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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

giovedì, novembre 12, 2020

💛I Custodi della Memoria del Trilobato

 I Custodi della Memoria del Trilobato


Osservavo l'ultimo crop circle del 29 ottobre, che è apparso in Brasile, e che hanno chiamato l'agrifoglio. 

Non sto qui a parlare delle possibili interpretazioni riguardo a chi davvero siano gli artefici di questi cropcircle

Non è questo che mi interessa, ma la simbologia di cui sono portatori. 

Il simbolo rivela la materia, e ne sono sempre stata affascinata. I simboli sono come dei Mandala che sembrano piatti, bidimensionali, ma che invece celano una tridimensionalità sferica, a più dimensioni e a più strati. 

A volte si resta su quelli esterni, altre volte si riesce ad entrare nel cuore del simbolo. 

Gli strati più esterni sono la storia cronologica, e arrivando fino all'interno, si arriva all' Archetipo, alla Matrice Creativa. 

Per questo motivo, quando se ne  parla e si ha nel proprio DNA questo tipo di linguaggio, di codice, ci si aggancia a più livelli, a più dimensioni, e ogni parola è una dimensione variegata e multidisciplinare, così come  lo è in natura. 


Guardando questo cropcircle mi sono venuti subito in mente i nostri  nuraghi  trilobati in Sardegna, le loro planimetrie. 

Specialmente il Santo Antine di Torralba(Ss) e il Nuraghe Losa,  di Abbasanta(Or) ma soprattutto il Santo Antine, che  forma un perfetto triangolo equilatero  nella sua planimetria, una forma che fa parte della Geometria Sacra, e di tutti i solidi pitagorici tridimensionali definiti sacri. 

Strano, che uno dei due più importanti nuraghi trilobati, si trovi in una zona, Oristano, che ha la stessa radice di "orgonico". 

L' avevo già notato per Dorgali, Orosei,..e adesso anche qui.. Sicuramente sono zone ad alta concentrazione energetica

Ma questa parola, "trilobato", l'avevo già letta da qualche parte e ho faticato a risalire alla fonte, ma alla fine ci sono arrivata

Era un pezzo che riguardava l' epopea di Gilgamesh, l' Eroe accadico alla ricerca della memoria dell'immortalità, il quale narra di quando  Noè/Enki, ricevette l'ordine di costruire l'Arca e introdurre in essa, in questo "Bozzolo gigante", il seme della vita, che viene chiamato proprio il "trilobato" 

Ecco il passo  in cui viene nominato :

"Il Trilobato 

che ha una parte oscura 

e un' altra luminosa 

e una terza parte, che le unisce, amorosa". 


Quindi anche i nostri nuraghi trilobati, potrebbero essere una trasposizione architettonica del principio  molto semplice della creazione, dove i due poli opposti si uniscono e danno vita a un terzo elemento, che è la parte più bella, il frutto dell'amore, ed è l'unione tra i due. 

Visto in questa ottica, anche i nuraghi trilobati, sembrano in tridimensionale, oltre la planimetria triangolare , come delle Piramidi tronche a base triangolare, che si ergono, a degradare, verso l'alto, la cui planimetria ricalca il trilobato, il fiore a tre punte, il fiore, il triangolo, della creazione


Non dimentichiamo che il fiore a sei punte, è un'evoluzione del trilobato a tre punte, ed  è il simbolo rappresentativo di due elementi molto importanti della Cultura e Civiltà Sarda

Il fiore a sei punte della Maschera dei Boes, di cui ho parlato in un mio precedente post, il Bue/ toro che rappresenta la fertilità e l'abbondanza, e il fiore a sei punte, la stella di David, simbolo della stella della Sartiglia, anche essa simbolo di abbondanza e fertilità, del raccolto, tanto che se la si conquista in corsa sui cavalli, è propiziatoria di una buona annata nel raccolto

I due triangoli che si intersecano rappresentano il maschile e il femminile, le  due polarità  necessarie alla creazione, l'uno con il vertice verso il basso (il femminile), e l'altro con il vertice verso l'alto(il maschile), come le rappresentazioni dei nostri manufatti della cultura di Ozieri ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/ballu-tundu.html?m=0), che rimandano ad un concetto di sinergia creativa, ben più ancestrale e radicato nella nostra Antica Civiltà Sarda, presente nelle nostre antichissime Domus de Janas( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/spirale-speculare-domus-di-oredda.html?m=0). 

Due polarità, elettrica ( maschile, positiva)e magnetica( femminile, negativa), che si intersecano, che interagiscono in modo elettrico e dinamico, e che danno vita in tridimensionalità, al corpo energetico della Merkaba( il corpo energetico tridimensionale di ogni essere vivente) , alla tridimensionalità della creazione, come è per tutti i solidi sacri. 

L 'elemento "3", è molto presente in Sardegna, nella planimetria dei trilobati, nella ripetizione delle corna taurine/ uterine all'interno delle Domus, nei petroglifi che rappresentano i triangoli con il ciclo della "vita/ morte e rinascita", e nei moduli numerici ,

come per esempio, nella scala del Pozzo di Santa Cristina, dove ci sono  24 gradini  inferiori e 12 superiori, entrambi multipli del tre. 

"Su Santu Doxi", numero sacro per gli Antichi Sardi, ha come base  il numero 3, il numero della creazione e perfezione Divina. 

Il tre è ricorrente anche in molte altre culture e strutture primordiali, collegate alla costellazione di Orione, all cintura di Orione

A Oschiri(Ss)  dove c'è l' Altare Sacro, vi è una rappresentazione dei tre quadrati orientati esattamente verso Orione come le tre piramidi di Giza, così come le tre Tombe dei Giganti a Tamuli(Macomer-Nu). 


Questa a disposizione a triangolo, che si vede nei nuraghi trilobati, e specialmente nel Santu Antine, risponde a due chiamate. 

Una, nella materia della Madre Terra, contrassegnando una planimetria a  triangolo, e l'altra risponde ad una esigenza spirituale di espansione ed elevazione verso l'alto, verso il divino, dal quale si possa attingere Sapienza conoscenza e divinità e accedere ad un'altra dimensione Superiore, e lo si vede dall' architettura maestosa dei Nuraghi conici che puntano verso l' alto in forma spiralizzata a decrescere 

Anche oggi si fa largo uso dalle Piramidi energetiche per energizzare il corpo e la mente, e ricaricarsi con l'energia dell'universo. 

La stessa Piramide di Cheope è una potente convogliatrice di energia. 

Il simbolo poi, unito al rito, avvicina e unisce al Divino. 


La fiore a tre punte, è sempre stato presente nella storia dell'umanità, un tema grafico che si trova in ogni civiltà, rappresentato in forma geometrica  come un triangolo 

Si trova in ambito mesopotamico, egizio, miceneo, indonesiano, giapponese, presso i celti( rappresentato graficamente dal Triskel), e già presente nei bassorilievi assiri, già nel III millennio a. C. , legato al concetto di regalità e divinità, che poi in epoca medievale acquisisce nello specifico, una valenza Cristiana legata alla Vergine Maria, le "fleur de lis", il fiore del Giglio, già presente in araldica a rappresentare la sovranità e discendenza regale, un lignaggio di sangue blu, fino a rappresentare la stessa Trinità Divina. 

Ma di sangue blu si parla anche degli Antichi Sardi, gli Uomini dalla pelle blu, a cui riguardo, svariati ricercatori hanno fatto delle interessanti indagini e pubblicazioni 

Il fiore a tre punte, il trilobato, era presente anche già in epoca precolombiana, legato al concetto di albero della vita

Il simbolo a tre punte, come simbolo quindi, di autorità regale, di resurrezione intesa come  "nascita /morte e rinascita" , matrice della creazione 

Nelle rappresentazioni dei sovrani, spesso sono rappresentati anche  con uno scettro bicefalo, una sorta di Y stilizzata

Quella stessa Y, che come dice prof. Sanna, nei suoi approfonditi studi  sull' antica scrittura Sarda, è l' acronimo della  divinità creatrice dei Sardi, "y" o "yh", a indicare l' androginia della divinità, che è maschile e femminile insieme, il cui simbolo era la pietra, il bronzo e il numero 12, come le 12 tribù dell' antica Israele

Tra l' altro proprio ieri, ho letto che gli artefici della tecnica a granulato, i primi artefici, furono proprio gli ebrei

E come ho già scritto nel mio precedente post sulla lavorazione a pibiones, esclusa la paternità del granulato da parte degli Etruschi, e considerando il fatto, che sia una particolarità tecnica dei nostri manufatti, calza benissimo anche il discorso che gli ebrei altro non fossero, che gli Antichi Sardi, tesi che sostengo, e  che sta prendendo sempre più piede

E infatti a sostegno di questo, la stella a sei punte, il fiore a sei punte, lo si trova anche nella cultura ebraica e rappresenta la discendenza regale, poi elaborata sotto forma di stella di David, la stessa  stella e fiore a 6 punte, il simbolo della Sartiglia e marchio distintivo dei Boes/ Toro come divinità regale


Simbolo che si trova, nella sua forma primaria trilobata,  anche nel primissimi graffiti primitivi, proprio come simbolo della creazione Divina e della sovranità. 

Lo si trova nella cultura buddista, e anche in Italia naturalmente. 

Leonardo da Vinci studio' a lungo le sue proprietà matematiche, disegnando figure geometriche che partivano proprio da una base triangolare e le sviluppo' mediante i solidi platonici, la sfera e il Toro, inteso come energia toroidale, elettromagnetica, creando il campo della nostra Aura, che si sviluppa intorno a noi e ad ogni creatura della terra, compresa la stessa terra. 

Anche che nella sua forma estesa, il numero tre e  i suoi multipli, rappresentano la chiave del numero Aureo sacro

Lo stesso Tesla affermò che il "3/6/9", quindi un "tre in espansione", sono i numeri della creazione Divina. 

Quindi anche la planimetria del trilobato a forma triangolare può essere identificato come il nucleo primario, la matrice del fiore della vita, matrice che proprio nella narrazione riguardo l'epopea cosmogonica accadica, viene chiamato trilobato necessario alla vita( ma considerando che gli Accadi, potessero essere gli stessi Pelasgi, quindi gli stessi Antichi Sardi, qualcosa incomincia ad incastrarsi davvero nel verso giusto). 


Considerando anche il fatto  che il triangolo è il simbolo, sia del fuoco (con il vertice verso l'alto), che dell'acqua (con il vertice verso il basso), è facile capire come un trilobato  a planimetria triangolare fosse considerato un Luogo Sacro, un Luogo di culto, di unione della forza  maschile e femminile, che agiscono in sinergia per la Creazione. 

Un luogo Sacro di Alchimia creativa. 

Infatti il fiore della vita, nella sua forma triadica, era considerato dai primi simbolisti, dai primi iniziati e dalle scuole misteriche come il punto di partenza per la costruzione reale, concreta ed energetica, dei solidi platonici, quindi per passare dalla bidimensionalità  alla tridimensionalità. 


Considerando il mio pregresso discorso, nel mio post sulla simbologia del fulmine in Sardegna, sulle capacità sciamaniche ed evocative dei nostri Antenati Sardi, custodi di antichi misteri cabirici iniziatici e quindi capaci di governare l'energia sia del Fuoco Sacro( ricordo che lo stesso prof. Dedola parla del culto del Fuoco Sacro sulla sommità dei Nuraghi), del Fuoco elettrico, del fulmine e quindi anche dell'acqua, tramite figure sciamaniche e oracolari come quella dei fulguratores(coloro che invocavano le energie del fulmine, del Fuoco elettrico e dell'acqua, quindi dei diluvi) è chiaro che si conferma bene, anche il discorso della parola cinese, composta, di cui ho postato recentemente ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/shen-diansherdian.html?m=0) 

"Shendian". 

"Shen", inteso come fulmine, elettrico e maschile. 

e "Dian", intesa come matrice magnetica, femminile, la nuvola carica d'acqua ( ma ricorda molto anche Jan, Jana, Dana,). 

Fuoco elettrico e acqua, elementi necessari per creare il fulmine, di cui il simbolo universale è il Vajra, di cui ho già parlato in precedenza, che cosmogonicamente, è proprio il simbolo della creazione, della sinergia creativa di queste due polarità opposte. 

"Shendian" , in una somiglianza fonetica e grafica con lo "Sherdian/ Shardani", troppo evidente per poter essere sottovalutato, convinta dalla mia prospettiva, che gli Antichi Sardi, fossero la matrice generatrice atlantidea, di molte etnie, quindi anche di quella cinese. 

E con Antichi Sardi Atlantidei , intendo una civiltà di Uomini e Donne, dalle virtù sciamaniche, grandissimi architetti, matematici, scienziati, conoscitori dei movimenti del Sole e della luna, degli astri, esperti nelle tecniche dell' incubatio, e nelle tecniche ipnotiche. 

Il fatto che il fiore della vita sia diventato il marchio del Toro/Boes, di quella energia toroidale a doppia espansione, come un sacro vajra tibetano, simbolo sinergico della potenza creatrice maschile e femminile, rappresentato dai triangoli che si uniscono per il vertice, che come ho già scritto si vede anche nella rappresentazione geometrica del ballo sardo, la dice lunga su come gli antichi sardi conoscevano benissimo questo tipo di energia toroidale, manifestato in ogni dove,  nella doppia  Valenza taurina. 

Tra l'altro il Toro yantra è l'elemento base della geometria ipnotica dell'occhio, che parte appunto dalla matrice triangolare del fiore della vita e che si ritrova anche negli Sri Yantra tibetani, le composizioni a Mandala, con matrice triangolare, che favoriscono stati meditativo e ipnotici profondi. 


Schema che ritroviamo anche  in natura, delle disposizioni perfette e armoniche di certi fiori,  di certi prodotti della Terra, come il cavolo romano, il girasole che come ho scritto, è uno dei simboli della Sardegna. 

Forse un simbolo di appartenenza ad una certa "élite sciamanica e sacerdotale"? 


Lo stesso simbolo dell'infinito è strettamente legato alla forma triangolare geometrica(  due triangoli uniti per il vertice, ammorbiditi dalla sinuosità dell' andamento dell' energia elettromagnetica, quelli che vediamo rappresentati nei manufatti sardi) del campo energetico toroidali, come nei manufatti della cultura di Ozieri. 


Ogni essere vivente emana un campo energetico interconnesso con quello di altre forme viventi, e con le quali è connesso attraverso l'aura e si presenta proprio in questa forma geometrica, detta del Toro, che si sviluppa a partire dal quarto chakra del cuore ad una frequenza quantistica tale, da essere simile a quella dei buchi neri, che attrae a sé, i fotoni cioè le particelle elettromagnetiche, dove l'energia sale in modo spiraliforme, come un cono, esattamente come la conformazione dei Nuraghi, vuoti al centro, che si ergono in modo spiraliforme a degradare verso l'alto. 

Possiamo immaginare cosa possa essere un' energia di questo tipo, potenziata da tre i nuraghi disposti a triangolo in una conformazione altamente catalizzante a livello energetico. 

Nel corpo umano l'energia sale in modo spiraliforme come un cono, sia dal basso verso l'alto, che dall'alto verso il basso, e si ricongiungono al centro del cuore, dove vengono riequilibrate e ri-trasmesse all'esterno in campi energetici toroidali che compongono l'aura. 

Questi concetti, poi vennero ripresi da Ighina  e da altri studiosi per gli studi di riguardanti gli dispositivi orgonici. 

È lo stesso movimento energetico della Kundalini e del DNA spiralizzato, che non è solo un codice genetico, ma è un induttore elettromagnetico. 


L'energia del Toro, toroidale,  unisce Cielo e terra poiché tutto, nell' Universo, anche noi umani, è nato per sviluppare Tori energetici, e la.prima base che  rappresenta questo tipo di creazione, è proprio il triangolo perfettamente inscrivibile in un cerchio, proprio come la planimetria del Nuraghe Santu Antine in particolare. 

In Egitto, nel tempio di Abydos, era stato ritrovato un fiore della vita complesso, realizzato con una tecnica litografica, rappresentato in modello bidimensionale, che poi, sviluppato in 3D, ha invece rivelato  un insieme di 64 tetraedri disposti a formare una merkaba, una struttura tridimensionale energetica, e in ognuno  di questi tetraedri vi era  un campo  energetico già di suo, come il tetraedro tridimensionale che forma la struttura del Santu Antine. 


E poi c'è un'altra cosa particolare, che lega la conformazione della planimetria dei  Nuraghe trilobato e quella del tetraedro a piramide a base triangolare. 

La conformazione della molecola di acqua. 

Le molecole di acqua, nel loro legami a ponte di idrogeno, formano proprio la figura geometrica del tetraedro

La base triangolare creativa, base dell'universo, è la stessa di quella dell'acqua, in versione tridimensionale, sulla quale si basa la vita sulla terra

L' Informazione energetica della vita, quindi passa dalla struttura dello spazio-tempo, alla molecola dell'acqua, e successivamente l'acqua  produce l'organizzazione biologica sulla terra. 


Ecco perché  ai vari Avatar di Noè, che cambiano in ogni epoca, e questo di cui ho riportato il  riferimento del trilobato, era Enki, ( il dio sumero dell' acqua, che guardacaso ha un sigillo che è come un  caduceo, una Kundalini) fu raccomandato di portare con sé il trilobato, perché è la base della struttura dell'acqua, e che rappresenta la memoria genetica della vita. 

Ed è anche la base della struttura tridimensionale, che consente di accedere anche alla dimensione spirituale. 

Si potrebbe contestare dicendo che non si avevano gli strumenti necessari per rappresentare in modo spaziale e architettonico la conformazione della molecola d'acqua, che era sconosciuta per quel periodo. 

È vero. Ma si sottovaluta la memoria animica, la memoria akashica, archivio di tutta la memoria storica dell'umanità, delle nostre vite già passate, e di tutta la storia che magari è stata scritta anche in altre dimensioni, e che contiene e comprende tutta la sapienza umana. 

Animicamente, gli Antichi Uomini, già conoscevano le strutture molecolari dell'acqua. 

Molte volte ci si stupisce di come la civiltà primordiali  più antiche, avessero  conoscenze avanzate in ogni campo, anche in campo anatomico, molecolare e genetico. 

Invece questo non dovrebbe stupire, perché DNA significa anche questo, avere una memoria animica che unisce il passato e il presente, e che  porta con sé, conoscenze di ogni tempo. 


Il culto dell'acqua in Sardegna è la ragione stessa della civiltà Sarda. 

Animicamente non potevano dimenticare, ciò che storicamente ha spazzato via la loro storia, nel cataclisma della sommersione di Atlantide, rimasto invece nella loro memoria animica e anche collettiva( questo potrebbe spiegare perché in ogni parte del mondo e in ogni periodo storico, si trovino rappresentazioni di cerchi concentrici, spesso, con delle barre che li attraversano.. Che siano calendari solari o planimetrie circolari della stessa Atlantide, come le forme, anche quelle primordiali di labirinto, resta da dimostrare.. Sono ipotesi, che io personalmente, trovo molto plausibili). 


Ho già scritto di quanto potessero essere abili gli Antichi Sardi, nell'evocare fulmini e temporali, tramite le figure sciamaniche e oracolari dei fulguratores. Tramite delle gestualità ritualizzate, forse, come quella a Mulinello, forse con la pietra del rombo, proprio quella esposta nella Pinacoteca, che ho postato precedentemente( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/pietra-del-tuono-pinacoteca-cagliari.html?m=0), o forse con tecniche di ipnosi visiva e vocale, basata su frequenze ipnotiche e di concentrazione particolari. 

Frequenze sacre che si ritrovano ovunque in natura, perfettamente scandite da intervalli in Ottave, nella loro perfezione di Geometria Sacra. 

Sono quelle ottave che portano ad un livello superiore di consapevolezza, e che ritroviamo anche a livello sonoro, per esempio nella frequenza delle campane tibetane himalayane, nella frequenza delle launeddas, nella frequenza dei canti  sardi a Tenores, nei mantra. 

Sono tutte frequenze, come anche la musica a 432 Hertz, ad accrescere di Ottave, che portano ad una connessione maggiore con le frequenze dell' Universo, e consente l'accesso a conoscenze superiori. 

Questi antichi sardi che sapevano bene che la conformazione  triangolare, base dell' energia toroidale, proprio a partire dal simbolo base del fiore della vita, il triangolo, avrebbe dato loro anche la maestria di dominare il suono e quindi di modificare la  materia con le parole, con il logo, con la vibrazione, poiché certe vibrazioni sonore influiscono sulla realtà e sulla materia. 

Pitagora diceva che la geometria è musica Solidificata. 


La realtà concepita come basata sul suono e sulle vibrazioni, è comune a molte visioni cosmogoniche in ogni cultura. 

Lo stesso termine "persona", "per-Sona", indica nella desinenza "-sona", un suonare, una vibrazione. 

Esistono antichissime pratiche spirituali, come i Mandala sonori, che sono le basi del canto armonico terapeutico, guaritore, come quelli dei canti a Tenores, delle attitadoras, come abbiamo visto, per lenire il dolore, come il suono mantrico delle launeddas. 

E chissà che evoluzione hanno avuto, nel corso del tempo, i campanacci sardi dei Mamuthone. 

Magari, originariamente avevano frequenze armoniche terapeutiche e sciamaniche, che si sono "imbastardite" nel corso del tempo, per la mancanza di effettivi custodi depositari di queste Antiche pratiche evocative. 

"Imbastarditi" ma anche magnificamente tribali, evocativi, come a sottolineare dei battiti, che richiamano, oltre la dura pietra. 

Anche nelle campane Himalayane,  troviamo le nostre stesse pavoncelle frontali.. 

Corrispondenze che fanno pensare al dove è finita la nostra memoria. 

E perché, spesso, non riusciamo a riannodare il canovaccio 

Eppure abbiamo anche il Sacerdote bronzetto musico, con le armille ai piedi. 

Mi ricorda le Dakini tibetane, le danzatrici dei cieli, che vibrano alla frequenza della musica. 


E tutto questo si sposa benissimo con  le pratiche sciamaniche dell'incubazione molto diffuse in Sardegna, e che sicuramente praticate all'interno dei Nuraghi, specialmente all'interno di questi particolari Nuraghi trilobati, che erano sicuramente, più degli altri singoli, dei luoghi Sacri di Culto e altamente energetici, come tantissimi altri luoghi in Sardegna, alcuni, secondo me, contrassegnati proprio con dei simboli, come il Tridente, il capovolto, il doppio pugnale ( che a me sembra una Vajra), le protomi taurine/uterine, i luoghi di scrittura, le stesse conformazioni dei pozzi Sacri, delle Tombe dei Giganti, nei Nuraghi, 

Leggiamo insieme un'altro piccolo stralcio del discorso dell' epopea di Gilgamesh, quella in cui si nomina il Trilobato. 

"Il diluvio nasce dal sonno di ogni sonno. 

La morte non è  baratro né ascesa. 

(...) Questi messaggi, questi oggetti (si riferisce al trilobato). 

li chiamo" i segni del ricordo". 

Ci fanno  fanno ritornare vivi sempre indenni i diluvi e le morti. 

Tu, Enki, non hai bisogno di questi segnali". 


Quindi il diluvio, la morte, la catastrofe, nascono dal sonno,  e al diluvio si può sopravvivere soltanto ricordandolo  attraverso il  simbolo del trilobato, del triangolo, del fiore della vita, Sacro Sigillo della loro discendenza regale. 

Trilobato, che poi si sviluppa tridimensionalmente verso l'alto, come i tre Nuraghi, a decrescere, come i  legami chimici della molecola dell'acqua, che è la memoria del ricordo, del Grembo, della Grande Madre Cosmica. 


Gli antichi sardi hanno eretto migliaia  di Nuraghi, trilobati, semplici e complessi, tutti ascensionali e spiralizzati verso il cielo, praticando  il culto della memoria , dell'oblio per ricordare, perché non potevano dimenticare la loro origine Divina. 

L'Origine del regno della purezza di Atlantide, il regno dell'acqua  diamantina ( il Vajra, infatti, nella sua doppia polarità energetica, significa sia fulmine, che Diamante, purezza, forza) di cui si conserva memoria in quel labirinto di Benetutti che ricalca  il labirinto della planimetria di Atlantide, il Grande Madre, memoria dell'origine dell'acqua, l'origine della Vita stessa. 

Così come il triangolo di ingresso nei pozzi sacri, dove si entra nella sacralità primordiale della v*gina cosmica, del ventre cosmico acquifero, ci si immerge nelle memorie dell'acqua, per accedere a stati di consapevolezza e coscienza superiori, per ricordare, ciò che eravamo in queste dimensioni Sacre, delle prime, evolutissime Civiltà. 

Alcuni nuraghi polilobati hanno la planimetria a rombo evocativo, della v*gina femminile quindi d'elemento acqua. 

Sono luoghi sacri di culto di ricerca della propria identità atlantidea. 

Io credo che a livello di strutturazione della coscienza, il diluvio sia funzionale al ricordo. 

Come un processo necessario, all'oblio evocativo del ricordo, all' interno del dimenticare stesso. 

Ricordare nel dimenticare. 

Un ossimoro. 

Come l'acqua ardente sarda. 

Su fil'e ferru. 

L'abbiamo creata noi. Noi Sardi. Noi Atlantidei. 

Che abbiamo scritto la nostra storia attraverso crittogrammi e acronimi, non per tutti. Chi ha memoria, sa, e prima o poi arriva. 

E la "Y", di cui parla prof. Sanna, non è forse una configurazione del fiore a tre punte, del trilobato? Di uno scettro regale bicefalo , come la Kundalini, la nostra energia triadica vitale?

Quella che rappresenta la divinità, il Dio dei Sardi, la divinità della pietra e del bronzo. 

E io aggiungerei che questo stesso simbolo, il triangolo, con la divinità solare e circolare del Sole e Luna insieme, con il triangolo sotto, non solo era il simbolo della Sacra Metallurgia, di Tartesso, la terra dei Metalli, che era qui in Sardegna, ma è anche il simbolo della Tanit, dell' ingresso dei pozzi Sacri, visibile in modo particolare, nel pozzo di Santa Cristina, il luogo della memoria, dove ci si immerge come umani, attraverso i 24 scalini, e si risale, simbolicamente, attraverso i 12 superiori, come esseri divini, che hanno ricordato la loro origine, attraverso quel 12, che sommato fa tre. 

Il tre, il fiore della vita salvifico, che riporta alla memoria attraverso lo stesso elemento, l' acqua, che la memoria l' ha portata temporaneamente via. 

Solo il tempo di un disastro, di un diluvio, di una sommersione nelle acque dell' oblio( la  Sardegna è una terra emersa, era molto più paludosa in passato). 


Onorare con Pozzi sacri, la memoria, dove Sole e Luna si incontrano, è onorare il dio Maimone, la divinità dell'acqua, la memoria. 

Maimone /memoria" sono due vocaboli che si assomigliano. 

Hanno la stessa radice di memoria, "Mem" /mam( la Mam-ma è memoria genetica e animica), che significa "acqua", e Maimone rappresenta la divinità dell' acqua, distruttiva e salvifica insieme. 

L'acqua dell'oblio, l'acqua della memoria. 


D'altronde evocare i fulmini, è evocare anche l'acqua e Fuoco insieme e che, in fondo, hanno la stessa radice, "frumini e frumi". 

Ed entrambi quindi parlano di memoria come lo "shen-dien" cinese, fulmine, fuoco e acqua. 

Perché gli Sherdien,  gli Shardana, sono fuoco e acqua. 


Il popolo dei fulmini,  de su "Carru de Nannai" il Dio dei fulmini e dei temporali. 

Ma anche il Dio dell' oblio, del sonno,  perché "nannai", significa anche  cullare, ninnare. 

Sonno che  riporta all'acqua, alla memoria, al diluvio, al disastro, alle radici. 

È solo attraverso l'acqua, che si può  ricordare ciò che si era. 

Dei tra gli uomini. 

Ecco perché  il diluvio è una figura archetipale che si ripresenta nella storia dell'umanità. 

Il diluvio è necessario per entrare nella dimensione dell'acqua della memoria. 

Si può entrare nella dimensione dell'acqua e della memoria solo attraverso delle pratiche che  invochino il fulmine, quello che unisce Cielo e terra, di cui l'acqua è l'elemento conduttore, perché essa è la depositaria della memoria. 

Ecco perché i sardi praticavano l'incubazione presso le tombe degli dei, presso le Tombe dei Giganti, come ho scritto nel mio precedente post "gli uomini senza ombra" 


"Il popolo dei dormienti", era chiamato il popolo sardo, perché le loro incubazioni non avvenivano per ricevere risposte dagli spiriti delle divinità, ma per abbandonarsi all'oblio del "senza tempo", dell'Eterno. 

All'oblio della Memoria. Che è senza tempo e che in essa per antonomasia è racchiuso il concetto stesso di acqua la custode della memoria, anche nella sua forma chimica tridimensionale, che parte proprio da un trilobato, da un triangolo. 


Gli antichi sardi, non solo erano "uomini senza ombra", perché all' azimut del sole, il momento celebrativo più alto del potere fecondante del sole, non ci si fa ombra con il proprio corpo, e quindi è come se si fosse in un'altra dimensione. 

Ma erano anche custodi sacri della memoria per la quale hanno eretto dei Templi nei quali si abbandonavano all'oblio, ma non per dimenticare, ma per ricordare di essere stati degli Dei sulla terra. 


Tiziana Fenu 


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I custodi della Memoria del Trilobato









































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