#FestadellaSacraMadre
Questo bronzetto sardo, è stato catalogato come scultura n° 123, “La Grazia”, alta 10 cm, ritrovata a Santa Vittoria di Serri, nel sud Sardegna.
Questo bronzetto risalente all'VIII sec aC. circa, viene definito come una madre che tiene in braccio il proprio figlio, ma la mia interpretazione se ne discosta un po, per alcuni particolari che non sono stati presi in considerazione.
Partiamo da quello che viene considerato un bambino. Più che un bambino, è un adulto anziano. Lo si vede dai tratti del viso, dalle gambette, particolarmente "rinsecchite", come se non avessero turgore muscolare. Le gambette dei bambini, non sono così. Di solito hanno delle "coscette" belle piene.
Secondo me si tratta della rappresentazione della Grande Madre che accoglie nel grembo, le sue stesse creature, dopo la morte.
In effetti la figura in braccio, è una persona anziana, stanca, tipica di chi è vecchio, ed è prossimo alla morte.
Lei è sicuramente una figura simbolica archetipale. Madre e figlia al contempo. Potrebbe essere una donna Gigante di grandi dimensioni, ma sicuramente, chi invecchia si "rimpicciolisce", e questa figura in braccio, è piccola, rispetto alla figura femminile.
Guardate il particolare della mano destra sollevata.
Entrambi i personaggi hanno la mano destra sollevata.
Ma mentre la figura femminile(la chiamo femminile, perché si evince dall'acconciatura, e sembra avere una veste lunga) ha la mano destra, sollevata, ma aperta, con una conformazione di 4 dita unite e il pollice separato, la piccola figura maschile, tiene invece la mano destra, chiusa a pugno.
Questo particolare è molto importante, perché, come avevo già sottolineato in un post, tempo fa, si tratta del tipico saluto sciamanico dei Sardi, specifico degli appartenenti alla tribù dei Dan.
Tribù dei Dan, che, come simbolo, sotto il serpente a tre anse dentro una stella a 6 punte, ha due lettere che rappresentano due Sacri Archetipi Ebraici, una Dalet e una Nun, che insieme, formano la parola "Giudice", come i nostri Giganti di Mont'e Prama, come la nostra prima Giudicessa, Eleonora d'Arborea..
Scrivevo, riguardo queste due lettere(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0)
"Dalet rappresenta la porta, ed è proprio in concomitanza con la simbologia della Nun, con la quale si accorda perfettamente .
La lettera Dalet, il Quarto Sacro Archetipo Ebraico, era rappresentata dagli egiziani, con le quattro dita unite e il pollice in alto, lo stesso simbolo della Nun, un uomo che saluta e che irradia energia, e questa Dalet, nello specifico, indica la posizione della mano e delle dita, con pollice dalle dita .
Quattro dita unite come il 4 della Dalet) più una separata, il pollice, ( 4+1, cioè il 14 della Nun), che vediamo nel saluto dei Bronzetti sardi, come se fosse un simbolo distintivo proprio della tribù di Dan.
Nell'alfabeto sinaitico, la Dalet, era rappresentata come un pesce piatto e ha come valore ghematrico il 4, cioè la terra con i quattro elementi, Aria Terra, Acqua, Fuoco, e con i suoi 4 punti cardinali nord sud est e ovest.
Perché la Dalet è la porta di iniziazione sulla terra, nella materia, nella carne.
La Dalet è il verbo incarnato.
È l'energia maschile primordiale che si esprime nella forma femminile della terra.
"Porta", in sardo si scrive "Janna", cui poi il nome "Jana", perché la Jana è un portale.
Conduce nelle sue strette aperture uterine delle Domus de Janas, per consentire la rinascita.
E la lettera Dalet, è un portale, un unione, tra Cielo e Terra, che rappresenta anche il tetragramma di Dio, YHWY
Quindi rappresenta la divinità sulla terra.
E quelle quattro dita unite, separate dal pollice, esattamente come il saluto dei nostri Bronzetti, sardi indicano le quattro lettere del tetragramma divino, che si esprimono nella terra insieme al pollice, un "4 + 1", che rappresenta la Quintessenza dell'umano, che è unito alla divinità.
Un uomo che si è sacralizzato con il candore di un'opera purificatrice, che è diventato "Nun", "suora/ pesce divino", che può indossare la maschera bianca e il velo bianco, come una suora, simbolo, del Divino e della purezza raggiunta, perché è riuscito a varcare la porta, la Dalet del proprio Ego.
Che può salutare mostrando il palmo della mano radiante di energia terapeutica, chiropratica, pranica, ipnotica, che rappresenta la forza della divinità scesa, incarnata nell' umano
Dalet è una porta, come un canale uterino stretto, come le porte delle Domus, come quei piccoli passaggi, che sono anche alla base della Esedra delle tombe dei Giganti.".
Questa figura femminile, che tiene in grembo un uomo alla fine del suo percorso sulla terra, è una rappresentazione di Madre Terra, che, così come dà la vita, ai suoi figli, così li accoglie nuovamente nel suo grembo, quando muoiono.
Guardate la mano destra aperta. La mano destra, in pranoterapia, è la mano maschile elettrica, che guarisce, che irradia energia. Madre Terra infatti è una fonte inesauribile di energia.
Energia orgonica ovunque.
Mentre la mano sinistra, è il lato femminile magnetico, quella che assorbe energia, anche quella negativa, soprattutto quella, e la metabolizza e la trasforma, perché è forno, un athanor alchemico potente, come il suo grembo, dove avviene la trasformazione verso la vita.
Ma osservate la mano destra della piccola figura in braccio.
È serrata, è chiusa. Non può più irradiare energia, non ne ha più le forze, perché sta morendo, perché deve ritornare nel Grembo di Madre Terra, che lo tiene amorevolmente in braccio, come un bambino.
Mi commuove profondamente questo bronzetto, adesso che, come un Dono, ne ho colto la sua intima simbologia intrinseca.
Discreta, celata. Così come deve essere delicato e intimo, come in un abbraccio tra Madre e Figlio, il passaggio verso la morte.
Un passaggio sottolineato da una qualche Invocazione orale, magari pronunciata da entrambi, perché sembra che anche la figura in braccio, totalmente rapita verso il volto di questa Madre Cosmica, di questa Madre Terra molto umana, con gli occhi gonfi di pianto, sia in atto oratorio, anche solo silenzioso.
Questo aspetto è molto importante, perché crea quel ponte alchemico, quella corrispondenza, necessaria al passaggio, per una nuova rinascita, tra il chakra della gola, il quinto, chiamato Vishudda, e l'organo riproduttivo femminile, "sa udda", come avevo già approfondito (https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/blog-post_18.html?m=0)
"Vishudda/udda".
Il suono crea. E la corrispondenza anatomica ed energetica tra queste due parti del corpo femminile, consente il viaggio alchemico di rinascita.
Con "is brebus", con le preghiere "de sa mexina de s'ogu", della medicina dell'occhio, si guarisce, si rinasce
Il suono è verbo che si fa carne, che si fa materia nel Femminino, nella Madre Terra. Trovo tutto questo, questa rappresentazione, di una Bellezza struggente, di una tale accortezza nei particolari e nella simbologia, da lasciarmi incantata. Come sempre, da tanta intensità e profondità di contenuti e di messaggi, veicolati in modo sopraffino e discreto.
Mai ostentati. Non ne avevano bisogno. Chi è in Frequenza, con le vibrazioni di questa Sacra Terra, riesce a cogliere. Non aspettano altro, che essere colti, e narrati, ancora una volta.
Tiziana Fenu
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Maldalchimia.blogspot.com
Per capire meglio il simbolismo di questo "bambino/adulto" e la sua profonda simbologia, vi rimando ad un mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/seu-sou-seu-sousono-solosono-luovo-l.html?m=0
Google translate on my blog
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/la-grazia-bronzetto-sardo.html?m=0
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