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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

giovedì, ottobre 29, 2020

💜L'equinozio d' autunno...

 L'Equinozio d'Autunno


 Di tutte le quattro sacre stagioni iniziatiche dell'anno nessuna è forse più difficile da descrivere per quanto riguarda gli eventi, le prove e la riuscita che riguardano l'iniziazione dell'Equinozio d'Autunno, tecnicamente chiamato il Grande Passaggio. Come il Solstizio d'Inverno è connesso all'evento chiamato la Grande Nascita, e l'Equinozio di Primavera è connesso con l'evento tecnicamente chiamato la Grande Tentazione, e il Solstizio d'Estate con il sublime evento chiamato la Grande Rinuncia, così l'Equinozio d'Autunno è connesso all'evento chiamato il Grande Passaggio, i misteri reconditi e in alcuni casi paurosi della morte.


Come è stato puntualizzato prima, i Pratyeka Buddha, grandi e santi uomini come essi sono, esemplificano un aspetto degli eventi che appartengono all'iniziazione nel periodo dell'Equinozio d'Autunno, perché viene un momento nel ciclo di vita, cioè nella storia esoterica di un Pratyeka Buddha, in cui egli deve prendere la decisione finale tra due sentieri: il primo, di ritornare tra gli uomini come un Buddha di Compassione, o avanzare fermamente, per se stesso, lungo il sentiero della meta finale, con la luce dell'eternità che, in verità, risplende sulla sua fronte, ma con il suo cuore chiuso al grido di miseria e spesso di dolore che si leva dalle moltitudini di pellegrini che si dibattono sul sentiero dietro di lui.


Il Pratyeka Buddha sceglie definitivamente il Grande Passaggio, muore assolutamente, e per il periodo che dura un manvantara cosmico è fuori dal mondo degli uomini e degli esseri senzienti che viaggiano dietro di lui — e non ritorna più. Egli è diventato uno con le sue parti divine e spirituali ma in modo chiuso e autosufficiente, per cui, anche se il suo essere risplende come il sole ed egli è immerso nell'ineffabile mistero e beatitudine del nirvana, tuttavia il suo campo di coscienza è limitato al suo uovo aurico, per quanto possa essere esteso o diffuso. Lì egli rimane immerso nelle profondità della coscienza cosmica ma, ahimè, dimentico di tutto tranne che di se stesso. Non è forse uno strano paradosso che, pur essendo una parte della coscienza cosmica del sistema solare, egli realizza e sente questo livello solo nella misura pertinente alla sua essenza percettiva?


Ma anche il Pratyeka Buddha, proprio per il fatto del suo essere e del suo esistere, esercita una costante ma silenziosa influenza attraverso tutta la sfera cosmica di cui egli è diventato parte integrale, anche se inattiva. Tuttavia quest'influenza è negativa, non attiva, costante ma diffusa; invece, l'influenza delle energie provenienti dal cuore dell'essere di un Buddha di Compassione è attiva, costruttiva, edificante, stimolante e direttamente incoraggiante a causa del suo fuoco vitale.


La differenza, come si può vedere facilmente, fra il Pratyeka Buddha e il Buddha di Compassione, è semplicemente immensa. I Buddha di Compassione, come il Guardiano Silenzioso della nostra catena planetaria, di cui essi sono una copia, rinunciano alle indescrivibili glorie che il Grande Passaggio conferisce, e diventano vibranti energie spirituali nella vita del mondo e di tutto ciò che la vita del mondo contiene — energie vibranti di potenze spirituali, la maggior parte delle quali sono troppo sottili da esprimere a parole.


Il Grande Passaggio è la quarta iniziazione conclusiva attraverso la quale deve passare ogni Maestro di Saggezza, e alle cui glorie egli deve rinunciare. In questa fase particolare del ciclo iniziatico che porta allo stato assoluto di Mahātma, l'iniziando deve attraversare, come nelle tre precedenti iniziazioni, il Mondo Sotterraneo; ma in questa quarta iniziazione, il passaggio è soltanto fugace ed è, per così dire, come un viaggiatore in un treno che corre attraverso scenari che sono diventati familiari ad ogni fermata; e invece di soffermarsi nel Mondo Sotterraneo, le energie tendono a realizzare una profonda conoscenza individuale e, in verità, una padronanza dei Mondi Sotterranei.


E in quest'iniziazione sono appresi tutti i segreti molto misteriosi connessi alla morte, alcuni dei quali belli in modo sublime, e alcuni terrificanti oltre ogni umana immaginazione. L'intera struttura della costituzione dell'iniziando per il momento dev'essere infranta e fatta a pezzi, in modo che la monade possa essere completamente libera e senza ceppi o impedimenti di qualsiasi tipo che impediscano i suoi movimenti, allo scopo di ascendere e muoversi tra gli spazi stellari compresi nella zona che circonda la nostra galassia stellare, l'universo che è la nostra casa. Lì, tra le stelle e tra i pianeti in movimento orbitale intorno a queste stelle, la monade divina liberata dell'iniziando deve vagare libera come il pensiero di un dio liberato, diventare un tutt'uno con — sfera stellare dopo sfera — tutte le fasi e le condizioni diverse e differenzianti non solo della sostanza stellare ma anche della coscienza cosmica.


Per trattare l'argomento con un altro linguaggio, la monade divina ritorna al suo genitore stellare e passa di stella in stella, spaziando ed errando tra di esse, familiarmente e completamente a suo agio. Ciò che avviene anche nel caso del comune essere umano quando muore — e che per questo individuo comune è vuota incoscienza perché egli non si è evoluto abbastanza da comprendere cosa stia subendo — per la monade liberata del maestro iniziando dev'essere pienamente cosciente e chiaro. In questo momento l'iniziando deve sottoporsi ad ogni fase del processo della morte che ha luogo nei comuni esseri umani: le guaine dell'anima sono lasciate cadere e abbandonate, una dopo l'altra, gettate via e dimenticate momentaneamente, finché resta solo la divinità nuda, un fuoco vivente d'energia nell'autocoscienza e nella memoria cognitiva.


Una volta che i ceppi dell'uomo personale inferiore, una volta che le guaine avvolgenti e invalidanti della coscienza inferiore sono state rigettate, allora, passo per passo, gradino per gradino sulla scala della vita, l'energia monadica spicca il volo verso l'alto. Deve attraversare ciascuna delle dodici case dello zodiaco, una per una — o, per meglio comprendere, subire e sperimentare le particolari e specifiche influenze che scaturiscono da ciascuna delle dodici case zodiacali — finché, quando il giro è stato completato ed è stata autocoscientemente raggiunta la conoscenza di ciò che vi è dentro, comincia la discesa, e passo per passo verso il basso, gradino dopo gradino, la monade liberata si riveste nuovamente delle guaine della coscienza e dei vari corpi eterei ed astrali che precedentemente aveva rigettato e dimenticato. Alla fine, raggiungendo ancora la nostra terra — il corpo che giace in trance — rientra in questo mondo, resuscita il suo corpo e riappare tra gli uomini, splendendo di una luce sovrannaturale ancora più eterea, meravigliosa e impressionante di quella che riveste il vittorioso iniziando nel momento in cui risorge dalle prove del Solstizio d'Inverno. L'iniziando è morto, giacendo morto nel vero senso del termine; ma per i meravigliosi e magici processi e la sorveglianza protettiva e l'aiuto dei grandi veggenti e saggi che vegliavano su di lui, egli è letteralmente "risorto dai morti" e ridiventa un uomo, ma un uomo che ora è glorificato, santificato, purificato in ogni parte, in ogni porzione della sua costituzione composita. Ha attraversato i portali della morte ed è ritornato. È completamente rinato.


In questo caso non c'è la rinuncia com'è avvenuto al Solstizio d'Estate. L'iniziando è capace di attraversare queste terribili prove precisamente perché la Grande Rinuncia era stata già fatta al momento dell'iniziazione del Solstizio d'Estate, ed egli ha acquisito la forza di morire completamente e pienamente, per ritornare ancora all'esistenza fisica umana.


Proprio qui, spiritualmente ed eticamente parlando, notiamo la differenza tra il Pratyeka Buddha che muore di sua volontà e muore felicemente e gioiosamente per la propria beatitudine spirituale, e coloro che hanno fatto la Grande Rinuncia, come i Buddha di Compassione e i loro discepoli, che muoiono, in verità, per l'esperienza che ne segue, per il grande incremento della conoscenza che ne deriva, ma che ritornano alla vita per offrire loro stessi sacrificandosi nel servizio del mondo.


Non è facile morire completamente. Gli uomini muoiono ogni giorno, ma imperfettamente, durante la notte, quando sono nel loro letto e cadono nel sonno. Ma morire deliberatamente è una cosa molto difficile, perché contraria alle consuetudini della legge e dei processi della natura. In ogni caso, la morte non è immediata o improvvisa, nemmeno nel caso dell'uomo comune che muore. Nei lunghi mesi che precedono la dissoluzione fisica c'è un adeguamento ad essa, che è un'organizzazione dell'uovo aurico che prepara le parti monadiche alla peregrinazione post-mortem. E alla fine, per un breve periodo che precede la morte, la coscienza si libra tra la terra e la stella, tra il corpo fisico e il sole, lampeggiando verso il sole e poi tornando indietro, per un numero di volte, finché, in ultimo, la corda d'oro della vita si spezza, e l'incoscienza — istantanea, immediata, e indicibilmente dolce e leggera — discende sul morente, che da quel momento in poi è quello che gli uomini chiamano un morto.


Finora ho parlato della quarta delle quattro grandi iniziazioni così come avviene nei casi dei Grandi Esseri che la intraprendono e che ritornano tra gli uomini; ma vi sono molti altri casi di quelli che prendono quest'iniziazione deliberatamente allo stesso modo dei Pratyeka Buddha, e muoiono dal mondo e non ritornano più finché non siano passati eoni e siano caduti uno per uno nell'oceano del tempo passato. Questi ultimi sono i casi di quelli che sono stati sulla via di diventare dei Pratyeka Buddha, forse inconsapevolmente, per quanto possa sembrare paradossale; e non ho dubbi che rimarreste attoniti realizzando quanto numerose siano le anime umane che bramano l'indicibile pace e beatitudine del riposo nirvanico — aggrappandosi alla vita, desiderando ardentemente la sua continuazione, e tuttavia, strano paradosso, scelgono il sentiero della morte.


I Grandi Esseri si sottomettono alla quarta iniziazione per avere l'esperienza diretta sotto ogni aspetto, non solo del Mondo Sotterraneo, ma più particolarmente dei Mondi Sotterranei, e di ciò che ogni monade che abbandona l'incarnazione deve subire nel corso ordinario del morire.


Nell'iniziazione del Solstizio d'Inverno i pianeti visitati usualmente sono la Luna, Venere, Mercurio e il Sole, e poi vi è un ritorno; mentre in questa quarta iniziazione dell'Equinozio d'Autunno gli stessi pianeti sono attraversati — durante il processo di quella che forse potremmo giustamente chiamare la dissoluzione della costituzione — e sono visitati anche i pianeti superiori Marte, Giove e Saturno, e quindi la monade liberata si libra verso gli spazi cosmici. Il viaggio di ritorno è fatto lungo lo stesso sentiero, e le guaine dei veli della coscienza che il pellegrino monadico aveva fatto cadere durante gli stessi pellegrinaggi in ciascuno dei pianeti e in ciascuno dei piani, sono ripresi e assunti di nuovo, e così l'ego monadico si riveste dei suoi sé inferiori e ritorna lungo il sentiero sul quale era asceso. L'ordine dei pianeti come l'abbiamo appena dato non dev'essere inteso come l'ordine dei pianeti regolarmente seguiti.


Diventa ovvio, dal precedente insegnamento, che l'uomo ha in sé non solo un corpo fisico, Terrestre, ma un corpo Lunare, un corpo Venusiano, un corpo Hermetico o Mercuriano, un corpo Solare, un corpo Marziano, un corpo Gioviano, e un corpo Saturniano, come pure è rivestito delle essenze dello spazio cosmico. Non solo l'uomo ha nella sua costituzione queste varie guaine planetarie ma anche la sua coscienza contiene in sé queste sfumature di colore, per così dire, o energie, o qualità, derivanti dai corpi celesti con cui egli è costituzionalmente in stretta e intima unione. Questa è la ragione per cui i vari corpi o elementi della costituzione dell'uomo sono lasciati cadere dall'iniziando quando attraversa una qualsiasi di queste sfere, e perché egli deve ritornare a ciascuna di queste sfere per riprendere questo velo, questa guaina precedentemente rigettata, per diventare sulla terra ancora una volta un uomo completo. L'uomo, dunque, come potete vedere, è un figlio dell'universo, composto di tutti i suoi elementi, e quindi, in verità, è un microcosmo, un piccolo mondo. Il suo vero pensiero tocca con le sue dita eteree la stella più distante, e la più tenue vibrazione della stella più distante ha la sua reazione su di lui.


La morte, come possiamo vedere, nelle maestose cerimonie della quarta iniziazione dell'Equinozio d'Autunno, non è che un'ascensione, una resurrezione da certi elementi grossolani in elementi più eterei; ma il centro della coscienza, l'ardente scintilla dell'essere, l'essenza monadica, è un dio, e rimane intatta e immacolata attraverso gli eoni, non importa ciò che i suoi figli — che sono i suoi veicoli e involucri della coscienza e monadi inferiori attraverso cui lavora — facciano o subiscano, soffrono e gioiscano.


Notate quindi questi due elementi distinti ma non conflittuali dell'insegnamento riguardo all' l'iniziazione dell'Equinozio d'Autunno: (1) Tutti i maggiori iniziandi devono passare attraverso quest'iniziazione, ma essi ritornano. In quest'iniziazione assaporano la morte e vincono; e nelle parole della scrittura cristiana possono dire: "O morte, dov'è il tuo pungiglione? O sepolcro, dov'è la tua vittoria?" perché l'iniziato, risorgendo con successo come un iniziato ha veramente conquistato la morte; e i suoi misteri, in tutte le loro varie fasi, per lui non sono più misteri. (2) Il secondo elemento dell'insegnamento è il fatto che eserciti, moltitudini, masse di esseri umani, in qualche momento del loro pellegrinaggio evolutivo, scelgono deliberatamente quest'iniziazione con il solo scopo di passare fuori dal mondo e dalla comprensione degli uomini, per non ritornare più. Questi sono i Pratyeka Buddha e quelli come loro che preferiscono la beatitudine di un nirvana individuale alla vita e al destino auto-sacrificante ma sublime di un Buddha di Compassione.


Ricordate quest'insegnamento nei suoi elementi. Cercate di convogliare queste idee nella vostra mente, perché sono d'aiuto e, se comprese, la conoscenza di queste verità si avvolgerà intorno a voi come uno scudo protettivo e una difesa. O, per dirlo in un altro modo, questi insegnamenti diventeranno una luce ai vostri piedi e vi guideranno lungo il sentiero che i fiori più grandi e nobili di perfezione hanno scelto di percorrere


Tratto da "" Le quattro Stagioni Sacre " di G. de Purucker


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