Informazioni personali

La mia foto
Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

domenica, ottobre 25, 2020

💛#simboliuniversali. Il Drago cinese e sardo

 Nella prima immagine, girocollo appartenete alla minoranza etnica cinese del popolo Miao


Manufatto in argento anticato, che rappresenta le forze creative e protettive dal dragone

Il drago della Cina  rappresenta il principio maschile Yang dell'ordine cosmico, la creatività, il dinamismo, la forza di muovere gli eventi: nella mitologia cinese si spiegavano i fenomeni metereologici, i temporali, la grandine, la neve, la pioggia, il tuono e il fulmine con la presenza del dragone che attraversava i cieli.

Essendo un animale legato anche all'acqua, l'ambiente in cui vive, è legato anche al femminino, al potere rigenerativo della trasformazione, tipico del serpente/dragone e sottolineato anche dalle farfalle presenti a reggere la placca istoriata

Farfalle che simboleggiano la capacità trasformativa di trasformazione, visto che questi girocolli venivano regalati alle bambine per poi poter essere indossate in età adulta

I due leoni frontali rappresentano la forza, la protezione, e sono simbolo di buon auspicio

Buon auspicio di fertilità sicuramente, e di trasformazione in una donna fertile, perché al centro della placca, sono rappresentati due rombi dentro due cerchi doppi, che rappresentano la vulva femminile in espansione creativa, quindi nella procreazione

Rombi che ritroviamo anche nei pendenti sottostanti, all'interno di elementi circolari, a cui sono agganciate tre sfere per ciascuno

Le sfere indicano il grembo materno, e il numero tre, è il numero perfetto della creazione

Un bellissimo girocollo di buon augurio per la "trasformazione" da bambina a donna fertile e circondata dalla prosperità e abbondanza


"IL DRAGONE (O Serpente alato), era il simbolo dei SHER-DAN. Mosè fece issare su un’antenna un “serpente di bronzo” durante un’epidemia scoppiata nell’accampamento. Chi “vedeva” quest’insegna veniva sanato. Era forse l’insegna dell’accampamento dei DAN? Le tribù di Israele conservarono il Serpente di Bronzo, il Nehustan, nel santuario di Dan, facendone oggetto di Culto, finché il re di Juda Ezechia lo fece distruggere"


Da “Shardana i Popoli del Mare”   di Leonardo Melis (IV edizione)


"I serpenti cornuti, gli Unkteila, sono tipici della mitologia dei nativi americani, come esseri antidiluviani, come i draghi europei legati all'acqua, ai fulmini, al tuono, al fuoco, le cui corna erano usate nella medicina

Serpenti che vivevano nell'acqua e che hanno corna come quelle di un cervo

Fra le popolazioni Cherokee, il Serpente Cornuto è noto come "uktena". L'antropologo James Mooney, descrive così l'animale:

Quelli che lo conoscono riferiscono che l'uktena è un enorme serpente, largo quanto il tronco di un albero, con corna sulla sua testa e una luminosa, sfolgorante cresta simile ad un diamante sulla sua fronte, con scaglie che ardono come scintille di fuoco. Esso ha anelli o macchie colorate lungo la sua intera lunghezza, e non può essere ferito eccetto che puntando alla settima macchia dalla testa, perché è sotto questa macchia che si trovano il suo cuore e la sua vita. Lo scintillante diamante è detto ulun'suti, trasparente, e colui che lo riesce a conquistare può diventare il più grande taumaturgo della tribù. Ma è un'impresa che vale la vita, giacché chiunque sia avvistato dall'Uktena è così abbagliato dal suo bagliore luminoso che corre verso il serpente invece di tentare la fuga. Come se non bastasse, il respiro dell'Uktena è così pestilenziale che nessuna creatura può sopravvivere se inala anche la più piccola quantità dell'aria malsana emessa dall'Uktena. Anche il solo vedere un Uktena addormentato presagisce la morte, ma non del cacciatore stesso, quanto della sua famiglia."(da Wikipedia) 


Questo lo assimila molto al basilisco, "su scultone" sardo, molto diffuso come creatura mitologica, nella cultura sarda, del quale ho già parlato in un mio precedente post


Il serpente dalle corna di ariete si ritrova anche nella mitologia del nord Europa, ancora prima dell'impero romano

Lo troviamo raffigurato nel calderone di Gundestrup, e in ambito celtico era spesso rappresentato con il dio  celtico  Cernunnos


E sulla prua nelle navicelle sarde nuragiche, cosa troviamo spesso? 

Le stesse "cornine" del serpente cornuto, sia quelle corte, che quelle "da cervo" 

Quei draghi assimilabili ai draghi rappresentati a prua delle drakkar vichinghe, o forse sarebbe meglio dire, Sarde

E d'altronde anche il mitico guerriero con i 4 occhi, il guerriero di Teti, rimanda  anche all'immagine iconografica del serpente in forma umana con 4 occhi di uno dei tre mitici sovrani cinesi, chiamati i Tre Augusti, il cui nome era Fu Xi, inventore della metallurgia, che veniva sempre rappresentato allacciato alla sorella Nuwa(un parallelismo tra i nostri Giganti dai 4 occhi legati alle nostre Bithiae, Janas, dai 4  occhi, legati dalle pratiche dell'incubatio) 

Considerando che la Sardegna potesse essere Tartesso, la terra dei metalli e della metallurgia, e  che il simbolo del serpente cornuto o drago, lo ritroviamo a prua di molte navicelle sarde, e negli elmetti dei guerrieri sardi, direi che il Drago potesse davvero essere il simbolo dei nostri Shardana

E il nostro fiume sardo Tirso,  ha lo stesso nome del tirso di Bacco, formato da una grossa asta di ferula(pianta tipica sarda) sopra la quale era sormontata una pigna (simbolo della ghiandola pineale, della consapevolezza), attorno alla quale erano avviluppati edera e pampini di vite(pianta molto simbolica in Sardegna) a simboleggiare  devozione e fedeltà, proprio come i due draghi/serpenti alati della Kundalini, che rappresentano la sinergia creativa del principio maschile e femminile

Poiché il drago alato, già di per sé, creatura di acqua e di fuoco, è l'emblema di questa sinergia creativa e cosmogonica

Tirso, che come ho scritto altre volte, contiene il nucleo consonanti o "Trs", tipico delle divinità femminili primordiali , che già di per sé erano monadi delle due polarità opposte

Astarte, Ishtar, la nostra Stria, il barbagianni psicopompo, b-Abba-jana, la "porta dell'acqua" 

Dell'acqua alchemica di trasformazione

Jana come jano, come Giano bifronte

 come la bifrontalita' che consente l'attivazione delle polarità 

Giano e Diana. 

Erano chiamati la "coppia divina" 

Jano e Jana

Due draghi 

Fuoco e acqua sempre uniti, sempre in sinergia 

Quattro occhi, come quelli dei Giganti di Mont'e Prama, dove l'energia della Jana, interagisce con quella del Jano, per entrare in una dimensione "altra",ipnotica, nelle due porte dei cieli,  e rigenerarsi attraverso le energie dell' Universo 

Acqua e Fuoco

Sole e Luna

Sinergia imbattibile

Ma questo i Sardi lo sapevano benissimo, perché è su questa sinergia, che hanno costruito la nostra civiltà 

Un 'equilibrio potente e costante 

I Giganti e le Fate nane

L' altezza dei nuraghi, e i pozzi Sacri

L' Armonia degli opposti

"s'abba ardente", "su fil'e ferru" 

L'acqua ardente. 

Che solo qui poteva nascere

Abbiamo il senso dell'equilibrio, dell'energia Creatrice, nel nostro DNA, il popolo del Drako, il popolo taumaturgico 

Come i due dragoni/serpenti alati, nella kundalini

Come le pavoncelle, sempre rappresentate l' una difronte all'altra


Si parte da un simbolo, come quello del dragone in un gioiello cinese, e si arriva alla Sardegna, come sempre

La Sardegna era Atlantide, l'Origine

Nessun'altra civiltà ha lasciato così tanti segni di sé, ovunque, nel mondo

La Sardegna era Monade sinergica, già compiuta, già completa 

Terra Sacra dei metalli e della sinergia degli opposti, incastonata nella materia. 

In quella dura pietra che ha la morbidezza del cielo


Tiziana Fenu 


©®Diritti intellettuali riservati 


#simboliuniversali. Il Drago cinese e sardo


Maldalchimia.blogspot.com














Nessun commento:

Posta un commento