Per esercitare una spinta propulsiva al riconoscimento dal valore delle due polarità,
maschile e femminile, si doveva passare attraverso il disconoscimento di entrambe,
Dopo secoli di predominio maschile
Entrambi allo stesso livello
Anonimi, come senza identità, mascherinizzati e asessuati
Sterilizzati
Privati di odore, del senso del tatto.
Distanziati
Come lampioni di una strada, le cui lampadine sono fulminate
Spenti
Credo che da parte dell'universo non ci sia stata lezione più grande di questa
Una grande opportunità per fare luce, come in una lente di ingrandimento, lì dove ancora latita il senso della cooperazione
Per amplificare ciò che già era, invece di dargli un nuovo sguardo.
Umano.
Terribilmente e meravigliosamente umano
Il femminile crea bellezza
Il maschile lo disconosce
Il femminile unisce
Il maschile divide
Ho osservato molto attentamente le dinamiche di quest'ultimo periodo.
Lo scrissi tre mesi fa.
" Come una lente di ingrandimento"
Non mi sbagliavo. Dove la natura, di suo, cercando sempre per istinto, l'equilibrio, ha livellato, l'uomo ha squilibrato
E gli effetti devastanti si vedono in modo macroscopico
Un abuso di potere abnorme, che ha trovato valvole di sfogo anche nel piccolo, lì dove si doveva fare un passo indietro per l'affronto subito
Sopraffazione, coercizione , ostracismo, verso il femminino
Il femminile in questi mesi ha fatto un passo indietro, silenziosamente.
È stato ad osservare.
Ad essere operoso come sempre
Ha tessuto pazientemente fili dorati di unione, anche dove non poteva manifestare.
L'ha fatto tessendo, dalla muta parola
Di parole roboanti se ne è riempito abbastanza il maschile. Tante parole e poca pratica
Al femminino il distanziometro non serve
Ha sempre preso le distanze da certi abusi di potere
Il potere al femminile non interessa
Tesse per il bene comune
È al servizio
Le viene naturale
Dove lei crea, l'uomo distrugge
Il passo indietro, ancora una volta, è d'obbligo.
Niente è servito, e niente si è imparato
E si rincomincia da capo
Serviva una direzione che solo il maschile poteva dare
La donna crea il caos
L' uomo dà la direzione
Ma continua a darla verso il negativo
Allora la donna si ritira
Ancora una volta
Crea bellezza nel suo caos
Senza direzione.
Perché lei può essere anche vento che crea tempesta
Sì leva da terra. A piccoli vortici circolari.
Silenziosa
Troppo tardi quando ti accorgi della potenza del suo essere vento
Ti lascia dopo averti attraversato
Ti lascia con i vetri rotti.
A farti rimpiangere di non aver lasciato aperte le finestre al suo passaggio.
Si ricomincia da capo.
Sempre più in basso, finché non si avrà nemmeno più nemmeno quel lembo plastificato a coprire l'anima.
Allora sì.
Si proverà vergogna , ma non perciò che non si riesce a nascondere.
Ma per ciò che non si riesce manifestare, a portare alla luce, in coerenza con la nostra natura Divina.
Senza sopraffazioni verso l'altro.
Si proverà vergogna ancora una volta per la mancata Alleanza.
Unica via possibile per creare Bellezza, un mondo migliore.
La versione migliore di noi stessi.
Tiziana Fenu
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