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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

venerdì, aprile 30, 2021

💛 Tracce Shardane in Siria.

 Tracce Shardane in Siria. 


Stamane,  si è appreso della sospensione degli scavi nel nuraghe Sirai.

A parte il dispiacere e lo sgomento per un patrimonio archeologico e culturale che non viene riconosciuto e quindi salvaguardato, la prima cosa che mi è venuta da pensare, d'istinto, è che Sirai è l'anagramma di Siria, ed effettivamente, con la Siria, gli Antichi Shardana, hanno avuto a che fare.

Inanzittutto, presso l'antica città di Ugarit, distrutta proprio nel 1200 a.C.,circa dal sopraggiungere dei popoli del Mare, sono state ritrovate delle iscrizioni in ugaritico, dove di trova incisa la parola "Shardana", quelli poi nominata nella stele di Tanis in Egitto, che nomina gli Shardana "che non si sapeva come contrastarli", che combattono come guardia personale del re Ramesse II (1297-1213 a.C.)


Tra le iscrizioni geroglifiche egiziane, si trova anche l'attestazione della conquista della città siriana di Dapur e di Tunip. 

O anche, nell'antica città siriana di Ebla, nel sito archeologico di  Tell-Mardikh, dove sono stati ritrovati dei calendari luni-solari molto precisi, che quindi già 2500 anni prima di Cristo, i mesi dell'anno avevano nomi ben definiti, come il mese della semina, del raccolto ecc, come il nostro calendario nuragico, ben più antico. 

E questo derivava da una dimensione cultuale che fa dei nostri nuraghe sia dei punti di osservazione degli astri e dei pianeti, ma anche sottolinea il loro legame con i culti astrali e solari, soprattutto considerando che ci sono quasi sempre degli altari in prossimità dei nuraghe, che di solito sono orientati verso il punto in cui sorge il sole nel solstizio estivo. 

Molti di essi sono orientati verso stelle molto luminose, come Sirio(nome così simile a Sirai e Siria), della costellazione del Cane, e Rigel, della costellazione di Orione.

Degli osservatori attenti, sicuramente, una ierocrazia che controllava lo scorrere del tempo, legandone l'architettura agli astri, dove il Nuraghe si fa altare, con i suoi giochi di luci ed ombre di un cosmo che dava un senso alle loro esistenze. 

E d'altronde, anche il nostro altare di Monte d'Accoddi, richiama le ziggurath mesopotamica, e  ugaritiche-siriane.

Un altare che probabilmente era destinato alle unioni ierogamiche, alle unioni sacre, visto che è stata trovata anche una stanza "matrimoniale", con tanto di talamo sacro e un altare esterno quadrato, uno spazio sacro come un tempio. 

La presenza di pietre grandi come omphalos, ne fa un centro oracolare, e la presenza di statuine di foggia cicladica fa pensare alla grande importanza che si dava alla figura femminile. 

Non solo alla figura femminile, ma anche, probabilmente alla figura dello stregone. Infatti in questo stesso sito vi è una capanna, detta dello "Stregone", suddivisa in cinque ambienti, dove al centro del focolare hanno trovato un treppiedi, quasi a dimostrare che forse il sito è stato abbandonato in tutta fretta.


Il treppiedi mi riconduce, come simbologia, alla triade creativa divina, alla "zampa d'oca" esoterica degli Iniziati discendenti dalla regina di Saba, e alla simbologia degli stregoni, che vengono sempre rappresentati con un bastone in mano.

Questo perché pare che la zoppia venisse associata all'essere dotati di particolari talenti sovrannaturali, capaci di connettersi con il sovrannaturale e con il divino e ad una statura particolarmente bassa.

Questa descrizione rimanda alle nostre antiche Janas, e la cosa curiosa, è che proprio in Siria è stata ritrovata la tomba della più antica sciamana, appartenente alla cultura natufiana (cultura che aveva la fissa delle coppelle sulla pietra) , risalente a 12.000 anni fa, diffusa anche in Siria. 

Tra i reperti trovati nella sepoltura, spiccano 50 gusci di tartaruga, che doveva essere considerata sacra. Questo mi fa pensare alla nostra tartaruga di Cala Ghjlgolu (o Girgolu), a San Teodoro, una degli antichi Custodi della nostra Terra e alla tartaruga è stata dedicata la creazione in arenaria sulla spiaggia di San Giovanni di Sinis. 

Per i Maya, la tartaruga era legata alle stelle e alle costellazioni. Il guscio è una rappresentazione della volta celeste. Lo scudo di Orione è chiamato tartaruga in lingua yucateca, il dio della Luna è raffigurato ricoperto da una corazza formata da scudi di tartaruga.

Secondo l'etimologia popolare, tartaruga deriva da "tartuus", o mondo sotterraneo, inteso simbolicamente come dimensione dei livelli superiori di coscienza. 


Ma "Tart-" è anche la radice di un'altra parola, Tartesso, la grande città dei Metalli, che sappiamo, probabilmente di trovava in Sardegna, nello stesso Sinis, a Tharros. 

Creatura di cielo e terra, che nel suo carapace ha impresso del calendario lunare. Le 13 forme più grandi sono le 13 lune piene dell'anno, e le 28 forme più piccole, sul perimetro, sono 28 giorni secondo il calendario lunare. 

Come il nostro calendario lunare con le tredici coppelle, dell'altare di Oschiri, di cui ho già parlato in un mio precedente post. 

Un animale simbolico estremamente importante, legato alla fertilità e alla saggezza della Dea, alle qualità lunari della morbidezza e dell'ombra dello Yin, alle acque primordiali in cui tutto ha inizio. 

Nel Faust di Goethe, è proprio sull'enorme guscio di una testuggine marina, che sono raffigurati i piccoli Cabiri, divinità greche protettrice dei marinai(chi più degli Antichi Shardana potevano essere considerati abili marinai?) 


Il culto Misterico dei Kabiri è attestato per lo più sull'isola di Lemno, e i suoi abitanti venivano identificati come Pelasgi, e gli Dei onorati in questo culto, discendevano direttamente da Efesto, il Dio principale dell'isola, zoppo anch'esso, Dio del fuoco, dei vulcani, delle fucine, degli artigiani. 

Efesto allevato dalle Nereidi, in particolare da Teti, ed Eurinome (nel mio ultimo post ho parlato proprio di Teti e della grande importanza che ha nel ritrovamento dei bronzetti sardi), buttato giù dall'Olimpo dalla madre Era, per poi finire nell'Oceano. 

Zoppo e sciamano anche lui, che si reggeva con bastone. 

I treppiedi umani. Gli Sciamani.

I figli del Cigno. 

La costellazione del cigno era importantissima per gli Antichi Sardi 

Stella Polare con la sua stella Deneb, 12.000 anni fa, ma anche Cigno come "signum-cunnum-cunno", come una delle tre croci astrologiche di rinascita, sulla via Lattea, come abbiamo già visto. 

O forse si trattava della nostra isola, visto che Sant' Efisio, nome così simile a Efesto, è il patrono della Sardegna. 

Isola di Lemno, nella quale vi erano culti rivolti alle corporazioni di fabbri. 

E anche Tartesso, sede della Sacra metallurgia, che aveva come simbolo un'omega, con i suoi fabbri, era qui. 

E i Cabiri indossavano il tipico copricapo(il pilos) dei Dioscuri, i figli di Zeus e Leda, per la quale Zeus si trasformò in Cigno per conquistarla. Copricapo che somiglia molto alla nostra "berritta Sarda" 


Ma in Siria c'è anche un luogo che somiglia molto ai nostri pozzi Sacri, ma senza acqua, ad Urkes, costruita su una collina artificiale sulla quale si deve salire, come nell'altare di Monte d'Accoddi, nella terra degli Hurriti, dove in una struttura sotterranea, che in hurrita si chiama "Abi", dove si svolgeva un particolare rito necromantico, con delle medium sciamane, come le Janas custodi dei portali.

Questo luogo, che risale a 4.500 anni fa, era chiamato "la porta dell'inferno".


Le coincidenze cominciano a spiazzarmi. 

"Abi", come Abini, il santuario nuragico di Abini-Teti, a Nuoro. 

Questo rito, chiamato "Nekya" in greco, consisteva nella invocazione dei defunti, per oracolare sul futuro dei richiedenti, dove si deve varcare un cerchio magico e affrontare, se necessario, un viaggio nell'aldilà, nell'Ade, come fece Ulisse alla corte dei Feaci(probabilmente sardi), che deve parlare con l'indovino Tiresia(nome che ha la stessa radice dei Tirreni che vivevano in un isola, identificati con gli Etruschi, ma molto più verosimilmente, Sardi) e come fece Enea attraverso il Ramo d'oro.

Spesso si offrivano dei maialini, per offrirli ai defunti invocati, e il maialino, "su proceddu", è uno dei simboli della nostra tradizione culinaria. 


Due Pelasgi, Ulisse ed Enea. 

Ecate/Circe, la Sacerdotessa, che discende dalla dea Sumera Inanna, è nella sua controparte Ereskigal, dea degli Inferi, la Sciamana, la Jana che mette in comunicazione le due dimensioni, quella dei vivi e quella dei morti, attraverso il cerchio da varcare, in un contesto circoscritto e buio, come un utero, un grembo nel quale si recupera la memoria, il contatto con i propri avi. 

Circolare come la struttura dei nuraghe, come la tholos dei pozzi Sacri, come la ruota del cielo, con suoi dodici segni zodiacali. 

Pare che anche in questo luogo siriano, come in Sardegna, si seppellisse in modo fetale e verticalmente, e che si praticasse l'incubatio, i lunghissimi sonni "terapeutici" 

Sono due dimensioni che si toccano, grazie a particolari figure sacre e carismatiche, come le sciamane, come le Janas, che fanno incontrare queste due dimensioni in un grembo, circolare, come i nuraghe, come le stesse Domus de Janas, ma attraversate internamente da dei corridoi a T, che indica la Tau, il ventiduesimo archetipo ebraico, la fine del viaggio, il Sigillo, oltre il quale vi è la resurrezione e si rinasce. 

I segni concentrici in terra, nelle Domus, indicano questo, il passaggio amniotico di una nuova rinascita. 

Le false porte sono indicate per essere oltrepassate all'occorrenza, quanto si innesca la comunicazione tra i due mondi, e il cerchio, ancestralmente accoglie, come un luogo protetto, di possibile rinascita e trasmutazione.


Questo è il viaggio che ho affrontato oggi. 

È bastato un nome, "Sirai", e la miccia si è accesa, come le combinazioni di un cubo di Rubik, dove alla fine tutto coincide e rivela una tridimensionalità perfetta, in una serie di corrispondenze che indicano quanto forse possono essere andati lontani gli Antichi Sardi, tanto da lasciare tracce concrete anche in Siria, creando anche lì, la dimensione della nostra Antica Civiltà Sarda. 


Tiziana Fenu 


©®Diritti intellettuali riservati 


Maldalchimia.blogspot.com 


Mi trovate anche in questo sito inglese 

Antichecuriosita.co.uk


Tracce Shardane in Siria.


Sito Tell Mardikh, Siria

                                                  Stele Tanis, Egitto
Tipica sepoltura natufiana

Coppelle cultura natufiana

Coppelle indicanti le tredici lune, altare di Oschiri

tartaruga di Cala Ghjlgolu (o Girgolu), a San Teodoro

Sincronario Maya delle tredici lune

Tartaruga in arenaria a San Giovanni di Sinis

Cabiri greci

Sito di Urkes, Siria

Sito di Urkes, Siria



Rito necromantico Nekya, greco

                                  
Rappresentazione di un maialino votivo nel sito archeologico di Urkes






Altare esterno del Monte d'Accoddi


Altare esterno del Monte d'Accoddi


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