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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

domenica, dicembre 22, 2024

💜Le dodici notti celtiche. La terza notte

Terza Notte. 

22 Dicembre 

Inizio dell'Anno Runico Sacra a Thor e Freyr 

“Amico Thor, 

dammi la forza, e il coraggio. 

Sii con me oggi. 

Fratello Freyr, 

concedimi buon discorso. 

Aiutami a fare buone scelte. 

Salve” 

In linea di massima il Solstizio d’Inverno dovrebbe essersi verificato, quindi in questo giorno, si onora ancora il ritorno di Sunna e la rottura dell'incantesimo dell'inverno. 

Questo è un momento per onorare Thor e Freyr, due delle divinità più venerate anche nei tempi antichi, portatori di fertilità e prosperità. 

Si celebrano dei blótat e Sumbel in loro onore e si fanno giochi insieme ad amici e parenti. 

In questo giorno, era usanza accende il Ceppo di Yule e si saltavano le fiamme per ottenere fortuna e purificazione. 

È un tempo per meditare su rapporti andati male o su gli amici che si sono allontanati, cercando di, dove è possibile, riallacciare le amicizie. 

È un momento anche per fare giuramenti e definire degli obiettivi annuali. Questi vengono spesso benedetti da Thor attraverso il simbolo del Martello Mjölnir, ma in vista di patti e accordi, si potrebbero chiamare anche la dea Var, ancella di Frigg e o il dio Tyr, il dio che ascolta i giuramenti nelle cerimonie della legge. 

Nella società degli antichi norvegesi i giuramenti o i voti erano visti come qualcosa di profondo, altamente vincolante, l'atto più significativo e magico che ci poteva essere, molto diversamente da come oggi viene spesso considerato. 

Mantenere la parola data, era legato all'onore onnipotente e alla fortuna di una persona e della sua famiglia, l'ørlög o il destino era influenzato dalle azioni fatte. 

Quando una persona giurava su un oggetto sacro, stipulava un voto che non poteva essere annullato. Se la parola non veniva confermata, la fortuna e anche parte della stessa anima, di chi aveva violato l’accordo veniva coinvolta nella perdita d'onore, e così condannava anche tutta la sua stirpe. 

Lo scambio formale di doni, tipico del periodo del Solstizio d’Inverno, nel passato implicava una specie di giuramento tra le parti coinvolte, si cercava, così lo stesso tipo di scambio e fiducia. 

Un regalo, era tradizionalmente accompagnato da parole che indicavano in alcuni modi, che la buona volontà e la fortuna del donatore l'avrebbero accompagnato. I Germani avevano l'abitudine di fare regali, e ciò equivaleva non solo a uno scambio di beni terreni, ma anche uno scambio di fortuna e di destino tra i donatori, con il fine di 'unire vite e divenire parenti'; quindi, i regali non venivano accettati casualmente. 

Se un dono veniva dato in cambio del suggellarsi di un'amicizia e al patto si adempiva, accettandolo. 

Le persone sentivano che una parte della loro anima veniva passata con un dono, l'atto di dare assicurava la lealtà e l'amore, che sarebbero scaturiti naturalmente, creando un legame e un obbligo. 

Il potere sia del dono che del suo intento, vincolano l'onore e il destino dei partecipanti, alterando la natura stessa delle loro volontà e sentimenti nei confronti di ciascuno. 

Una volta che un dono veniva scambiato, nessun potere terreno poteva fermare gli effetti che ne scaturivano e nessuno poteva resistere alla sua attrazione spirituale. 


"Þá gengu regin ǫll|| Andarono allora tutti i potenti 

á rǫkstóla,|| ai seggi del giudizio, ginnheilǫg goð,|| gli altissimi Dèi, 

ok gættusk of þat, || e tennero consiglio: hverr hefði lopt alt || chi avesse l'aria tutta 

lævi blandit || avvolta di sventura 

eða ætt jǫtuns || e alla stirpe degli 

jǫtunn 

Óðs mey gefna.||dato la fanciulla di Óðr. Þórr einn þar vá || Solo Þórr si levò þrunginn móði,|| terribile nell'ira: 

hann sjaldan sitr, || non pazientò un istante 

es slíkt of fregn;|| quando apprese tali fatti.  

á gengusk eiðar,|| Si ruppero i patti, orð ok særi,|| la parole e i voti, 

mál ǫll meginlig,|| tutti i giuramenti 

es á meðal fóru.||fra loro stabiliti. - Vǫluspá, St. 25-26. 


Un altro punto fondamentale, per cui si ricorda Thor in questo giorno, è che di fronte alle avversità dei duri tempi antichi, molte persone morivano in circostanze talvolta anche particolari, per così dire, sicché nelle notti di freddo come queste, si poteva temere anche

qualche visita indesiderata da parte di qualche spirito inquieto. 

S’invocava quindi la protezione divina di Thor, protettore di Midgard e degli uomini, il cui ruolo era quello di proteggere il Mondo di Mezzo, appunto, dalle tenebre e dalla distruzione e dai Giganti. 

Sappiamo che Thor era importante durante le celebrazioni del periodo, e la ragione potrebbe essere proprio il suo ruolo di protettore contro talune forze, che vagavano libere sulla Terra durante quel fragile periodo, tra la rinascita del Sole e il suo effettivo ritorno. 

In questa veste Thor, è protettore della “Fanciulla” solare, così fragile e delicata, e del suo tornare. 

Questo dio si dipinge quindi come l’eroe del giorno e della luce, colui che salva la “damigella solare” dal pericolo del Lupo che la vuole mangiare. 

L’importanza di Thor è superstite nella tradizione scandinava, dove troviamo la “Julebukk” - la “Yule-Goat” ovvero il caprone di paglia tipico anche delle decorazioni natalizie. 

La capra, simbolo di Thor, era un simbolo del Solstizio, poiché era uno degli animali che veniva sacrificio durante i blótar. 

Ciò potrebbe essere una rimembranza della storia mitologica di Thor che macellava i caproni che trainavano il suo carro, cibandosene, e di come i caproni magici, per mezzo della benedizione di Mjölnir, il giorno dopo fossero nuovamente vivi. 

Questa storia senza dubbio ha sapore di resurrezione, e in particolare la risurrezione di ciò che dà nutrimento. È possibile anche che tali miti, fossero rappresentati in passato in una versione rituale-teatrale, che vedeva gente vestita con velli e pellicce, indossare maschere con fattezza di capra. 

Questa tradizione pagana è presumibile, poiché in chiave moderna, oggi viene ancora portata avanti in alcuni paesi, dove le persone travestite, perlopiù bambini, si recano dai vicini, cantano canti natalizi e ricevendo cibo, soprattutto dolci, in cambio, quasi come succede ad Halloween. 

Un'altra versione che potrebbe dare origini ai travestimenti da capra, è che il sacrificio di animali venne vietato dal cristianesimo quando esso prese il sopravvento. Nuove leggi vennero stipulate e da queste sappiamo che il vero animale, venne sostituito da una persona in costume da capra, che diventava una offerta rituale simbolica, da uccidere. 

Le cose cambiarono ancora quando al posto della persona venne semplicemente scelta una capra di paglia, una volta che le leggi impedirono ogni sacrificio. A volte questa veniva già creata con le messi del raccolto estivo, per taluni era comunque un modo per offrire e sacrificare qualcosa agli Dèi o a Sleipnir, il destriero di Odino o alle stesse capre di Thor, poiché la paglia e il fieno erano alimenti per questi animali. Oggi giorno è uno scherzo divertente del Natale infilare una capra di paglia in un albero Natale senza essere visti, se la famiglia la scopre deve cercare di infilarla nell’albero di qualcun'altro e così via. 

La tradizione che vede le messi impiegate come sacrificio, continua con quella del Pane del Cinghiale: l'ultima spiga di grano raccolto, sarebbe stata utilizzata per fare una pagnotta di polenta cotta in una forma di cinghiale.

In alcune zone la pagnotta di Yule a forma di Cinghiale, veniva tenuta fuori solo durante la festa, in altri casi veniva tenuta fino al prossimo anno quando veniva miscela con il nuovo raccolto di mais e poi consumata. Restando ancora in tema di animali, vi era anche se più raro, il Gatto di Yule, animale sacro a Freya, aveva il compito di tenere d'occhio chi si comportava bene e chi no. 

Questo Gatto infatti, osservava i bambini, e donava loro vestiti nuovi se erano meritevoli. I bambini che non avevano doni invece, erano stati quindi cattivi e potevano venir rapiti dallo stesso Gatto di Yule. 

Il Gatto di Yule sembra essere una tradizione davvero antica, la prima apparizione scritta è del XIX secolo e trae le sue radici dal tema ricorrente della laboriosità come comportamento sicuramente meritevole. 

La sua vera origine tuttavia, potrebbe essere dovuta alla volontà di contribuire a generare ricchezza, per invitare ad essere generosi e donare vestiti ai bisognosi. Questi miti verranno ulteriormente approfonditi nella seconda parte del libro. 


In questo giorno dobbiamo anche ricordare a noi stessi della virtù del Coraggio. 

Praticamente in ogni dichiarazione di valori Nordici, oggi portati in voga dall'Asatru, il coraggio è della massima importanza. Nessuno di noi farà probabilmente, parte di una vera battaglia, ma credo che potrebbe essere più facile manifestare il coraggio in una situazione del genere piuttosto che farlo in molti piccoli modi, giorno per giorno.


Oggi ci sarà da tenere a mente il mese di Lenting (Marzo) e l'Equinozio di Primavera. Questo festival segna la fine dell'inverno e l'inizio della stagione della rinascita. Libagioni d’idromele si riversano sulla Terra


Tratto da "Le Dodici Notti. Tradizioni Nordiche ed Europee del Solstizio d’Inverno"  di Skayler • Nattfödd Ulver

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Le 12 notti celtiche. La terza notte




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