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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

domenica, ottobre 25, 2020

💛Maria Lai, la Jana dei fili d'Arte

 "La natura si occulta dietro una realtà apparente. Solo l’artista è ammesso nel recinto misterioso dove si sprigiona, per un’improvvisa fiducia, quel corto circuito di simpatia in virtù del quale la natura cede e si manifesta. L’opera nasce da questo abbandono.

L’arte non sopporta teorie, generi, stile. È un discorso spontaneo, misterioso, ma fatale, come lo svolgersi della nascita nel grembo materno, una facoltà naturale eterna che stupisce per la semplicità di ripetersi nel tempo come il filo d’erba.


 L’arte non è interpretazione, ma trasformazione."


Maria Lai


Oggi ricorre l'anniversario di nascita di questa grande artista Sarda, Maria Lai, apprezzata in tutto il mondo, nata a Ulassai il 27 settembre 1919, e  morta a Cardedu il 16  aprile 2013

Grande sperimentatrice di tecniche e materiali, liberando l'arte dell'esprimersi al di là dei vincoli tradizionali, lasciando che siano i cinque sensi a creare dei legami, tra artista e osservatore


"Non importa se non capisci. Segui il ritmo”,

È il motto che Maria Lai  avrebbe voluto far scrivere sull’ingresso di tutti i musei e di tutte le scuole.

Nel 1981, coinvolge tutta la comunità  di Ulassai, attraverso 27 km di nastro di jeans snodato per tutto il paese, annodando ad esso il racconto  di un’antica fiaba locale. Una bambina sfugge al crollo di una grotta perché rincorre un nastro azzurro apparso inaspettatamente nel cielo, è una storia tramandata per anni dai racconti degli anziani, che diventa il motivo conduttore di un’azione svoltasi simbolicamente l’8 settembre, ma per avviare una rinascita.

Nel corso di tre giorni( il primo per tagliare, il secondo per distribuire, il terzo per legare) l’intero paese di Ulassai viene coinvolto, partendo dallo squarciare da un capo all’altro i rotoli intonsi di tessuto jeans, offerti da un negoziante locale, poi passandoli di casa in casa, annodandone i lembi e appendendo pani votivi, allacciatori di emozioni e di relazioni

Dopo aver ridisegnato i rapporti della comunità passando tra le case, quel nastro azzurro di 27 km, da ultimo, fu issato in cima alla montagna da tre scalatori esperti.

La festa che coronò l’evento così intensamente vissuto dall’intero paese, fu senza precedenti.


Da quel momento, sino a Stazione dell’arte nel 2006 le installazioni ambientali con valenza pubblica, le esperienze performative di carattere teatrale si succederanno con frequenza abituale, senza che tuttavia l’artista abbandoni il lavoro più intimo fin dalla prima fiaba cucita

Il lavatoio di Ulassai,

L'alveare del poeta

La strada del rito

La capra cucita

"Tenendo per mano il Sole" 

Tenendo per mano l’ombra

La Leggenda del Sardus Pater" ,

Curiosape

La Capretta, Maria Pietra, Margheritina e poi negli anni 2000 con l’invenzione delle carte da gioco de I luoghi dell’arte a portata di mano...e tanto altro


Una visionaria dal cuore puro di una bimba, che gioca a cucire storie attraverso l'arte, attraverso la realtà di ogni giorno, con oggetti semplici, gli stessi con  i quali giocherebbero i bambini


Pinuccio Sciola amava profondamente quest' Artista sarda


Così commentò la sua morte, nel 2013: “Nutrivo una profonda stima, che sentivo condivisa, e oggi la sua morte lascia un grande vuoto.

Era l’emblema dell’immagine fantasiosa dell’infanzia, viveva come una fata, silenziosa e laboriosa, notturna. Ogni volta che mi soffermo sui suoi lavori respiro straordinarie emozioni.

Non abbiamo mai lavorato a un progetto comune, ma avevamo continue frequentazioni, ci scambiavamo idee e opinioni, ed era felicissima quando due anni fa le portai delle mie pietre che sistemò nel suo bel giardino di Cardedu.

Mi mancherà molto, non ricordo nemmeno con esattezza come e quando l’ho conosciuta. Ricordo i suoi doni per la nascita di mia figlia, che continuò scherzosamente a chiamare MariaPietra, e ricorderò per sempre le sue mani preziose, instancabili, mani che hanno accarezzato la mia vita”.


Nell'archivio Maria Lai, nei Musei Civici di Cagliari, hanno due opere vicine


Un Crocefisso degli Anni Sessanta, immagine ricavata da un tronco d’ulivo, che il giovane artista Pinuccio Sciola vide e riconobbe all’istante.

Intrappolato in quel blocco c’era il corpo contorto di un Cristo, la schiena arcuata e le membra allungate, il viso contratto e i muscoli tesi.


Nella parete difronte, la "Sacra Sindone" di Maria Lai, che emerge quasi dall’oscurità

 Perfettamente centrale, in asse con la scultura. Questa in orizzontale, poggiata al suolo; quella in verticale, appesa. Si tratta di un tessuto bianco rettangolare, su cui la grande artista sarda ha ricamato una silhouette vagamente riconoscibile, un intreccio di fili scuri simile all’impronta del corpo di Cristo sul lenzuolo funerario.


Maria Lai creava la dimensione di un'altro tempo, manifestato attraverso la leggerezza dei materiali, dei fili, delle pagine usate come un telaio alleggerito nella Forma, per ritrovare l'essenza del Femminino creatore, che annoda la vita degli esseri viventi, in un tessere senza fine


La ritualità dei gesti di una Jana, che fermava il tempo, per raccontare un'altra dimensione, dove il filo conduce, annoda, riporta a casa, racconta e rivela, ciò che con le parole perderebbe senso


Ps : il 27 settembre ricorre l'anniversario di nascita anche di un'altra eccezionale Donna Sarda, Grazia Deledda, alla quale ho dedicato un mio precedente post, nata a Nuoro nel 1871

Niente è mai per caso

27/9  entrambe

27/9

9/9

9+9 fa 18, che sommato , (1+8), fa ancora 9

Nove è l' Archetipo ricevente del grembo, della fertilità, della creazione, della kundalini che si esplica in intelletto creativo

È il numero che in se contiene tutto

È il ciclo, la gestazione completa

Due donne straordinarie che hanno segnato un ciclo, una dimensione a parte.

La Dimensione della loro splendida Anima Sarda, oltre gli schemi e le convenzioni


Tiziana Fenu


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Maria Lai la Jana dei fili d'Arte































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