UN ALTRO DOCUMENTO NURAGICO? LONTANO DAI NURAGHI? UNA FRECCIA SARDA (SHRDN) BRONZEA IN SIRIA? NELL'ANTICA CANAAN?
Il 30 giugno del 2010, più di dieci anni fa, avevo pubblicato nel Blog del giornalista Gianfranco Pintore un articolo su di una punta di freccia in bronzo, venduta all'asta in America, al prezzo di 300 dollari. Detto reperto scritto mi venne segnalato da Atropa Belladonna (Aba Losi). Purtroppo, come si sa, la maggior parte degli articoli del Blog di Pintore, dopo la sua morte, non sono più leggibili se non nell'introduzione e nei post a commento. Ragione questa per la quale pochissimi sanno di quanto scrissi e sulla freccia e sulla tipologia di system e sul significato della scritta. Oggi riprendo quelle mie considerazioni aggiungendone qualche altra circa il luogo di provenienza dell'oggetto e circa la sua 'traduzione'. Lo faccio alla luce dei ritrovamenti dei documenti scritti tra il 2010 ed il 2020, ovvero l'anno ancora in corso. Nell'articolo del blog avevo interpretato così il tenore della scritta: Freccia] simbolo (taw) della forza ('oz) di yh (tre). Non cambio nulla dell'interpretazione se non quel tre che, per quanto non lontano come significato, non risulta esatto. Infatti, ora e solo ora, dopo le ricerche e le letture dei documenti sia nuragici che etruschi, sappiamo che il tre è il numero indicante la 'luce', l'ideogramma di essa suggerito dai tre momenti del sorgere, distendersi e tramontare sia del sole che della luna. Ho scritto molto nel Blog di Sandro Angei (maimoniblog) circa il tre ed il sei luminosi e chiunque può sincerarsi di detto valore leggendo gli articoli, soprattutto gli ultimi. Quindi in quella iniziale interpretazione la voce 'yh' va sostituita con 'luce': Freccia] simbolo della potenza della luce (cioè 'la freccia veloce, la velocità, è il simbolo della potenza della luce'). Veniamo ora alla parola finale e cioè ''oz'. Essa è formata da due consonanti: una 'ayin' e una 'zayn'. Dieci anni fa riuscii a dare il significato dell'aspirata iniziale del semitico semplicemente perchè erano non pochi i documenti 'nuragici' di allora che mi consentivano di dare al segno a 'V' quel sicuro valore fonetico. Il fatto è però che il segno a 'V', ovvero della ''ayin' non si trovava nelle scritte nè protosinaitiche nè protocananaiche venute alla luce in territorio cananaico ed egiziano. Ancor oggi la documentazione dei due codici di scrittura semitica non dà quel segno caratteristico, quello che invece si presenta assai copioso in Sardegna. Questo potrebbe voler dire che non è azzardato ritenere che il grafema consonantico possa essere sardo, occidentale e non orientale. Così come sardo potrebbe essere il segno a lineetta, la 'unknown letter' citata e studiata nel coccio di Lachish dal Sass e dal Garfinkel. Anche la lettera a 'lineetta', ovvero la 'he', è assai abbondante nelle scritte della Sardegna nuragica. Due lettere dunque che potrebbero far pensare che certi segni sconosciuti delle iscrizioni siro palestinesi della fine dell'età del bronzo e del primo ferro siano di origine sarda. Una rivoluzione nella storia della scrittura del Mediterraneo! Ma c'è un altro particolare, non certo irrilevante, che ci consente di formulare la suddetta ipotesi: il fatto che la scritta sia in mix, una 'miscela' tipica delle iscrizioni sarde che cercano di salvaguardare il più possibile il numero sacro della 'luce' divina, cioè il tre. Miscela resa con l'ideografia ( velocità, segno), la numerologia (tre), l'acrofonia ( le due consonanti acrofoniche). Oggi si va scoprendo sempre di più la presenza, di non breve periodo, di 'colonie' sarde nuragiche in Cipro e in Creta. E' forse da queste due isole, se non addirittura direttamente dalla costa 'fenicia' (attuale Libano) che è stato importato parte del system di scrittura nuragica? Quella freccia non sarà addirittura sarda con scrittura sarda? Peccato che il reperto sia praticamente perso, finito in mani sconosciute perchè altrimenti una semplice perizia metallografica ci avrebbe consentito di sapere molto della sua identità. Ci avrebbe forse permesso di dire che non solo i nuragici scrivevano ma esportavano il loro codice di segni e la sua applicazione, spesso singolare.
Prof. Gigi Sanna, storico, autore ed esperto in antiche scritture, in particolare di quella sarda
Maldalchimia.blogspot.com
Freccia sarda nuragica ( Sanna)
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