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lunedì, novembre 30, 2020

💛La punicomania. Prof. Sanna

 Si delinea sempre maggiormente lo scenario reale di quella che fu la Vera Civiltà Sarda

Grazie prof. Sanna. 


LA PUNICOMANIA? PIU DELETERIA DELLA FENICIOMANIA..NON FURONO LORO, I PUNICI, A DISTRUGGERE LE STATUE DEI GUERRIERI 'TORI' DI MONTE 'E PRAMA MA I ROMANI VINCITORI DI AMSICORA E FEROCI CONTRO L'ISTITUZIONE CHE QUESTI INCARNAVA. MA AMSICORA NON MORI' INVANO. E LO STATO SARDO DURO' A LUNGO E TRIONFO' SULL'ANNIENTANENTO.


Prima sono i Fenici che fanno il bello ed il brutto tempo. In Sardegna sono loro che comandano, insegnano, civilizzano, esportano, importano, colonizzano, distruggono. Poi si scopre che non è così e che persino la stele di Nora, cavallo di battaglia per decenni dei feniciomani,  gli scribi  Fenici non l'hanno neppure sfiorata con un dito, nuragicissima com'è. Per non parlare della distruzione dei Giganti ad opera loro, una delle più grosse bufale di sempre dell'archeologia isolana. Ma si va di fretta nel correggere l'errore colossale e che si fa?  AI fenici si sostituisco i Punici (i Cartaginesi) anch'essi qualche secolo dopo comandanti, insegnanti, civilizzanti, colonizzanti, distruttori, e così via mitizzando . Sono questi allora ad aver perpetrato nel IV secolo l'orrendo massacro di Monte ' prama, forse con il concorso degli stessi Sardi anti-Monte Prama.  Fortza paris con le elucubrazioni, tutti uniti quando si parla delle imprese dei popoli celebri e potenti che 'contano' nella storia ; tutti uniti soprattutto per la codificazione nella storia di un ruolo sempre subalterno dei sardi pelliti sottomessi e 'abituati ad essere vinti', secondo l'ipocrita espressione dello storico di corte imperiale, Tito Livio, che da storico di Roma, ancora in quegli anni, ad un secolo di distanza, registrava la lotta dei Sardi, fieri proprio del non essere ancora nè vinti del tutto nè domati. Tanto poco domati che la 'statualità' sarda nuragica resisterà e durerà per secoli ancora,  più di quella romana, se è vero, com'è vero, che Hospitone ' dux' dei Barbaricini, cioè re di una grossa parte della Sardegna, riceveva le lettere accorate di Gregorio Magno per l'abbattimento dei simboli di pietra e di legno della cultura e della 'religio' nuragica . Ma non è di questa storia 'statuale nuragica', tutta da capire e da fare, che intendiamo parlare. Intendiamo invece dire di uno degli elementi precipui della statualità  sarda nuragica ovvero la monetazione. Tutti sanno che le monete sarde della seconda metà del III secolo a.C. , quelle raffiguranti il toro, sono dette sardo -puniche . Perchè sardo puniche? Di punico in esse non c'è proprio niente. E' la punicomania (che fa il paio con la feniciomania) che sulla base di una presunta testa nel diritto delle monete della divinità Kore (per altri la Tanit) ci mette un po' di farina di un sacco inesistente; chè farina e sacco sono completamente sardi. Sì totalmente sardi perchè  i visi maschili e solo maschili delle monete con l'astro radiato e con il toro e di quelle in particolare con la spiga ed il toro, sono quelli del liviano 'dux longe primus auctoritate' che regnava in quel tempo in Sardegna. Quel dux Amsicora di Cornus che una scienza storica isolana  timidissima quanto ideologicamente condizionata da un'antropologia superficiale antisarda, non solo viene raffigurato nel conio ma viene anche 'scritto', con tanto di nome, con quella raffinatezza impareggiabile del rebus che era vanto degli scribi  nuragici. Amsicora 'nul'ac' (luce del toro) e bar'ac (figlio del toro) si capiscono solo se si capiscono gli ideogrammi presenti nelle monete. E Amsicora 'MER-E ( signore) si capisce altresì se si fa uso dell'acrofonia. Che le cose stiano così e che le monete sarde e non sardo puniche ( si pensi che per la scienza storica punicofila  anche Amsicora, il figlio del toro,  diventa in mix ...un sardo punico) vadano 'lette' per benino per capirne il senso lo dimostra una cosa sola. Un dato sottolineato da uno studioso italiano, Massimo De Benetti. Molte delle monete sarde di Amsicora, soprattutto quelle con la spiga e il toro,  ricevono in Roma lo sfregio dell'annullamento con la successiva punzonatura romana per ottenere i sestanti. Perchè la capitale del mondo lo fa? Perchè lo stesso sfregio della Statue di Monte 'e Prama?  Perchè lo stesso sfregio di Cornus? Secondo me c'è una sola spiegazione. Amsicora 'dux' (un dux di ascendenza divina) , le statue dei divini guerrieri santi tori di Monte e Prama, le monete d'oro, in potin o in bronzo di Amsicora, la capitale Cornus, costituivano i simboli di una potenza di uno stato antico di Sardegna che Roma non poteva tollerare ad un giorno di viaggio dal Tevere. Per poter dominare e sottomettere bisogna abbattere i simboli. Si sa. Anzi bisogna renderli il più possibile irriconoscibili e non visibili. Si parla tanto e giustamente di stato Cartaginese accanito oppositore di Roma. Sarebbe però ora di onorare la storia parlando di un altro stato che non fu certo meno accanito oppositore. Di uno stato che però non morì come Cartagine, perchè seppe sfruttare valore e territorio tanto da riuscire alla fine  a trionfare sull'annientamento


Prof. Gigi Sanna, ricercatore, storico, autore, esperto di antiche scritture, in particolare di quella sarda


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Tiziana Fenu


La punicomania. Prof. Sanna




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