Le condizioni di base
Il santuario.
Sì, prendiamo il coraggio di usare quest’espressione: creiamo un santuario. Non un santuario legato a un dogma, ma il santuario di tutte le possibilità, uno spazio di tenera luce e di libertà.
Perché è precisamente così che ha da essere un posto che pretende di partecipare al ritrovamento dell’armonia tra corpo e anima. La stanza delle terapie sia dunque concepita come un luogo in cui ci sentiremo profondamente a casa, un luogo che ha i colori della nostra anima, certo, ma anche abbastanza neutro per accordarsi con le sfumature del cuore di tutti quelli che ci entreranno.
In base alle regole degli egizi e degli esseni, l’ideale sarebbe che fosse piuttosto sobrio. Tutti gli oggetti, utili o simbolici che vi troveranno posto verranno innanzitutto scelti in funzione della purezza estetica. È importante capire che, a modo loro, diventeranno anch’essi dei ponti, punti di riferimento e di ancoraggio che il malato potrà avere la gioia di ritrovare ad ogni sua visita.
Non dimentichiamo che un simbolo è una presenza viva, collegata a un archetipo, e che una luce sistemata in modo appropriato può favorire lo stato di coscienza che a quell’archetipo fa riferimento. Allo stesso modo, la scelta oculata dell’incenso può facilitare la sintonia della persona con ciò che sta per ricevere. Non avrete difficoltà a capire che tutto questo riguarda tanto il terapeuta quanto la persona che riceve la cura.
Un vero e proprio santuario fa pensare a uno spazio fuori dal tempo, a una parentesi che consenta un dialogo intimo tanto orizzontale quanto verticale: qui, l’umano è chiamato a comunicare con il Divino non solo in modo ricettivo, ma anche attivamente.
Più la semplice bellezza del santuario darà l’idea che esso sia un ponte, più terapeuta e malato saranno facilitati nel muoversi lungo le molte rive delle proprie rispettive dimensioni. Ricordiamoci che il bello non richiama soltanto un piacere per l’occhio, ma è in primo luogo una carezza per l’anima, un elisir che dolcemente la induce ad aprirsi…
Tratto da
Daniel Meurois "Così curavano Dagli egizi agli esseni"
Maldalchimia.blogspot.com
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