Il toro come simbologia dell' antica civiltà Sarda
Il toro è sempre stato un simbolo di energia fecondante maschile, indispensabile elemento per la creazione
È stato rappresentato in ogni cultura, preceduto in epoca paleolitica da animali possenti e virili come il mammut o il bisonte
Apis, il toro sacro, era venerato anche presso gli Egizi, il figlio di Hathor, rappresentato con macchie bianche che dovevano rappresentare la mezzaluna nel fianco e il triangolo sulla fronte
Questi Tori sacri venivano anche sepolti in un'unica area comune in granito, dentro dei corridoi sotterranei chiamati Serapemeum, come il Serapeo di Saqqara, con giganteschi sarcofagi probabilmente realizzati per ospitare i resti mummificati dei Sacri Tori Api ritenuti venuti dal cielo, ma in effetti molti di essi sono stati trovati vuoti. Otto metri cubi di volume interno a 12 metri di profondità, risalenti a oltre 3000 anni fa, a 800 metri dalla piramide di Teti
Strano. Un "Teti" lo abbiamo anche noi in Sardegna, dove è stato ritrovato il famoso bronzetto di Teti
Ventiquattro tombe che al loro interno presentano anomalie energetiche
O forse erano portali dimensionali, come le Domus de Janas, come le Tombe dei Giganti, come i nuraghi, accumulatori di energia
Rappresentavano il sole, l'elemento indispensabile, insieme all'acqua, per fecondare la terra
Della potenza simbolica ed energetica del Toro, abbiamo rappresentanza e testimonianza qui in Sardegna
Protomi taurine ovunque, nelle Domus de Janas, nella sagoma delle tombe dei giganti
Protomi taurine che si sovrappongono e si identificano, come un elemento androgino anche nella valenza simbolica del femminino, dell'utero
Protomi taurine uterine che insieme formano una potente sinergia creativa
Credo che la civiltà Sarda sia stata l'unica a rappresentare, nell' unico segno grafico della protome Taurina, la doppia complementare valenza, anche della simbologia uterina
Questo è evidente soprattutto osservando la costruzione architettonica delle tombe dei giganti dove vi è un chiaro riferimento al ritorno all'utero cosmico della madre terra e al grembo primordiale
E questa particolarità che si è sviluppata nella civiltà Sarda, differisce di molto, dalle altre civiltà, dove il Toro Sacro conserva la sua valenza di animale Sacro e sacralizzante, veicolo e simbolo di una dimensione iniziatica e sacrificale, necessaria per la generazione della vita, che non si è sviluppata nella nostra Civiltà, ma, anzi, ha lasciato spazio a quella dimensione sinergica con il Femminino, con la Dea Madre, lunare e uterina, per creare dimensioni oltre le strutture archittetoniche
Quelle dimensioni ultraterrene e ultrasensoriali che eppure permeano la dura pietra, estrinsecandosi in frequenze che differiscono dal resto del paesaggio, quasi ad indicare quell' impronta energetica che il Padre e la Madre Celesti, il Toro, il Sole e la Luna, hanno voluto imprimere a questa Terra, dove nessuno dei due è più importante dell' altro
Dove uno è l' aspetto complementare dell' altro
Il toro è stato adorato in quasi tutte le civiltà, da quelle mediterranee a quelle orientali, e la venerazione del Toro è iniziata circa 15.000 anni fa, come dimostrano le pitture rupestri, per esempio nel nord della Spagna, ad Altamira , risalenti al Paleolitico superiore, dove il soffitto delle grotte è ricoperto di imponenti dipinti con grosse mandrie di bisonti
Mammut, bisonti, tori. La simbologia iconografica non cambia. Potenza, virilità, fertilità
Le cerimonie iniziatiche avvenivano all' interno di queste grotte, e forse hanno inizio proprio con queste pitture rupestri
La prima testimonianza del culto del toro, arriva dall' Anatolia, 7000 anni fa
Una filosofia che si avvicina molto al tipo di unione e di complementarietà con il femminino e con l'acqua che lo rappresenta, la troviamo nel mitraismo, religione misterica del dio iranico e persiano Mithra, diffusa specialmente in Asia minore nel 300 a.C, e poi in tutto l' occidente, compresa l'Italia, diffusa tramite le guarnigioni militari, a partire dalla fine del I sec. d. C.
Anche se ci sono delle differenze con la rappresentazione simbolica in Sardegna, l'acqua è intesa come elemento Purificatore, e acqua e toro sono sempre rappresentati vicini
Nella classica iconografia mitraica vi è una rappresentazione del Dio Mitra nell'atto di uccidere il Toro sacro
Dal suo corpo poi, si sarebbero generate tutte le piante sacre terapeutiche, dal midollo si sarebbe creato il grano, e dal suo sangue la vita
Questo rituale in genere viene chiamato tauroctonia
Viene narrato, nell'ambito del mitraismo, che il dio del male, invia un serpente e uno scorpione che cercano di attaccare il toro ai testicoli e di bere il suo sangue. Questo per contrastare tutte le forme di vita che da esso si generano
Ma il toro riesce ad ascendere verso la luna e dà origine a tutte le costellazioni
Infine il Dio Mitra e il Toro, diventano vincitori comunque sul male, e festeggiano con un banchetto a base di acqua e di vino, che rimane nel culto mitraico come una forma di agape, di banchetto rituale, quasi un antesignano dell'Eucarestia Cristiana
Tra l'altro, i luoghi cerimoniali e di culto dei seguaci del mitraismo, erano nelle cavità e caverne naturali( chiamati mitrei) come le nostre Domus de janas
Considerando che il mitraismo sembra nascere dal culto persiano di Mitra, nel 400 avanti Cristo, e che questo culto è stato adottato dai romani per via delle diffusione nelle legioni dell' Oriente, a partire dal I sec. a. C., è chiaro che essendo le Domus de Janas molto più antiche di almeno 3000 / 4000 anni, riguardo le rappresentazioni delle protomi taurine, il culto mitraico non può che essere una derivazione della nostra simbologia taurina/ uterina, considerando anche l' importanza che si dava all' elemento dell' acqua, sempre presente nelle rappresentazioni mitraiche cultuali
In ogni caso, in Sardegna non si è sviluppata questa simbologia del sacrificio, tipica del culto mitraico
Il toro che viene sacrificato in ambito mitralico all'interno della caverna, simboleggia l'altra faccia del sole, quella oscura, lunare
Il toro viene considerato come una forza oscura da affrontare, e questa ritualità faceva parte di una preparazione ai "misteri iniziatici", i quali contemplavano l'incontro con le potenze dell'invisibile, per appropriarsene e integrarle con sé
Fin dall'inizio il toro è stato simbolicamente collegato con il cielo, in ambito egiziano, come se fosse il lato notturno del sole, con le sue corna Lunari
In effetti, durante lo sgozzamento del Toro, Mitra non guarda mai il toro negli occhi, per non restarne ammaliato, come Perseo che non può guardare negli occhi Medusa mentre la uccide, quasi che fosse un eroe che sconfigge le forze Oscure, l'autore di un "sacrificio necessario" e positivo( l ' uccisione del Toro), con il quale inizia la creazione
Un sacrificio cosmogonico che inaugura il "regno della luce"
Infatti negli antichi Veda(antichissima raccolta in sanscrito vedico di testi sacri risalenti al X X sec. a. C., una delle letterature più antiche al mondo, testimonianza di una arcaica civiltà indiana), il sole e le vacche erano inizialmente chiuse nella pietra, e a anche il cielo era considerato di pietra
Si diceva infatti che un cielo di pietra, serrava il sole e le vacche come in una caverna e in questo senso, Mitra, veniva visto come il "Signore delle vaste praterie", è un' iniziatore simbolico nel "segno della luce"
Un sacrificio necessario per la creazione della vita, che si deve compie non all'aria aperta ( come fu di consuetudine greco-romana), ma in un antro chiuso dentro la caverna, come se fosse un sacrificio notturno
Quello silenzioso degli degli Eroi, con l'uccisione del Toro Cosmico, generatore di vita
Invece, cambiando scenario e passando alla mitologia greca, abbiamo un Minotauro umano con la testa di toro, figlio di Pasifae (moglie di Minosse Re di Creta) e di un toro Celeste, rinchiuso nel labirinto costruito da Dedalo
Quel Dedalo, che a detta dei Greci, fu il leggendario costruttore delle torri in Sardegna che i greci chiamavano Daedaleia, la cui venuta in Sardegna, secondo la tradizione letteraria greca, risale al XV sec. a. C., mentre il Dedalo che accompagna Iolao risale al XIII sec. a. C, e comunque è chiaro lo stretto legame tra cultura Sarda e micenea
Toro che a Creta, veniva onorato ogni nove anni, dal sacrificio di sette fanciulli e sette fanciulle
La civiltà minoica era legata alla simbologia delle corna taurine rappresentate nell'architettura cretese insieme al tridente, simbolo che per la sua forma richiama le corna taurine
Nella civiltà minoica era praticata la tauromachia, già dal II millennio a. C.
Erano degli spettacoli nei quali si eseguivano degli esercizi atletici e acrobatici sui tori, da parte di giovani atleti, anche femminili, attraverso una sorta di danza acrobatica potenzialmente fatale, attraverso la quale si sfidavano le pericolose corna del toro, come dei valorosi gladiatori
Erano ragazzi che appartenevano alla nobiltà, e quindi di un certo prestigio sociale
Era l'eccellenza atletica in un rituale di spettacolarizzazione, che sottolineava nel contempo, quanto importante fosse simbolicamente importante il toro, considerato sacro e con una forte potere sacralizzante
La presenza femminile in questi giochi atletici sacrali, indica come anche le sacerdotesse della Dea Madre avessero una posizione di prestigio al pari di quella maschile, e sono da considerarsi antropologicamente importanti, perché rientrano in quella ritualistica simbolica della fertilità, nella quale il femminino era parte attiva , del quale il Dio Toro era la massima esemplificazione
In tutti i miti della leggendaria Atlantide, si narra di tre giovani in re, tre giovani eroi, Androgeo( figlio dello stesso Minosse, e atleta sacro) , Eracle e Teseo, che hanno dovuto riportare vivo il temibile toro bianco di Creta all'interno del recinto di Poseidone, per sacrificarlo su un altare formato da un blocco di bronzo
Quindi si tratta di una vera e propria investitura regale
Il Dio Toro nella sua rappresentazione minoica, era rappresentato coronato dal simbolo della doppia ascia bipenne, e dal rosone solare, specialmente a Creta, dove era considerato il tramite del dio Celeste
Ascia bipenne ritrovata anche in Sardegna
Ascia bipenne che rappresenta l'equilibrio del maschile e del femminile, come due triangoli che si uniscono attraverso il vertice in comune
Come quelle che si vedono tra le mani dalla Tanit
Non è una clessidra, quella che viene banalmente identificata come due triangoli che si toccano per il vertice, come ho già scritto nel mio post sulla simbologia del fulmine
È la rappresentazione della forza duale elettromagnetica, del dipolo solare cosmico, che crea espansione di energia
È la rappresentazione della forza cosmica creatrice generatrice di due enti identici
Ascia bipenne delle quali si trovano tracce importanti anche in Sardegna
E tra l' altro, volevo sottolineare che le asce bipenni trovate sull' isola di Creta, erano lunghe oltre i due metri e mezzo, quindi potevano essere impugnate solo da uomini di statura veramente alta, dei Giganti
I giovani atleti che sfidavano il Toro venivano chiamati con il nome di Asterio, il nome del Minotauro, come il principe della tribù dei Coribanti, che erano i sacerdoti di Cibele (figlia di Gea e Urano) e degli operatori sacrali, dei guaritori che agivano in stato di trance ipnotico, attraverso la danza e i suoni, come fossero delle divinità minori della religione greca, i grandi Dei di Samotracia, famosi per i culti misterica che praticavano, i Cabiri, dei quali ho già parlato nel mio precedente post, dei quali facevano parte anche gli Antichi Sardi, entrambi, Samotracia e Sardi, come naturali discendenti dei Pelasgi
Il fatto che questi sacerdoti della Dea Cibele, il cui culto si praticava anche in Sardegna, la Grande Madre divinità primordiale, proprio quella che ha una corona turrita sul capo, che sembra un nuraghe, agissero sotto ipnosi, e che questi giovani atleti chiamati con il nome di Asterio si dilettassero in danze e acrobazie ipnotiche intorno al toro, sfidandolo, (Asterio contiene lo stesso nucleo consolatico STR, che indica il divino femminile, come stria- barbagianni e Tirso della Sardegna) sono simbolici di un Sacro femminino guaritore, che pratica l'ipnosi come terapia curativa come le nostre Bithie dalle doppie pupille
In Sardegna vi è una forte presenza del culto del toro a partire dal IV fino al II millennio a. C., presente in ogni manifestazione della civiltà di quel periodo
In Sardegna la presenza del culto mitraico, e ci sono tracce del culto mitraico
Anche il carcere di Sant'Efisio, pare che fosse un luogo di incontro dei devoti di Mitra, i quali sceglievano, in onore di questo dio dalle origini persiane, sempre ambienti sotterranei, o grotte, poiché Mitra era nato in una grotta
Quindi in Sardegna il culto del dio Toro come divinità solare fecondante dalla dea madre, era molto sentito, ma con la particolarità che è sempre andato in sinergia complementare con essa
Non viene inteso come in altre civiltà e culture come un sacrificio necessario cosmogonico
Qui in Sardegna abbiamo una visione totalmente divergente dalle altre culture di quel periodo parliamo del III-IV millennio a. C. con la quale invece il culto del Toro procede
In Sardegna si sviluppa sin dal Neolitico con incisioni rupestri o pitture dentro le Domus de Janas
La Civiltà Sarda, di cui troviamo tracce in ogni angolo del mondo
Nel II e III millennio, astrologicamente, eravamo in piena epoca del Toro
E d'altronde, proprio il grafismo del primo archetipo Sacro, la prima lettera sacra dell'alfabeto ebraico, l'Aleph, quello della generazione androgina, ha la forma di una svastica, e simbolicamente l'Aleph, il bue/toro, come tale, dimostra la terribile forza dei vorticanti movimenti spirituali nel Piano materiale
Aleph è associata all'elemento Etere, o Akasha, da cui sono usciti tutti gli altri elementi (Aria, Fuoco, Acqua, Terra), ed è associato al chakra della gola (chakra Vishudda, l'Etere), quello che ha la sua corrispondenza con la vagina femminile( Vishudda-udda, di cui parlai in un precedente mio post)
Il tracciato di questa lettera (in aramaico) corrisponde alla testa di un bue/toro con le sue corna
L'Etere contiene in sé una forza vorticante. I chakra del corpo sono dunque centri Eterici animati da un movimento di rotazione
Toro è anche l'immagine del Dio maschile, è l'EL, il Dio Toro
Sono le danze in cerchio intorno a pietre erette, a quei betili e menhir, le "perdas fittas", così tanto diffusi in Sardegna, a volte lente, a volte veloci, che simboleggiano l'unione dei princìpi maschile e femminile, il coito, dove la forza vorticante o circolare è un'espressione della forza sessuale.
Nelle pratiche tantriche o taoiste, la circolazione dell'energia descrive un'ansa tra i due partner (orbita microcosmica) e passa dall'uno all'altro
È la stessa ansa generatrice di energia, di cui ho parlato nel post sulla simbologia del fulmine, quella che si attiva con le due polarità maschile e femminile, rappresentata graficamente da due coni/triangoli, uniti per il vertice, come una coppia divina fosfenica, generatrice di luce
L'energia di questo corpo vivente è animato da movimenti vorticanti, rotazionali, proprio come lo spin degli elettroni.
Nell'ortografia di Aleph è contenuto il nome Divino – El-, contrazione del nome Divino –Elohim-, Dio che va a presiedere tutta la creazione. La restante lettera è la Pe che, in quanto iniziale della parola Peh (Pe-He), significa Bocca.
Vista in questo modo Aleph potrebbe leggersi El Peh = Bocca Divina, ovvero: Il verbo Divino attraverso il quale si farà la creazione.
Quindi Aleph, la creazione, non solo è Toro, come forza fecondante, come anche come suono, come parola che crea
Aleph, il Toro, può essere ribaltata e gira su se stessa, come una spirale
Il movimento che genera la vita e che unisce gli opposti
E questo combacia esattamente con ciò che ho scritto nel mio post sulla simbologia del fulmine, che è la forza Creatrice della creazione, quello che energeticamente si ricreava con il movimento ad ansa per evocare pioggia e fulmini, e nelle pratiche di incubatio, molto diffuse in. Sardegna
Tutti i nuraghi sono costruiti a spirale conica
Le cupole sono perfettamente spiralizzate
E sicuramente ciò che è rimasto di visibile dei nuraghi, è la parte del cono inferiore.
Quella superiore, l'altra parte del cono deve essere stata esattamente come tutte le riproduzioni che vedo dei nuraghi, polilobati e non, così come è rimasta in alcuni nuraghi
L' altra parte del cono, rovesciato, del dipolo generatore di energia, come ho sempre sostenuto, perché i nuraghi erano esattamente accumulatori di energia, sede di cerimonie mistiche e iniziatiche, come ho scritto nel mio precedente post, di cui gli sciamani sardi erano i maestri iniziatici, i cabiri di quel campo sonoro ed energetico, perché i coni generatori creano un campo energetico armonioso in espansione in cerchi concentrici, i quali, appunto, sono il risultato di un polo elettrico
E questa polarità opposta dei coni elettrici, può aumentare la vitalità, rappresentata dalla crescita, o diminuire la vitalità, rappresentata dal decadimento, e rigenerare la vita anche attraverso la stessa morte
Le Due polarità, co-creano insieme, essendo di polarità opposte
È come il principio del tornado. Massima forza nelle spirali in espansione, e massimo equilibrio al centro
Forza che può essere creativa o distruttiva
E gli antichi sardi sapevano bene come utilizzare questa forma di energia delle polarità contrapposte, anche a livello sonoro, sia per le pratiche di evocazione, per le incubatio, e come costanti centraline generative di energia
Tra l' altro, sicuramente, praticavano il Fosfenismo, parola derivante dal termine greco “Phos” che significa Luce, che indica un insieme di tecniche che permettono di trasformare l’energia luminosa in energia mentale. Le stesse provenivano comunque dalle tradizioni di culto iniziatiche del sole e del fuoco (ad esempio in Grecia con i Misteri Eleusini, e ancor prima in Oriente con i misteri cabirici
Ma come ho detto nel mio precedente post, i cabiri sono gli antenati prenuragici dei Sardi) .
Esse si basano sull'osservazione del sole o di una grande fiamma e sono in grado diprovocare il fosfene che, spesso inconsapevolmente, veniva utilizzato per sviluppare le facoltà sottili nell'uomo
Tutte le strutture architettoniche in Sardegna, sono basate sull' osservazione e sull' utilizzo delle potenzialità rigenerativa del Sole
Nel sito preistorico di Santu Lesei( Nule) è stato ritrovato un bronzetto nuragico, un toro androcefalo, un mostro antropomorfo come un centauro
Forse una rappresentazione del Boe Muliache, un' antico personaggio del folklore sardo, che ha influenzato la civiltà minoica e il rito del Minotauro
Il "sacrificio" del Toro in un'ottica di generazione e rigenerazione, appare necessario
Poiché dopo la sua morte si trasforma in luna, che raccoglie come un' utero cosmico il suo stesso seme, e che con i suoi cicli delle sue lunazioni, scandisce i cicli fertili della donna e della terra
Seme fecondante che viene purificato dall' acqua lunare femminile, e che poi viene sparso quotidianamente sulla terra sotto forma di rugiada
Questa connessione tra Toro e Luna, è chiamata Hauma, liquido dispensatore di vita, la bevanda inebriante usata nei sacrifici rituali,
La luna è in contemporaneamente luogo di morte e luogo di rinascita, dove rinasce la vita
Affinché sulla terra ci sia la rigenerazione della vita, la luna deve morire, (fase rappresentata dalla luna calante) e con essa deve morire anche il toro, che deve essere ucciso simbolicamente dal Mitra Ariete
E infatti Apis, il toro egizio , è nero con una macchia bianca a forma di luna crescente, simbolo di Iside/ luna
Quindi tutta la potenza di "Osiride /Toro/ fuoco" , risiede nella "Luna/ Iside /acqua", poiché la Luna è generazione solo se associata al sole
Per questo motivo la luna è considerata una grande madre Cosmica, perché contemporaneamente è sia maschile che femminile, perché si lascia fecondare dal sole, la sua controparte energetica, e insieme scandiscono i ritmi della vita
Gli antichi chiamavano "Ape" la luna, e inizialmente la luna era considerata maschile.
Le "Api" erano Infatti le sacerdotesse di Demetra, le dee dell'iniziazione alla fertilità
Sia perché la luna è produttiva e fertile, sia perché la luna è anche "Toro/Apis" in senso androgino
Poiché l'esaltazione della Luna, del femminile, avviene attraverso il toro e viceversa, in più come dice la leggenda, le api nascono dei buoi
Il toro associato all'acqua lo si vede anche nei vasi Minoici , dove i Tori sono spesso decorati con motivi concentrici, simbolo del femminile acquifero, del liquido amniotico dispensatore di vita
D'altronde il fuoco primordiale, quello generativo nasce nel buio del grembo, della Grotta, dell'umidità, dell'acqua, della luna che lo purifica, e lo fa evolvere ad una nuova vita
Il seme, lo spermatozoo simbolico del toro, si sacrifica con la morte, per rinascere dalla Luna, purificato
Luna che magnetizza il calore del sole
Luna che deve liberare la Quintessenza Vitale e Pura del Toro in ambiente sacro, notturno, oscuro, come quello di una grotta, di una caverna
Come quello Sacro e silenzioso delle Domus de Janas
Questo processo , in alchimia viene chiamato "l'estrazione dell'acqua Divina", dell'acqua Argentea, di quel Mercurio che poi viene trasformato in oro, proprio dall'acqua, che è fonte di vita, per il grano, per l'uva, per ogni forma di vita
Infatti la Stella Maris, il fiore a sei punte, il "fiore della" vita , in alchimia è chiamato "acqua stellare"
Stella Maris o "fiore della vita", così caro ai sardi, e così importante nella simbologia della civiltà Sarda, tanto da inciderla sulle maschere dei Boes, e che rappresenta l ' elemento trasformante, Alchemico del Mercurio, nella sua forma più nobile, nella sua forma di "acqua Metallica lunare", bianca e brillante. Argentea. La Sardegna, tenendo conto che potesse benissimo essere Tartesso, la terra dei metalli, abbondava di argento
Infatti, anche l' acquifero Nettuno è rappresentato da un tridente che richiama le corna taurine, la luna uterina con le sue corna taurine
Infatti il nome greco di Nettuno deriva da "Bous", toro/bue" e da "immagine/ simulacro /spettro"
Così viene descritto, nel "Il Mistero delle Cattedrali" di Fulcanelli , questo processo alchemico dello "zolfo/sole/toro" che si trasforma in acqua pura attraverso l'azione mercuriale e purificatrice della luna
"Considerati dal punto di vista della pratica alchemica, il toro ed il bue erano consacrati al sole, proprio come la vacca lo è alla luna, e raffigurano lo Zolfo, principio maschile, dato che il sole è chiamato metaforicamente Padre della pietra. Quindi, il toro e la vacca, il sole e la luna, lo zolfo ed il mercurio sono dei geroglifici d’identico significato ma indicano le nature primitive contrarie, prima della loro congiunzione, nature che l’Arte sa estrarre dai miscugli imperfetti.
[...] il mercurio volgare, purificato da ogni impurità e perfettamente volatilizzato, assumerebbe una qualità ignea che normalmente non ha, e sarebbe capace di diventare, a sua volta, solvente.
[...] Per ottenere il mercurio filosofico, si deve dissolvere il mercurio volgare senza diminuire in nulla il suo peso, perché tutta la sua sostanza dev’essere convertita in acqua filosofica. I Filosofi conoscono un fuoco naturale che penetra fino al cuore del mercurio e che lo spegne interiormente e conoscono anche un solvente che lo cambia in acqua argentina pura e naturale; essa non contiene e non deve contenere nessun corrosivo. Non appena il mercurio è sciolto dai suoi legami, ed è vinto dal colore, assume la forma d’acqua, e quest’acqua è la cosa più preziosa del mondo. Ci vuole assai poco tempo perché il mercurio volgare prenda questa forma».
In alchimia , quindi, il seme del toro è lo zolfo, colui che si infiamma per generare calore nel grembo femminile della trasformazione e generazione, rappresentato dalla luna, la madre Mercuriale , quel Graal divino, custodito dalle sacerdotesse egizie come fuoco Celeste di Ptah, il dio creatore, il demiurgo, di cui il Toro Api era l' oracolo, il rappresentante sulla terra
Che si incarna continuamente e viene custodito , nei bracieri, nei crateri, nei tripodi, che rappresentano simbolicamente l'organo femminile della generazione
"Sangue/ vino" che bolle nel sacro calice della fermentazione della vita, come il pane e il vino Santo, sono il fuoco della materia, la loro unione produce la vita
Ecco perché la presenza dei vasi Tripodi come quello nominato nel mio post riguardo i luoghi di culto in Sardegna, del Tempio di Santadi, nella grotta Pirosu, nella riproduzione del ricercatore Valerio di Camillo
Perché attraverso la bollitura del vino, si riproduce quella fermentazione simbolica del sangue, vitale generatrice di vita
Si deve sacrificare il toro rendendolo sacro letteralmente e non in senso negativo, al culmine della sua manifestazione fecondante, prima che perisca con vecchiaia e malattia, per essere poi riportato in vita, attraverso la luna Mercuriale e trasformatrice, in una forma più forte e vigorosa
"Sacrificato", nel senso di essere "reso sacro" alla grande madre affinché possa ancora rigenerarsi in Toro
Anche l'antilope e il cervo hanno la stessa simbologia, tant'è che si trovano nell' artigianato sardo e nelle protomi della navicella nuragica
Erano considerati più regali, rispetto al toro
Il Minotauro è Minosse stesso, minor la figura mitica principale dell' Antica Creta sotto forma di toro
E il labirinto è una rappresentazione dell'utero primordiale
Arianna viene spesso rappresentata con il fuso in mano, colei che tesse il labirinto, l'oriente creatore che attira a sé
"Arianna è una forma di airagne (ragno), per metatesi della i. La nostra anima non è forse il ragno che tesse il nostro corpo?
(...) Ma questa parola significa anche " prendere, cogliere, trascinare, attirare"; da esso deriva άίρην, ciò che prende, attira, coglie.
Quindi άίρην è la calamità, la virtù rinchiusa in quel corpo chiamato dai saggi: nostra magnesia.
(...) Nel dialetto provenzale, il ferro è chiamato aran e iran secondo le varie inflessioni.
(...) Ma "aryan" è anche l’astro che esce dal mare, che sorge, l’Oriente.
(...) il più celebre dei labirinti antichi, quello di Cnosso a Creta(...) era chiamato Absolum e questa parola è assai vicina a quella di Absolu (Assoluto), nome con il quale gli antichi alchimisti indicavano la pietra filosofale"
Frasi tratte da "il mistero delle Cattedrali" di Fulcanelli
Perché Arianna, la signora del labirinto, tesse intorno a sé la sua comunità, come Aracne, come un ragno, attraverso il cordone ombelicale rappresentato dal labirinto.
Una comunità di appartenenza
Ancora oggi ad Austis(Nu) si balla su ballu sardu a kintorzu, memoria del ballo della gru cretese, precluso agli "stranieri"
La Civiltà Sarda, di cui troviamo tracce in ogni angolo del mondo
Nel II e III millennio, astrologicamente, eravamo in piena epoca del Toro
In Sardegna, si assiste diversamente dalle altre civiltà, ad una totale simbiosi tra elemento maschile ed elemento femminile, tra Sole e Luna tra Toro e utero
Non si sente più la necessità di sacrificare il toro attraverso delle ritualità, o sacralizzarlo in modo che diventi veicolo di rituali iniziatici e regali
Si assiste fin dal Neolitico ad un totale assorbimento e complementarietà tra i due elementi, e questo lo si nota soprattutto a partire dalle Domus de Jana, dove le protomi taurine, da elementi singoli diventano elemento decorativo sacrale che sovrasta il Portello iniziatico, il Sacro ingresso del defunto verso la vita ultraterrena dopo la morte
Le Due forze agiscono in sinergia
Lo si vede specialmente in alcuni passaggi (e anche nelle false porte) all'interno delle Domus de janas, spesso con quelle tre cornici superiori bene in evidenza
Domus de janas alchemiche di guarigione e rinascita legate ai cicli lunari, in cui la Dea Madre guaritrice si fa portavoce
Tre protomi sovrapposte legate ai 3 cicli lunari di nascita, morte e rinascita
Abbiamo una simbologia molto forte in questa immagine nella Domus de janas Sas Concas di Oniferi( Nu) , dove partendo dal basso vediamo una cornice fa da contorno ad una porta, un piccolo passaggio
Tre cornici incastonate l'una dentro l'altra, nella parte superiore, una H ad unire insieme le due parti, superiore ed inferiore, quasi ad unire simbolicamentele due dimensioni, quella della vita e della morte
La struttura portante è quella cornice che incornicia quella piccola porta, questo passaggio
È tutto un insieme che rimanda ad un unico e inconfondibile archetipo, oltre che alla H di Hermes/Mercurio
L' ottavo Sacro archetipo "He" con funzione riparo, ovile, influenzato dall'energia lunare, e simbolo della rinascita dopo la morte
È rappresentato dalla lettera "H", quella che ben si vede come tratto di unione tra le due parti superiori ed inferiori, la cui forma rappresenta un recinto chiuso, un luogo sicuro , un riparo, ciò che mantiene in piedi l'ordine naturale delle cose
Ed è proprio questo ordine a rappresentare la manifestazione fisica della creazione
La lettera "H" che si muove verso il mondo dei morti e dell'ombra, perché la H è come Hermes, come il Dio Mercurio psicopompo, in quanto alchimista e trasmutatore
E la H è proprio quell' acqua lunare, Mercuriale, trasmutante
Anche la formula dell' acqua è H2O
L' ossigeno è l' elemento più infiammabile in natura.
Acqua e fuoco insieme
L' idrogeno, componente dell' acqua, ha come simbolo H, dal greco Hydor, acqua, più la radice "ghen-", "generare"
"Gen-", "Jana"
Anche la Jana genera, ed è un potente agente trasformante, mercuriale
Tanto che la H, nell' antico alfabeto sardo, era rappresentata dalla Tanit
Ecco perché le protomi taurine sono così rappresentate, nella storia della civiltà sarda
Perché rappresentano, nella simbologia originaria, la forza energica ed elettrica degli opposti, il movimento circolare della svastica che rappresenta l' Aleph, il toro primordiale e creativo, il Demiurgo
Svastica, che crea, con il suo movimento, collegato al suo complementare, la vita stessa, la rinascita, la forza creatrice, che sia forza elettrica, forza del suono o forza ipnotica rigenerante
Gli Antichi Sardi sapevano benissimo come gestire le energie della natura e trarne i massimi benefici, al punto da edificare strutture architettoniche che sono accumulatori e trasformatori di energia
E il simbolo di questa loro potenza, è proprio in quella protome taurina/uterina dalla quale inizia, con la loro sinergia, tutta la creazione.
La svastica creatrice dell'Aleph/Toro
E in questo ci sono arrivati, non solo, prima di altre civiltà, ma hanno mantenuto sempre questa simbiosi attiva
A loro non servivano giochi olimpici con i tori per dimostrare la loro regalità, o ottenere un' investitura regale
Lo erano già, dei Re
Dei magnifici Sovrani
Sciamani e Sovrani, che agivano sempre con le loro controparti femminili, con la polarità opposta
Detenevano quelli che a noi sembrano "grandi misteri" e che resisteranno al tempo, all' uomo stesso
Non credo, però che ci siano grandi misteri dietro.
Dovremo imparare ad osservare, a sentire le forze del cosmo, della natura, come facevano loro
Osservatori silenziosi e rispettosi.
Tutt' uno con la Natura e le sue Energie
Cosa che noi, abbiamo perso da tempo, ma verso la quale ci hanno dato preziosissime tracce per ritrovarla
Per ritrovarci
Adesso come allora
In una dimensione dove il tempo non esiste
Perché loro, gli Antichi Sardi, il tempo, lo creavano
Tiziana Fenu
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Il Toro come simbologia nell' antica Civiltà Sarda
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