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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

domenica, ottobre 25, 2020

💛La simbologia del tuono e del fulmine in Sardegna

 La simbologia del rombo e del fulmine in Sardegna


Scrivendo riguardo al  mio ultimo post sui  Mamuli, gli ornamenti del Popolo indonesiano Sumba, che rappresentano i genitali femminili a forma di rombo, con un foro rotondo, e una fessura al centro, si è snodato intorno ad essi il simbolismo della Sacra Madre archetipo dell'acqua Mem, quindi della Dea "rombo/vagina", della Dea Madre originaria,  rappresentata dalla lettera Omega,  che simboleggia un utero, simbologia legata anche all'Antica madre Dea sumera Ninhursag, creatrice del genere umano, il cui strumento per tagliare il cordone ombelicale è uguale alla conformazione dei Mamuli


Dea Nunhsarg, chiamata anche Ninmah, Mami, Mama, la signora del cielo 

Il cielo, che era di dominio del fratello An

Essendo la padrona del cielo insieme al fratello AN, viene spontaneo l'accostamento con il modo di dire sardo " su carr'e nannai", nel quale la parola "nannai", sembra una ripetizione del blocco sillabico "AN", un modo di dire sardo per indicare il temporale  e  i fulmini

Un riferimento all' antica figura mitologica della tempesta, dei temporali, che correva con un carro trainato dai cavalli neri e che trasportava dei massi, che sbattendo tra di loro  facevano scintille e  rumore

Il riferimento al nome "nannai", può essere collegato al signore dei cieli sumero An, che viveva nelle Ennai, "la  Casa dei cieli", un dio dei temporali e dei fulmini

Una sorta di Dio primordiale

Un Dio "nonno", più importante del padre stesso

Questo potrebbe essere l'interpretazione più immediata, accostando "nannai", alla parola "nonno", in senso di importanza genealogica come capostipite. Interpretazione che è anche la più diffusa


Ma c'è anche un'altra interpretazione da considerare

"Nannai" potrebbe essere riferito anche ad una dimensione femminile lunare

"Nannai", come "sa Nai", la nave

Nave intesa come utero primordiale, traghettatrice tra le  dimensioni

Sappiamo bene come la falce di luna taurina, simile alle corna del toro, sia anche rappresentativa dell'utero

Le tombe dei Giganti hanno questa stessa forma a falce di luna, poiché l'utero femminile è capace di trasportare simbolicamente il trapasso in una nuova dimensione, in una nuova vita, come una nave traghettatrice

Le costruzioni simili alle Tombe dei Giganti in Portogallo le chiamano "Naus", e alle Baleari  sono chiamate "navetas" 

Quindi "nannai" come nonno, ma anche come Dea Madre della fertilità. Una divinità lunare primordiale che sappiamo bene, anticamente era considerata maschile

Ma nello specifico, "nannai" ha probabilmente la doppia valenza simbolica che  rappresenta una divinità androgina

La  falce di luna /corna, è sia maschile che femminile, falce taurina/ uterina, e insieme contribuiscono al traghettamento 

Come si fosse a bordo della nave cosmica verso un'altra dimensione ultraterrena


D'altronde un' imbarcazione senza remi è stata ritrovata nel bassorilievo di Montessu a Villaperuccio

Se dice che rappresenti la tipica imbarcazione solare egiziana

Peccato che la necropoli Sarda, risalga ad un periodo che si aggira intorno al 3200 a. C., di molto antecedente alla barca solare di Cheope a cui somiglia veramente tanto, che invece risale al 2500 a. C. 


Quindi "nannai" potrebbe essere considerato come una divinità androgina dei temporali e dei fulmini

Ma la mia curiosità si è soffermata su un modo di dire :" Rombo" di tuono, per indicare il rumore dei tuoni provocati dai fulmini

La parola rombo ha 4 valenze in italiano 

Una  di queste riguarda un rumore molto forte, di forte intensità, tipica del tuono dei fulmini

Un' altra riguarda il rombo come figura geometrica, con tutto il suo Sacro Simbolismo 

Ed è questo secondo aspetto che voglio analizzare

Il rombo rappresenta simbolicamente la vagina femminile, un portale cosmogonico per altre dimensioni per la trasmutazione, per la rinascita dopo la morte

Il rombo ha sempre avuto un alto valore sacrale evocativo, anche per quanto riguarda le iniziazioni misteriche, e la ritualistica riguardante l'invocazione di folgori e pioggia

Gli Etruschi, che io  considero sardi stabilitosi in Etruria, nel centro Italia, erano i custodi di antichi conoscenze Kabiriche, le conoscenze del grandi misteri iniziatici riguardanti l'arte di evocare il Fuoco Sacro, e quello elettrico del fulmine, oltre ad essere in possesso dell'arte di gestire il fuoco per la lavorazione dei metalli


Cosa abbastanza normale visto che Tartesso è facilmente identificabile con la Sardegna, la terra dei metalli il cui centro era a Tharros, argomento sul quale mi soffermerò in un altro momento

Lo studio dei fulmini e dei tuoni era decodificato anche negli antichi libri  di iniziazione misterica

Un' esperto poteva anche riuscire a scongiurare la caduta di un fulmine o al contrario, invocarlo con delle preghiere

I "fulguratores" portavano la cera nelle orecchie, e potevano avvicinare o fare allontanare i fulmini, con delle parole e sonorità gutturali a certe frequenze

Questo indica come fosse importante il potere del suono per evocare i fulmini

E questa pratica di invocazione dei fulmini e della pioggia era ottenuta facendo roteare continuamente del rombi attaccati ad una corda, e tracciando durante la loro rotazione, particolari conformazioni, a forma di "otto" e dell'infinito

La rotazione di questi rombi, con andamento ellittico, e strozzato al centro, descrivendo la figura dell' otto, creava quasi come il sibilo del rumore del vento, e soprattutto si descrivevano due cerchi che ruotavano nel senso opposto, creando così la polarità energetica creatrice 

Il  rombo era roteato durante gli antichi misteri kabirici del Fuoco Sacro e del Fuoco Elettrico


In Sardegna ci sono molti luoghi di questo tipo, di iniziazione misterica, 

Il Nuraghe Arrubiu di Orroli per esempio è diverso dei Nuraghi primitivi, sembra un tempio, ed è molto probabile che qui si celebrassero gli antichi Misteri del fuoco e misteri cabirici

Un luogo di iniziazione molto più antico Rispetto a ciò che gli sta intorno

La sesta razza atlantiana, gli Akkadi,  scelsero la Sardegna come principale dimora 200.000 anni fa, poi si mossero verso l'oriente, dando origine ai Sumeri, agli Etruschi, Fenici e Cartaginesi


Secondo il mito dei Figli delle Tesphiadi, i Tirreni e gli Etruschi, o almeno una parte di essi, provenivano dalla Sardegna che a sua volta in quel tempo remoto faceva parte di Eritia-Atlantide

I nuraghi al pari delle piramidi, erano un luogo sacro dove si svolgevano i misteri del fuoco, centri di iniziazione 

Un Kabiro, è un Istruttore antidiluviano dell’umanità

I Kabiri erano venerati in Beozia, ed erano eroi equivalenti agli Antenati titani

C'è rimasta memoria, di questi Antichi Titani, nei giganti di Mont'e Prama, ( ma anche nella conformazione delle Tombe dei Giganti), non solo per l'altezza, che riporta sicuramente agli  antenati  giganti, ma anche per un altro motivo


Il  rombo, mosso in questo modo con una cordicella, al di là della sua valenza simbologica di portale uterino verso altre dimensioni, a livello neurologico, favorisce il viaggio estatico, in cui un elemento esterno, amplifica le sensazioni, favorendo l'estasi e lo stato di trance, accompagnato spesso da reazioni sonore vocali gutturali, e dal movimento ondulatorio del corpo 

Far ruotare questi oggetti, per lo più rombi, come facevano nell'antichità anche i monaci tibetani molto prima della diffusione del Buddhismo, significa compiere una preghiera, creare un vortice sonoro, e un ritmo che accompagna tutta la trance, lo stato ipnotico

Rombo che risale alla preistoria, e che è presente in molte popolazioni tribali, con differenti funzioni

Agli sciamani Apache, per esempio non deve mancare la piuma d'aquila, il rombo e la corda magica. 

Uno dei giocattoli di Dionisio, si narra che  fosse uno strumento simile, che imitava il muggito del Toro


Il muggito del Toro, il sibilo del vento, e  il rombo del tuono, erano i tre più antichi simboli sacri sonori, poiché da questi, scaturiva la vita

E far roteare il rombo con una funicella è formare una sorta di vortice sonoro

Il suono crea 

Il suono sana

Questa forma di vortice, che può essere rappresentata graficamente, come un' otto, o con la forma dell'infinito,  è anche  in senso spaziale, come  due coni che sono uniti per il vertice, i quali creano polarità elettrica creatrice


Noi ne abbiamo una rappresentazione grafica ben precisa, nella nostra cultura Sarda e nelle nostre tradizioni

Quella che chiamiamo "clessidra", nei nostri manufatti, specialmente tessili o che rappresentano gli uomini e le donne con il corpo a forma di clessidra, anche tenuti per mano ballando il ballo sardo, sono invece la rappresentazione del fulmine, con il quale Esso fende e feconda la terra

Rappresentano l'unione del principio complementare maschile e femminile, un equilibrio elettrico tra polarità opposte. 


Esodo racconta che Urano e Gea generarono tre Ciclopi

Bronte che rappresentava il tuono, Sterope, che rappresentava il lampo e Arge, che rappresentava la Folgore, i quali fecero  dono a Zeus della forza elettrica, e a Poseidone diedero Il magico Tridente con il triplice potere elettrico, a sei punte

La somma del potere di Zeus, Signore Celeste, Re del fuoco, con il fulmine, e quella del triplice forza di Poseidone, il Signore delle acque fa 6, rappresentata dal simbolo del doppio Tridente elettrico a 6 punte, con un asse centrale che rappresenta la sintesi

Ogni punta del Tridente è un colore 

Tre primari  e tre secondari, che sono i colori dell'arcobaleno, del potere elettrico


Che ha la stessa configurazione, in Oriente, della Vajra, la rappresentazione del fulmine, chiamato in tibetano  la Dorja

La Vajra è un termine sanscrito che significa "fulmine" o "Diamante", arma di Indra, un' equivalente di  Zeus, il re dei fulmini. 

Rappresenta l' indistruttibilità del diamante, e l' illuminazione del fulmine

Questa rappresentazione grafica delineata dal movimento a mulinello di questa funicella con il rombo per evocare i fulmini disegna due coni ( due triangoli, visti in sezione) uniti per il vertice


Rappresentazione grafica che è la stessa dell'ascia bipenne di cui ci sono tracce anche in Sardegna 

Ascia bipenne, detta anche "labrys", "labirinto", simbolo del percorso iniziatico di perdizione che si deve fare per ritrovarsi, simbolo dell'utero primordiale  nel quale ci si deve perdere per poi rinascere

La doppia ascia bipenne, la  Folgore di Zeus, il doppio Tridente di Poseidone, la Vajra degli indù, il Dorja dei tibetani, il martello del tuono di Thor, sono tutte "armi" a doppio taglio, che non sono armi da guerra, ma strumenti sacri per consacrare nuovi  cieli e nuove terre, nuove dimensioni di consapevolezza 

L' ascia bipenne è il simbolo del fulmine, realizzata con ferro meteoritico caduto dal cielo, così come il martello di Thor

Sono entrambi strumenti del dio dei vulcani, Efesto

Quell' Efesto, dio della metallurgia, che forgia le saette per Zeus e le armi magiche degli Eroi e degli Dei

Efesto, il cui nome somiglia troppo a Efisio, quel Sant' Efisio patrono della Sardegna, per non pensare che anche la Sardegna abbia la stessa impronta energetica  di Efesto,  re dei metalli essendo, la Sardegna, e ne sono convinta, l' Antica terra di Tartesso, la. Patria dei metalli, che stava difronte al Tirso, la cui città portuale era Tharros


Quel Dedalo di cui parlano i greci, il costruttore del labirinto del Minotauro a Cnosso, ideatore delle ali del figlio Icaro, per uscire dal labirinto, costruttore  in Sardegna, secondo la mitologia, dei "dadaleia",  dei nuraghi, la cui capacità creativa è simbolicamente solo un aspetto di Efesto, era un costruttore Kabirico  anch'esso, un' iniziatore misterico , simbolico

Ma al di là di questi eroi isolani, come potevano essere Sardo, figlio di Ercole, Norace, fondatore di Nora, Aristeo, che introdusse nell'isola, apicoltura e agricoltura, Iolao, fratello di Ercole, grande costruttore, che sottolineano i rapporti tra i Micenei e la Sardegna specie nel XIII sec. a. C., ci sono elementi, dei simbolismi sardi, che sono databili molto tempo prima della cultura micenea 


E se osserviamo il doppio pugnale sardo proprio quello ritrovato nel Menhir Bau Carradone  a Laconi,  o quello di Pranu Maore, sempre a. Laconi, conservato al Museo dei Menhir di Laconi, datato al  3000 a. C., vediamo che è ugualissimo alla forma del Varja Indù ( detto anche Dorje tibetano), e sta proprio  sotto un capovolto che rappresenta guarda caso un doppio tridente

Il Varja indù è uno strumento che simboleggia l'energia elettrica, il fulmine creativo, perché si attivano le due polarità opposte, maschile e femminile durante la rotazione

E in questa rotazione ierogamica,  dove le polarità si attivano nella creazione e per la creazione, sia assicura la fecondità della terra, la sua fertilità e l'equilibrio cosmico

Si può creare solo attraverso questi movimenti circolatori, di cui Il fulmine è rappresentante

Non è un caso che le ramificazioni delle nostre vene siano come le ramificazioni dei fulmini

Non è un caso che il plasma sia il componente principale del sangue, ma abbia lo stesso nome del componente principale del fulmine ( stesso nome ma diverso significato) 

Ed entrambi hanno a che fare con l'acqua

La differenza di potenziale all'origine del fulmine, si crea a causa dello sfregamento all'interno delle nuvole tra le particelle di acqua, che salgono verso l'alto e quelle trasportate verso il basso

Quindi sono entrambi legati a quella Dea Madre rombo, simbolo e losanga della vulva, Vesica Piscis di tutte le creazioni, colei che ha già questa dualità presente della controparte maschile, perché sono come due triangoli rovesciati uniti per la base, che formano un rombo, ma anche un quadrato che simboleggia la terra, la madre terra che accoglie Il fulmine

Per creare si devono attivare in modo dinamico, attraverso la potenza del  fuoco elettrico rappresentato dal fulmine

E d'altronde fulmine e  fiume, corso d'acqua con le sue ramificazioni hanno la stessa assonanza fonetica, anche in sardo


I sardi erano antichi kabiri, conoscitori  dei misteri iniziatici, i Sacri Custodi del fuoco, e hanno sempre giocato con grande maestria e con perfetta padronanza con le polarità opposte, con fuoco e acqua, con Sole e Luna

Le due spirali opposte rappresentate nelle Domus de Janas,come quelle de Sa Pala Larga, a Bonorva, rappresentano bene questo movimento sinergico creativo

Due spirale opposte, che hanno una forza rotatoria opposta, centrifuga e centripeta, che crea la polarità creativa, come nel labirinto iniziatico

Il ballo tondo sardo non è altro che una rappresentazione grafica di questa energia creativa, di queste due polarità che si snodano attraverso l'iniziazione del labirinto

Quello rappresentato a Benetutti, nelle Domus de janas di Luzzanas, è uguale a quello cretese, e in quello cretese, nelle spire concentriche spesso è scritto il nome di Truia(Troia) 

O forse il labirinto di Benetutti è una piantina di Atlantide 

Gli Iolai o Iliensi, erano una delle popolazioni antiche della Sardegna, forse gli stessi possibili costruttori di Troia/Ilio, nel 3000 a. C., visto che dopo la distruzione di Troia(1184 a. C.) , i Troiani( di discendenza  etrusca e pelasgica) arrivarono in Sardegna 

E i Troiani erano Etruschi( o Pelasgi), perché Dardano, il capostipite della dinastia troiana era etrusco, essendo figlio del Re etrusco Corinto, e di una pleiade di nome Elettra figlia di Atlante( atlantidea quindi, e se gli Etruschi corrispondono ai Sardi, siamo atlantidei) ed era il depositario dei grandi misteri Kabirici


Il "ballo della gru" che si svolgeva Cnosso in onore di Arianna, che contiene la stessa radice "An", di signora dei cieli, come il Dio An mesopotamico, signore dei cieli, dio dei temporali e dei fulmini, ed equivalente de su  "nannai" sardo, che abbiamo visto prima, nient'altro non era che un simbolo di trasformazione, di rigenerazione ciclica, delle rinascite in primavera, grazie all' attivazione della polarità creatrice "maschile /femminile",  rappresentata da questi uccelli maestosi come la gru, che rappresentano una trasmutazione verso il divino

La gru, il cigno, la cicogna e anche il fenicottero, sono rappresentanti di questa trasformazione, perché sono uccelli acquatici, quindi legati al potere trasmutante del Sacro Femminino 

E questo aspetto è in linea anche con le ultime ricerche dello studioso Bartolomeo Porcheddu (del quale ho ospitato l' articolo nella mia pagina poco tempo fa) riguardo la definizione in greco antico  ( "kùknos") e in latino ("Cygnus") della parola "cigno", dove, in entrambi i lemmi, la voce si legge a "cunnos" e "cunnus", che traslitterato in sardo, diventa "cunnu", "dono del cielo" 

Il ballo della gru potrebbe essere benissimo il ballo sardo del fenicottero, che si rinnova ad ogni primavera e rinasce a nuova vita


La madre misterica negli   Antichi Riti kabirici di iniziazione, era Pelarge, nella forma femminile di "pelargos", la gru, il cigno, il fenicottero , la Demetra dei Misteri che perfeziona la vita animalesca sulla terra e la rende perfetta

Dal punto di vista puramente linguistico, "pelargos", potrebbe essere una forma più recente di "pelasgos", termine che originariamente non si sarebbe riferito a uomini ma ad uccelli, è che corrisponderebbe perfettamente alla funzione di culti dei misteri primitivi, che tutti gli uomini di una tribù venissero identificati, per mezzo di riti di iniziazione, con determinati animali: nel nostro caso, iniziati da una Dea Cicogna, identificati con le cicogne.


Tale identificazione si sarebbe conservata anche nel nome del popolo. 

In tal caso i «Pelasgi», dovunque essi apparissero nella leggendaria preistoria della Grecia – in Argo, in Attica, in Beozia o in Samotracia, per non menzionare che queste regioni dei Misteri – non sarebbero che gli iniziati di antichissimi culti segreti e forse membri di società segrete quali l’etnologia conosce in connessione coi culti segreti.

Solo in un secondo tempo il nome del popolo si sarebbe differenziato dal nome d’animale "pelargos" , differente soltanto nella forma dialettale, perdendo così il suo significato originario.

Nella mitologia dei Misteri era certamente la figlia di Demetra, quella che sosteneva la parte della sposa nelle nozze di cigni

Cigni, gru, fenicotteri, sono tutti uccelli che sono legati all' elemento acqua, cosi come l' oca, legata a Persefone, (Core), figlia di Demetra

Culto di Demetra, molto sentito in Sardegna. 


Considerando che i Sardi erano considerati Pelasgi( il cui nome, appunto, significa cicogne, il cui viaggio era simboleggiato dal volo delle cicogne o gru) , gli Etruschi arcaici( con questo nome gli antichi storici greci identificavano tutti gli gli abitanti delle terre intorno all'Egeo in epoca pre-ellenica) e che i lucumoni Etruschi erano chiamati "Sardi", vien facile capire che il famoso copricapo lucumonico( i lucumoni erano "i magistrati Supremi, delle alte cariche, delle città Etrusche) , l’elmo metallico di Oppeano (in provincia di Verona), tratto in superficie dal sottosuolo, con  sei figure finemente lavorate che rappresentano cinque cavalli, e una sesta  figura sfingetica alata con sembianze simili a quelle degli altri quadrupedi, e sei fasce concentriche, ricordi la forma conica dei Nuraghi, e anche quella della berritta Sarda, che ne rappresenta un' evoluzione conica in tessuto


E considerando la civiltà Sarda in questo contesto, di una Terra dal valore fortemente iniziatico, è spontaneo supporre, che i due pugnaletti sardi, quello  doppio e quello dell' elsa gammata, si equivalgano come simbologia, poiché, sicuramente non erano semplicemente dei pugnali, ma avevano un Altissimo valore simbolico di iniziazione sacrale

Iniziazione alla creazione attraverso le polarità opposte

Una iniziazione ierogamica

Questa simbologia  a clessidra, si trova ovunque nei  nostri manufatti, e non è una rappresentazione del tempo, ma delle due polarità che vengono attivate  attraverso il movimento a mulinello rotatorio, usato fin dai tempi antichissimi, sia per evocare i fulmini sia per le pratiche ipnotiche e per attivare gli stati di trance.


E il doppio pugnale, come ho gia scritto, ha proprio questa forma, di attivatore di polarità, magari usato nei riti ierogamici, e in pratiche di invocazione del fuoco elettrico

Osservando l'altro pugnale tipico sardo il pugnale ad elsa gammata, noto che potrebbe rappresentare benissimo la grafica di una svastica stilizzata

Svastica, che è la schematizzazione originaria di questo movimento rotatorio che si compie fin dai tempi antichissimi, seguendo il verso del movimento del mulinello rombo usato le invocazioni usato per questi riti misterici, di cui gli antichi sardi erano i custodi

Lo dice anche il professor Dedola, quando parlando dei Nuraghi, li definisce come "altari del fuoco sacro" 

E facendo riferimento alle doppie pupille dei Giganti di Monte Prama è chiaro il riferimento alle pratiche ipnotiche e di incubatio sacra

Le Bithiae dalle doppie pupille erano le nostre Janas, gli esseri che incarnavano le  polarità opposte, le custodi antiche sapienze, dei portali multidimensionali, sigizie di entrambe le  energie opposte, maschile e femminile, lunare e solare


Che fossero Esseri androgini, si può facilmente dedurre anche dal bronzetto itifallico suonatore di launeddas che si presenta come un essere con del seno accennato, con  il fallo in erezione ad indicare  la valenza fecondante, mentre suona le launeddas 

Launeddas che avevano comunque una timbrica legata  al  vortice ipnotico, poiché hanno un suono regolato ad una certa frequenza, come uno sciame d'api, che induce una certa vibrazione che favorisce lo stato di trance


In Grecia vi era uno strumento simile chiamato "iynx", un Sacro  rombo mistico, risalente alla tradizione sciamanica, arrivato attraverso i paesi orientali, a partire dal VI se. a. C. 

In atri paesi, in particolare nell'Australia antica,  i ciuringa erano i simboli dei grandi Eroi dell'Eterno tempo di Sogno, e il Sogno è anche il mezzo attraverso il quale gli Eroi,  ricevevano e trasmettevano vita e alimentazione, usata anche nei riti di caccia, di iniziazione  all' età adulta

Quindi, anche in questo caso, si parla di sonno terapeutico, di incubatio


Per i greci l' iynx era un particolare  rombo, che somigliava per risonanza fonetica a "ilinx" (vortice), e a "ilingos" ( vertigine), e per  i greci rappresentava 3 cose:

-Una Ninfa trasformata in uccello, la figlia di Echo

-L'uccello che noi chiamiamo torcicollo, "l'uccello del delirio" 

-Uno strumento di magia erotica, di fascinazione erotica, di trance legata alla dimensione sessuale

(il rombo è rimasto nella nostra tradizione anche nei dolci tipici sardi, nei Mostaccioli e nelle pabassinas) 


Ma la cosa interessante è che questo prototipo preistorico è legato alla dimensione ornitomorfa, visto che il cielo è importante nella cultura sciamanica, per la sua simbologia di volo estatico, e di connessione con la vertigine

Infatti i più antichi mulinelli usati dagli sciamani, erano dipinti con figure di uccello e ne avevano spesso la forma, e la loro funzione primordiale era creare un vortice legato alla dimensione ipnotica

Molte statuette animalistiche di uccelli,  per esempio in osso di mammut, risalgono al Paleolitico della preistoria, e hanno sotto le ali la schematizzazione di un vortice, la svastica, che porta ad uno stato di trance

E questo calza perfettamente con le interpretazioni che aveva  dato professor Lilliu sul pugnale ad elsa gammata, il quale definì "una colomba, l'elemento retto curvilineo dell'elemento orizzontale che potrebbe utilizzare il corpo di un uccello ristretto verso la coda" ( brano  tratto da "Sculture della Sardegna" 

D'altronde il sito dove è stato ritrovato il concio( Giorre', tra Florinas e Cargeghe, un Santuario Nuragico) che rappresenta questo pugnale ad elsa gammata,  ha un recinto a forma di uovo  

Sagoma di un pugnale che secondo il mio parere potrebbe essere la riproduzione stilizzata della svastica legata alla pratica sciamanica dell'incubazione, all' ipnosi terapeutica

Segno  logografico  testato anche in altri contesti come, per esempio nella barchetta di Teti


E tutti questi collegamenti che si sono creati partendo dal "rombo/vagina", collegati alla pratica del rombo utilizzato per evocare i fulmini e il temporale e quindi ad indicare il nostro " nannai", indicano solo una cosa

Che di questa pratica gli antichi sardi erano esperti

Erano i custodi del Fuoco Sacro, del Fuoco Elettrico, e  di molti riti iniziatici

Non solo ne erano custodi, ma erano abili metallurgici, poiché è molto verosimile che Tartesso, la Sacra Terra dei Metalli, fosse in Sardegna

Ed è anche più verosimile che il patrono della  Sardegna,  Sant'Efisio, abbia un nome la cui radice, è la stessa di Efesto, il Dio dei vulcani e della metallurgia

Efeso, che rimanda alla Iniziazione dei Misteri Efisini, che erano gli iniziati al Tempio di  Diana /Artemide che stava a Efeso, che erano dei portali di ingresso verso la dimensione ultraterrena, e che nei tempi passati funsero da mediatori tra i più antichi misteri dell'oriente e i  misteri propriamente greci, quindi un ponte tra Oriente e occidente

In Efeso si trovava questo. Un' incontro  tra Sacre Arti iniziatiche, in una dimensione di purezza

E immagino "un' Efeso" anche in Sardegna

Perché gli Antichi Sardi sapevano attivare  le polarità opposte, e cercavano il loro equilibrio, in ogni loro manifestazione artistica e architettonica 

Ne è prova il doppio pugnale, che ha la stessa forma del Vajra indiano, che rappresenta il fulmine, che si genera dall' incontro degli opposti, tant'è che veniva usato nei rituali tantrici, per simboleggiare l' unione ierogamica degli opposti, la polarità elettromagnetica creativa e distruttiva, il misterioso "Fuoco elettrico", il fulmine( non per niente, quando due Anime, si "pigliano" subito, si dice che è stato " un colpo di fulmine" 

Stessa  formazione  del dipolo elettrico, che è un sistema costituito da due cariche elettriche uguali e di segno opposto, poste a piccola distanza tra loro

Formazione a "clessidra", che vediamo spesso rappresentata nei nostri manufatti, specialmente nel ballo sardo, rappresentazione cosmogonica, della creazione originaria, attraverso l' unione degli opposti


Stato ipnotico, di cui gli antichi sardi sono l'emblema, inteso come Sonno Terapeutico

Una leggenda parla di nove dormienti sardi in una grotta dove nessuno poteva morire, cioè situata al di fuori del tempo. 

Questi dormienti erano i 9 Eroi, figli di Ercole e  delle cinquanta Thespiadi. Venuti con Iolao, morirono sul posto, ma i loro corpi sarebbero rimasti intatti dalla decomposizione, come se giacessero addormentati. Nell’Iliade, Omero lascia per nove giorni insepolti i figli di Niobe pietrificati: il poeta racconta che solo alla fine del nono giorno, all’inizio del decimo, gli Dei seppellirono i figli di Niobe. Nove è anche il numero della circonferenza, che caratterizza il ciclo temporale, in questo caso il periodo di esistenza concesso a questo particolare gruppo etnico.. 

Gli antichi Tirreni, gli Etruschi erano legati al culto Kabirico. La lingua degli Etruschi è simile ad un’iscrizione trovata a Lemno, un’isola kabirica. Secondo il mito dei Figli delle Thespiadi, i Tirreni e gli Etruschi, o almeno una parte di essi, provenivano dalla Sardegna che a sua volta in quel tempo remoto faceva parte di Eritia-Atlantide. 

Eritia, la terra rossa


E forse, emblema di questa alta carica di iniziati, di cui facevano parte gli antichi sardi erano proprio questi due pugnaletti, 

Il Doppio pugnale, rappresentato vicino al doppio tridente( non può essere un caso),uguale al  Varja, simbolo del fulmine, e dal pugnale ad Elsa gammata, che raffigura, secondo me, una svastica stilizzata, la sacra svastica ornitomorfa che era prodotta, come vortice energetico proprio dal mulinello che si creava nei riti iniziatici per evocare la potenza del fulmini del fuoco elettrico, e per accedere, attraverso l' ipnosi che esso procurava, a stati sciamanici di trance

In un' isola, la Sardegna, che ha l' impronta energetica di Efeso, tanto da farne patrono in Ef-isio, il martire guerriero

L' Efeso padre della metallurgia sacra, come Tartesso, il cui simbolo( della metallurgia Sacra di Tartesso) è la Tanit, un cerchio e un triangolo, quello che vediamo nei pozzi sacri, e un labirinto come quello di Benetutti, come quello di Cnosso( questi due simboli sono stati ritrovati a CanchoRoano in Spagna, in una zona portuale sulla costa meridionale) nelle rovine di un edificio in stile tartessiano, risalente al Vi sec. a. C., 


Nelle sue lezioni di Fisica, Aristotele cita dei racconti su certa gente che in Sardegna dormiva presso gli Eroi:


"Quando il corso vario dei nostri pensieri non procede, oppure noi non ci accorgiamo del suo procedere, ci sembra come se il tempo non esistesse: come sembrava a coloro di cui si racconta che, in Sardegna, dormissero vicino agli Eroi" . (Aristotele. Fisica. IV p.218b, 21) .


E con questa frase bellissima di Aristotele voglio chiudere

E, al prossimo temporale, ai prossimi fulmini che sentiremo, al prossimo "carr'e Nannai", immaginiamo quanta conoscenza misterica e quanta potenza creatrice scaturisce da questo "eroe dei cieli", portavoce, non solo di una figura leggendaria e misteriosa, ma di Antico Sapere Misterico, tramandato, come vuole la tradizione, solo per via orale. 

Perché questo tipo di Sapere, non si impara sui libri

Bisogna essere aperti, ricettivi

Bisogna essere pronti a farsi attraversare dalla Folgore, dal Fulmine, per ricevere l' illuminazione diamantina e pura

Quella della quale i nostri Antenati Sardi erano depositari


Tiziana Fenu 


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