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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

venerdì, maggio 26, 2023

💚Drago del Dio Marduk

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https://maldalchimia.blogspot.com/2023/04/drago-mesopotamico.html?m=0


Riflettevo sul Drago, visto che ieri si è celebrato San Giorgio, colui che in ambito cristiano, vince e uccide il drago.

Ma l'iconografia e il simbolismo del drago, affondano le radici nelle antiche civiltà, come quella cinese e mesopotamica, presso gli Sciiti, in Iran, fino ad arrivare ad essere rappresentato come "draco" nello stendardo dell'antico romano impero, portato da un soldato draconiano.

Una figura importante, custode tra le dimensioni, per la sua natura ibrida, e custode di grandi tesori. 

Presente anche nei sigilli cilindrici mesopotamici, fin dal IV millennio aC

Ho già approfondito la simbologia del drago in ambito Mesopotamico, quando ho parlato del mušḫuššu, il compagno del Dio Marduk, o  più precisamente, la compagna, perche il mušḫuššu rappresenta il Sacro Femminino ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/drago-drl-dio-marduk.html) 

Drago-serpente (mushkhusshu), simbolo del dio Marduk, che a Babilonia aveva un ruolo protettivo positivo. 

Infatti, così come custodisce, nella terra, la porta Sacra del tempio del Dio Marduk, considerato il Creatore dell'universo, così nella Cabala, in ambito esoterico, Ishtar presiede alla sfera Malkuth, decima e ultima delle  Sephirot nell’Albero della vita. 

Rappresenta la “Sposa” della Sephirot Tipheret , ed è alla base dell’Albero delle Sephirot, l'Albero della Vita, ed è associata alla Terra e significa “sovranità” (della materia fisica), una fonte di vita per tutti gli esseri viventi, che, a differenza delle altre Sephirot, è un’emanazione che emana direttamente da ciò che è stato creato. 

L'unica che genera direttamente dal suo interno, riversano sulla realtà, l'emanazione divina, in piena autonomia, sotto forma di Shekinah. 

Malkuth come il Leviatano, il potentissimo serpente Marino della dimensione terrena, che poi è stato  deturpato nella sua accezione positiva originaria, perché i Levi-tannan, erano gli Iniziati, come Mosè, come anche Cristo, come le divinità femminili delle antiche civiltà legate alla saggezza del serpente. 

Il Dio Marduk infatti viene rappresentato mentre tiene sulla sinistra, la parte del Femminino, un serpente-drago con corna, chiamato Mušhuššu (lett. "serpente terribile")". 


Un drago fedele alla divinità Marduk, uno stretto rapporto di fiducia, come tra il cavaliere e il proprio cavallo.

Iconografia che rimane anche nel più recente San Giorgio, rappresentato a cavallo, che in epoca mesopotamica era rappresentato dal Drago Mušhuššu, rappresentazione delle intere forze della Natura in tutti i suoi aspetti. 

Il Divino che prende Forma nella dimensione terra, sotto forma di kundalini( rappresentata come sinergia di draghi-serpenti), necessaria per ascendere a livelli superiori 

Perché è sempre il Femminino che consente l'accesso alla dimensione divina, in questa dimensione terrena. 

Le antiche dee primordiali, avevano le fattezze di serpenti, come la dea Nammu, la dea primordiale del Caos, delle arcaiche acque primordiali da cui ebbe origine il tutto, e dalla quale ebbe origine anche Tiamat, che nella mitologia Babilonese è la Madre di tutto il cosmo, i cui dodici figli rappresentano le costellazioni. 

Le dee successive, vengono rappresentate, anch'esse, in segno di potere e di rigenerazione ciclica, con dei Serpenti in mano, Inanna, la dea dei Serpenti minoica, giusto per citare le più importanti, che rappresentano le due polarità energetiche della kundalini in equilibrio. 

Iconografia che sarà ripresa, con l'avanzare del patriarcato, anche dalle figure di potere maschili, che piano piano soppianteranno quelle femminili. 

Lo stesso ureo egizio, rappresenta il Sacro Femminino, custode del Mascolino. 

Un Femminino potente, che, proprio per questo motivo, bisogna saper dominare e contrastare. 

Ma anche un Femminino fertile, il cui sacrificio è necessario, per rendere sacro il suo sangue, in modo che fertilizzi la terra, e dia origine al cosmo nella sua completezza. 

Questo sacrificio avverrà per mano del dio Marduk, in una primordiale lotta narrata nel poema Enuma Elish, risalente al secolo XVIII aC. 

È la stessa iconografia simbolica che troviamo in Mitra, quando uccide il Toro, nell'uccisione e smembramento di Osiride, e in tempi più recenti, nel Sacrificio del Cristo, la cui morte e resurrezione, avvengono il primo venerdì e la prima domenica dopo la prima luna piena dell'equinozio di primavera. 

Equinozio. 

Periodo in cui le due polarità, giorno e notte, sole e luna, Mascolino e Femminino, sono in equilibrio, come le due nadi, i due serpenti-draghi energetici della kundalini. 

È in questo momento, che la divinità, nella sua pienezza può manifestarsi, può germogliare.

Nell'equinozio di primavera, in cui avviene il rito sacrificale dell'agnello simbolico, che nel corso delle svariate civiltà, ha assunto sembianze diverse.

Sacrificio necessario, per la fertilità della terra, dell'intero cosmo, rappresentato anche dalla successione ciclica dei segni zodiacali. 

Come ho scritto in altri contesti, all'inizio dei tempi, era il Femminino, a portare la sacralità del Dono, del sacrificio necessario affinché la vita, la terra con i suoi tanti aspetti, potesse manifestarsi. 

Attraverso il suo sangue, metafora del fertile sangue  mestruale che custodisce in sé, contemporaneamente, sia il concetto di vita, che quello di morte. 

Il Mascolino non può prescindere dal Femminino, neanche per contrastare e governare quel Femminino distruttivo rappresentato dalla stessa Tiamat. 

Perché ci vuole equilibrio, affinché la vita si manifesti. 

E, come è nella mentalità del patriarcato, artefice  di questo equilibrio da ripristinare, è il Mascolino. 

Questo ci insegna la storia, la mitologia, anche se antropologicamente, non è andata esattamente così, e lo dimostra, paradossalmente, proprio l'esacerbata volontà di sfregiare il Femminino, ammantandolo di una negatività che non le appartiene, e, anzi, trasfugurando i suoi Doni e Talenti, in elementi castranti e distruttivi. 

Circe, Medusa, le Gorgoni, le Sirene, e mille altri esempi di un Femminino deturpato, che era invece la controparte energetica del Mascolino, come dimostra, in ambito Mesopotamico il Drago Mušhuššu, fedele compagno del Dio Marduk. 

Ciò che si combatte, è ciò che si teme, perché lo si percepisce potente. 

E il Sacro Femminino lo è sempre stato. 

È essa stessa, il simbolismo di questa energia viscerale, primordiale, di Madre Terra, che nel seprente/drago, nella completezza della sua natura, manifesta la perfezione. 

La stessa Vergine Maria, quella rappresentata con il calcagno esposto, nudo, ad un serpente che tiene fermo con la parte più vulnerabile del corpo( nelle mitologie di tutto il mondo, il tallone è sempre simbolo di vulnerabilità), dimostra invece la sua intima connessione e fiducia verso questa creatura, che quasi protegge, perché gli sta offrendo, a protezione, la sua parte più vulnerabile. 

La Chiesa, spesso e volentieri, ha fatto male i conti con una simbologia antichissima, difficile da sradicare, cercando di soppiantarla con valenze negative, che lasciano il tempo che trovano, per chi ha un certo sentire, una certa visione di insieme, che va oltre ogni possibile deviazione culturale o religiosa.


Tiziana Fenu 

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La lotta tra Marduk e Tiamat, particolare da un sigillo cilindrico mesopotamico

  1. Drago del Dio Marduk 



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