa manifestazione, come ho già avuto modo di approfondire in precedenza, "Su Componidori", è una figura sacralizzata e divinizzata, che non può nemmeno toccare terra con i piedi, dopo la vestizione. Il suo compito è quello di donare simbolicamente la fecondità dei raccolti, alla comunità, cercando di "infilzare" la stella a sei punte, durante la corsa a cavallo.

Stella a sei punte  che indica l'unione del Maschile e del Femminile, che si uniscono proprio per il Calendimaggio, per Beltane, e che, attraverso l'azione fertilizzante e benedicente de "Su Componidori", come veicolo del Divino che feconda di divino la coppia, rappresentata dalla stella a sei punte, garantisce un buon raccolto, per il benessere dell'umanità.


Ma il momento culminante della cerimonia è proprio quello della benedizione con "Sa pippia de maju", la "bambina di maggio", chiaro riferimento alla fanciulla pura di Beltane, che diventa Papessa, Sacerdotessa, insieme al suo Re, insieme al suo Green Man, il verde re della vegetazione fertile. 

Infatti questo scettro, realizzato con un doppio mazzo di viole mammole incastonato su una fascina di pervinche (ricordo che la pervinca, come già dissi, era simbolo della divinità dell'acqua Maimone, molto sentita in Sardegna), tenute insieme da un nastro verde, dal maschile, che dona forma al Femminile, rappresenta la rigenerazione della natura, la fine dell'inverno, e l'arrivo del sole fertilizzante. 

Le "pippie di maggio", le reginette, le spose di Maggio, che andavano di porta in porta per la questua, per il Calendimaggio. 

Addirittura in un documento di fine '800, in possesso dei Gremi, si trova traccia di un compenso dato alla bambina, che portava "sa pippia de Maju" a su Componidori. 


Il mazzolino di viole mammole, ha la stessa forma del Vajra indiano, e di quel simbolo che nel Menhir di Laconi, viene chiamato il doppio pugnale. 

Credo che rappresenti invece la dualità che si fa una, il Maschile è il femminile, l'anima e il corpo dopo la morte, tant'è che si intravede, al centro del "doppio pugnale", una H Mercuriale, che unisce, come il gradino di una scala, tra il sopra e il sotto, tra il capovolto e chi sta in piedi. Tra la vita e la morte. Tra i due opposti, come il maschile e il femminile. 

È l'elemento di unione, rappresentato dal Sacro Vajra, dove la sinergia maschile e femminile, diventa sinergia creativa, energia dinamica che eleva l'uomo a stati di consapevolezza superiori, ad una maggiore unione con il divino, rappresentata anche da quel colore viola, che indica spiritualità, delle viole mammole de Sa pippia di Majo, che tra le mani di un essere divinizzato come su Componidori, diventa strumento di benedizione propiziatoria per tutta la comunità.


Questo è lo strascico della festa di Beltane fino a nostri giorni, fino ad essere stata intessuta e inglobata, in un'altra sacra rappresentazione come quella della Sartiglia, con la benedizione di questa Pippia de Majo, anche se prof. Dedola, riguardo a "Maju", come avevo già scritto, lo fa risalire all'accadico "Mahhu" che significa "sciamano, folle".

Lo Sciamano Sacro, l'uccello del tuono, colui che è capace di evocare vento, tuoni e fulmini.

E quindi comunque compatibile con la figura de Su Componidori, come colui che sapendo gestire i quattro elementi, quindi anche l'acqua, è una sorta di Sciamano - demiurgo che crea abbondanza. 

Mentre, sulla parola "pippia", si concorda sull'origine dall'accadico "pi-pium", che significa "sorgente". 

In pratica, la viola mammola rappresenta il Femminino, e la pervinca, il Mascolino, il Dio Maimone della pioggia. 

Uniti sinergicamente per creare fertilità. 

La pervinca in sardo si chiama "proinca", ed è molto simile al verbo "proere", cioè "piovere in sardo" 


Onestamente mi piace pensare che Sa pippia de Majo sia la colonna portante sia del Beltane che della Sartiglia, visto che proprio questo elemento le accomuna. 

È il grembo uterino, il Femminile, che porta la vita, è il calice, il Sacro Graal della vita. 

Doppio calice, nel caso de Sa Pippia de Majo, perché il mazzolino è a forma di doppio calice. 


E il doppio calice, anche se disposto verticalmente, lo troviamo, proprio nell'iniziale della parola Beltane, la B, il secondo archetipo Beth, con funzione contenitore. 

Un archetipo femminile, la casa di Dio, del Divino, la donna e  Madre dove il Padre Divino, l'Aleph, il primo Archetipo, si manifesta. 

Betilo, "Beth-El", casa di Dio. 

La Donna è colei che dà la Forma. Iside restituisce forma a Osiride, dopo che è stato fatto a pezzi, e crea Horus, l'Oro, perché lei, alchemicamente può farlo. 

È la manifestazione del Divino, la materia, che ha in sé l'impronta divina, la Sophia, la conoscenza, il Sacro Femminino, rappresentato negli Arcani Maggiori, proprio dalla Papessa, dalla Gran Sacerdotessa, colei che ha le chiavi iniziatiche della conoscenza, il Sacro Graal del proprio tempio interiore, la Maddalena, la "clavicola" di Salomone. 

Anche certe doppie porte delle Domus de Janas sembrano una B, come quella della Domus de janas di Putifigari, s'Incantu. 

Nelle Rune la Beth è rappresentata dalla runa Bjarka, che rappresenta il potere nutritivo di generare la vita. 

Due triangolini vicini. 

Li abbiamo visti anche nelle Domus de Janas. Mi viene in mente il petroglifo delle Domus de Janas Corongiu, a Pimentel, in provincia di Cagliari, con quei triangolini allineati.

Nascita/morte/rinascita, che possono avvenire solo in un grembo femminile, come il grembo di madre terra delle Domus de Janas. 

Si parte da lei, dalla Beth, e si torna a lei, alla fine del viaggio dell'uomo, attraverso il suo lavoro di raccolta del molteplice verso l'unità. 

Lei è sacra quanto l'Aleph, il Dio creatore. 


Quell'Aleph, prima lettera dell'alfabeto, nel suo grafismo è rappresentata dalla testa del Toro. 

Beltane

Bel-tane

Bal/Baal 

Il toro fecondante

Si, perché astronomicamente il  Beltane si verifica quando il Sole si trova al 15° grado del segno del Toro, in un periodo compreso tra il 30 di aprile e il 5 di maggio, in corrispondenza alla levata eliaca( la prima apparizione dell'astro, subito prima del sorgere del Sole) di Aldebaran(Alpha Taurus) della costellazione del Toro. 


Trovo straordinaria questa continuità che si è sviluppata tra gli antichi riti di Beltane e la continuità simbolica nella nostra Sartiglia, che rappresenta comunque un rito di fertilità, anche se inglobata nella simbologia di purificazione e divinizzazione del Carnevale, resta un passo  avanti, perché rappresenta l'unione sacra, che avviene dopo la separazione e la purificazione, e comunque, sempre festa del fuoco si tratta, con valenze propiziatorie e apotropaiche. 

L'Antica Civiltà Sarda è straordinaria per questo motivo, a mio avviso. 

Ogni particolare è collegato ad un altro, e c'è sempre una continuità simbolica e concettuale che lega i vari elementi, anche a distanza di secoli, e che arriva fino a noi. 

E quando c'è continuità e complementarietà anche tra elementi apparentemente distanti, anche in altre culture, significa solo una cosa: che noi siamo Matrice che sopravvive alle diversità e lì dove si perdono, da noi restano, perfettamente integrate in una tessitura d'Oro che ci riempie gli occhi di bagliori di orgoglio. 


Tiziana Fenu 


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Beltane, simbologia in Sardegna


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