La simbologia del rombo e del fulmine in Sardegna
Scrivendo riguardo al mio ultimo post sui Mamuli, gli ornamenti del Popolo indonesiano Sumba, che rappresentano i genitali femminili a forma di rombo, con un foro rotondo, e una fessura al centro, si è snodato intorno ad essi il simbolismo della Sacra Madre archetipo dell'acqua Mem, quindi della Dea "rombo/vagina", della Dea Madre originaria, rappresentata dalla lettera Omega, che simboleggia un utero, simbologia legata anche all'Antica madre Dea sumera Ninhursag, creatrice del genere umano, il cui strumento per tagliare il cordone ombelicale è uguale alla conformazione dei Mamuli
Dea Nunhsarg, chiamata anche Ninmah, Mami, Mama, la signora del cielo
Il cielo, che era di dominio del fratello An
Essendo la padrona del cielo insieme al fratello AN, viene spontaneo l'accostamento con il modo di dire sardo " su carr'e nannai", nel quale la parola "nannai", sembra una ripetizione del blocco sillabico "AN", un modo di dire sardo per indicare il temporale e i fulmini
Un riferimento all' antica figura mitologica della tempesta, dei temporali, che correva con un carro trainato dai cavalli neri e che trasportava dei massi, che sbattendo tra di loro facevano scintille e rumore
Il riferimento al nome "nannai", può essere collegato al signore dei cieli sumero An, che viveva nelle Ennai, "la Casa dei cieli", un dio dei temporali e dei fulmini
Una sorta di Dio primordiale
Un Dio "nonno", più importante del padre stesso
Questo potrebbe essere l'interpretazione più immediata, accostando "nannai", alla parola "nonno", in senso di importanza genealogica come capostipite. Interpretazione che è anche la più diffusa
Ma c'è anche un'altra interpretazione da considerare
"Nannai" potrebbe essere riferito anche ad una dimensione femminile lunare
"Nannai", come "sa Nai", la nave
Nave intesa come utero primordiale, traghettatrice tra le dimensioni
Sappiamo bene come la falce di luna taurina, simile alle corna del toro, sia anche rappresentativa dell'utero
Le tombe dei Giganti hanno questa stessa forma a falce di luna, poiché l'utero femminile è capace di trasportare simbolicamente il trapasso in una nuova dimensione, in una nuova vita, come una nave traghettatrice
Le costruzioni simili alle Tombe dei Giganti in Portogallo le chiamano "Naus", e alle Baleari sono chiamate "navetas"
Quindi "nannai" come nonno, ma anche come Dea Madre della fertilità. Una divinità lunare primordiale che sappiamo bene, anticamente era considerata maschile
Ma nello specifico, "nannai" ha probabilmente la doppia valenza simbolica che rappresenta una divinità androgina
La falce di luna /corna, è sia maschile che femminile, falce taurina/ uterina, e insieme contribuiscono al traghettamento
Come si fosse a bordo della nave cosmica verso un'altra dimensione ultraterrena
D'altronde un' imbarcazione senza remi è stata ritrovata nel bassorilievo di Montessu a Villaperuccio
Se dice che rappresenti la tipica imbarcazione solare egiziana
Peccato che la necropoli Sarda, risalga ad un periodo che si aggira intorno al 3200 a. C., di molto antecedente alla barca solare di Cheope a cui somiglia veramente tanto, che invece risale al 2500 a. C.
Quindi "nannai" potrebbe essere considerato come una divinità androgina dei temporali e dei fulmini
Ma la mia curiosità si è soffermata su un modo di dire :" Rombo" di tuono, per indicare il rumore dei tuoni provocati dai fulmini
La parola rombo ha 4 valenze in italiano
Una di queste riguarda un rumore molto forte, di forte intensità, tipica del tuono dei fulmini
Un' altra riguarda il rombo come figura geometrica, con tutto il suo Sacro Simbolismo
Ed è questo secondo aspetto che voglio analizzare
Il rombo rappresenta simbolicamente la vagina femminile, un portale cosmogonico per altre dimensioni per la trasmutazione, per la rinascita dopo la morte
Il rombo ha sempre avuto un alto valore sacrale evocativo, anche per quanto riguarda le iniziazioni misteriche, e la ritualistica riguardante l'invocazione di folgori e pioggia
Gli Etruschi, che io considero sardi stabilitosi in Etruria, nel centro Italia, erano i custodi di antichi conoscenze Kabiriche, le conoscenze del grandi misteri iniziatici riguardanti l'arte di evocare il Fuoco Sacro, e quello elettrico del fulmine, oltre ad essere in possesso dell'arte di gestire il fuoco per la lavorazione dei metalli
Cosa abbastanza normale visto che Tartesso è facilmente identificabile con la Sardegna, la terra dei metalli il cui centro era a Tharros, argomento sul quale mi soffermerò in un altro momento
Lo studio dei fulmini e dei tuoni era decodificato anche negli antichi libri di iniziazione misterica
Un' esperto poteva anche riuscire a scongiurare la caduta di un fulmine o al contrario, invocarlo con delle preghiere
I "fulguratores" portavano la cera nelle orecchie, e potevano avvicinare o fare allontanare i fulmini, con delle parole e sonorità gutturali a certe frequenze
Questo indica come fosse importante il potere del suono per evocare i fulmini
E questa pratica di invocazione dei fulmini e della pioggia era ottenuta facendo roteare continuamente del rombi attaccati ad una corda, e tracciando durante la loro rotazione, particolari conformazioni, a forma di "otto" e dell'infinito
La rotazione di questi rombi, con andamento ellittico, e strozzato al centro, descrivendo la figura dell' otto, creava quasi come il sibilo del rumore del vento, e soprattutto si descrivevano due cerchi che ruotavano nel senso opposto, creando così la polarità energetica creatrice
Il rombo era roteato durante gli antichi misteri kabirici del Fuoco Sacro e del Fuoco Elettrico
In Sardegna ci sono molti luoghi di questo tipo, di iniziazione misterica,
Il Nuraghe Arrubiu di Orroli per esempio è diverso dei Nuraghi primitivi, sembra un tempio, ed è molto probabile che qui si celebrassero gli antichi Misteri del fuoco e misteri cabirici
Un luogo di iniziazione molto più antico Rispetto a ciò che gli sta intorno
La sesta razza atlantiana, gli Akkadi, scelsero la Sardegna come principale dimora 200.000 anni fa, poi si mossero verso l'oriente, dando origine ai Sumeri, agli Etruschi, Fenici e Cartaginesi
Secondo il mito dei Figli delle Tesphiadi, i Tirreni e gli Etruschi, o almeno una parte di essi, provenivano dalla Sardegna che a sua volta in quel tempo remoto faceva parte di Eritia-Atlantide
I nuraghi al pari delle piramidi, erano un luogo sacro dove si svolgevano i misteri del fuoco, centri di iniziazione
Un Kabiro, è un Istruttore antidiluviano dell’umanità
I Kabiri erano venerati in Beozia, ed erano eroi equivalenti agli Antenati titani
C'è rimasta memoria, di questi Antichi Titani, nei giganti di Mont'e Prama, ( ma anche nella conformazione delle Tombe dei Giganti), non solo per l'altezza, che riporta sicuramente agli antenati giganti, ma anche per un altro motivo
Il rombo, mosso in questo modo con una cordicella, al di là della sua valenza simbologica di portale uterino verso altre dimensioni, a livello neurologico, favorisce il viaggio estatico, in cui un elemento esterno, amplifica le sensazioni, favorendo l'estasi e lo stato di trance, accompagnato spesso da reazioni sonore vocali gutturali, e dal movimento ondulatorio del corpo
Far ruotare questi oggetti, per lo più rombi, come facevano nell'antichità anche i monaci tibetani molto prima della diffusione del Buddhismo, significa compiere una preghiera, creare un vortice sonoro, e un ritmo che accompagna tutta la trance, lo stato ipnotico
Rombo che risale alla preistoria, e che è presente in molte popolazioni tribali, con differenti funzioni
Agli sciamani Apache, per esempio non deve mancare la piuma d'aquila, il rombo e la corda magica.
Uno dei giocattoli di Dionisio, si narra che fosse uno strumento simile, che imitava il muggito del Toro
Il muggito del Toro, il sibilo del vento, e il rombo del tuono, erano i tre più antichi simboli sacri sonori, poiché da questi, scaturiva la vita
E far roteare il rombo con una funicella è formare una sorta di vortice sonoro
Il suono crea
Il suono sana
Questa forma di vortice, che può essere rappresentata graficamente, come un' otto, o con la forma dell'infinito, è anche in senso spaziale, come due coni che sono uniti per il vertice, i quali creano polarità elettrica creatrice
Noi ne abbiamo una rappresentazione grafica ben precisa, nella nostra cultura Sarda e nelle nostre tradizioni
Quella che chiamiamo "clessidra", nei nostri manufatti, specialmente tessili o che rappresentano gli uomini e le donne con il corpo a forma di clessidra, anche tenuti per mano ballando il ballo sardo, sono invece la rappresentazione del fulmine, con il quale Esso fende e feconda la terra
Rappresentano l'unione del principio complementare maschile e femminile, un equilibrio elettrico tra polarità opposte.
Esodo racconta che Urano e Gea generarono tre Ciclopi
Bronte che rappresentava il tuono, Sterope, che rappresentava il lampo e Arge, che rappresentava la Folgore, i quali fecero dono a Zeus della forza elettrica, e a Poseidone diedero Il magico Tridente con il triplice potere elettrico, a sei punte
La somma del potere di Zeus, Signore Celeste, Re del fuoco, con il fulmine, e quella del triplice forza di Poseidone, il Signore delle acque fa 6, rappresentata dal simbolo del doppio Tridente elettrico a 6 punte, con un asse centrale che rappresenta la sintesi
Ogni punta del Tridente è un colore
Tre primari e tre secondari, che sono i colori dell'arcobaleno, del potere elettrico
Che ha la stessa configurazione, in Oriente, della Vajra, la rappresentazione del fulmine, chiamato in tibetano la Dorja
La Vajra è un termine sanscrito che significa "fulmine" o "Diamante", arma di Indra, un' equivalente di Zeus, il re dei fulmini.
Rappresenta l' indistruttibilità del diamante, e l' illuminazione del fulmine
Questa rappresentazione grafica delineata dal movimento a mulinello di questa funicella con il rombo per evocare i fulmini disegna due coni ( due triangoli, visti in sezione) uniti per il vertice
Rappresentazione grafica che è la stessa dell'ascia bipenne di cui ci sono tracce anche in Sardegna
Ascia bipenne, detta anche "labrys", "labirinto", simbolo del percorso iniziatico di perdizione che si deve fare per ritrovarsi, simbolo dell'utero primordiale nel quale ci si deve perdere per poi rinascere
La doppia ascia bipenne, la Folgore di Zeus, il doppio Tridente di Poseidone, la Vajra degli indù, il Dorja dei tibetani, il martello del tuono di Thor, sono tutte "armi" a doppio taglio, che non sono armi da guerra, ma strumenti sacri per consacrare nuovi cieli e nuove terre, nuove dimensioni di consapevolezza
L' ascia bipenne è il simbolo del fulmine, realizzata con ferro meteoritico caduto dal cielo, così come il martello di Thor
Sono entrambi strumenti del dio dei vulcani, Efesto
Quell' Efesto, dio della metallurgia, che forgia le saette per Zeus e le armi magiche degli Eroi e degli Dei
Efesto, il cui nome somiglia troppo a Efisio, quel Sant' Efisio patrono della Sardegna, per non pensare che anche la Sardegna abbia la stessa impronta energetica di Efesto, re dei metalli essendo, la Sardegna, e ne sono convinta, l' Antica terra di Tartesso, la. Patria dei metalli, che stava difronte al Tirso, la cui città portuale era Tharros
Quel Dedalo di cui parlano i greci, il costruttore del labirinto del Minotauro a Cnosso, ideatore delle ali del figlio Icaro, per uscire dal labirinto, costruttore in Sardegna, secondo la mitologia, dei "dadaleia", dei nuraghi, la cui capacità creativa è simbolicamente solo un aspetto di Efesto, era un costruttore Kabirico anch'esso, un' iniziatore misterico , simbolico
Ma al di là di questi eroi isolani, come potevano essere Sardo, figlio di Ercole, Norace, fondatore di Nora, Aristeo, che introdusse nell'isola, apicoltura e agricoltura, Iolao, fratello di Ercole, grande costruttore, che sottolineano i rapporti tra i Micenei e la Sardegna specie nel XIII sec. a. C., ci sono elementi, dei simbolismi sardi, che sono databili molto tempo prima della cultura micenea
E se osserviamo il doppio pugnale sardo proprio quello ritrovato nel Menhir Bau Carradone a Laconi, o quello di Pranu Maore, sempre a. Laconi, conservato al Museo dei Menhir di Laconi, datato al 3000 a. C., vediamo che è ugualissimo alla forma del Varja Indù ( detto anche Dorje tibetano), e sta proprio sotto un capovolto che rappresenta guarda caso un doppio tridente
Il Varja indù è uno strumento che simboleggia l'energia elettrica, il fulmine creativo, perché si attivano le due polarità opposte, maschile e femminile durante la rotazione
E in questa rotazione ierogamica, dove le polarità si attivano nella creazione e per la creazione, sia assicura la fecondità della terra, la sua fertilità e l'equilibrio cosmico
Si può creare solo attraverso questi movimenti circolatori, di cui Il fulmine è rappresentante
Non è un caso che le ramificazioni delle nostre vene siano come le ramificazioni dei fulmini
Non è un caso che il plasma sia il componente principale del sangue, ma abbia lo stesso nome del componente principale del fulmine ( stesso nome ma diverso significato)
Ed entrambi hanno a che fare con l'acqua
La differenza di potenziale all'origine del fulmine, si crea a causa dello sfregamento all'interno delle nuvole tra le particelle di acqua, che salgono verso l'alto e quelle trasportate verso il basso
Quindi sono entrambi legati a quella Dea Madre rombo, simbolo e losanga della vulva, Vesica Piscis di tutte le creazioni, colei che ha già questa dualità presente della controparte maschile, perché sono come due triangoli rovesciati uniti per la base, che formano un rombo, ma anche un quadrato che simboleggia la terra, la madre terra che accoglie Il fulmine
Per creare si devono attivare in modo dinamico, attraverso la potenza del fuoco elettrico rappresentato dal fulmine
E d'altronde fulmine e fiume, corso d'acqua con le sue ramificazioni hanno la stessa assonanza fonetica, anche in sardo
I sardi erano antichi kabiri, conoscitori dei misteri iniziatici, i Sacri Custodi del fuoco, e hanno sempre giocato con grande maestria e con perfetta padronanza con le polarità opposte, con fuoco e acqua, con Sole e Luna
Le due spirali opposte rappresentate nelle Domus de Janas,come quelle de Sa Pala Larga, a Bonorva, rappresentano bene questo movimento sinergico creativo
Due spirale opposte, che hanno una forza rotatoria opposta, centrifuga e centripeta, che crea la polarità creativa, come nel labirinto iniziatico
Il ballo tondo sardo non è altro che una rappresentazione grafica di questa energia creativa, di queste due polarità che si snodano attraverso l'iniziazione del labirinto
Quello rappresentato a Benetutti, nelle Domus de janas di Luzzanas, è uguale a quello cretese, e in quello cretese, nelle spire concentriche spesso è scritto il nome di Truia(Troia)
O forse il labirinto di Benetutti è una piantina di Atlantide
Gli Iolai o Iliensi, erano una delle popolazioni antiche della Sardegna, forse gli stessi possibili costruttori di Troia/Ilio, nel 3000 a. C., visto che dopo la distruzione di Troia(1184 a. C.) , i Troiani( di discendenza etrusca e pelasgica) arrivarono in Sardegna
E i Troiani erano Etruschi( o Pelasgi), perché Dardano, il capostipite della dinastia troiana era etrusco, essendo figlio del Re etrusco Corinto, e di una pleiade di nome Elettra figlia di Atlante( atlantidea quindi, e se gli Etruschi corrispondono ai Sardi, siamo atlantidei) ed era il depositario dei grandi misteri Kabirici
Il "ballo della gru" che si svolgeva Cnosso in onore di Arianna, che contiene la stessa radice "An", di signora dei cieli, come il Dio An mesopotamico, signore dei cieli, dio dei temporali e dei fulmini, ed equivalente de su "nannai" sardo, che abbiamo visto prima, nient'altro non era che un simbolo di trasformazione, di rigenerazione ciclica, delle rinascite in primavera, grazie all' attivazione della polarità creatrice "maschile /femminile", rappresentata da questi uccelli maestosi come la gru, che rappresentano una trasmutazione verso il divino
La gru, il cigno, la cicogna e anche il fenicottero, sono rappresentanti di questa trasformazione, perché sono uccelli acquatici, quindi legati al potere trasmutante del Sacro Femminino
E questo aspetto è in linea anche con le ultime ricerche dello studioso Bartolomeo Porcheddu (del quale ho ospitato l' articolo nella mia pagina poco tempo fa) riguardo la definizione in greco antico ( "kùknos") e in latino ("Cygnus") della parola "cigno", dove, in entrambi i lemmi, la voce si legge a "cunnos" e "cunnus", che traslitterato in sardo, diventa "cunnu", "dono del cielo"
Il ballo della gru potrebbe essere benissimo il ballo sardo del fenicottero, che si rinnova ad ogni primavera e rinasce a nuova vita
La madre misterica negli Antichi Riti kabirici di iniziazione, era Pelarge, nella forma femminile di "pelargos", la gru, il cigno, il fenicottero , la Demetra dei Misteri che perfeziona la vita animalesca sulla terra e la rende perfetta
Dal punto di vista puramente linguistico, "pelargos", potrebbe essere una forma più recente di "pelasgos", termine che originariamente non si sarebbe riferito a uomini ma ad uccelli, è che corrisponderebbe perfettamente alla funzione di culti dei misteri primitivi, che tutti gli uomini di una tribù venissero identificati, per mezzo di riti di iniziazione, con determinati animali: nel nostro caso, iniziati da una Dea Cicogna, identificati con le cicogne.
Tale identificazione si sarebbe conservata anche nel nome del popolo.
In tal caso i «Pelasgi», dovunque essi apparissero nella leggendaria preistoria della Grecia – in Argo, in Attica, in Beozia o in Samotracia, per non menzionare che queste regioni dei Misteri – non sarebbero che gli iniziati di antichissimi culti segreti e forse membri di società segrete quali l’etnologia conosce in connessione coi culti segreti.
Solo in un secondo tempo il nome del popolo si sarebbe differenziato dal nome d’animale "pelargos" , differente soltanto nella forma dialettale, perdendo così il suo significato originario.
Nella mitologia dei Misteri era certamente la figlia di Demetra, quella che sosteneva la parte della sposa nelle nozze di cigni
Cigni, gru, fenicotteri, sono tutti uccelli che sono legati all' elemento acqua, cosi come l' oca, legata a Persefone, (Core), figlia di Demetra
Culto di Demetra, molto sentito in Sardegna.
Considerando che i Sardi erano considerati Pelasgi( il cui nome, appunto, significa cicogne, il cui viaggio era simboleggiato dal volo delle cicogne o gru) , gli Etruschi arcaici( con questo nome gli antichi storici greci identificavano tutti gli gli abitanti delle terre intorno all'Egeo in epoca pre-ellenica) e che i lucumoni Etruschi erano chiamati "Sardi", vien facile capire che il famoso copricapo lucumonico( i lucumoni erano "i magistrati Supremi, delle alte cariche, delle città Etrusche) , l’elmo metallico di Oppeano (in provincia di Verona), tratto in superficie dal sottosuolo, con sei figure finemente lavorate che rappresentano cinque cavalli, e una sesta figura sfingetica alata con sembianze simili a quelle degli altri quadrupedi, e sei fasce concentriche, ricordi la forma conica dei Nuraghi, e anche quella della berritta Sarda, che ne rappresenta un' evoluzione conica in tessuto
E considerando la civiltà Sarda in questo contesto, di una Terra dal valore fortemente iniziatico, è spontaneo supporre, che i due pugnaletti sardi, quello doppio e quello dell' elsa gammata, si equivalgano come simbologia, poiché, sicuramente non erano semplicemente dei pugnali, ma avevano un Altissimo valore simbolico di iniziazione sacrale
Iniziazione alla creazione attraverso le polarità opposte
Una iniziazione ierogamica
Questa simbologia a clessidra, si trova ovunque nei nostri manufatti, e non è una rappresentazione del tempo, ma delle due polarità che vengono attivate attraverso il movimento a mulinello rotatorio, usato fin dai tempi antichissimi, sia per evocare i fulmini sia per le pratiche ipnotiche e per attivare gli stati di trance.
E il doppio pugnale, come ho gia scritto, ha proprio questa forma, di attivatore di polarità, magari usato nei riti ierogamici, e in pratiche di invocazione del fuoco elettrico
Osservando l'altro pugnale tipico sardo il pugnale ad elsa gammata, noto che potrebbe rappresentare benissimo la grafica di una svastica stilizzata
Svastica, che è la schematizzazione originaria di questo movimento rotatorio che si compie fin dai tempi antichissimi, seguendo il verso del movimento del mulinello rombo usato le invocazioni usato per questi riti misterici, di cui gli antichi sardi erano i custodi
Lo dice anche il professor Dedola, quando parlando dei Nuraghi, li definisce come "altari del fuoco sacro"
E facendo riferimento alle doppie pupille dei Giganti di Monte Prama è chiaro il riferimento alle pratiche ipnotiche e di incubatio sacra
Le Bithiae dalle doppie pupille erano le nostre Janas, gli esseri che incarnavano le polarità opposte, le custodi antiche sapienze, dei portali multidimensionali, sigizie di entrambe le energie opposte, maschile e femminile, lunare e solare
Che fossero Esseri androgini, si può facilmente dedurre anche dal bronzetto itifallico suonatore di launeddas che si presenta come un essere con del seno accennato, con il fallo in erezione ad indicare la valenza fecondante, mentre suona le launeddas
Launeddas che avevano comunque una timbrica legata al vortice ipnotico, poiché hanno un suono regolato ad una certa frequenza, come uno sciame d'api, che induce una certa vibrazione che favorisce lo stato di trance
In Grecia vi era uno strumento simile chiamato "iynx", un Sacro rombo mistico, risalente alla tradizione sciamanica, arrivato attraverso i paesi orientali, a partire dal VI se. a. C.
In atri paesi, in particolare nell'Australia antica, i ciuringa erano i simboli dei grandi Eroi dell'Eterno tempo di Sogno, e il Sogno è anche il mezzo attraverso il quale gli Eroi, ricevevano e trasmettevano vita e alimentazione, usata anche nei riti di caccia, di iniziazione all' età adulta
Quindi, anche in questo caso, si parla di sonno terapeutico, di incubatio
Per i greci l' iynx era un particolare rombo, che somigliava per risonanza fonetica a "ilinx" (vortice), e a "ilingos" ( vertigine), e per i greci rappresentava 3 cose:
-Una Ninfa trasformata in uccello, la figlia di Echo
-L'uccello che noi chiamiamo torcicollo, "l'uccello del delirio"
-Uno strumento di magia erotica, di fascinazione erotica, di trance legata alla dimensione sessuale
(il rombo è rimasto nella nostra tradizione anche nei dolci tipici sardi, nei Mostaccioli e nelle pabassinas)
Ma la cosa interessante è che questo prototipo preistorico è legato alla dimensione ornitomorfa, visto che il cielo è importante nella cultura sciamanica, per la sua simbologia di volo estatico, e di connessione con la vertigine
Infatti i più antichi mulinelli usati dagli sciamani, erano dipinti con figure di uccello e ne avevano spesso la forma, e la loro funzione primordiale era creare un vortice legato alla dimensione ipnotica
Molte statuette animalistiche di uccelli, per esempio in osso di mammut, risalgono al Paleolitico della preistoria, e hanno sotto le ali la schematizzazione di un vortice, la svastica, che porta ad uno stato di trance
E questo calza perfettamente con le interpretazioni che aveva dato professor Lilliu sul pugnale ad elsa gammata, il quale definì "una colomba, l'elemento retto curvilineo dell'elemento orizzontale che potrebbe utilizzare il corpo di un uccello ristretto verso la coda" ( brano tratto da "Sculture della Sardegna"
D'altronde il sito dove è stato ritrovato il concio( Giorre', tra Florinas e Cargeghe, un Santuario Nuragico) che rappresenta questo pugnale ad elsa gammata, ha un recinto a forma di uovo
Sagoma di un pugnale che secondo il mio parere potrebbe essere la riproduzione stilizzata della svastica legata alla pratica sciamanica dell'incubazione, all' ipnosi terapeutica
Segno logografico testato anche in altri contesti come, per esempio nella barchetta di Teti
E tutti questi collegamenti che si sono creati partendo dal "rombo/vagina", collegati alla pratica del rombo utilizzato per evocare i fulmini e il temporale e quindi ad indicare il nostro " nannai", indicano solo una cosa
Che di questa pratica gli antichi sardi erano esperti
Erano i custodi del Fuoco Sacro, del Fuoco Elettrico, e di molti riti iniziatici
Non solo ne erano custodi, ma erano abili metallurgici, poiché è molto verosimile che Tartesso, la Sacra Terra dei Metalli, fosse in Sardegna
Ed è anche più verosimile che il patrono della Sardegna, Sant'Efisio, abbia un nome la cui radice, è la stessa di Efesto, il Dio dei vulcani e della metallurgia
Efeso, che rimanda alla Iniziazione dei Misteri Efisini, che erano gli iniziati al Tempio di Diana /Artemide che stava a Efeso, che erano dei portali di ingresso verso la dimensione ultraterrena, e che nei tempi passati funsero da mediatori tra i più antichi misteri dell'oriente e i misteri propriamente greci, quindi un ponte tra Oriente e occidente
In Efeso si trovava questo. Un' incontro tra Sacre Arti iniziatiche, in una dimensione di purezza
E immagino "un' Efeso" anche in Sardegna
Perché gli Antichi Sardi sapevano attivare le polarità opposte, e cercavano il loro equilibrio, in ogni loro manifestazione artistica e architettonica
Ne è prova il doppio pugnale, che ha la stessa forma del Vajra indiano, che rappresenta il fulmine, che si genera dall' incontro degli opposti, tant'è che veniva usato nei rituali tantrici, per simboleggiare l' unione ierogamica degli opposti, la polarità elettromagnetica creativa e distruttiva, il misterioso "Fuoco elettrico", il fulmine( non per niente, quando due Anime, si "pigliano" subito, si dice che è stato " un colpo di fulmine"
Stessa formazione del dipolo elettrico, che è un sistema costituito da due cariche elettriche uguali e di segno opposto, poste a piccola distanza tra loro
Formazione a "clessidra", che vediamo spesso rappresentata nei nostri manufatti, specialmente nel ballo sardo, rappresentazione cosmogonica, della creazione originaria, attraverso l' unione degli opposti
Stato ipnotico, di cui gli antichi sardi sono l'emblema, inteso come Sonno Terapeutico
Una leggenda parla di nove dormienti sardi in una grotta dove nessuno poteva morire, cioè situata al di fuori del tempo.
Questi dormienti erano i 9 Eroi, figli di Ercole e delle cinquanta Thespiadi. Venuti con Iolao, morirono sul posto, ma i loro corpi sarebbero rimasti intatti dalla decomposizione, come se giacessero addormentati. Nell’Iliade, Omero lascia per nove giorni insepolti i figli di Niobe pietrificati: il poeta racconta che solo alla fine del nono giorno, all’inizio del decimo, gli Dei seppellirono i figli di Niobe. Nove è anche il numero della circonferenza, che caratterizza il ciclo temporale, in questo caso il periodo di esistenza concesso a questo particolare gruppo etnico..
Gli antichi Tirreni, gli Etruschi erano legati al culto Kabirico. La lingua degli Etruschi è simile ad un’iscrizione trovata a Lemno, un’isola kabirica. Secondo il mito dei Figli delle Thespiadi, i Tirreni e gli Etruschi, o almeno una parte di essi, provenivano dalla Sardegna che a sua volta in quel tempo remoto faceva parte di Eritia-Atlantide.
Eritia, la terra rossa
E forse, emblema di questa alta carica di iniziati, di cui facevano parte gli antichi sardi erano proprio questi due pugnaletti,
Il Doppio pugnale, rappresentato vicino al doppio tridente( non può essere un caso),uguale al Varja, simbolo del fulmine, e dal pugnale ad Elsa gammata, che raffigura, secondo me, una svastica stilizzata, la sacra svastica ornitomorfa che era prodotta, come vortice energetico proprio dal mulinello che si creava nei riti iniziatici per evocare la potenza del fulmini del fuoco elettrico, e per accedere, attraverso l' ipnosi che esso procurava, a stati sciamanici di trance
In un' isola, la Sardegna, che ha l' impronta energetica di Efeso, tanto da farne patrono in Ef-isio, il martire guerriero
L' Efeso padre della metallurgia sacra, come Tartesso, il cui simbolo( della metallurgia Sacra di Tartesso) è la Tanit, un cerchio e un triangolo, quello che vediamo nei pozzi sacri, e un labirinto come quello di Benetutti, come quello di Cnosso( questi due simboli sono stati ritrovati a CanchoRoano in Spagna, in una zona portuale sulla costa meridionale) nelle rovine di un edificio in stile tartessiano, risalente al Vi sec. a. C.,
Nelle sue lezioni di Fisica, Aristotele cita dei racconti su certa gente che in Sardegna dormiva presso gli Eroi:
"Quando il corso vario dei nostri pensieri non procede, oppure noi non ci accorgiamo del suo procedere, ci sembra come se il tempo non esistesse: come sembrava a coloro di cui si racconta che, in Sardegna, dormissero vicino agli Eroi" . (Aristotele. Fisica. IV p.218b, 21) .
E con questa frase bellissima di Aristotele voglio chiudere
E, al prossimo temporale, ai prossimi fulmini che sentiremo, al prossimo "carr'e Nannai", immaginiamo quanta conoscenza misterica e quanta potenza creatrice scaturisce da questo "eroe dei cieli", portavoce, non solo di una figura leggendaria e misteriosa, ma di Antico Sapere Misterico, tramandato, come vuole la tradizione, solo per via orale.
Perché questo tipo di Sapere, non si impara sui libri
Bisogna essere aperti, ricettivi
Bisogna essere pronti a farsi attraversare dalla Folgore, dal Fulmine, per ricevere l' illuminazione diamantina e pura
Quella della quale i nostri Antenati Sardi erano depositari
Tiziana Fenu
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La simbologia del tuono e del fulmine in Sardegna
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