"Su coccu", chiamato anche "sabegia" o "pinnadellu", è un' amuleto della Sardegna, di antica tradizione
("Sabegia" è una contrazione de "sa beccia", inteso come la donna vecchia, e saggia capace di togliere il malocchio, una Jana)
Realizzato in genere con la potente pietra dell'ossidiana( e meno di frequente in onice) , che in Sardegna è molto presente sin da epoche molto antiche risalenti al 9.000 a. C, quando già si parlava di commercio ed esportazione di ossidiana da parte dei Sardi
È una pietra altamente protettiva contro il malocchio, e infatti la tradizione vuole che la si regali ai neonati, da portare sulla culla, o lo si regali alle spose, sotto forma di spilla, o ciondolo, e verrà dato loro per mano delle nonne o della madrina di battesimo
Ma prima di essere regalato, deve essere caricato con delle preghiere e benedizioni rigorosamente in sardo, chiamate "is brebus"
Quando assorbe tutta la negatività, di solito si spezza, lasciando illesa la persona
Di solito è realizzato in argento, con la raffinata tecnica della filigrana
Questo "coccu", in particolare, presenta degli elementi decorativi molto simbolici
Ci sono elementi a goccia, le spirali, le doppie spirali che richiamano all'elemento uterino, all'acqua, al liquido amniotico, e all'espansione e alla riproduzione
Le pavoncelle frontali realizzate alla sommità de "su coccu" simboleggiano unione, fertilità e abbondanza
Sono tipiche della tradizione sarda, alle quali ho dedicato un post di cui lascio il link
Sotto le pavoncelle, un'elemento semisferico e due sferici, in corallo, ad indicare l'unione del maschile e del femminile che generano il terzo elemento centrale
Corallo che è presente anche collegato alla pietra sferica dell'ossidiana nera, realizzato come un cubo smussato, o una barretta cilindrica, la cui forma ricorda il maschile, almeno nella forma, nel senso che non è rotondo come l'ossidiana, che invece rappresenta il grembo femminile
Il corallo, nella sua simbologia, è sinonimo di fertilità, visto il colore rosso che richiama il sangue mestruale, e di protezione contro il malvagio
Era tradizione realizzare i rosari in corallo nelle pratiche di devozione, i cui grani rossi richiamavano le rose mistiche del giardino mariano, di Maria
La sua forma ramificata ricorda i vasi sanguigni, ed essendo di provenienza marina, richiama l'acqua, il femminino
Al di sotto della sfera in ossidiana, un elemento decorativo, in filigrana, finemente lavorato con motivi a spirale e a goccia, che rappresenta una falce di luna, quasi un grembo che sostiene tutta la struttura, decorato anche con tre piccole sfere di corallo, che indicano il movimento energetico triadico dell'accoppiamento e della creazione del terzo elemento
La catenella decorativa indica unione tra maschile e femminile, tant'è che si usa tutt'ora per tenere unite le dita degli sposi, nei matrimoni in costume sardo, seguendo una ritualità antica
Infine, come ciondolo finale, una sfera, decorata con elementi curvilinei e granulati che potrebbero far penare alla rotondità di un seno con capezzolo, e che quindi rimandano comunque alla fertilità, abbondanza e nutrimento
Questo è un "coccu" elaborato, ma esistono anche quelli più semplici, solo con la sfera di ossidiana
Un'amuleto comunque bellissimo, da portare sempre, perché è bello anche esteticamente, al di là del suo valore protettivo e propiziatorio
https://www.facebook.com/103659844591320/posts/168902234733747/
Tiziana Fenu
©®Diritti intellettuali riservati
Maldalchimia.blogspot.com
*mia personale interpretazione
Nessun commento:
Posta un commento