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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

martedì, luglio 06, 2021

💜Ancora una volta..

 Ancora una volta, le testimonianze abbondano.

Da Erodoto al de mysteriis, cosa non ci si dice, nella stessa Grecia, della purezza dei sacerdoti egiziani? Sceglierò solo un testo, preso in prestito da Cheremone, che fece parte lui stesso della classe sacerdotale in Egitto, al tempo di Nerone.

Nella sua esposizione sui sacerdoti egiziani che, dice, sono anche considerati in Egitto come filosofi, Cheremone stoico riferisce che essi hanno scelto i templi come luogo appropriato per filosofare.

Presso di loro è infatti tradizione soggiornare vicino agli altari dei templi, questa vicinanza dà loro lo slancio per la contemplazione e, inoltre, vi trovano sicurezza: la santità del divino li protegge, tutti onorano questi filosofi alla stregua di esseri sacri; infine vivono in pace, avendo contatto con il mondo solo nel tempo di panegirici e feste, perché, tutti gli altri giorni o quasi, i templi sono inaccessibili ai profani poiché vi si può entrare solo in uno stato di purezza, dopo molte astinenze: questa è una legge comune in tutti i templi dell’Egitto.

Questi sacerdoti hanno quindi rinunciato a tutte le attività profane, a tutti i lavori lucrativi, e si abbandonano interamente alla contemplazione e alla visione di cose divine.

È questa visione che li rende venerabili e li fa condurre un’esistenza tranquilla e pia; la contemplazione li conduce alla scienza; contemplazione e visione insieme li costringono a un genere di vita che ha qualcosa di segreto e d’antico.

Perché questo abituale rapporto con la conoscenza di Dio e le ispirazioni divine li preserva da ogni lussuria, calma le loro passioni, li incita alle fatiche dello spirito. Si esercitano alla semplicità e alla modestia, alla continenza e alla forza, a una vita che è giusta e senza cattivi desideri.

La cura che hanno di non mescolarsi per niente col mondo li riveste di un carattere di gravità, loro che, nel tempo stesso delle purificazioni prescritte, non hanno in tal modo nemmeno relazioni con i loro parenti e quelli del loro sangue e non si lasciano vedere da nessuno (eccetto da quelli che sono ugualmente purificati riguardo alle necessità della vita), dal momento che si assegnano delle sale purificatrici (ἁγνευτήρια) inaccessibili agli impuri e santificate in previsione di liturgie sacre; il resto del tempo, se comunicano più liberamente con le persone della loro casta, tuttavia non hanno alcun contatto con la folla esterna, estranea al culto divino.

Infatti, li si vede sempre in prossimità o di divinità o di statue divine, che essi trasportano o vi camminano di fronte o le dispongono con nobiltà e gravità non, certamente, per vana gloria, ma tutto ciò simboleggia un profondo mistero dalla Natura.

Perfino il loro atteggiamento mostra la gravità del loro stato: il loro procedere è misurato, il loro sguardo composto (καθεστηκός), non si permetterebbero nemmeno di batter ciglio.

Anche se raro che si deridano, in questo caso, non arrivano che a sorridere. Hanno sempre le mani nascoste sotto il mantello.

Ognuno di loro reca un simbolo che indica il grado che detiene nella gerarchia: perché sono divisi in più classi.

La loro dieta è frugale e semplice. Si privano del vino o ne bevono pochissimo, accusandolo di disturbare i nervi e rendere la testa pesante al punto da impedire la ricerca ed eccitare i desideri della carne; allo stesso modo, consumano gli altri alimenti solo con circospezione, ed è a malapena che si nutrono di pane nel tempo dei digiuni: quando capita di non digiunare, smorzano con l’issopo il mordente degli alimenti perché ritengono che l’issopo purghi il cibo della sua forza.

Si astengono dall’olio, alcuni in linea generale, la maggior parte completamente: se lo usano, a volte, con le verdure, è nel modo più moderato e solo per addolcire il gusto. Tutti gli alimenti e le bevande che provengono da paesi diversi dall’Egitto la legge religiosa proibisce loro di toccarli: questa interdizione è la loro miglior difesa contro una vita troppo molle.


Tratto da: André-Jean Festugière "La rivelazione di Ermete Trismegisto VOLUME I L’astrologia e le scienze occulte"


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Ancora una volta..




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