Un modo per scoprire sia la ricchezza del nostro sé più profondo, che la disponibilità di un aiuto invisibile, è attraverso l’immaginazione attiva.
Le pratiche di visualizzazione, lavorare con gli archetipi, creare intenzioni sulla nostra vita futura sono tutte metodologie che sfidano le nostre limitate congetture su noi stessi e ci chiedono di aprirci a ciò che siamo oltre l’ordinario.
Sono tutte basate su un’intuizione fondamentale circa la mente – la comprensione che ciò che pensiamo influisce profondamente non solo sulla nostra psiche ma anche sulle nostre vite fisiche.
Quando ci raccontiamo storie rabbiose, riempiamo noi stessi dell’energia della rabbia. Almeno per quel momento diventiamo persone arrabbiate.
Quando usiamo l’immaginazione attiva per figurarci risultati positivi per noi stessi e gli altri, possiamo creare delle realtà che alla fine si manifesteranno nel nostro stato e nella nostra cultura.
Attraverso l’immaginazione guadagniamo un facile accesso al nostro potenziale umano più elevato e incontriamo ciò che in noi è più che umano: ciò che è divino.
Ci verrà infine chiesto di portare alla luce ciò che possiamo immaginare, sia esso positivo o negativo. Come scrisse il poeta William Blake: «l’immaginazione non è uno stato, è la stessa esistenza umana.»
Tratto da "Il Risveglio della Shakti" di Sally Kempton
Maldalchimia.blogspot.com
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