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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

martedì, dicembre 24, 2024

💜Le 12 notti celtiche. La quinta notte. 24 dicembre

 Quinta Notte. 

24 Dicembre Sacra alla comunità


 1.Gáttir allir | Tutte le porte 

áðr gangi fram| prima di varcarle 

um skoðaz skyli| vanno spiate, 

um skygnaz skyli; | vanno scrutate, 

Þvi at óvist er at vita| ché dubbio sovviene 

hvar ovinir| se nemici siedano 

sitja á fleti fyrir. |nella sala [che ti sta] davanti. 


2.Gefendr heilir! | Ai generosi, salute! Gestr er inn kominn! | L'ospite venga dentro! 

hvar skal sitja sjá? | Dove dovrà sedere? mjǫk er bráðr| Va assai velocemente 

sá er á brǫndom skal| accanto al focolare 

síns um freista frama.​|chi esibisce le sue doti. 


3.Eldz er þǫrf| Di fuoco c'è bisogno þeims inn er kominn| per chi è venuto dentro 

ok á kné kalinn; | ed ha le ginocchia gelate. 

matar ok váða| Di cibo e vestiti 

er manne þǫrf, | necessita l'uomo 

þeim er hefir um fjall farit.|che ha percorso la montagna. 


4.Vatz er þorf| Di acqua c'è bisogno þeim er til verðar kømr, | per chi al banchetto viene,

þerro ok þjóðlaðar, | di tovaglioli e di cortesi inviti, 

góðs um ǿðis, | di animo ben disposto, ef sér geta mætti, | se riesca a ottenerlo


orðz ok endrþǫgo. |di conversazione e di silenzio. 


5.Vitz er þǫrf| Di intelligenza c'è bisogno þeim er víða ratar; | per chi viaggia per lungo; 

dælt er heima hvat; | ogni cosa è facile a casa. 

at augabragði verðr| Si ammicca [prendendosi gioco] 

sá er ekki kann| di chi nulla sa ok með snotrom sitr. | e siede tra i sapienti. – Hávamál. Gestaþáttr 


Oggi è importante ricordarsi di essere un buon Ospite, oltre che essere un buon padrone di casa. 

La virtù dell’Ospitalità è uno dei valori fondamentali nell’antico mondo nordico così come in ogni civiltà del passato. 

In una religione comunitaria come la nostra, è la virtù che sostiene il nostro tessuto sociale. 

Nei tempi antichi, era essenziale che quando un viaggiatore andava per il mondo, avrebbe dovuto sempre trovare una sorta di rifugio e accoglienza per la notte. 

Nei tempi moderni è altrettanto essenziale che un viaggiatore trovi amicizia e sicurezza. 

La runa Gebo - Anglosassone - Gyfu, rappresenta oltre al dono e la generosità, il vero concetto di ospitalità. Nell'antica Germania il significato di dono e donare era molto più profondo di come possiamo considerarlo nella società odierna. 

Più che il semplice scambio di proprietà fisica, un dono, simboleggiava una miscela di mente e di vita, del donatore e ricevente, in uno stato magico di comunione e d’ispirazione che è intensificata, quando è incluso lo scambio tra l'uomo e Dio. 

Donare cementifica la società, creando un reciproco legame d’interdipendenza, reprimere faide, i litigi, senza spargimento di sangue, e permettere alle persone indipendenti e ai gruppi di parentela di collaborare insieme, per un bene più grande. 

I regali, erano fatti per sigillare e trattare gli affari, il matrimonio, ratificare trattati di pace ed erano necessari per rendere vincolante quasi qualsiasi accordo o cerimonia. 

L'ospitalità, d'altro canto, è ritenuta quasi un obbligo per la gente nordica. 

È un tema ridondantemente in molte saghe, quello di dare ospitalità ai vagabondi (spesso Dèi camuffati). 

È ritenuta una vera virtù saper aiutare ed essere amicali con chi sta attraversando un viaggio, ed è imprescindibile non sostenerlo. 

Senza il concetto di generosità, commercio e viaggi sarebbero stati impossibili o quantomeno ostacolati nei tempi antichi. 

Fra ospite e ospitante esiste un sacro patto di reciproco aiuto e pace. 

Fare violenza su un ospite è un crimine terribile, verso l'umanità e le divinità. Come si diceva, le saghe sono piene di occasioni in cui questi valori vengono espressi, ed anche cosa può succedere qualora non venga osservato tale tacito patto. 

La runa Gebo in questo caso, simboleggia anche il rituale e il sacrificio, il mezzo attraverso cui umani e divinità creano il loro rapporto. In questo giorno tenere a mente il mese di Merrymoon (Maggio) e il festival estivo del Primo Maggio, conosciuta anche come Beltane, Thirimilci o Walpurgisnacht. 

La celebrazione dell'unione mistica con la terra, in onore di Freyr e Freya. Danze intorno all'albero di maggio e i falò sulle colline simboleggiano la fertilità della natura che deve essere portata alla comunità cittadina intera.


Tratto da "Le Dodici Notti. Tradizioni Nordiche ed Europee del Solstizio d’Inverno"  di Skayler • Nattfödd Ulver

Maldalchimia.blogspot.com

Immagine 

Runa Gebo in ametista, collezione privata

Le 12 notti celtiche. Quinta notte. 24 dicembre




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