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https://maldalchimia.blogspot.com/2022/08/dio-besgorgone.html?m=0
La didascalia di questo splendido manufatto, nella prima immagine, lo descrive come la rappresentazione di una Gorgone, che indossa una gonna a spacco e tiene in ciascuna mano un uccello acquatico per il collo.
Realizzato a Kos, isola greca, intorno al 600 a.C. Altezza 2,5 cm,
diametro 32 cm, peso: 1,19 kg.
Alcuni studiosi l'hanno identificata con Artemide, ma c'è da dire che la posizione è tipica delle Dee che rappresentano il Sacro Femminino, come Inanna, Astarte, o la dea dei Serpenti minoica, o la Potnia Theron (Ἡ Πότνια Θηρῶν), indicata anche come la Signora degli Animali, o la Signora delle Cose Selvagge, è il nome dato alle figure femminili nell'antica arte minoica, micenea, greca ed etrusca, raffigurate con due Animali speculari tra le mani, e la tipica configurazione ad H, che indica l'equilibrio tra le due polarità energetiche, che consentono la manifestazione della potenza sinergica divinità, quindi la stessa epifania del Divino nell'umano.
Ma in questa rappresentazione, è evidente la notevole somiglianza con la divinità minore Bes, egizia, il protettore delle nascite, dei neonati, della stessa vita.
Avevo parlato del Dio Bes, in un mio post, riguardo la Dea Tanit e la Sardegna( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/parlare-della-dea-tanit-in-sardegna-e.html?m=0).
"Ma abbiamo anche un altro vocabolo per definire lo scarabeo, dal vocabolario Casu
La parola è" carrabusu" vocabolo scindibile in termini geroglifici.
(Negli scavi di Tharros Lo scarabeo trovato recava inciso il nome regale di Thutmose IV, 1400 a. C., ma ne sono stati ritrovati molti altri)
Dove Ka indica lo spirito
Ra indica il sole
E " bs" è un ideogramma del dio Bes o Bisu( che sembra un nome sardo) , una forma popolare del Dio Sole.
Ora, il dio Bes era protettore della gravidanza e nella parola carrabus, nell'ideogramma " bs", abbiamo la simbologia del dio Bes, che fa rinascere a nuova vita, in quanto protettore della gravidanza e dei neonati.
Il Ka è lo spirito, ma rappresenta, nella sua rappresentazione a cuore dello scarabeo Karrabosu, la placenta, il "gemello", come veniva chiamata, sacralizzata e ritualizzata presso gli Egizi.
Placenta che, guardacaso è simboleggiata dalla lettera H, come Hermes/Mercurio, perché è traghettatrice di conoscenza, di vita
È la rappresentazione di questa nuova vita auspicata dallo scarabeo, era rappresentata dalla placenta, che era considerata sacra, perché portava al mondo i bambini.
Nell'Antico Egitto il faraone guidava la processione preceduta dalla sua placenta in cima ad una lunga asta, che rappresentava il cordone ombelicale come se fosse l'albero della vita.
Secondo la dottrina egizia, il faraone era un gemello della sua placenta, e costituiva il suo gemello abortivo, che non lo abbandonava mai.
Il Ka, quindi, l'anima, era quindi rappresentata, in forma terrena, minore, da questo Dio Bes, con ideogramma "bs", Dio protettore della gravidanza, e quindi il dio Bes era simboleggiato dalla placenta, considerata il nostro gemello durante tutta la nostra vita.
E qui ritorniamo al concetto di specchio /sistro/ Tanit/ Ankh /come cappio dalla forma allungata, nel quale ci si specchia per ritrovare se stessi
Un cappio con due estremità che potrebbe anche indicare il cordone ombelicale stretto intorno alla faccina del bimbo nuovo che sta per nascere e del quale si rappresenta una faccina a forma di cuore
A forma di cuore come lo Scarabeo beneaugurante di una nuova rinascita, "su carrabusu"
Quella faccina a forma di cuore che abbiamo ritrovato nella Tanit
E il Dio Bes assomiglia con la sua testa grande, alla Tanit "mostruosa" descritta e ritrovata in alcuni siti in Sardegna.
Perché Dio Bes è nano, basso e ha una testa deforme molto grande rispetto al corpo, come quella dei neonati
Questa forma "besoide" ebbe una diffusione molto ampia dal II millennio a. C. in poi
La capacità apotropaica del personaggio si esplica attraverso una rinascita solare simbolica, con un piglio da combattente, agguerrito, spaventoso e con un ghigno che incute paura, perché deve proteggere chi viene al mondo, chi nasce e rinasce a nuova vita.
E guarda caso in sardo " esti bessiu" ( da "bes/ bessiu) significa" è venuto alla luce/ è uscito" in senso lato.
Ecco perché alcune Tanit appaiono con la testa sproporzionata rispetto al corpo.
Perché sembrano avere un aspetto mostruoso perché Richiamo questa divinità Bes del "neonato appena bessiu, appena venuto alla luce"
Quando si trovano Tanit e con questa testa mostruosa, significa che sono Tanit beneauguranti di una felice rinascita.
E niente di strano che questa ritualità di invocazione /ringraziamento verso la divinità Bes, si sia diffusa inizialmente in Sardegna visto che il richiamo alla parola "bessiu" ( uscito) è inequivocabile, e anche perché alcune Tanit hanno assimilato in sé anche la valenza apotropaica di questa divinità protettiva.
In Sardegna era molto diffusa.
Lo attestano svariati ritrovamenti sia scultorei che, come amuleti, ed era rappresentato anche come lo strangolatore di serpenti, visto che ne portava uno arrotolato nell'avambraccio.
Particolare, in Sardegna è il particolare sincretismo che lo accosta alla figura mitologica della Gorgone pietrificante della mitologia greca.
E questo è un aspetto straordinario , perché significa che nella simbologia della Tanit, del Bes, c'è stata un'evoluzione e un'integrazione simbolica tra i due, come è stato tra Tanit e Ankh egizio, che ne ha amplificato il significato, cosa che non è successa in altre civiltà.
In Sardegna troviamo sempre questo tipo di sincretismo.
Una sorta di evoluzione/ commistione dei simboli, degli elementi iconografici, che ne amplificano il significato.
In alcuni Bes vi è addirittura la presenza di un ombelico sporgente rossastro appena tagliato, e questo indica il legame con la femminilità, con l'erotismo, un forte legame con la gravidanza e il parto.
Vi era quasi una "prescrizione magico - terapeutica" nell'affidarsi a questa divinità che ritroviamo nel Mediterraneo nord-occidentale testimoniato in molte tombe femminili
Bes era chiamato anche "bisu" ( nome che sembrerebbe molto sardo) dio del focolare, protettore delle partorienti, e patrono dei ballerini, (amava danzare e bere vino, è attestato da alcune scene rappresentate all' epoca di Alessandro Magno, legato al vino e alla vinificazione, durante la quale si indossavano maschere rappresentanti il Dio Bes, per una ottimale vinificazione) che spaventava le divinità maligne con la bruttezza, con la li guadi fuori.
Guardiamo come il vocabolo "bisu", con il quale veniva anche chiamato il Dio Bes, sia alla radice del vocabolo sardo " bisura", che significa aspetto fisico, perlopiù indicato a sottolineare un aspetto fisico sgradevole
"Bisu", che ha anche la stessa radice di "biddio", ombelico in sardo, dal quale parte il cordone ombelicale, e " biddio" poi si ricollega alla parola "bidda"
Perché intorno al "biddio/ombelico", si crea poi una comunità
Amuleto protettivo di Bes era ovunque, in ogni casa.
Nel mondo romano trova su immagini collegate al culto di Iside, e nel nord Italia è stato cristianizzato con il culto di San Besso.
La divinità Bes, amante della danza, e presentato anche come un abile ballerino, dedito anche alle gioie della vita, tra le quali il vino rosso.
Rosso come la placenta.
Tracce di questa divinità Bes, sono state ritrovate lungo litorale di Chia ( Ca) dove sono state trovate alcune antiche tombe e un insediamento urbano che risultava risulta essere del VII secolo VII sec. a. C.
Nelle vicinanze vi era un Tempio , dove fu trovata la statua in arenaria raffigurante un Bes con un Diadema formato da 5 Piume di struzzo così come appare nella rappresentazione egizia.
Ma in altre rappresentazioni ( e ne abbiamo svariate Cagliari, Fordongianus, Monte Sirai, Tharros) appare senza diadema.
5 piume.
Il numero 5 è legato all'Archetipo Sacro della lettera ebraica He, con funzione Vita, la stessa valenza dell' Ankh e della Tanit( in Sardegna il 5 è legato al culto del Dio Toro)
He, la stessa H di Hermes e della H geroglifico che simboleggia la placenta.
Il numero 5 è la conoscenza Superiore, oltre i quattro elementi. La conoscenza dei 5 elementi, che portano ad una consapevolezza superiore, ad una rinascita
Quinto Archetipo rappresentato da un Papa che tiene in mano un sistro risvegliatore di coscienze ( o forse le addormenta, secondo la prospettiva, ma il significato originario era quello), e spesso il Dio Bes è rappresentato con il sistro in mano.
E abbiamo un cinque rappresentato guardacaso da una Sacra Runa che rappresenta un gemello, una partnership, lo Spirito che si lega alla materia, la Runa Ehwaz
Gemello, come la placenta ritualizzata e onorata non solo presso gli egiziani, ma anche in altre parti del mondo, e in ogni epoca.
Quindi alla fine tutto torna e coincide perfettamente
Un Dio Bes legato all'infanzia, all'ambito solare esplicato anche nello Scarabeo, al ciclo della nascita e della Rinascita a cui Bes, offre tutta la protezione.
Ma è abbastanza singolare che troviamo nelle Tanit isolane, spesso una una Tanit con la testa grande e deforme rispetto al corpo, e anche appuntita, come un cuore, particolare che rimanderebbe alla forma dello scarabeo a cuore, protettivo di una rinascita a seconda vita, ma anche che rimanda alla barba a punta del Bes ghignante.
Forse rappresenta un Bes allo stato primordiale, il braccio operativo della dea Tanit della fertilità, quello che si occupava della "protezione attiva" delle partorienti e dei neonati, per i quali si esclamava, appena nato : "e bessiu!!" - "è venuto alla luce", perché pur sempre di divinità solari si trattava."
Infatti, in questa rappresentazione, ci sono due svastiche solari nei due uccelli trampolieri.
Ci sono anche quelli che sembrano dei simboli lunari e solari.
Alla sua destra, c'è un simbolo con tre cerchi concentrici, e 10 raggi.
Il 10, è il numero della completezza, il numero della creazione, del maschile e del femminile insieme. È il decimo sacro Archetipo Ebraico Yod, con funzione "concentrazione".
La prima lettera del tetragramma divino YHWH. Il punto di inizio, l'origine della creazione.
Creazione ciclica, enfatizzata dai tre cerchi concentrici di "nascita/morte/rinascita". Immortale.
Invece sulla sua sinistra, il lato del Femminino, abbiamo un doppio disco, con due cerchi concentrici, e 9 raggi.
Il 9 indica il Femminino, Sacro Archetipo Ebraico Teth, il grembo, la capacità di procreare e di duplicarsi.
Su entrambi i lati, due simboli identici, formati da quattro rombi vicini, che possono indicare l'elementi terra, con i quattro elementi, nel quale avviene la creazione.
Sulle braccia, 4 simboli uguali, due per lato, tutti e quattro formati da sei piccoli elementi disposti in circolo.
Il sei è il numero dell'Unione degli Opposti. Gli Amanti Divini.
E il numero 6, moltiplicato per 4, dà un 24, che ridotto, mi dà ancora un 6.
Quindi, vedete che precisione e corrișpondenza numerica, per enfatizzare un importante simbolismo di unità degli Opposti creativi.
La sovrapposizione "Dio Bes/Gorgone", Medusa, unica, tra le tre Gorgoni, ad essere mortale, nella fattispecie, rimanda al concetto di Natività, di Gorgone, come un Gorgo uterino, un vortice d'acqua che rimanda ad una simbologia uterina, preposta alla gravidanza, alla nascita, come è, nella simbologia del Dio Bes.
La simbologia del serpente sul capo della Gorgone, indica il Femminino e la sua continua capacità di trasformazione, di cambiare pelle, oltre che la seduzione, la capacità ammaliatrice, il Labirinto, la ciclicità, il cordone ombelicale.
Ma non in senso negativo.
La figura di Medusa, è stata demonizzata in periodo ellenico, da una Civiltà, quella greca, con eroi poco propensi alla ierogamia, intesa come "unione degli opposti", ma piuttosto, tendenti all'esclusione del Femminino, ghettizzato e soppiantato da una omosessualità, da parte degli eroi greci, ostentata e riconosciuta socialmente, come fregio di alto valore.
Parlai di Medusa in un mio post ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/basilisco-e-il-mito-di-medusa-in.html?m=0), poiché in Sardegna, abbiamo dei luoghi dedicati proprio a Medusa, come il castello di Samugheo.
A Esterzili esiste un tempio megalitico rettangolare , chiamato " Sa Dom'e Urxia", dove, narra la leggenda, ci sarebbe un tesoro chiamato con un nome molto simile a quello del su Scorzoni( o Scultone), che si chiama " su scusorxu", nascosto e custodito dalla Maga Urxia.
Urxia, Orgia, Giorgia, sono tutte radici in "org -", che richiamano luoghi carichi di energia positiva, quindi fertile, piena di verde, che hanno lo stesso nucleo "or/org", di Orgosolo, di Dorgali, di Orosei, dei luoghi, insomma, frequentati da Su Scultone - basilisco.
Infatti, "Gorgo- georgico" , è riferito all'agricoltura, e proprio Medusa, col sangue dalla sua testa decapitata, che genera il basilisco( tra l' altro il nome è simile al basilico, la più profumata tra le erbe "di cucina" ) era, tra le Gorgoni, colei che era esperta nell'arte del coltivare la terra, oltre che ad essere la più potente.
Il Professor Lilliu, aveva associato "Giorgia", ad una maga gigantessa in epoca nuragica, che si infuria e che pietrifica con lo sguardo a causa della perdita, per una maledizione, dei propri figli.
Una Giorgia come un Antica Madre Pietra della fertilità( il nome Giorgia infatti è connesso al termine greco- bizantino " Ghiorghis", che significa "colei che feconda) che venne pietrificata per aver rifiutato di fare l'elemosina, nonostante la sua ricchezza
A Esterzili esiste anche " Sa Domu de s'orgia Maiosa".
Le Gorgoni erano figlie di Forco e di Ceto, ed abitavano nell'estremo occidente del mondo conosciuto dai greci.
Forco, che secondo gli Orfici era, con Crono e Rea, la prima discendenza di Oceano e Teti.
Forco, divinità degli inferi, re dei mari occidentali, re della Sardegna, poichè in Sardegna avevamo la dea Gi-ORG-ia, Lughia Radiosa o Rabbiosa, divinità votata al culto delle acque.
Da "Shardana i popoli del mare", di Leonardo Melis
"in verità per i Greci quest’Isola non doveva essere tanto appetita, almeno anticamente, giacché ne facevano addirittura il regno di Forco. Questi era un illustre figlio di Gea e di Ponto (forse riferito a uno dei luoghi abitati dai Shardana), fratello di Nerèo, sposo di Ceto. Secondo la leggenda Forco morì annegato dopo un combattimento con Atlante (riferimento alla scomparsa della Tirrenide contemporanea ad Atlantide?). Ceto gli generò le Graie, Ladone (il drago che custodiva i pomi d’oro nel giardino delle Esperidi), le Gorgoni ed Echidna (genitrice di Cerbero, dell’Idra di Lema, delle Arpie, della Sfinge, del Leone di Nemeo e di altri angioletti della Mitologia greca). Si sa che poi gran parte di questi simpatici soggetti fu sterminata dagli eroi della situazione, fra cui Eracle stesso, che in seguito consigliò il fido Jolao di condurre nell’Isola il resto dei Tespiadi o Eraclidi, perseguitati in patria dopo la sua morte e apoteosi. >
Erano tre sorelle, Steno, Euriale e Medusa, di aspetto mostruoso, avevano ali d'oro, mani con artigli di bronzo, zanne di cinghiale e serpenti al posto dei capelli e chiunque le guardasse direttamente negli occhi rimaneva pietrificato.
La Gorgone per antonomasia era Medusa, unica mortale fra le tre e loro regina, che, per volere di Persefone, divenne la regina degli Inferi. Le Gorgoni rappresentavano la perversione nelle sue tre forme: Euriale rappresentava la perversione sessuale, Steno la perversione morale e Medusa la perversione intellettuale.
Dalla testa mozzata di Medusa, nacquero il cavallo alato Pegaso e Crisaore, padre di Gerione.
Quel Gerione, la cui figlia Eriteide, si uni' al Dio Hermes e diedero alla luce, Norax o Norace, antico eroe mitologico della civiltà Sarda, fondatore, secondo la leggenda, di Nora.
Norace, attestato da più fonti, pare che arrivasse in Sardegna dalla mitica città di Tartesso, la città portuale dell' attuale Andalusia, ma che sembrerebbe invece, da alcuni studi, essere proprio una città della Sardegna, terra ricchissima di metalli e di pietre preziose, di cui i sardi erano abili commercianti fin da tempi antichissimi, probabilmente dal 10. 000 a. C., se non prima.
Come vedete, la leggenda di Luxia Rabbiosa, de S'Orgia, anticipa di secoli quella della Gorgone Medusa.
Una figura che l'accomuna a Demetra, per la perdita dei figli( la nostra Lughia, perse i figli a causa di una maledizione che pietrifico figli e averi, per essersi rifiutata di concedere un'elemosina), per la discesa negli Inferi, e che eppure, in Sardegna, riesce anche ad emergere come regina benvoluta e amata, che combatte per difendere il proprio popolo, ma venne sconfitta e decapitata da Perseo, re di Micene.
In Sardegna abbiamo srmpre un'attenzione particolare verso il Femminino. Un Femminino forte, combattivo, che lotta per la comunità e i suoi figli, per la sua comunità.
Ne abbiamo avuto esempio con Eleonora d'Arborea e la sua Carta de Logu, rimasta in vigore per cinque secoli, scalzata poi, da un patriarcato castrante.
Non mi stupirebbe se questo splendido manufatto fosse di provenienza sarda.
Le ali superiori, sono le stesse ali estese che troviamo per esempio nella Domus de Janas S'Incantu, che dominano i passaggi interni, come se fossero dei portali.
E la sovrapposizione "Bes/Gorgone", ha una valenza positiva, non di morte, di pietrificazione, ma di nascita, di Benedizione, di creatura "bessia a sa luxi", di creatura "uscita alla luce", venuta al mondo.
Luxi, come Luxia, portatrice di Luce.
Ci sarebbe tanto ancora da scrivere, perché la nostra Antica storia sarda, e come una matrioska.. Alla fine, da qualsiasi parte si inizi, c'è sempre qualcosa che riporta alla Sardegna, che è srmpre una "storia dentro una storia"
Tiziana Fenu
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