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giovedì, luglio 08, 2021

💛Dolicocefalia (Longhi)

 Ho avuto modo di chiacchierare con un antropologo circa la particolarità, presunta o reale, della dolicocefalia. Riassumo le informazioni ottenute.

La dolicocefalia è tipica delle popolazioni mediterranee, originarie della Mezzaluna Fertile (culla della civiltà secondo la quasi totalità degli studiosi) e quindi caratteristica dei semiti.

Gli Europei hanno origine semitica (tesi peraltro proposta da altri studiosi [1] ). Gli Europei tendono pertanto a presentare dolicocefalia. I dolicocefali semiti rappresentano solitamente un 20-25% della popolazione.

Alla dolicocefalia è comunemente associata un’intelligenza superiore, o comunque capacità intellettive particolari (e su questa ipotesi confido parecchio in quanto sono stato ‘bollato’ come dolicocefalo).

Quanto esposto è semplicemente il sunto di una chiacchierata, senza la ricerca di riscontri oggettivi e altre indagini. È pericoloso addentrarsi in questioni razziali; pensate che alla base della follia nazista vi era l’ipotesi che al vertice della piramide sociale ci dovesse essere l’ariano biondo ovviamente dolicocefalo.

È comunque interessante notare che i teschi ritrovati negli ipogei sardi sono quasi tutti dolicocefali e che i pochi sopravvissuti dell’ipogeo maltese hanno tutti la medesima caratteristica.

I teschi di Malta potrebbero appartenere ai sacerdoti custodi dell’ipogeo, del resto sono gli unici rimasti: forse sono stati ‘selezionati’ nel tempo e preservati proprio in quanto più importanti degli altri resti. Questa casta sacerdotale potrebbe aver diffuso il culto della Dea nel corso dei millenni.

Oppure TUTTI i teschi o quasi, ritrovati durante gli scavi presentavano caratteristiche di dolicocefalia?

In effetti l’articolo di National Geographic già citato sottolinea questa particolarità.

In definitiva abbiamo che: gli ipogei di Ħal-Saflieni e di Anghelu Ruju risalgono allo stesso periodo; i due siti presentano caratteristiche del tutto simili (architettura in negativo, falsi elementi architettonici, false porte, colore rosso e simbologia); al loro interno sono stati ritrovati numerosi resti umani; la percentuale di teschi dolicocefali tra tali resti è molto elevata; in entrambi i sepolcri sono state ritrovate statue della D.M. e simboli del dio Toro

Le popolazioni che si resero protagoniste della trasmissione del culto doppio Dea/Toro di Malta e della Sardegna, potrebbero essere di etnia simile se non addirittura appartenere alla stessa.

Forse i culti venivano tramandati da sacerdoti dal cranio dolicocefalo, sacerdoti serpente, che provenivano dalla Mezzaluna Fertile. Come accennato nella Parte I, nel sito archeologico pre-sumerico di Al’Ubaid in Mesopotamia, sono state rinvenute numerose statue davvero particolari: raffigurano esseri metà uomo e metà serpente, con il cranio decisamente allungato.

Sono quasi tutte abbigliate in maniera bizzarra, con imbottiture sulle spalle e alcune con strani caschi (quasi indossassero tute sportive o addirittura spaziali). Molte statue, indubbiamente femminili, presentano a livello del pube segni a triangolo e alcune sono intente ad allattare il proprio figlio, anch’esso dalle chiare fattezze rettiliane: si tratta forse dell’antenato comune alla base delle raffigurazioni classiche di Iside e della Madonna?

Il teschio allungato delle donne-serpente è diventato il copricapo egizio di Iside e l’aureola della Vergine Maria?

Sono tutti tentativi di diffondere un messaggio antico di migliaia di anni legato a questa particolare forma del cranio?

Le domande qua si sovrappongono e superano le risposte.

Di certo, tornando alle statuette di Al’Ubaid, per arrivare a creare settemila anni fa immagini di esseri mezzo rettile e mezzo uomo/donna, in posizione eretta e in atteggiamenti decisamente ‘umani’ (come nel gesto di allattare il proprio figlio), l’artista deve per forza aver visto qualcosa di anomalo.Senza addentrarci nei meandri delle teorie di contatti tra popoli antichi ed extraterrestri che vedremo in ogni caso tra poco, non è assurdo pensare che esistessero persone con caratteristiche fisiche anomale (il cranio molto allungato deforma anche i lineamenti, rendendoli più simili a quelli di un rettile) che, rivestendo ruoli fondamentali ed elitari nelle società antiche, venissero considerati alla stregua di divinità, spingendo molti a emularli nell’aspetto.

Di certo la dolicocefalia è rimasta nei millenni un segno distintivo talvolta legato anche a mosse inaspettate. Ad esempio Akhenaton, il faraone eretico dalla forma del cranio inequivocabile, che diffuse il culto monoteista del Sole, simbolo duale della Luna: forse voleva ripristinare un antico culto sia pur con caratteristiche adattate alle tradizioni egizie ove il sole era elemento fondamentale.

Del resto Iside/Dea Madre . era sempre raffigurata con un grosso sole tra corna bovine e la compagna di Akhenaton, Nefertiti, era sempre al suo fianco e rivestiva grande importanza, così come la sua progenie dal cranio allungato.


l faraone Akhenaton con consorte e figli A complicare (o forse a semplificare) ulteriormente le cose ci pensa ancora la Sardegna, restituendo un reperto davvero incredibile, del quale è d’uopo parlare: si tratta di una statuetta in bronzo di epoca nuragica ritrovata nei pressi del comune di Nule, in provincia di Sassari, zona che offre davvero una ricchezza archeologia enorme.

Viene comunemente definito ‘toro androcefalo’ in quanto raffigurerebbe un toro con cranio umano, una sorta di centauro giusto per citare la mitologia classica.

Personalmente non vedo assolutamente nulla di androcefalo, anzi.

Scorgo un essere per un terzo toro, un terzo umano e un terzo serpente. Addirittura si intravedono gli occhi allungati, del tutto simili a quelli delle statue di Al’Ubaid. Questo reperto sembra rappresentare il missing link tra toro, serpente e uomo. Per stimolare ulteriormente la vostra curiosità accenno al fatto che una statua simile è stata ritrovata tra gli idoli della tribù Dogon del Mali, già famosa per le presunte informazioni astronomiche che la legano alla stella Sirio (adorata anche dagli Egizi)


Tratto da "Misteri di un antichissimo culto: la Dea e il Toro" di Giancarlo Maria Longhi


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Immagine

– Nule, Su Casteddu de Santu Lisei, toro androcefalo (da Lilliu 1980: 131, fig. 122).


Dolicocefalia (Longhi)




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