Solstizio d'inverno.
Sole in Capricorno.
Solstizio estivo.
Sole in Cancro.
Cancro e Capricorno.
Uno, il Cancro, la "porta degli Umani", l'altro, il Capricorno, la "porta degli Dei".
Il Cancro e il Capricorno sono i due segni che simboleggiano i due solstizi, estivo e invernale. L'antico culto dei due solstizi era rappresentato dalla figura di Giano bifronte, il Custode delle due porte.
In seguito, verso l'850, venne cristianizzato attraverso le due figure di Giovanni Evangelista, celebrato il 27 dicembre, e Giovanni Battista, celebrato il 24 giugno, legate, simbolicamente al concetto di Fuoco, per il Solstizio invernale, con il sole nascente, e al concetto di acqua per il Solstizio estivo, legato al segno del Cancro, un segno femminile di acqua.
Fuoco e Acqua purificatori, simbolo dei due passaggi solstiziali e alchemici, di purificazione, che si celebra appunto, con il Fuoco e con l'acqua.
Il Cristianesimo ha adattato i suoi dogmi a questi riti ancestrali, facendo anche del Cristo, il portatore del Fuoco purificato "Io sono venuto a gettare il fuoco sulla terra " ( Lc 12, 49-53), sublimato poi, e purificato per mano di Giovanni, che lo battezza con un simbolico ritorno alla Madre, all'acqua ancestrale della memoria.
Il culto solare, base di tutte le teogonie, che piano piano si sostituì al culto lunare della Dea Madre nelle società matriarcali, era un culto che veniva praticato in segreto.
Come ho scritto nel mio post( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/01/bassorilievo-shamash-shapash.html?m=0), dove la divinità solare maschile Shamash, accoltella la divinità solare femminile Shapash, per prendere il suo posto, era severamente vietato, al punto da essere punito con la lapidazione, secondo i precetti della Bibbia ebraica.
Così, si integro' questo concetto solstiziale delle due porte, con quello del Giano bifronte, e del Giovanni dei due solstizi, enfatizzando così, la dualità della divinità primordiale androgina originaria, che prevedeva le due polarità, maschile e femminile, integrate in un unica Essenza, con un Femminino veicolo e Custode del Mascolino.
Si è giocato su quel concetto di specularità e di gemellaggio che rappresenta la Monade originaria, che, in una dimensione terrena, per poter sopravvivere, si deve scindere in due polarità contrapposte e complementari, come maschile e Femminile, come Fuoco e Acqua, come inverno ed estate.
Inscindibili l'uno dall'altra, perché insieme, arrivano alla Quintessenza, all'elemento spirituale e purificato, dopo che il Fuoco porta ad ebollizione l'acqua.
Si arriva all'elemento etere Cristico, all'acqua di Fuoco, al vapore, più forte della stessa acqua e fuoco insieme( il vapore, infatti, anche in ambito pratico è più efficace della stessa acqua, nelle pulizie per esempio, o dello stesso calore, come nel ferro da stiro, dove il vapore, appiana ogni increspatura).
Qui in Sardegna, la figura ancestrale che rappresenta i due momenti solstiziali, è rappresentata simbolicamente dalla Jana, il cui nome deriva da Janna, "porta", in sardo.
Una porta alchemica, rappresentata nelle Domus de Janas come passaggio nell'altra dimensione.
Pare che le Domus de Janas meridionali, che stanno al Sud della Sardegna, siano orientate per lo più verso il Solstizio invernale, mentre quelle settentrionali, sono per lo più orientate verso il Solstizio estivo.
Quasi nessuna è orientata a Nord, dove il sole non sorge, né tramonta.
La maggior parte sono orientate ad est, verso le Pleiadi, verso la costellazione del Toro, che ingloba in sé anche le Iadi, e che, come abbiamo visto dal mio scritto sulla simbologia delle ierofanie nei nuraghi, quindi sono legate al concetto di rinascita legato alla costellazione del Toro, rappresentata con il corno sinistro più corto, come di manifesta nella ierofania luminosa nel nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu , proprio per il Solstizio d'inverno, di cui ho parlato in un mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/simbologia-delle-ierofanie-in-sardegna.html?m=0)
Ora, visto che all'epoca delle Domus de Janas con protomi taurine siamo in piena "era del Toro", dal 4000 al 2000 A.C, rappresentative della cultura di Ozieri, con un Toro che campeggia proprio difronte ad una di queste Domus, a Sant'Andrea Priu, orientato verso le Iadi della costellazione del Toro, proprio quelle della Fronte, del terzo occhio Anja, appare evidente come le Domus, orientate verso la costellazuone del Toro, tra Ariete (a ovest) e Gemelli (est), rappresenti il cardine delle due porte solstiziali insieme.
Tra l'altro, simbolo della cultura di Ozieri
( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/ballu-tundu.html?m=0
-https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/la-cultura-di-ozieri-eterno-divenire.html?m=0)
Le Iadi, così importanti per la nostra Antica Civiltà Sarda, legate anche alla simbologia dell'acqua, in particolare al pozzo Sacro di Santa Cristina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/le-iadi-e-santa-cristina.html?m=0)
Queste stelle erano comunque venerate perché segnavano il luogo del Sole all'equinozio di primavera, all'incirca 5000 anni fa.
Le Domus erano Janna, "porta"( in sardo) per eccellenza.
La Domu è Janna e Jana.
Come Jano/Giano bifronte, porta dei due solstizi, con un anticipo, in termini cronologici, di quasi quattro millenni.
E se fosse Giano, a derivare da Jana, come porta alchemica dei due solstizi, del percorso iniziatico dalla dimensione umana a quella divina, come le due porte solstiziali del Cancro e del Capricorno?
D'altronde anche nei pozzi sacri, vi è la simbologia di questa trasmutazione solstiziale, acqua, fuoco( sole), terra, discesa e salita con i doppi gradini alchemici e trasmutanti.
Anche i nuraghi, sono esempio di osservatori e marcatori astronomici per i solstizi ed equinozi, e le feritoie presenti nei nuraghi, indicano chiaramente come fossero in stretta correlazione con la dimensione dello scorrere del tempo, e con la dimensione astronomica
( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/le-feritoie-del-nuraghe-santu-antine.html?m=0).
Oggi, il mio sentire, mi ha portato ancora più indietro nel tempo, nel cercare l'orientamento cardinale delle Domus de Janas, perché è lì che nasce il concetto di passaggio alchemico solstiziale.
Di nascita e di rinascita, che troverà il suo apice e completamento nei pozzi sacri, specialmente in quello di Santa Cristina, dove, per gli equinozi, il sole illumina perfettamente il fondo del pozzo passando per il vano scale.
Il sole, con i suoi raggi, si riflette dentro il pozzo sino a toccare l’acqua, quando si verifica il fenomeno dell'ombra capovolta( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/09/equinozio-autunno-2024-ombra-capovolta.html?m=0)
Il gemello spirituale che rinasce a nuova vita, come i capovolti delle Domus de Janas di Oniferi.
Perché i due gemelli simbolici, dei solstizi, del Giano bifronte, sono il Cancro( legato all'acqua e al sole nella sua pienezza estiva) e il Capricorno, elemento di terra, agile nell'arrampicarsi sulle pareti, come le capre, legato al Sole Bambino nascente.
Quindi, l'acqua del pozzo (Cancro) e il suo speculare "ombra capovolta", arrampicato nella parete della tholos del pozzo, come un vero Capricorno
Nel pozzo di Santa Cristina, il cui asse, è orientato ai solstizi, con ingresso orientato all'alba del solstizio d'inverno, del quale ho approfondito tante volte, si compie la Completezza e perfetta integrazione dei solstizi e degli equinozi.
D'altronde, la sua forma a Menat, funge da equilibratore simbolico, equinoziale, tra i due solstizi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/il-menat-e-santa-cristina.html?m=0)
Ma è nelle Domus de Janas, che nasce il concetto di Solstizio come delle due porte di passaggio alchemico per la nascita/rinascita.
Solstizio invernale come luogo del buio e del silenzio ma anche di preparazione alla rinascita.
Le principali religioni fanno coincidere, in quel periodo, la nascita delle loro divinità: Horus, Attis, Krishna, Dioniso, Mithra, Gesù, Tammuz, Odino...
E, come abbiamo visto, nella nostra Domus de Jana Mesu'e Montes ( Ossi-Sassari), datazione 3500/4.000 a.C. circa, vi era una "Sala della Sacra Natività" (https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/perche-il-nostro-presepe-in-sardegna-lo.html)
Le Domus de Janas traguardano i due solstizi alchemici e astrali, come perfetti centri di osservazione astronomica, millenni prima dello speculare Giano bifronte.
Dove Jana/Janna, è porta alchemica
Dove Jana è speculare ad Anaj, come "s-anaj", "sanaj", guarire, anche nel senso di trasmutazione alchemica, spirituale, da una dimensione all'altra o da una consapevolezza all'altra.
E, dove Jana, è l'anagramma di Anja, guardacaso il nome del sesto chakra,, sede del terzo occhio che è collegato al divino, delle Iadi, che stanno al centro della fronte della costellazione del Toro, che presenta il lato sinistro del corno più corto.
Il toro della necropoli di Sant'Andrea Priu, a Bonorva( Sassari), che vedete nell'immagine, adiacedente alle Domus de Janas, risulta essere senza testa, e come ho scritto prima, è orientato verso la costellazione del Toro, che simboleggiava la via per la rinascita, solstiziale, nel quale maschile e femminile, si fondono nell'unico simbolo taurino/uterino, veicolo di trasformazione nel grembo della Jana/Janna porta alchemica solstiziale.
Forse, volutamente senza testa, per veicolare il messaggio che non era prettamente legato al Toro "animale", ma ad un portale(in effetti sembra un passaggio, un portone) alchemico astronomico tra i due solstizi(e di riflesso, anche degli equinozi) di pari importanza.
Nei solstizi il sole "solstiziava", si fermava.
A creare una dimensione senza tempo, d'Oro e di consapevolezza. Come nelle Domus de Janas.
Tiziana Fenu
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